(Trento 1869 – 1937) Carlo Garbari alpinista per spirito curioso e ricerca di armonia anche tecnica nella scalata, fu fra i più innovatori dei pionieri trentini.
Erede di un’avviata ditta commerciale, preferì dedicarsi – ma con intensità professionale – ai suoi hobby: la montagna e la fotografia. Sue sono alcune fra le più belle immagini del Brenta, il gruppo che predilesse assieme alle Pale di San Martino.
Gli furono compagni le guide e portatori Nino Pooli, Giuseppe Zeni (Bepaccio), Bonifaccio e Matteo Nicolussi, Antonio Dimai di Cortina, Antonio Tavernaro e Bortolo Zagonel di Primiero.
Amava arrampicare con le guide del posto per capire e vivere più a fondo le montagne che frequentava.
Nell’agosto 1894 con numerosi compagni compì la prima ascensione di Cima Brenta, nel 1895 con Nino Pooli salì l’ardita ed elegante Punta dell’Ideale (da lui così battezzata) che invece i tedeschi solevano chiamare col suo nome. Preludio al tentativo del 1897 al Campanile Basso quando si fermò a soli 15 metri dalla vetta, individuando la via di salita che due studenti austriaci di Innsbruck, Otto Ampferer e Karl Berger, due anni dopo, avrebbero sfruttato fino alla vittoria.
In un certo senso può essere considerato un precursore dell’arrampicata sportiva: nelle Pale di San Martino compì in un sol giorno le salite al Campanile di Val Roda, Al Campanile di Castrozza, alla Cima di Val Roda, alla Torre Wundt, alla Cima di Ball e alla Torre di Pradidali.
Nel Brenta lo ricordano un rifugio a lui intitolato (ai XII Apostoli in Val di Nardis), il terrazzino che porta il suo nome sul Campanile Basso e la cengia sulla Cima Brenta.
Al Campanile Basso il suo apporto è determinante, anche se la vittoria finale sarà austriaca.
Protagonisti del tentativo sono tre trentini, Carlo Garbari, la guida Antonio Tavernaro di Primiero ed il portatore Nino Pooli di Covelo.
Quando Carlo Garbari giunse al Campanile Basso nel 1897, aveva già alle sue spalle un’attività veramente degna di nota, portata a termine il più delle volte con Nino Pooli.
Di lui lo scrittore Massimo Mila dice: “Il carattere romanzesco del tentativo di Carlo Garbari non deve far credere ch’egli fosse un alpinista improvvisato, dotato più d’entusiasmo e di mezzi fisici naturali, che di esperienza”. Quando venne al Campanile Basso Garbari aveva già al suo attivo molte belle salite, come la prima ascensione della Punta Attilio Calvi nell’Adamello (20 agosto 1895), la lunga e brillante arrampicata della Cresta Sud-est del Caré Alto (20 agosto 1896); anche questa ancora oggi descritta nella Guida dei Monti d’Italia come “bellissima, ardua ed in alcuni tratti estremamente difficile”. Gli era compagno il fido Nino Pooli, e così al Campanile Alto per la parete Sud (6 settembre 1896). Il 5 dicembre del 1895 Garbari faceva la prima invernale del Cimon della Pala e, nell’agosto dello stesso anno, ancora in Brenta conquista con Nino Pooli e Giuseppe Zeni la Cima Baratieri e, col solito Nino Pooli, la Punta dell’Ideale che invece i tedeschi solevano chiamare col suo nome.
Il 12 agosto 1897 i tre giungono all’attacco del Campanile.
Subito Nino Pooli supera una paretina piuttosto scorbutica, poi con difficoltà minori procedono fino a soli 30 metri dalla vetta, raggiungendo un aereo pulpito che in seguito verrà detto il “terrazzino Garbari”. Essi cercarono di salire direttamente, ma non riuscirono a superare il tratto di parete restante che li avrebbe portati in vetta. Non riuscirono ad intuire la traversata esposta e difficile verso la parete Nord, la quale due anni dopo permise a due studenti austriaci di Innsbruck, Otto Ampferer e Karl Berger, di raggiungere la vetta e realizzare quindi la prima ascensione assoluta.
Infatti Otto Ampferer raggiunse un piccolo pulpito posto sullo spigolo Nord-ovest, poi si riportò in parete e risalì un tratto verticale e difficile che oggi appunto porta il suo nome. Era il passaggio chiave per raggiungere la vetta; difficile ma, inferiore alla paretina iniziale superata due anni prima da Nino Pooli.
Non fu più ripetuta, né da Nino Pooli né da altri, fino al 1932, quando la fecero per sbaglio due cecoslovacchi, che credevano fosse la via comune.
1894 - 19 luglio. Carlo Garbari, da solo, sale per la parete Est della Cima Falkner e traccia la via Garbari, con un itinerario più interessante e meno faticosa della via normale. Raramente percorso. Difficoltà: di II grado. – Massiccio del Grostè – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1894 - 25 agosto. Carlo Garbari, Antonio Dallagiacoma, Angelo Ferrari, Arnaldo Ferrari, B. Lorenzetti, Matteo Nicolussi e R. Oesterreicher trovano la via ben più interessante per i versanti Nord e Est di Cima Brenta, ora divenuta la via normale da Nord. - Massiccio di Cima Brenta – Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1895 - 20 agosto. CarloGarbari e Nino Pooli realizzano la prima ascensione della Punta Attilio Calvi nell’Adamello.
1895 - 26 agosto. Carlo Garbari e Nino Pooli salgono in vetta alla Cima Tosa per la parete Est, con un’arrampicata interessante (per circa 200 m) che si svolge nel centro della parete concava rivolta alla Pozza Tramontana. Difficoltà: II. - Massiccio della Tosa - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1895 – 27 agosto. Carlo Garbari con Nino Pooli e Giuseppe Zeni (Bepaccio) sono i primi a salire su una cima innominata e la battezzarono con il nome di Oreste Baratieri , ottimo alpinista trentino. Cima Baratieri. – Massiccio di Cima Brenta - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1895 – 28 agosto. CarloGarbari con Nino Pooli effettuò la prima ascensione dell’ardita ed elegante Punta dell’Ideale (da lui così battezzata) che invece i tedeschi solevano chiamare col suo nome «Torre Garbari». – Massiccio della Tosa - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1895 – 5 dicembre. Carlo Garbari realizza la prima invernale del Cimon della Pala.
1896 - 20 agosto. Carlo Garbari e Nino Pooli portano a termine la lunga e brillante arrampicata della Cresta Sud-est del Caré Alto. Una parete, bellissima, ardua, ed in alcuni tratti estremamente difficile.
1896 - 6 settembre. Carlo Garbari e Nino Pooli aprono una via diretta al Campanile Alto per la parete Sud,(via Garbari). La via si svolge nella parte destra della bella parete rivolta verso il Campanile Basso, ed è più diretta, ma più difficile e meno divertente. Difficoltà: III+, 1 passo IV. - Catena degli Sfulmini - - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1897 - Carlo Garbari sale la Torre di Brenta da Sud che poi diventerà la via normale da Sud - (via Garbari). Questa via da Sud è più difficile (III grado) ma più interessante della via normale da Nord. - Catena degli Sfulmini - - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1897 - 12 agosto. Coraggioso tentativo di Nino Pooli al Campanile Basso che vinse la difficile parete iniziale giungendo fino a pochi metri dalla vetta con Carlo Garbari e la guida Antonio Tavernaro di Primiero. - Catena degli Sfulmini - - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1899 - 18 agosto Otto Ampferer e Kart Berger studenti austriaci di Innsbruck raggiunsero per primi la vetta e realizzare quindi la prima ascensione assoluta del Campanile Basso di Brenta. Otto Ampferer e Kart Berger individuarono il passaggio chiave – la «Parete Ampferer» - dopo che Carlo Garbari, Nino Pooli e Antonio Tavernaro avevano aperto gran parte della via nel 1897. - Catena degli Sfulmini - - Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1923 - Carlo Garbari, G. Juffmann e Marco Pilati con una breve arrampicata di scarso interesse raggiungono la vetta di Mondifrà Alto salendo da Est. - Dalla Bocchetta di Mondifrà 2402 m. si attraversa alla base delle rocce sul lato Nord della cresta e si infila uno stretto canale dapprima erboso e poi detritico. Lo si risale per 50 m. e, dove si chiude, se ne esce a destra, per una facile parete con buoni appigli, che si scala obliquamente verso destra, per portarsi su uno spigolo. Di qui si prende a sinistra un altro facile canalone, che mette sul ripido pendio superiore, a zolle erbose. Lo si rimonta mirando direttamente alla vetta. – Catena Settentrionale – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1923 – estate. G. Juffmann con Carlo Garbari ed Assunta Gottardi attraversarono dalla Cima Vagliana e raggiunsero la vetta della Pietra Grande. - Catena Settentrionale – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.