Da
lontano i pastori del Brenta confondevano il tetto bianco della Cima Tosa, la grande calotta
«tonsa» rotonda, ghiacciata, con le nuvole bianche che l’avvolgevano, quasi
fosse il capo di una ragazza, di una donna. Di qui il nome, Tosa.
«Tutto quello che sapevano – annotava William
Douglas Freshfield – era che vi era una vedretta in qualche posto sopra
l’alpeggio estivo, così remota e inaccessibile come una qualsiasi altra nuvola
bianca».
La
Cima Tosa, 3173 m, è la più
alta vetta del Brenta, e comunica una solennità alpinistica di grande
forza, con la sua sommità ghiacciata che sovrasta tutto il massiccio e si perde
nel cielo.
La
Tosa ha aspetti diversi dai vari versanti. Il più accessibile è quello a
Sud «incavato da una ripida
insenatura rocciosa, ove la parete vera e propria si riduce ad una bassa
cintura verticale» (Gino Buscaini).
Il
versante più imponente è invece quello Nord,
dove la parete si eleva per 800 metri e il ripido Canalone della Tosa,
di 900 metri, la divide dal Crozzon
di Brenta.
La
via normale di salita percorre il versante Sud Est dal Rifugio
Pedrotti, risale ghiaioni, la Vedretta Superiore della Tosa
(tenendosi a destra), roccette, fin che si giunge ad un profondo camino nero
sempre bagnato, che si supera per un camino parallelo, a sinistra, alto circa
25 metri (II grado), su appigli buoni, ma lisciati dall’uso. Dopo una piccola
cengia si esce in una conca che si risale senza percorso obbligato. Si supera
un altro gradone e si risale un’altra conca fino all’ampio pianoro nevoso
sommitale. Lo si percorre verso Sudovest
fino a raggiungere la cresta nevosa che si segue (cornice nell’ultimo tratto)
fino alla vetta. Sono tre ore.
Dal Rifugio Agostini in Val
d’Ambiez la salita normale è invece per la Via Bigotti (I grado)
passando per la Bocca
d’Ambiez.
Cima
Tosa 3173 m. -
Colossale massiccio roccioso che si eleva nel cuore del Gruppo di
Brenta, tra l'enorme conca della Pozza Tramontana o Pozza
Tremenda e le testate della Val
d’Ambiez, del Vallone dei Camosci e della Val Brenta.
Il
suo aspetto è assai movimentato e varia molto da un versante all'altro, ma è
sempre imponente per le proporzioni grandiose delle sue ripidissime pareti, dei
suoi arditi roccioni e dei suoi canaloni ghiacciati; caratteristico il
cupolotto nevoso con cui culmina questo immane blocco di pietra. - Il versante
più facilmente accessibile è quello Sud-Est, incavato da una ripida
insenatura rocciosa, ove la parete vera e propria si riduce ad una bassa
cintura verticale.
Il
versante Est si presenta con due grossi torrioni giallastri, un ampio
canalone centrale e una sottile crestina frastagliata, che collega la Cima Tosa alla Cima
Margherita.
Il
più imponente però è il versante Nord, costituito da una vasta e
complessa parete, che si eleva quasi verticale per oltre 800 m, e da un
canalone ghiacciato (Canalone della Tosa) che scende direttamente dalla
vetta per oltre 900 m di dislivello separando la Cima Tosa dal vicino Crozzon
di Brenta. La parete stessa è formata da due facce convergenti ad
angolo retto: più ampia e più movimentata la faccia Nord Est; più
stretta, compatta e biancastra la faccia Nord-Ovest; sullo spigolo
formato dalle due facce, si stacca un arditissimo e alto torrione, chiamato Torre
Gilberti.
I versanti Ovest e Sud-Ovest sono formati
da eleganti pareti rocciose, che si elevano verticali sopra la Vedretta dei Camosci.
Il versante Sud racchiude la testata della Vedretta d'Ambiez con
una serie di ardite e curiose quinte di roccia, tra cui è compreso un altro
ripido canalone ghiacciato; la più cospicua di queste quinte è stata chiamata Torrione
Gottstein.
Il
panorama è grandioso e vastissimo, poiché dalla cima non solo si domina tutto
il selvaggio labirinto di crode del Gruppo
di Brenta, ma pure si abbracciano con lo sguardo le catene dell’Adamello,
della Presanella, del Cevedale, dell’Ortles, delle Venoste,
delle Breonie e delle Aurine fino ai Tauri; tutte le Dolomiti
occidentali, i monti della Valsugana, gli Altopiani, il Pasubio,
i Lessini e il Baldo, al cui piede ben si distingue l'azzurro
specchio del Lago di Garda
Il
nome di Cima Tosa deriva
dalla sua configurazione; vista dalle valli del Sarca e del Noce
e anche da quelle dell’Avisio e del Brenta, la vetta appare come
una bianca cupola nevosa, con l'aspetto di una testa canuta, tonsurata: da ciò
il nome di Tosa. Nell'antica carta dell'Anich essa era indicata
come Cima di Nardis e nella carta generale del 1824 come Cima
Pra dei Camuzzi.
(La
Cima
di Nardis e la Cima
Pra dei Camosci fanno parte invece del Sottogruppo
dei Fracingli nella
zona dei XII° Apostoli).
I
primi alpinisti che visitarono il Gruppo di
Brenta (John Ball, Francis Fox
Tuckett, Schilcher, Schnorr) la chiamarono erroneamente Brenta
Alta o Cima Brema, evidentemente equivocando con queste altre cime.
La
prima ascensione della Cima Tosa
riuscì a Giuseppe Loss di Primiero con 6 compagni il 20
luglio 1865; questi
alpinisti salirono per la Val
d'Ambiez, la Malga Prato, la Forcolotta
di Noghera la Pozza Tramontana e la Vedretta della Tosa e
scalarono poi quel camino che tutt’ora costituisce la via comune della cima. La
prima ascensione invernale venne effettuata da Luigi Scotoni, Giovanni Nones, Riccardo Trenti e Stolcis il 26 dicembre 1904.
1864 - 22 luglio. John Ball, fu primo ad attraversare la Bocca di Brenta - (Catena degli Sfulmini), nel tentativo di raggiungere la Cima Tosa – (Massiccio della Tosa) con i fratelli cacciatori-guide Matteo Nicolussi e Bonifacio Nicolussi. – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1864 - 28 luglio. L’alpinista bolzanino Albrecht Wachtler dopo sei giorni della prima attraversata della Bocca di Brenta, ad opera di John Ball, con i fratelli cacciatori-guide Bonifacio e Matteo Nicolussi, portò a termine la prima ripetizione.
1864 - 4 settembre. Julius Payer compie la terza attraversata della la Bocca di Brenta, sulla via di conquistare l’Adamello.
1864 - Non riuscì invece la traversata a Douglas William Freshfield con la sua guida Francois Devouassod della Bocca di Brenta, che dopo aver conquistato il 25 Agosto la Presanella si persero nella nebbia lungo la Vedretta dei Camosci e ritornarono a Pinzolo dalla Val di Nardis.
1865 – 20 luglio. Giuseppe Loss di Primiero
che per primo salì anche Cima d'Asta
con cinque compagni (un sesto rinunciò, impaurito, alla base del camino).
Conquista l’inviolata Cima Tosa (3173 m.). Questi alpinisti salirono per la Valle d'Ambiez,
la Malga Prato, la Forcolotta
di Noghera la Pozza Tramontana e la Vedretta della Tosa e
scalarono poi quel camino che tutt'ora costituisce la via comune della cima. – Massiccio
della Tosa – Gruppo di Brenta
– Dolomiti di Brenta.
1865 – 24 luglio. John Ball con Forster, raggiunsero la vetta della Cima Tosa (3173 m.) pochi giorni dopo la conquista di Giuseppe Loss di Primiero, che vi salì con 6 compagni, e quindi realizzarono la 1° ripetizione che gli inglesi descrissero le vicende sulle loro gazzette. - Massiccio della Tosa - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1882 - 12 luglio. Otto Baumann e Matteo Nicolussi tentarono la vetta del Crozzon di Brenta, provenendo dalla Cima Tosa, ma raggiunsero solo la prima delle tre cime della Cresta Sud. – Massiccio della Tosa – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1882 – 19 luglio. Edward Theodore Compton, e Alberto De Falkner con Matteo Nicolussi e Antonio Dallagiacoma tentarono la vetta del Crozzon di Brenta dalla Vedretta dei Camosci, risalendo l'intaglio ghiacciato che separa il Crozzon di Brenta dalla Cima Tosa. Anch'essi raggiunsero solo la prima cima e ridiscesero dalla Cima Tosa. – Massiccio della Tosa – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1886 - 9 agosto. A. Migotti in solitaria sale la
via Normale da Sud (via Migotti) della Cima Tosa dalla Valle
d'Ambiez con un’arrampicata su roccia solida, scegliendo i passaggi più
facili con difficoltà di I grado. - Massiccio
della Tosa - Gruppo di Brenta
– Dolomiti di Brenta.
1890 - Lo scrittore Antonio Fogazzaro salì da Molveno
con la guida Giordani,
e definì la Cima Tosa «cinta di morte e di spavento e di gelo.».
- Massiccio
della Tosa - Gruppo di Brenta
– Dolomiti di Brenta.
1895
- 26 agosto. Carlo Garbari
e Nino Pooli
salgono in vetta alla Cima Tosa per la parete Est, con un’arrampicata
interessante (per circa 200 m) che si svolge nel centro della parete concava
rivolta alla Pozza Tramontana. Difficoltà: II. - Massiccio della
Tosa - Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1901 - 30 settembre. Adolf Schulze e G. Schulze percorrono in discesa la Cresta Est della Cima Tosa - Massiccio della Tosa - Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1903 - 12 agosto. G. Jahn, O. Laubheimer e Josef Ostler salirono per la Cresta Sud-Sudest della Cima Tosa. Arrampicata poco interessante, che segue il crestone che dalla calotta sommitale scende fin sopra la Sella della Tosa. Difficoltà: II. - - Massiccio della Tosa - Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1903 – 13 agosto. G. Jahn, O. Laubhelmer e Joser Ostler salgono la Cresta Est della Cima Tosa. E’ la cresta che sale dalla Bocca Margherita allo spallone Nord-Est della Cima Tosa, sottile e irta di gendarmi, offre una arrampicata varia ma solo a tratti divertente, di interesse panoramico. La roccia non è sempre solida. Difficoltà: II. - Massiccio della Tosa - Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1904 - 26 dicembre. La prima ascensione invernale per il versante Sud-Est (via Normale) della Cima Tosa venne effettuata da Luigi Scotoni, Giovanni Nones, Riccardo Trenti e Stolcis. - Massiccio della Tosa - Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1907
– 27 giugno. Arturo Castelli,
G. Colpi, G. Morzani, G. Perghem, M. Pernstick, F. Podetti, Luigi Scotoni, Mario Scotoni e D. Trettel del gruppo “Audax”
della SAT, realizzano il 1° percorso
in discesa (variante Audax) della
Cima Tosa da Sud. – Massiccio
della Tosa – Gruppo di Brenta - Dolomiti
di Brenta.
1911
- Halndl e M. Perghem percorrono in discesa
il Canalone Sud della Cima
Tosa. – Massiccio
della Tosa – Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1911 - 28 luglio. Giovanni Battista Piaz
(Tita) e M. Michelson
salgono la Cima Tosa per la Parete Nord-est che poi
prenderà il nome di (via Piaz). Dato i gravi pericoli obiettivi a cui si
trovarono esposti durante la scalata, I primi salitori non diedero alcuna
relazione dettagliata dell'itinerario seguito, limitandosi a sconsigliarne la
ripetizione. - Massiccio della
Tosa – Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1929 - 21 luglio. Virgilio Neri, solo sale per il Canalone Nord (Canalone della Tosa) e raggiunse la vetta della Cima Tosa. - Massiccio della Tosa. - Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1930 - 7 agosto. Virgilio Neri e Marcello Friederichsen tracciano una Variante Diretta sulla cresta Est della Cima Tosa. - Massiccio della Tosa - Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1930 - 17 agosto. Virgilio Neri con Mario Agostini e A. Moser realizzano la 1° ripetizione almeno nelle linee generali il medesimo itinerario della via Piaz della Cima Tosa per la Parete Nord-est.
L'alta e grandiosa parete che la Cima Tosa rivolge verso la Valle Brenta, è tagliata nella sua parte superiore da un gran canale obliquo che, dal ripiano sommitale, scende fino alle spallone dello Spigolo Nord, al piede della Torre Gilberti. L'itinerario raggiunge lo spallone per una serie di ripidi camini sul lato Nord-Est dello spigolo e poi segue tutto il canalone fino alla cima. Arrampicata grandiosa e di notevole interesse alpinistico, ma pericolosa per la caduta di pietre e per il ghiaccio che ingombra quasi sempre il canalone superiore. Altezza circa 800 m. Difficoltà: IV+, con un passo di V. - Massiccio della Tosa. - Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1932
– luglio. Hans Graaz e Walter Kurtze salgono
per il Pilastro Sud della Cima Tosa e
volendo evitare il grande colatoio della via Migotti, vetrato e
ingombro di neve girarono a destra per un ballatoio al piede del torrione
verticale che delimita a destra il solco e passare sulla parete che guarda
verso il profondo canalone nevoso del versante Sud. Dalla cengia,
salirono senza speciali difficoltà una cinquantina di metri un po’ verso
sinistra, raggiunsero lo stesso spallone, ove esce dal lato opposto, anche la (via
Migotti). Creando dunque la Variante Kurtze. – Massiccio
della Tosa - Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1932 – agosto. Giorgio Graffer e compagni, salgono il Canalone Sud della Cima Tosa. Si tratta di quello stretto e profondo canalone ghiacciato che dalla vetta della Cima Tosa scende a Sud, racchiuso tra alte quinte di roccia, sfociando sulla Vedretta d'Ambiez. E’ ripido (c. 45°.50°), ma quando è in buone condizioni di innevamento non presenta particolari difficoltà: AD. Qualche pericolo di pietre. - Massiccio della Tosa - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1933 - 1 agosto. Ettore Castiglioni e Bruno Detassis, salgono per la parete Sud-Sudovest della Cima Tosa che si eleva sopra la testata della Vedretta dei Camosci, proprio di fronte alla Bocchetta del Camosci, lungo una marcata riga nera. Difficoltà: IV. - Massiccio della Tosa. - Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1933 - 4 agosto. Ettore Castiglioni e Bruno Detassis scalarono un grosso e ardito torrione che si stacca sul versante Nord-Est della Cima Tosa e lo battezzato Torre Gilberti (via Diretta) a memoria di Celso Gilberti, grande alpinista friulano tragicamente perito ventitreenne sulla parete della Paganella insieme ad Erberto Pedrini l’11 giugno 1933. La lunghezza, la varietà e l'impegno quasi continuo fanno di questa scalata una delle più interessanti che si possano effettuare su questo versante. Altezza circa 750 m. Difficoltà: IV e V. - Massiccio della Tosa. - Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1933 - 6 agosto. Edmund Richterund e Fritz Stubanus salirono la Cima Tosa per la Parete Nord-est praticando una Variante della via Piaz. Attaccarono nel Canalone della Tosa e si portarono sullo spallone dello Spigolo Nord, evitando quindi la prima parte dell'arrampicata. Poi, seguendo la (via Piaz), aggirarono alla base la Torre Gilberti e infilarono il gran canale obliquo della parete Nord-Est. Lo abbandonarono ben presto, poi attraversarono a destra verso la Torre Gilberti, fino al lungo camino situato poco a sinistra di quello della. «via diretta». Per questo camino raggiunsero direttamente il calottone sommitale della Tosa, evitando di toccare il colletto della Torre Gilberti. - Massiccio della Tosa. - Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1933 - 13 agosto. Una Cameron e H. Jachson con Matteo Demetz e Ferdinand Gluck salgono per la parete Est della Cima Tosa, (via Demetz), arrampicandosi dapprima sullo spigolo dell'ultimo pilastro a sinistra della parete Est, poi nel camino a destra. Altezza circa 300 m; usati alcuni chiodi. Difficoltà probabili di V°+ sullo spigolo, poi nettamente inferiori. - Massiccio della Tosa – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1934 - 6 agosto. P. Amodeo, N. Arnaldi, e A. Chiodi, praticarono una “Variante” alla via del primo salitore del Canalone Nord - (Canalone della Tosa) della Cima Tosa (Virgilio Neri, 1929) invece di seguire il canalone, a volte pericoloso per le scariche piegarono a destra, in un ripidissimo canalino ghiacciato che porta alle rocce terminali e alla forcella tra la Tosa e il Crozzon di Brenta e per la cresta stessa in breve alla vetta. Il primo salitore, invece, alla diramazione usci dal canale a sinistra, meno ripido dell'uscita diretta. – Massiccio della Tosa – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1936
- 13 settembre. Matteo Armani
e Ettore
Gasperini-Medaia con una divertente arrampicata di notevole interesse
salgono per la Parete Ovest della Cima Tosa. La salita si svolse per
il lungo e caratteristico camino inciso nella bella parete verticale che
sovrasta la Vedretta del Camosci. Altezza circa 350 m. Difficoltà: IV. -
Massiccio
della Tosa. - Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1937 – agosto. Rizieri Costazza, Bruno Detassis e Pino Fox tracciarono una variante sulla Cresta Sud-Sudest
della Cima Tosa. Dalla seconda forcella di cresta
raggiunsero direttamente dalla Vedretta della Tosa, salendo per quello
di destra dei due camini che incidono la parete alla testata della Vedretta
Superiore. Il camino (III) porta su una buona cengia, che percorsero verso
sinistra fino alla forcelletta di cresta. Per le facili rocce gradinate,
raggiunsero la quota 3082 e il calottone sommitale. Il torrione fu battezzato Torrione
Gottstein con il nome di Otto Gottstein, appassionato
alpinista e benefattore del Gruppo di Brenta. - Massiccio
della Tosa - Dolomiti di Brenta.
1937 - 13 agosto. Bruno Detassis
e Giorgio Graffer
aprirono un ardito itinerario che si svolse sulla parete Est, per il Pilastro
di Destra dei due grossi pilastri (via Detassis-Graffer) della Cima Tosa,
con una bella arrampicata libera di notevole interesse, con tratti di estrema
difficoltà. Altezza circa 300 m; chiodi usati circa 20. Difficoltà: VI°-. E’
certamente l’impresa tecnicamente più difficile compiuta da Bruno Detassis.
All’inizio di questa scalata, esattamente nei primi cento metri, furono vinte
difficoltà di assoluto sesto grado in libera; arrampicata che ancora oggi
questa salita è assai temuta dai più forti arrampicatori dolomitici. - Massiccio della Tosa - Gruppo di Brenta
– Dolomiti
di Brenta.
1939 - agosto. Paolo Graffer e Sigerio Ruffo aprirono un
itinerario sulla Cima Tosa che si
svolse sulla parete Est, Pilastro di Sinistra (di roccia grigia)
dei due arditi pilastri che caratterizzano la parete Est, che offre una
bella arrampicata. Altezza circa 300 m. Difficoltà estreme. - Massiccio della Tosa - Gruppo di Brenta
– Dolomiti
di Brenta.
1952 - 3 luglio. Bruno Detassis
e Catullo Detassis con
Marino Stenico
salgono la Parete Ovest della Cima Tosa. La via si svolge
fra i due torrioni che caratterizzano la parete nella sua parte più
settentrionale. Dislivello circa 450 m; chiodi usati 4. Difficoltà IV. poi III
e II. - Massiccio
della Tosa - Gruppo di Brenta
– Dolomiti di Brenta.
1953
- 14 marzo. V. Marchetti e
Fausto Susatti
realizzano la 1° invernale per il Canalone Nord (Canalone
della Tosa) e raggiunsero la vetta della Cima Tosa. – Massiccio
della Tosa - Gruppo di Brenta
– Dolomiti di Brenta.
1953 - 22 agosto. Catullo Detassis e Clemente Maffei realizzano la 2° salita sul versante Nord-Est della Cima Tosa (via Diretta). La lunghezza, la varietà e l'impegno quasi continuo fanno di questa scalata una delle più interessanti che si possano effettuare su questo versante. Altezza circa 750 m. Difficoltà: IV e V. - Massiccio della Tosa – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1956 - 5 gennaio. Horst Wels, da solo compie la 2° invernale per il Canalone Nord (Canalone della Tosa) e raggiunse la vetta della Cima Tosa. – Massiccio della Tosa – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1960
- 19 giugno. Il Canalone Nord - (Canalone della Tosa) della Cima Tosa è stato disceso da Mario Bisaccia e Giuseppe Broggi con A. Masè e Toni Masè. - Massiccio
della Tosa – Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1960 - 23 agosto. R. D. Brown e J. A. Hartley compiono la 3° ripetizione sul versante Nord-Est della Cima Tosa (via Diretta). L'itinerario si svolge per quella lunga serie di camini che, scendendo dall'intaglio della Torre Gilberti, solcano tutta la parete incrociando a circa metà altezza la via Piaz, ed evitandone i tratti ghiacciati e più pericolosi. La roccia friabile e il pericolo dei sassi sono limitati ai primi 100 m dell'arrampicata. La lunghezza, la varietà e l'impegno quasi continuo fanno di questa scalata una delle più interessanti che si possano effettuare su questo versante. Altezza circa 750 m. Difficoltà: IV e V. - Massiccio della Tosa – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1962 - 6 settembre. Armando Aste e Franco Solina al ritorno dall'Eiger, sfruttano lo stato di grazia in cui si trovano e in Brenta tracciano una via nuova; la via Città di Brescia, sulla parete Sud-Ovest della Cima Tosa. – Massiccio della Tosa – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1962 - 12 settembre. Bruno Detassis, Catullo Detassis e Giordano Detassis, salgono per la parete Nord-Est della Cima Tosa per un tracciato nuovo che chiameranno (via Fratelli Detassis), con una bella arrampicata di soddisfazione e di notevole interesse alpinistico. Massiccio della Tosa – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1963 - 30 luglio. Teresina Airoldi con Beppe Bertagnoli, Sandro Bertagnoli e Giancarlo Monti realizzano la 2° salita della parete Nord-Est della Cima Tosa (via Fratelli Detassis), con una bella arrampicata di soddisfazione e di notevole interesse alpinistico. Qualche tratto (traversate), l’itinerario non è semplice da trovare. Roccia ottima, salvo nella parte inferiore. Salita da effettuarsi a fine stagione, quando le fessure e i camini sono più asciutti. Dislivello 700 m; chiodi usati 27, lasciati 10. Difficoltà di V continuo. - Massiccio della Tosa – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1963 - 13 agosto. Franco Azzolari e Ugo Ranzi salgono per il Pilastro Sud della Cima Tosa e aprono una via che dedicano a Mila Magnocavallo. Salita piacevole e interessante, alta circa 350 m, su roccia solida; chiodi usati 10, levati. Difficoltà: IV. - Massiccio della Tosa – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1963 – 15 settembre. A. Agnelli e A. Romani effettuano la 1° ripetizione della via “Città di Brescia” sulla parete Sud-Ovest della Cima Tosa aperta da Armando Aste e Franco Solina nel 1962. - Massiccio della Tosa – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1964 - 6 agosto. Claude Barbier compie la 1° solitaria della parete Nord-Est della Cima Tosa (via Fratelli Detassis), con una bella arrampicata di soddisfazione e di notevole interesse alpinistico. Qualche tratto (traversate), l’itinerario non è semplice da trovare. Roccia ottima, salvo nella parte inferiore. Salita da effettuarsi a fine stagione, quando le fessure e i camini sono più asciutti. Dislivello 700 m; chiodi usati 27, lasciati 10. Difficoltà di V continuo. - Massiccio della Tosa – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1965 - 30 agosto. Claude Barbier
e Jean Bourgeois
sulla parete Nord-est della Cima Tosa tracciano fra le vie
Detassis 1933 e 1962, una bellissima via “Barbier”
con un interessante arrampicata su roccia ottima specialmente nella parte
superiore. Altezza circa 750 m; chiodi usati 6, di cui 5 lasciati per le soste.
Difficoltà: circa 400 m di IV e IV+, il resto II e III. - Massiccio
della Tosa - Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1970
- 21 giugno. Heini Holzer
e Ander Tscholl scendono
dal Canalone Nord - (Canalone della Tosa) della Cima Tosa con gli sci. - Massiccio della
Tosa - Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1970
- 25 luglio. Giuseppe
Della Corte e Andrea
Zulian tracciano una Variante Inferiore («Delle Volpi»)sul
marcato diedro un po’ a destra dello spigolo delimitato dal canale della Bocca
d'Ambiez e dal canalone Sud della Cima Tosa. - Massiccio della
Tosa - Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1973
- 12 settembre. Ezio Alimonta
e Claudio Detassis
tracciano sulla parete Nord-Est della Cima Tosa la (via Antonio
Detassis). Via tracciata sul primo campanile della Cresta Est e
dedicata ad Antonio Detassis,
nonno di Claudio. Arrampicata libera di circa 280 m d'altezza, dopo
circa 300 m di canalone ghiacciato per arrivare all'attacco. Difficoltà: IV e V
continuo, 1 passo VI° (secondo i primi salitori). Chiodi usati 15, di cui 7
lasciati. - Massiccio
della Tosa - Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1975
- 31 luglio. Cesare Maestri
apre in solitaria sulla Parete Est, sul pilastro di destra la (via Maestri)
della Cima Tosa. È una stretta parete che
il pilastro rivolge alla cresta Est della Cima Tosa.
Salita su roccia ottima. Dislivello circa 350 m; nessun chiodo, ometti ogni 20
m circa. Difficoltà: IV°. - Massiccio della
Tosa - Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1975
- 7 agosto. Jacques Casiraghi
e Beppe Villa realizzano la
1° ripetizione della via “Barbier” sulla parete Nord-est
della Cima Tosa. - Massiccio
della Tosa - Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1975
- 7 settembre. Franco Gadotti
e Giuseppe Hoffer
aprono una nuova via sul Pilastro Sud-Ovest della Cima Tosa. La direttiva della
salita è data dal pilastro fra la via Città di Brescia e la via Armani.
La via è stata effettuata con cattivo tempo, da cui la denominazione di via «Delle
Cascate». Roccia molto buona; chiodi usati (solo di sosta) e lasciati: 5.
Altezza c. 350 m. Difficoltà: V°+. - Massiccio della
Tosa - Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.