(Sottogruppo
Centrale – Catena
degli Sfulmini)
(Gruppo
di Brenta) – (Dolomiti di
Brenta)
Fra tutte le guglie dolomitiche il Campanile Basso è quella che più di ogni altra si presenta alpinisticamente non solo come simbolo di ardimento, ma soprattutto come segno di iniziazione alla montagna: padronanza di sé più che predominio sulla natura, un passaggio quasi di virilità.
Per questo Paolo Graffer, fratello di Giorgio e accademico del CAI, poteva scrivere: «Il Basso è un simbolo, soprattutto per i Trentini, di bellezza, di solidità, di fascino. Chi lo vede la prima volta si sente incantato, chi lo rivede lo sente suo, chi non riesce a salirlo si sente in colpa». Le doti per vincerlo devono essere più psicologiche che tecniche. La via normale non va oltre il IV grado, ma tocca tutte le pareti del «fantastico obelisco di roccia» in un'alternanza completa di paretine, camini, terrazzini di sosta, cenge chiamate «stradone provinciale». La nota dominante è però l'esposizione. Per salire sul Basso occorre saper vincere innanzitutto la paura di se stessi, delle proprie mani che toccano gli appigli, dei piedi che cercano gli appoggi. E per affrontare l'ultimo tratto, con l'uscita dalla comoda sosta alla paretina Ampferer, occorre sporgersi sull'abisso, sopra 300 metri di parete, con un passaggio che richiede ardimento, sangue freddo e padronanza di sé.
Per tutti questi elementi il Campanile Basso, con i suoi 2883 m. di quota, è diventato una delle prove di iniziazione più classiche dell'alpinismo dolomitico. Per questo è diventata la montagna che più di ogni altra rivela le componenti profondamente psicologiche dell'alpinismo. Per questo ancora è la montagna che più di ogni altra si è caricata di simboli anche extralpinistici, dalle prime fasi avventurose che videro la competizione patriottica fra scalatori trentini e tedeschi per raggiungerne la cima, fino alle celebrazioni del recente centenario (1999) quando Cesare Maestri - che aveva fatto la sua prima salita al Basso in coincidenza con la centesima di Bruno Detassis - guidò fin sulla vetta una lunga «cordata dell’amicizia», con le guide del Brenta, Cesarino Fava, Ernesto Rigoni, Marco Benedetti e molti altri per riscattare - in un patto di simpatia reciproca disinteressata e gratuita - l'oppressione consumistica e mercantile che sempre più avvolge nei suoi lacci anche la montagna dolomitica.
Il Basso è difficile a distinguersi nella catena del Brenta, sia da lontano che da vicino. I contadini di Cembra, che lo scorgevano fra gli Sfulmini in particolari condizioni di luce, lo chiamavano il «campanile delle strie», delle streghe. I pastori di Molveno, che lo vedevano dagli ultimi pascoli, lo indicavano come Campanile Basso dei Massodi per distinguerlo dal Campanile Alto dei Massodi. Fu questo il nome che la SAT nella sua definizione della toponomastica del Brenta scelse e ratificò. Karl Schulz invece, il conquistatore del Crozzon, notando come il monolite si stacchi nettamente da tutte le montagne circostanti attraverso i due profondi intagli della Bocchetta del Campanile Basso e della Bocchetta del Campanile Alto propose Guglia di Brenta, nome con il quale il Basso continua ad essere indicato nella letteratura alpinistica tedesca.
Questa «competizione» toponomastica riflette anche quella che fu la competizione per la sua conquista. Tutte le maggiori vette erano state ormai conquistate a fine secolo, quando si aprì il problema del Basso. Furono i Trentini i più decisi a non farsi sfuggire la conquista. Animatore dell'iniziativa, nel 1897, fu Carlo Garbari, che era anche un bravissimo fotografo, e che seguiva la prassi della dettagliata ricognizione fotografica delle montagne dai loro versanti prima di iniziarne la scalata per le vie più difficili. Era accompagnato dal portatore di Covelo Nino Pooli e dalla guida di Primiero Antonio Tavernaro. Fu Nino Pooli a dimostrarsi il più ardito e forte, consentendo di superare la parete iniziale che oggi porta il suo nome e che costituisce una delle maggiori difficoltà di tutto il percorso. Poi, da Sud, la cordata passò sul versante Est e di qui raggiunse il cengione detritico che viene chiamato Stradone Provinciale e che circonda per tre lati tutto il Basso, unica interruzione alla sua verticalità. Passando sullo Spallone Ovest i tre raggiunsero una terrazza, l’Albergo al sole, e più su ancora un terrazzino, il Terrazzino Garbari. La cordata vedeva ormai la cima a un solo tiro di corda (35 metri) ma le ultime difficoltà si rivelarono insormontabili. Nino Pooli si innalzò per 12 metri sulla parete, ma non riuscì a proseguire. I tre lasciarono un biglietto in una bottiglia e ridiscesero.
Due anni dopo sul Basso giunsero due studenti di geologia dell'Università di Innsbruck, Otto Ampferer e Karl Berger. Questi salirono e raggiunsero il Terrazzino Garbari stanchi e sfiduciati. Pensavano che la vetta fosse stata già raggiunta, ma quando videro la bottiglia lasciata da Nino Pooli e lessero il biglietto in essa contenuto ritrovarono le forze. Per esplorare la situazione Otto Ampferer scese qualche gradino e si diresse verso la parete Nord e qui improvvisamente, con un grido di meraviglia al compagno Karl Berger che se ne stava seduto sul terrazzino, scoprì che un passaggio esisteva: bastava appunto scendere per alcuni passi, spostarsi su un minuscolo e aereo pulpito sul versante Nord-Ovest, traversare in piena parete Nord e risalire alla vetta, ampia e pianeggiante. Trovata la via i due ridiscesero e la mattina dopo, il 18 agosto 1899, rifecero tutta la salita fino a raggiungere vincitori la vetta.
Nella storia delle «due conquiste» risulta evidente anche la dimensione psicologica degli alpinisti: l'attacco di forza, diretto, sulle estreme difficoltà del portatore trentino fallisce, mentre i conquistatori sanno scendere di qualche passo e cambiare parete. Anche su questi elementi si è costruita la storia del Campanile Basso e del suo fascino. Fu Tita Piaz nel 1902 il primo italiano a conquistare la vetta, ma la pagina più bella fu forse scritta cinque anni dopo la conquista, il 31 luglio 1904, quando Nino Pooli di Covelo volle ritornare sulla «sua» montagna, con la quale aveva un conto aperto. Già 18 cordate erano salite alla cima, tutte passando dalla parete Ampferer. Nino Pooli con Riccardo Trenti, salì, giunse al terrazzino e proseguì lungo la parete che nel 1897 l’aveva respinto. Sapeva di farcela, e di forza raggiunse la cima, dopo 35 metri valutati oggi di V grado superiore. Nel sacco Nino Pooli aveva una grande bandiera di Trento, gialla e azzurra, lunga tre metri. Raggiunta la cima la issò su un palo di cinque metri che si era trascinato dietro e la fece sventolare sul Brenta, tanto che il vessillo fu visto a lungo da tutta la Valle delle Seghe.
È del 1911 la venuta sul Campanile Basso di Paul Preuss, che in solitaria il 38 luglio 1911 aprì l'elegantissima via che porta il suo nome per la parete Est. Tutte le pareti del Basso sono state percorse. Tra le arrampicate più classiche la via Fehrmann, la via Graffer allo Spallone, la Maestri-Claus per la parete Nord, il Camino Scotoni, lo Spigolo Fox (Sud-Est) l'arditissima Via Fedrizzi- Armani (1935) per la parete Sud, la Stenico-Navasa (1962) sempre per la parete Sud.
La l°' salita italiana è di Tita Piaz, con Franz Wenter, il 26 settembre 1902; la 1° femminile è di Vineta Mayer, che vi sali con Josef Ostler e Franz Wenter l’11 agosto 1903; la 1° solitaria è di Josef Ostler, 30 agosto 1903; la 1° senza guide di G. Lubich e Luigi Scotoni, 28 giugno 1908; la 1° salita di una cordata femminile è quella di Alice Damesme e Micheline Morin, per la via Preuss, il 28 agosto 1936; la 1° salita invernale venne compiuta per la via normale dalle guide Bruno Detassis e Serafino Serafini il 24 febbraio 1949.
Il Campanile Basso, nonostante la sua apparente inaccessibilità, è stato scalato ormai da tutti i lati, per tutte le vie ritenute logiche. Le ascensioni al campanile erano già 217 nel 1925 e nel 1940 ne è stata compiuta la millesima; attualmente (1976) le ascensioni sono oltre 5500 e purtroppo da alcuni anni (1963) non vengono più numerate progressivamente sul libro della vetta.
1897 - 12 agosto. Coraggioso
tentativo di Nino
Pooli al Campanile Basso
che vinse la difficile parete iniziale giungendo fino a pochi metri dalla vetta
con Carlo Garbari
e la guida Antonio Tavernaro
di Primiero. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1899 - 18 agosto Otto Ampferer e Kart Berger
studenti austriaci di Innsbruck raggiunsero per primi la vetta e
realizzare quindi la prima ascensione assoluta del Campanile Basso di
Brenta. Otto Ampferer e Kart Berger individuarono il
passaggio chiave – la «Parete Ampferer» - dopo che Carlo Garbari, Nino Pooli e Antonio Tavernaro avevano
aperto gran parte della via nel 1897. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1902 – 26 settembre. Tita Piaz
con Franz Wenter
conquistano la 1° salita italiana del Campanile Basso di Brenta.
E così si espresse Tita Piaz
nel suo libro Mezzo secolo di alpinismo: “La scalata ci
impressionò davvero per la sua eccezionale esposizione, poiché in quei tempi
pareti libere di quel genere non erano ancora state fatte; ma ciò nonostante
raggiungemmo la vetta in un tempo più breve di tutti i nostri predecessori. La
vostra vittoria ci sembrò assai grande e trovammo che per difficoltà la guglia
era di molto superiore alle Torri del Vajolet”. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1903 – 11 agosto. Vineta Mayer
si aggiudica la 1° femminile del Campanile Basso di Brenta,
salito con Josef Ostler e Franz Wenter. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo di
Brenta – Dolomiti di Brenta.
1903
– 30 agosto. Josef Ostler
realizza la 1° solitaria del Campanile Basso di Brenta. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1904 - 31 luglio. Nino Pooli ritornò
al Campanile Basso al famoso “Terrazzino Garbari” con Riccardo Trenti, superando lo
strapiombo e raggiungere finalmente la vetta che nel 1897 l'aveva
respinto. Sapeva di farcela, e di forza raggiunse la cima, dopo 35 metri
valutati oggi di V grado superiore. Nel sacco Pooli aveva una grande
bandiera di Trento, gialla e azzurra, lunga tre metri. Raggiunta la cima
la issò su un palo di cinque metri che si era trascinato dietro e la fece
sventolare sul Brenta, tanto che il vessillo fu visto a lungo da tutta
la Valle delle Seghe. - Catena
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di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1905 - 8 agosto. Giovanni Nones e Mario Scotoni, attaccarono
dalla Bocchetta del Campanile Alto per la Parete Est del Campanile Basso salendo per
pochi metri su rocce facili, poi attraversarono a sinistra., verso uno spigolo
poco pronunciato. Si innalzarono direttamente su esili e scarsi appigli fino
all'altezza di un masso incastrato nella caratteristica fessura strapiombante e
rovesciata, che solca la parete obliquamente da destra a sinistra. Sotto al
masso, attraversarono a destra verso un terrazzino e proseguirono con grande
difficoltà lungo la fessura, che non da alcun aiuto fino al suo termine, su una
cengia. Di qui salirono direttamente con minore difficoltà per un breve camino
e rocce gradinate e raggiunsero i due camini divergenti della Via Comune.
Questa Variante Scotoni è poco attraente a causa della friabilità della
roccia; circa 50 m; difficoltà di V+. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1905 - 8 settembre. Giovanni
Nones e Mario Scotoni
raggiunsero la vetta del Campanile Basso per il Camino Est - (Camino Scotoni). La loro via si
svolse in quel gran camino che solca sulla sinistra la Parete Est nel
suo terzo medio, sotto lo «Stradone provinciale». Difficoltà: IV+. - Catena
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1908 – 28 giugno. G. Lubich e Luigi Scotoni si aggiudicano la
1° salita senza guide del Campanile Basso. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo di
Brenta – Dolomiti di Brenta.
1908 - 27 agosto. Rudolf Fehrmann e Oliver Perry-Smith
salirono per il Diedro Sud-ovest tracciando la (via Fehrmann) al Campanile
Basso. L’itinerario supera il Gran diedro ad angolo retto
formato dall'incontro della stretta Parete Ovest del Campanile
con lo Spallone. Classica arrampicata, tecnica ed elegante, tra le più
note e belle delle Dolomiti. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1909 - 19 agosto. Pierre Blanc e Charles Francis Meade
salirono al Campanile Basso tracciando per la parte finale dello Spigolo
Sud-ovest la ( Via Meade), con un’arrampicata di circa 50 m. di
eccezionale eleganza e massima esposizione; difficoltà: V-. - Catena
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1911
- 28 luglio. Paul Preuss,
in solitaria conquista la prima assoluta del Campanile Basso di Brenta per la Parete Est - (Parete
Preuss). Arrampicata di eccezionale eleganza e della massima esposizione,
su roccia ideale, che percorre quella stretta parete grigia, stupenda muraglia
alta 110 m. che si alza verticale sopra la cengia dello «Stradone provinciale.».
- Qualche chiodo. Difficoltà: V, poi IV+. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo di
Brenta – Dolomiti di Brenta.
1911
- 31 luglio Paul Preuss
e Paul Relly realizzano la
prima traversata salendo per il Diedro Sud-ovest - (via Fehrmann)
al Campanile Basso. - Catena
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Brenta – Dolomiti di Brenta.
1911
– 6 agosto. Hans Pfann
sale il Campanile Basso di Brenta, lungo la Parete Est.
- Catena
degli Sfulmini – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1911
– 7 agosto. Paul
Preuss in solitaria sale il Campanile Basso di Brenta,
lungo la Parete Est. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo di
Brenta – Dolomiti di Brenta.
1912 - 9 agosto. L. Weghorn e B. Wolf praticarono una Variante
sulla Parete Est del Campanile Basso. (Via Comune).
Dal Terrazzino Garbari, anziché scendere al piccolo pulpito dello Spigolo
Nord-Ovest, salirono direttamente per rocce fessurate lungo la gialla
parete sovrastante (Parete Pooli-Trenti) fino a trovarsi circa
all'altezza del terrazzino dello spigolo ove si scende dalla vetta con la prima
calata a corda. Da qui attraversarono a sinistra su roccia strapiombante, con
piccoli ma solidi appigli per le mani e senza appoggi per i piedi, fino ad
afferrare lo spigolo che si percorre fino alla vetta. Questo itinerario in
seguito sarà chiamato: Variante Wolf-Weghorn. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo di
Brenta – Dolomiti di Brenta.
1923 – 22 luglio. Vittorio Emanuele
Fabbro, Luigi Scotoni,
Giovanni Strobele
e Giuseppe Vagliani discesero - e fu la prima volta – direttamente in
corda doppia dal Campanile Basso fino all’Albergo al Sole)
per la Parete Est (Via Comune). - Catena
degli Sfulmini – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1923 – 19 agosto. Vittorio Emanuele
Fabbro e Luigi Scotoni,
in occasione della l° salita italiana del Diedro Sud-Ovest del Campanile
Basso iniziarono l'arrampicata alquanto più in alto, a destra
dell’attacco Fehrmann, salirono per pochi metri per una stretta fessura
umida, chiusa in alto da un masso, uscirono a sinistra con una traversata di
4.5 m. su scarsi ed esilissimi appigli e proseguirono, sempre con difficoltà,
fino a una cengia coperta, che li portò verso sinistra, aggirando uno spigolo,
all’'inizio del Gran diedro della via Fehrmann. (Questo attacco è
più breve ma più difficile dell'attacco originale Fehrmann), realizzando
così la Variante d’attacco Fabbro-Scotoni. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1924
- 5 agosto. K. Aichner, F. Bernardi, H. Buratti
realizzano la 1° ripetizione della «Parete Preuss» del Campanile Basso di Brenta per la Parete Est. – Catena
degli Sfulmini – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1926 – 19 agosto. Gino Battisti e U. Perini sulla Parete Est del Campanile Basso (Via Comune), procedettero dal Terrazzino del Re del Belgio, anziché traversare sulla parete Nord, salirono direttamente per lo spigolo Nord-Ovest, espostissimo e con forti difficoltà nel primo tratto, poi più articolato tracciando la Variante Perini-Battisti, molto conveniente, attribuita in seguito a M. Pederiva. - Catena degli Sfulmini - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1927
– 12 agosto. Pino Prati
con Giuseppe
Bianchi tentano la prima ripetizione italiana della via Preuss
al Campanile Basso. Un appiglio cede, Pino Prati vola,
annaspa nell’aria in un disperato quanto inutile gesto di salvezza, la corda si
tende, il compagno non regge lo strappo ed è trascinato nella caduta. Quello
schianto sui ghiaioni della Val Brenta dopo un volo di trecento metri, portava
via appena venticinquenne una promessa dell’alpinismo italiano. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
NOTA: Sotto la Bocchetta Alta degli Sfulmini alla base della parete Sud-Ovest della Torre di Brenta ha origine una sottile crestina assai frastagliata che si sviluppa verso Ovest, irta di piccoli campanili e di arditi pinnacoli. Essa fiancheggia a Sud il terrazzo della Vedretta degli Sfulmini e termina con un salto verticale sopra al «Sentiero dei Brentei». I tre maggiori pinnacoli di questa cresta, riuniti da un unico zoccolo roccioso, sono stati dedicati alla memoria dei noti alpinisti trentini Pino Prati, Giuseppe Bianchi ed Enrico Nardelli, tragicamente periti il 12 agosto 1927 sulla parete Preuss del Campanile Basso i primi due e sullo spigolo di Valbona, nel Gruppo del Catinaccio, il terzo.
1929 - agosto. Silvio Agostini
con Abba e M. Bonazzi salirono per la Parete
Est il Campanile Basso (Via Comune) procedendo nella
parte superiore dell'arrampicata, dopo lo Spallone, salirono per il lungo
camino obliquo, che mette all'’Albergo al sole, solo fino al punto in
cui il camino stesso si approfondisce. Di qui uscirono a sinistra in parete e
salirono verticalmente per circa 18 m. al terrazzino del Re del Belgio,
evitando cosi il giro sulla destra e la discesa dal Terrazzino Garbari
(IV°-). (Questa Variante è comunemente nota come Variante Battistata, ma
in realtà, prima ancora che da Ulisse
Battistata, è stata percorsa da loro. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1932
- Ricardo
Cassin e compagni salgono in vetta del Campanile Basso di Brenta per la Parete Est - (Parete Preuss). - Catena
degli Sfulmini – Gruppo di
Brenta – Dolomiti di Brenta.
1933 - Anderl Heckmair
con Maria Casè e S. Emmer salirono il Campanile
Basso per il Diedro Sud-Ovest impostando una Variante
terminale Heckmair. Invece di salire la lunga fessura terminale della via Fehrmann,
si tennero più a destra, sullo spigolo Sud-Ovest, fino all'altezza dello
spallone. Qui giunti, aggirarono verso destra lo spigolo e, traversando ancora
un tratto sulla parete strapiombante, raggiunsero una fessura gialla che li
portò direttamente all'Albergo al sole, nel punto dove ha inizio la via Meade.
Per questa via raggiunsero quindi la vetta, tracciando cosi un itinerario molto
diretto, ma, in parte, di estrema difficoltà. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1933 - A. Larsimont e Antonio Miotto crearono una Variante
d’attacco Miotto-Larsimont. Attaccarono il Diedro Sud-Ovest del Campanile
Basso sulla direttiva del Gran diedro a destra dell’attacco Fehrmann
e a sinistra dell'attacco Fabbro, salirono per rocce biancastre e
frastagliate in direzione di un grande masso che pare incollato alla parete e,
giunti a un punto di sosta, traversarono a destra un po' più in basso, per 3 m,
quindi salirono al sovrastante terrazzino e attraversando a sinistra, in alto,
tra il masso e la parete, giunsero su un altro ripiano più ampio. Da qui, per
un facile diedro, poterono salire all'inizio del Gran diedro della via Fehrmann.
(È pertanto questo l'attacco più diretto a questa via). - Catena
degli Sfulmini – Gruppo di
Brenta – Dolomiti di Brenta.
1933 – Bruno Detassis
e Gino Corrà salgono il Diedro
diretto della parete Est, sotto il tetto sporgente della via Originale
Preuss, al Campanile Basso, che Paul Preuss aveva
evitato. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo di
Brenta – Dolomiti di Brenta.
1933 - 24 agosto. Giorgio Graffer
e Rita Graffer salirono
per lo Spigolo Nord-est - (Spigolo Graffer) del Campanile Basso.
Il loro itinerario si svolge lungo lo spigolo che delimita a destra la «Parete
Preuss» ed offre un’arrampicata di 110 m. un po' più difficile ed
altrettanto esposta ed elegante della vicina via Preuss. Chiodi usati 7.
Difficoltà: V. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo di
Brenta – Dolomiti di Brenta.
1933 - 2 settembre. Adriano Dallago
e Marcello Friederichsen
raggiungono la vetta del Campanile Basso dalla Parete Est
(via Comune), attaccando il basamento strapiombante del Campanile
Basso, esattamente ove si trova la targa in memoria di Giuseppe Bianchi
e Pino Prati.
Salirono verso sinistra lungo un'esile fessura e, con piramide umana,
superarono faticosamente uno strapiombo di grande difficoltà. Proseguirono
ancora direttamente per una lunghezza di corda fino a ricongiungersi con la via
normale. (Variante Friederichsen) di scarso interesse. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo di
Brenta – Dolomiti di Brenta.
1934 - 22 luglio. Matteo Armani ed Ettore Gasperini-Medaia salirono per la Parete Nord
(Via Armani) al Campanile
Basso con un’arrampicata poco attraente e in parte estremamente
difficile nel primo tratto, molto elegante nel tratto superiore. Difficoltà: V
con passaggi di VI°. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1934 – agosto. Giorgio Graffer
con Antonio Miotto, un compagno dell'accademia aeronautica, apre
la famosa via “Graffer-Miotto” sullo Spallone del Campanile
Basso spigolo Sud-Ovest. Ascensione che Graffer compie a
piedi nudi nei suoi tratti più impegnativi, ancor oggi valutato V e VI°. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1935 - 22 agosto. Matteo Armani e Cornelio Fedrizzi salgono per la Parete Sud (via Fedrizzi-Armani) al Campanile Basso. Arditissima arrampicata libera, che non poteva risolvere meglio il problema della giallastra Parete Sud. Altezza circa 260 m. (altezza del nuovo percorso: circa 120 m.). Difficoltà: VI°. - Catena degli Sfulmini – Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1935 - 8 settembre. Carlo Negri e M. Prati sul Diedro Sud-Ovest del Campanile Basso tracciarono una Variante mediana Negri-Prati. Quando giunsero sotto gli strapiombi gialli della parte mediana, invece di spostarsi verso la parete a destra, salirono direttamente per una fessura strapiombante verso uno stretto camino, lungo il quale, superando altri strapiombi, uscirono all'inizio della lunga fessura. Camino, raggiungendo poi la vetta. - Catena degli Sfulmini – Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1936 – agosto. Emilio Comici compie la 1° solitaria del Campanile Basso per il Diedro Sud-ovest - (via Fehrmann) in un’ora e quattordici minuti e la Preuss in venti minuti. Catena degli Sfulmini – Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1936 – 28 agosto. Alice Damesme e Micheline Morin realizzano la 1° salita di una cordata femminile salendo per la via Preuss al Campanile Basso di Brenta, lungo la Parete Est. - Catena degli Sfulmini – Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1937 - 7 agosto. Rizieri Costazza, Sandro Disertori, Pino Fox e Luigi Golser compiono la prima salita per lo Spigolo Sud-est del Campanile Basso. (Spigolo Fox). Arrampicata di 180 m. arditissima e di eccezionale eleganza, che segue lo spigolo verticale da poco sopra la «Parete Pooli» fino in vetta. Chiodi usati 9. Difficoltà: V°+. - Catena degli Sfulmini – Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1937 – 9 agosto. Giorgio Graffer
e il fratello Paolo Graffer
salirono La
Sentinella del Campanile Basso nel Sottogruppo
Centrale della Catena degli Sfulmini (Gruppo di Brenta)
per la Parete Est dell’anticima, tracciando una via che si svolge
lungo un diedro verticale che solca tutta la parte superiore della parete e
offre un’arrampicata assai interessante, alta circa 220 m, usando 7 chiodi e
con difficoltà di IV° grado. - Dolomiti di Brenta.
1938 - 30 luglio. C. Stauner e B. Zwuckstàtter compiono la
1° ripetizione della via Graffer allo Spallone per Spigolo Sud-Ovest al Campanile Basso. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1944
- 14 agosto. Guido Leonardi
e Marino Stenico
realizzano la 1° ripetizione della via Fedrizzi-Armani) al Campanile
Basso per la Parete Sud. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1946 - 29 giugno. Gino Pisoni e Marino Stenico, V. Corradini e Marco Franceschini salgono
al Campanile Basso per lo Spigolo
Sud-ovest dello Spallone (via Graffer), realizzando la 2°
ripetizione. - Catena degli
Sfulmini – Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1947
– 10/11 agosto. Marco Franceschini e Marino Stenico
con una bella e interessante arrampicata per lo Spigolo Nord-ovest dello
Spallone aprono la (via Cristina) al Campanile Basso,
con difficoltà di VI° grado. - Catena degli
Sfulmini – Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1948 – estate. Con gli amici del “Gruppo Ezio
Polo”, Armando
Aste riuscì a spingersi
finalmente fino in Brenta per la normale al Campanile Basso, la
guglia mitica, simbolo dell’intero Gruppo di Brenta, meta obbligata di ogni scalatore di
rispetto «Eravamo in otto divisi in tre cordate. Mi pareva di aver toccato il
cielo con un dito.» Andare in roccia gli riusciva facile e liberava in lui
l’ansia di libertà, il desiderio di creatività, la ricerca dell’eleganza dei
movimenti; Armando
Aste, soprattutto aspirava al piacere, tutto estetico, di trovare la
via ideale. - Catena degli
Sfulmini – Dolomiti di Brenta.
1949
– Armando Aste
“entra in scena” ripetendo la via normale del Campanile Basso di Brenta.
Fu il
terzo, dopo Paul Preuss e Emilio Comici, a percorrere
in solitaria la via Preuss alla parete Est.
Armando Manfredi, un calzolaio di Rovereto, che aveva fatto il soldato negli alpini e aveva conosciuto Vittorio Ratti, il famoso compagno di Riccardo Cassin, intuisce la passione di Armando Aste, e gli regala una corda di canapa di 30 metri portata via dalla naja. Ad Armando Aste confeziona per questa occasione anche il suo primo paio di pedule di pezza, con la suola di feltro. E’ così che inizia la carriera Armando Aste. Carriera che lo vede salire innumerevoli cime, dove da ciascuna porta alla sua bella un piccolo fiore. Sarà con enorme sorpresa che il giorno del matrimonio riceverà dalla futura moglie un album contenente tutti i fiori, con data e luogo di raccolta.
Dopo la normale al Campanile Basso, Armando Aste
prende il volo: la sua straordinaria sensibilità a interpretare la roccia e
l'arrampicata lo portano in breve tempo a confrontarsi con le vie classiche più
famose di allora. - Catena degli
Sfulmini – Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1949
– Il “re del Brenta” Bruno Detassis
festeggia con lo spumante proprio in vetta al Campanile Basso di Brenta la sua
centesima salita dello stesso. - Catena degli
Sfulmini – Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1949
– 24 febbraio. Bruno Detassis
e Serafino Serafini
realizzano la 1° salita invernale per la via Normale del Campanile Basso di Brenta. - Catena degli
Sfulmini – Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1950 - Cesare Maestri, a soli 21
anni, si rivela al mondo alpinistico, scalando da solo la via Preuss al Campanile
Basso. - “Arrampicare da solo mi entusiasmava e, nello stesso tempo, il
farlo perché non trovavo compagni mi avviliva profondamente.” - Catena
degli Sfulmini. – Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1950 – 9 luglio Andrea Oggioni, Iosve Aiazzi
e Giovanni Perego nelle
Dolomiti di Brenta salgono il Campanile Basso per la via Ferhmann
per il Diedro Sud-ovest di 4° e 5° grado. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1951
– 6 agosto. Hermann
Buhl e compagni realizzano la 1° ripetizione della via Cristina
per lo Spigolo Nord-ovest dello Spallone al Campanile Basso.
- Catena degli
Sfulmini – Gruppo di Brenta
– Dolomiti di Brenta.
1953 - Armando Aste effettua la
prima solitaria della via Graffer-Miotto dello Spallone del Campanile
Basso Spigolo Sud-Ovest con la Variante Pooli-Trenti e discesa per
la via Preuss. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1953
- 28 agosto. Armando
Aste sale per lo Spigolo
Sud-ovest dello Spallone (via Graffer) al Campanile
Basso in 1° solitaria. -
Catena
degli Sfulmini – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1954 - 27 giugno. Claudio Corti
e Arnaldo Tizzoni compiono
la 2° ripetizione della via Cristina per lo Spigolo Nord-ovest
dello Spallone al Campanile Basso. - Catena degli
Sfulmini – Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1955
- 28 agosto H. Autel e S. Lird praticano una Variante
sullo Spigolo Nord-ovest dello Spallone al Campanile Basso
da dove la via piega a destra sotto il primo salto giallo, salirono il diedro
giallo strapiombante su roccia con buoni appigli (30 m.) fin sotto il tetto che
lo chiude. Da qui per blocchi verso destra alla via originale. - Catena degli
Sfulmini – Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1958
- 31 agosto. Luciana Rossi
con G. Rossi realizza la1°
salita femminile dello Spigolo
Sud-ovest dello Spallone
(via Graffer) al Campanile Basso. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo di Brenta– Dolomiti
di Brenta.
1961
– 10/11 settembre. Armando Aste
e Angelo Miorandi aprono
sulla Parete Ovest dello Spallone al Campanile Basso, una nuova via che chiameranno (via Rovereto).
La via si svolge al centro della parete, fra i due spigoli dello Spallone.
Dislivello circa 380 m; chiodi usati 40 e l cuneo; roccia solida, anche dove è
gialla. Difficoltà: VI°, sostenute; Al, A2 nella giallastra fascia centrale. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo di Brenta
– Dolomiti
di Brenta.
1962
- 22, 24-25 luglio. Milo Navasa
e Marino Stenico
sulla Parete Sud del Campanile Basso tracciano una nuova
via Stenico-Navasa con la direttrice della salita data dalla evidente
fessura-diedro che solca con leggero andamento da sinistra a destra, i primi
due terzi della parete. Nella parte alta l'itinerario punta ad un'altra fessura
breve e bagnata, ben visibile dal basso, ed esce in vetta per la parete Meade.
Roccia compatta tranne nel breve tratto centrale, più facile. Altezza circa 380
m. Chiodi usati circa 100 normali e 10 cunei e, nell'ultimo terzo di parete,
circa. 20 chiodi a espansione (lasciati); chiodi lasciati 15. Difficoltà: VI°,
A2. - Catena degli
Sfulmini – Gruppo di Brenta
– Dolomiti
di Brenta.
1963
- 26 giugno. Aldo Anghileri,
Bruno Ferrario, Giuseppe Fumagalli, Pino Negri e Ernesto Panzeri realizzano la
1° ripetizione della Via Rovereto sulla Parete Ovest dello
Spallone al Campanile Basso. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1963
- 5 agosto. Mario Burini, E. Rudello e G. Castagna compiono la 2°
ripetizione della Via Rovereto sulla Parete Ovest dello Spallone
al Campanile Basso. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1964
- 5/6 febbraio. T. Mastellaro,
Giangiacomo Mazzenga
e Gianni Ribaldone
attuano la 1° salita invernale dello Spigolo Sud-ovest dello Spallone (via Graffer) al Campanile Basso. - Catena
degli Sfulmini - Gruppo
di Brenta– Dolomiti di Brenta.
1964
– 28/29 giugno. Marino Frizzera
e Graziano Maffei (Feo)
realizzano la 1° ripetizione della via Stenico-Navasa sulla Parete
Sud del Campanile Basso. - Catena degli
Sfulmini - Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1964
- 19 luglio. Luciana Rossi
e Claude Vinche è la 1°
cordata femminile a salire per il Diedro Sud-ovest del Campanile Basso. - Catena degli
Sfulmini - Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1965 – 30/31 luglio. Carlo Claus e Cesare Maestri salirono per la Parete Nord al Campanile Basso tracciando la Via Maestri-Claus, una dura arrampicata mista che supera nel mezzo la parete, per una serie di diedri, nel solo tratto fra lo Stradone provinciale e la vetta. Altezza circa 110 m. Chiodi usati: 50 normali, 30 a espansione. Difficoltà: VI°, Al, Ae. – Catena degli Sfulmini – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1965 - 8 agosto. O. Bernardi e Marco Dal Bianco, in 2 ore
realizzano la 1° ripetizione della via Maestri-Claus sulla Parete
Nord al Campanile Basso.
- Catena
degli Sfulmini – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1968
– 19/20 luglio. Pit Schubert e Klaus Werner salirono per lo Spigolo
Sud-ovest del Campanile Basso. Lo spigolo è formato
dall'incontro fra la parete a destra del Diedro Fehrmann e la Parete
Sud. La via non risulta ancora ripetuta. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo di Brenta
– Dolomiti
di Brenta.
1969
– 9/10 agosto. Ezio Alimonta
e Cesare Maestri realizzarono
la 1° ascensione per la Parete Sud dello Spallone del Campanile Basso con
un’arrampicata principalmente libera, con alcuni tratti in artificiale. Roccia
quasi sempre buona. Altezza circa 350 m; chiodi normali 17 e alcuni a espansione,
tutti lasciati; posti di fermata buoni. Difficoltà dal IV° al VI°, A2. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo di Brenta
– Dolomiti
di Brenta.
1969
- 17 agosto. G. Bianchi e Sergio Martini effettuarono la
1° ripetizione della via Alimonta-Maestri al Campanile Basso per la Parete Sud dello Spallone. La
via supera la stretta parete compresa fra il Diedro Fehrmann e lo Spigolo
Sud-Ovest dello Spallone. Da allora non risultano altre ripetizioni. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1969
– 26/28 dicembre. F. Lorenzi
e Sergio Martini
compiono la 2° ripetizione e la 1° invernale sulla Parete Sud
della via Stenico-Navasa al Campanile Basso. - Catena
degli Sfulmini – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1970
- 21 dicembre. Andrea Andreotti,
P. Franceschini e Tarcisio Pedrotti
effettuano la 1° invernale della via Fehrmann per il Diedro
Sud-ovest del Campanile Basso. - Catena degli
Sfulmini – Gruppo di Brenta
– Dolomiti
di Brenta.
1970
- 21 dicembre. Andrea Andreotti,
P. Franceschini, Tarcisio Pedrotti
realizzano la 1° invernale della «Parete Preuss» del Campanile Basso di Brenta per la Parete Est. - Catena degli
Sfulmini – Gruppo di Brenta
– Dolomiti
di Brenta.
1972
- 25 dicembre. Franco Gadotti,
R. Nesler e F. Tait effettuano la 1° invernale
per lo Spigolo Sud-est del
Campanile Basso, (Spigolo
Fox). - Catena degli
Sfulmini – Gruppo di Brenta
– Dolomiti
di Brenta.
1986 – Nuovo esaltante concatenamento, l’autore è Ermanno Salvaterra: Partito dal Rifugio Brentei, sale la via Delle Guide al Crozzon di Brenta, lo Spigolo Fabbro alla Brenta Bassa, la via Fehrmann e la via Preuss al Campanile Basso, concludendo con la Cresta Ovest al Campanile Alto e ritorno al rifugio, in tutto in 9 ore e 30 minuti. – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.