(Massiccio
della Tosa) – (Gruppo di Brenta)
Con la Cima Tosa il Crozzon di Brenta (3135 m) è certo la vetta più rappresentativa dell'intero massiccio. Gino Buscaini la definisce «una delle più poderose architetture, rocciose dolomitiche». Il termine architettura è certo il più appropriato, perché il Crozzon dà armonia, misura e proporzione a tutto il cerchio di montagne della Val Brenta che domina. Karl Schulz, quando lo conquistò con Matteo Nicolussi l'8 agosto 1884, aprì una nuova pagina nell' alpinismo di scoperta e mostrò come la tenacia, spesso, valga più della tecnica. Era zoppo, s'era avvicinato alla cima per tappe successive con altri compagni, fra cui Edward T. Compton e Alberto De Falkner, ma fu lui a «voler» arrivare in vetta per primo. L'architettura del Crozzon significa anche ammonire attraverso la forza delle pareti, degli spigoli, dei canaloni ghiacciati, che l'alpinismo è tenacia, durata, grandezza. Essere alpinisti - per usare una distinzione cara a Bruno Detassis è diverso dal fare i crodaioli sportivi. Questo è il Crozzon.
Dal Rifugio Brentei, che Bruno Detassis in quasi mezzo secolo di gestione ha trasformato in una sorta di santuario-osservatorio dell’alpinismo, il Crozzon si dispiega tutto, con tutta la sua storia: lì è lo Spigolo Nord, qui la Via delle Guide, lì la Via dei Francesi... ,.però, per capirlo veramente, il Crozzon, occorre affrontarlo dal basso, da quella piccola e segreta Val Brenta che ha dato il nome a tutto il gruppo, che è stata rifugio dei pastori antichi, che con le sue conche sovrapposte ha invitato quasi i primi frequentatori della montagna ad esplorare le quote più alte Una valle che ha il Crozzon a fare da riferimento, piantato immobile a sorreggere tutto un corno di roccia, quasi un totem. «Brent!», infatti, significa anche «corno» in termine prelatino, e questo il Crozzon è stato, il corno preistorico del Brenta, visibile a grande distanza, punto di riferimento per le transumanze, ancoraggio per i bivacchi.
Ancora oggi, chi da Mavignola e da Plaza dove una dolce madonna dipinta da Jack Caola di Pinzolo protegge le case da mònt alla speculazione edilizia e funiviaria che vorrebbe trasformare la zona in piazzale di servizio agli impianti - si inoltra verso il grande circo boscoso della Val Brenta e, superata la breve pendenza della strada forestale, si trova davanti il Crozzon, prova un' emozione strana a definirsi. Non è solo la bellezza della montagna, che Karl Schulz chiamava il «Dent du Géant», il Dente del Gigante delle Dolomiti, a colpire. È piuttosto la sensazione che il Crozzon, visto dal piccolo ponte dove inizia la Val Brenta, a volte così perduto nelle nuvole, a volte così incombente, saldi davvero, attraverso i millenni, la storia alpinistica del Brenta e la sua attuale frequentazione turistica all' antichissima dimensione pastorale delle Rendena e delle Giudicarie. E che quindi, in questa valle segreta, una delle più belle di tutte le Dolomiti, che richiede un approccio lento e graduale, tutto si tenga, tutto trovi la sua completezza, tutto ritorni alla sua origine. Una rinascita.
Dalla Val di Brenta il Rifugio Brentei (2182 m) si raggiunge con una salita di circa 3 ore, un po' faticosa, ma meritevole di essere affrontata con lentezza e rispetto. Costituisce il vero approccio al Gruppo di Brenta ed aiuta a capirlo interamente. La Val Brenta, percorsa dal torrente che scende dalla Bocca era ricoperta un tempo (fino alla metà dell'Ottocento) da un'antica faggeta.
Poi questa foresta, quasi sacra fra le rupi, venne tagliata a raso per trarne carbone di legna con cui alimentare le fornaci delle vetrerie di Carisolo e di Algone. Reimpiantata ad abeti ora nella valle sta ritornando il faggio. Salendo la valle l'orizzonte prima si restringe, di fronte a quell'altro grande luogo pastorale che è il Grasso d'Ovno, poi affronta la Scala di Brenta, fino ad entrare nella parte superiore della Valle dove si allarga e il sentiero passa proprio sotto il piede del Crozzon prima di affrontare l'ultimo balzo verso i circhi più alti che portano alla Bocca di Brenta.
Il Crozzon, prima della sua scoperta alpinistica, veniva spesso confuso con la Tosa, mentre le guide di Pinzolo lo chiamavano Castello di Brenta. Fu la SAT, con la sua proposta toponomastica del 1882 a battezzarlo Crozzon di Brenta. La conquista del Crozzon maturò in due anni, dal 1882 al 1884. Il 12 luglio 1882 Otto Baumann e Matteo Nicolussi tentarono la vetta provenendo dalla Tosa, ma raggiunsero solo la prima delle tre cime della cresta Sud. Pochi giorni dopo Compton, De Falkner, Nicolussi e Antonio Dallagiacoma tentarono dalla Vedretta dei Camosci, risalendo l'intaglio ghiacciato che separa il Crozzon dalla Tosa. Anch'essi raggiunsero solo la prima cima e ridiscesero dalla Tosa. Il 3 agosto 1884 Karl Schulz con Antonio Dallagiacoma, Angelo Ferrari e Matteo Nicolussi raggiunse la seconda cima e per mancanza di tempo non poté raggiungere la terza. Nell'ultima spedizione avrebbe dovuto accompagnarlo De Falkner, ma questi non si presentò in tempo e Karl Schulz partì accompagnato dal solo Matteo Nicolussi. Oggi sulla vetta del Crozzon è stato costruito un bivacco dedicato a Ettore Castiglioni, morto il 12 marzo 1944 al Passo del Forno nelle Alpi Retiche, mentre cercava di riparare in Svizzera per sfuggire ai nazifascisti.
Le vie alpinistiche al Crozzon sono diventate dei classici dell'arrampicata. Così la via Castiglioni Detassis (1933) per Parete Ovest, la Via Armani-Giuliano (1933), la Diretta per la Parete Ovest aperta da Livanos, Vaucher e Lapage il 26-27 luglio 1961, lo Spigolo Nord (Schneider e Schulze, 20 luglio 1905), il Diedro Nord-Nord-Est vinto da Armando Aste e Milo Navasa il 25-27 agosto 1959, il Pilastro Nord-Est (Via dei Francesi), la via Preuss (Paul Preuss e Paul Relly, 1 agosto 1911) per la Parete Nord-Est, la Via per la parete Nord-Est aperta il 10 agosto 1972 da Andrea Andreotti, Alberto Dorigatti e Heinz Steinkotter, la celeberrima Via delle Guide, 800 metri di dislivello di V° grado superiore, aperta da Bruno Detassis ed Enrico Giordani il 2 agosto 1935. Prima solitaria Cesare Maestri il1agosto 1953. Tre anni dopo (6 settembre 1956) Cesare Maestri ridiscese la via in libera dopo aver gettato nel vuoto la sua corda.
1882 - Il Crozzon, prima della sua scoperta alpinistica, veniva spesso confuso con la Tosa, mentre le guide di Pinzolo lo chiamavano Castello di Brenta; Shilcher lo nominava Tre Cime. Fu la SAT «Società degli Alpinisti Trentini» con la sua proposta toponomastica del 1882 a battezzarlo Crozzon di Brenta. - Massiccio della Tosa – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Bremta.
1882 - 12 luglio. Otto Baumann e Matteo Nicolussi tentarono la vetta del Crozzon di Brenta, provenendo dalla Tosa, ma raggiunsero solo la prima delle tre cime della Cresta Sud. – Massiccio della Tosa – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Bremta.
1882 – 19 luglio. Edward Theodore Compton, e Alberto De Falkner con Matteo Nicolussi e Antonio Dallagiacoma tentarono la vetta del Crozzon di Brenta dalla Vedretta dei Camosci, risalendo l'intaglio ghiacciato che separa il Crozzon di Brenta dalla Cima Tosa. Anch'essi raggiunsero solo la prima cima e ridiscesero dalla Cima Tosa. – Massiccio della Tosa – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1884 – 3 agosto. Karl Schulz con Antonio Dallagiacoma, Angelo Ferrari e Matteo Nicolussi raggiunse la seconda cima del Crozzon di Brenta e per mancanza di tempo non poté raggiungere la terza, ma alcuni giorni più tardi arrivava sulla sommità del Crozzon di Brenta. - Massiccio della Tosa – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1884 - 8 agosto. Il professor Karl Schulz, bibliotecario alla biblioteca giuridica regionale a Lipsia, indomito nonostante zoppicasse da una gamba (veniva chiamato «lo Stinco») assieme a Matteo Nicolussi, (avrebbe dovuto accompagnarlo anche Alberto De Falkner, ma questi non si presentò in tempo), seguendo il tracciato, non troppo difficile ma pericoloso, che dalla Tosa porta al Crozzon attraverso le anticime e conquista la vetta del Crozzon di Brenta. (3135 m.). Il «corno» più ardito il «Dente del Gigante delle Dolomiti» che sarebbe poi divenuto teatro delle imprese di Bruno Detassis e di Cesare Maestri. - Massiccio della Tosa – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1905 – 20 luglio. Fritz Schneider e Adolf Schulze realizzano la prima ascensione del grandioso Spigolo Nord del Crozzon di Brenta. – Massiccio della Tosa - Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1906 - 15 agosto. J. Klammer e Franz Nieberl compiono la 2° salita dello Spigolo Nord del Crozzon di Brenta, nel Massiccio della Tosa. - Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1910 - Luigi Scotoni, alpinista
trentino famoso per aver realizzato a soli 17 anni la 1° salita solitaria del
grandioso Spigolo Nord del Crozzon di Brenta, credendo di
farne anche la prima ascensione, invece già realizzata nel 1905 da Fritz Schneider e Adolf Schulze. - Massiccio
della Tosa – Gruppo di Brenta - Dolomiti
di Brenta.
1911 – 1 agosto. Paul Preuss e Paul Relly compiono con successo
la 1° ascensione sulla Parete Nord-est del Crozzon di Brenta,
iniziarono la salita attaccando da sinistra, allo sbocco del Canalone della
Tosa. Impiegarono esattamente 5 ore, con difficoltà di IV° grado. (Via
Preuss). - Massiccio
della Tosa – Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1928 – 25 luglio. Hans Steger e E. Holzner fecero la 1° ripetizione della Via Preuss al Crozzon di Brenta per la Parete Nord-est nel Massiccio della Tosa. - Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1929 – 30 luglio. Ettore Castiglioni e S. Conci aprirono nella parte inferiore della Parete Nord-est del Crozzon di Brenta una Variante alla Via Preuss che ha reso la via più diretta e da allora più frequentata. – Massiccio della Tosa - Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1933 – agosto. Giorgio Graffer con Antonio Miotto e Rita Graffer salgono per la Parete Est con la complessa parete sovrastante il Canalone della Tosa e raggiungono la vetta del Crozzon di Brenta nel Massiccio della Tosa. - Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1933 - 2 agosto. Ettore Castiglioni e Bruno Detassis, salgono per la parete Ovest del Crozzon di Brenta nel Massiccio della Tosa e tracciano la via Castiglioni Detassis. Difficoltà: IV° con un passo di V°. - Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1933 - 6 agosto. Matteo Armani e G. Giuliano solo quattro giorni dopo l'apertura della Via Castiglioni Detassis sulla parete Ovest del Crozzon di Brenta nel Massiccio della Tosa, ignorando di essere stati preceduti, tracciarono un itinerario che in parte coincide col precedente, ma la Via Armani-Giuliano è più diretta e probabilmente più bella come arrampicata. - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1933 - 6 agosto. Edmund Richterund e Fritz Stubanus effettuarono una discesa dalla parete Est, del Crozzon di Brenta, nel tratto dove è più concava e articolata. - Massiccio della Tosa. - Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1933 - 14 agosto. Bruno Detassis con Nello Bianchini, Marco Pilati e N. Mantovani salgono il minuscolo ed ardito gendarme che si stacca dallo spigolo Nord del Crozzon di Brenta - il Campaniletto Pedrini e lo dedicano alla memoria dell’alpinista trentino Erberto Pedrini, caduto sulla parete della Paganella insieme a Celso Gilberti l’11 giugno 1933. - Massiccio della Tosa. - Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1935
– 2 agosto. Enrico Giordani
e Bruno Detassis
superano la splendida parete Est-Nord-Est del Crozon di Brenta,
tracciando la cosiddetta Via Delle Guide, un capolavoro di
eleganza e di arrampicata libera da citare ogni volta come esempio. 800 metri
di dislivello di V° grado superiore. - Massiccio della
Tosa. - Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1937
- 6 agosto. Pino Fox
e Marcello Friederichsen
effettuano la 1° ripetizione del Crozzon di Brenta salendo
dalla Parete Est-Nord-Est - la cosiddetta Via Delle Guide aperta
da Bruno Detassis
con Enrico Giordani
nel 1935. - Massiccio della Tosa - Gruppo di Brenta
– Dolomiti
di Brenta.
1942 - 10 agosto. Michele Rivero e G. Venturello praticano una Variante
sulla Parete Nord-est del Crozzon di Brenta. Anziché
prendere la rampa obliqua a destra, si prosegue per un altro camino,
leggermente obliquo a sinistra che forma la naturale continuazione del colatoio
d'attacco. Lo si rimonta interamente fino al contrafforte che delimita a
sinistra la parete, quindi ci si alza verso gli strapiombi che, impedendo di
proseguire direttamente, obbligano a traversare a sinistra per cengia verso i
camini della Via Preuss. - Massiccio della Tosa - Gruppo di Brenta
– Dolomiti
di Brenta.
1943
- Bruno Detassis
sale nuovamente le sue cime di notte. Tocca ora al Crozzon di Brenta,
salito in appena sei ore con il fratello sedicenne Giordano Detassis. Sulla Cima
Tosa uno spettacolo della natura li attende: “Due enormi sfere rosse, una
che sorge dal Civetta, l’altra che declina verso il Carrè Alto
illuminato dai raggi del sole. Per caso il giovane si trova dalla parte del
sole e l’anziano verso la sfera, che con la luce, ci ha accompagnato nella
nostra salita. Poco tempo dopo mi trovavo in Germania con una piastrina
al collo. Ero diventato un numero”. - Massiccio della Tosa - Gruppo di Brenta
– Dolomiti
di Brenta.
1953
– 1 agosto. Cesare
Maestri, che ama essere “personaggio” e dà sempre molto “colore alle
proprie imprese”, sale realizzando la 1° solitaria della difficile Via
Delle Guide sul Crozzon di Brenta. La via supera con mirabile
dirittura la compatta muraglia del Crozzon, seguendo nel tratto mediano
quella di destra delle due evidenti strisce nere che caratterizzano la parete Est-Nord-Est.
Itinerario arditissimo in arrampicata libera, uno dei più interessanti e noti
non solo del Gruppo di Brenta.
L'arrampicata è molto bella e sostenuta nel tratto mediano, su roccia ottima e
compatta. Dislivello circa 800 m. Difficoltà: V°+. - Massiccio
della Tosa - Dolomiti di Brenta.
1953 - 7 agosto. Silvio Speri e R. Torretta effettuano la 1° ripetizione della via Castiglioni Detassis sulla parete Ovest del Crozzon di Brenta nel Massiccio della Tosa, usando 4 chiodi e lasciandoli. - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1954 - 05 agosto. Andrea Oggioni con Iosve Aiazzi salgono il Crozzon di Brenta per lo Spigolo Nordovest di 3° e 4° grado. - Massiccio della Tosa - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1956 - 23 gennaio. Ottorino Pianta compie la 2° solitaria e la 1° invernale dello Spigolo Nord del Crozzon di Brenta, nel Massiccio della Tosa. - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1956 - 6 settembre. Cesare Maestri, che ama essere “personaggio” e dà sempre molto “colore alle proprie imprese”, sul Crozzon di Brenta ridiscende la Via Delle Guide in libera dopo aver gettato nel vuoto la sua corda. (5°/5°+). “Ho sempre arrampicato da solo senza l’aiuto della corda o di altri mezzi artificiali, sempre completamente in libera sia in salita che in discesa. Alcuni si assicurano nei tratti più difficili, ma io non l’ho mai fatto. Ogni volta che ho sentito di non essere in grado di superare un passaggio senza rischiare di cadere, mi sono ritirato”. Queste le parole di Cesare Maestri, ma in sostanza egli parte da Paul Preuss per poi raggiungere il culmine dell’artificiale. Si raggiunge così il caso limite di vie aperte con esclusivo uso di chiodi ad espansione.
Insomma, dalla via che cercava ancora la possibilità naturale per infliggere i chiodi, si giunge in breve alla linea retta tracciata dalla base al punto di uscita lungo una lavagna levigatissima e strapiombante, dove non è concessa alcuna deviazione
Ci si può chiedere però se certe
imprese siano compiute quasi solo per destare sensazione, per fama, per
guadagno o pubblicità. Ad onor del vero Cesare Maestri
ha arrampicato molto in libera, ma le immagini lo ritraggono sempre in un
groviglio di staffe, forse perché questa è l’immagine dominante delle Dolomiti.
- Massiccio
della Tosa - Gruppo di Brenta - Dolomiti
di Brenta.
1959
– 25/27 agosto. Armando Aste
e Milo Navasa, effettuano
la 1° ascensione per il Diedro Nord-nord-est - (Gran Diedro
Nord) del Crozzon di Brenta. - Massiccio
della Tosa – Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1959
– 20 settembre. Gino Buscaini
realizza la 1° solitaria della Via Preuss con Variante Castiglioni
della Parete Nord-est del Crozzon di Brenta. Arrampicata
bella e interessante che supera la grandiosa parete alta circa 800 m. dominante
la Val Brenta. Difficoltà: IV°, passaggi di IV°+, discontinue. Roccia
quasi sempre buona. - Massiccio
della Tosa – Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1961 - Romano Merendi con Luciano Tenderini, salgono per lo Spigolo Nord-Est del Crozzon di Brenta. - Massiccio della Tosa – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1961 - Armando Aste con Milo Navasa, effettuano la prima ascensione del Gran Diedro Nord del Crozzon di Brenta e una variante sulla via Aste all'Anticima del Piz Serauta nel Gruppo della Marmolada. - Massiccio della Tosa – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1961 – 26/27 luglio. Roger Lepage, Georges Livanos e Marc Vaucher aprono al Crozzon di Brenta nel Massiccio della Tosa per la parete Ovest la Via Diretta, usando 75 chiodi compresi i posti di sosta. Difficoltà: VI°-, con passi di A2. - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1962
- 24 luglio. Armando
Aste e Petrilli
realizzano la 1° ripetizione della Graffer-Miotto per la Parete Est
del Crozzon di Brenta nel Massiccio
della Tosa. L'itinerario supera la complessa parete sovrastante
il Canalone della Tosa e porta sulla prima cima a Sud, quella
cioè più vicina alla Cima Tosa. Altezza 550 m. Difficoltà: IV°. - Gruppo di Brenta
– Dolomiti
di Brenta.
1963 - 11 agosto. D. Castellan e Marco Dal Bianco realizzano la 1° ripetizione della Via Diretta di (Livanos-Vaucher-Lepage) sul Crozzon di Brenta nel Massiccio della Tosa per la parete Ovest. – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1964 - 8 agosto. Claude Barbier e G. Hànig effettuano la 2° ripetizione della Via Diretta di (Livanos-Vaucher-Lepage) sul Crozzon di Brenta nel Massiccio della Tosa per la parete Ovest. - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1965 – luglio. Vitty Frismon-Steinkotter
e Heinz Steinkotter
nel tentativo di raggiungere la vetta del Crozzon di Brenta per il Pilastro
Nord-est sbagliano l’attacco e tracciano una Variante d’attacco sino
alla seconda cengia. - Massiccio
della Tosa - Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1965 - 4 agosto. Jean Fréhel e Dominique Leprince-Ringuet realizzano la 1° ascensione per il Pilastro Nord-est del Crozzon di Brenta, nel Massiccio della Tosa. Questo ardito itinerario, noto come «Pilastro dei Francesi», supera il pilastro arrotondato fra il diedro Nord-Nord-Est e la concavità della parete Nord-Est. Arrampicata molto bella, esposta ed elegante, su roccia magnifica. Buoni i punti di sosta. Dislivello circa 830 m; i primi salitori usarono 13 chiodi. Difficoltà: VI°-, concentrate nella parte centrale. - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta
1965 – 6/7 agosto. Roger Lepage, Georges Livanos
e R. Romanetti salgono per
la Parete Est al Crozzon di Brenta nel Massiccio
della Tosa e aprirono un itinerario nuovo, la Via Livanos, con
difficoltà di V°+. - Gruppo di Brenta
– Dolomiti
di Brenta.
1965 - 9 agosto. O. Bernardi e Marco Dal Bianco ripetono
per primi la Via Livanos per la Parete Est del Crozzon di Brenta nel Massiccio
della Tosa - Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1966
– luglio. Heinz Steinkotter
e Vitty Frismon-Steinkotter
compiono la 1° ripetizione del Crozzon di Brenta, nel Massiccio della
Tosa, per il Pilastro Nord-est – (Via dei Francesi). - Gruppo di Brenta
– Dolomiti
di Brenta.
1968
- Pit Schubert e Klaus Werner si aggiudicano la 2°
ripetizione del Crozzon di Brenta, nel Massiccio
della Tosa, per il Pilastro Nord-est – (Via dei Francesi).
- Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1969
– 7/12 marzo. Roberto Chiappa,
Gianluigi Lanfranchi,
Antonio Rusconi e Gianni Rusconi rimanendo
cinque giorni in parete realizzano la 1° invernale della Via Delle Guide
sul Crozzon di Brenta, parete Est-nord-est. Impresa di estrema durezza ambientale,
certamente una delle più notevoli realizzazioni invernali delle Dolomiti.
- Massiccio
della Tosa - Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1970
- 6 settembre. Giuseppe
Fumagalli e A. Montanelli
realizzano la 2° ripetizione per la Parete Est della Via
Livanos del Crozzon di Brenta
nel Massiccio
della Tosa. Questa via supera la compatta parete del Crozzon nel
suo settore meridionale, sopra il canalone della Tosa. Roccia ottima nel
tratto mediano. Dislivello circa 750 m; chiodi attualmente infissi: circa 10,
escluse le fermate. Difficoltà: V°+. - Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1971 – 13/17 febbraio. Donato Ferrari, Mariano Frizzera e Sergio Martini si aggiudicano
la 1° invernale del Diedro Nord-nord-est - (Gran Diedro Nord)
del Crozzon di Brenta nel Massiccio
della Tosa. Essi in seguito discesero per lo Spigolo Nord. La
via è dedicata alla memoria di Giulio
Gabrielli. - Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1972
- 10 agosto. Andrea Andreotti,
Alberto Dorigatti e Heinz Steinkotter aprono
sulla Parete Nord-est del Crozzon di Brenta una nuova via
(Andreotti-Dorigatti-Steinkotter) detta anche Via per la parete
Nord-Est. L'itinerario supera dapprima il contrafforte, già percorso da
varianti, situato allo sbocco del Canalone della Tosa, incrocia la Via
Originale Preuss, poi prosegue direttamente in parete fra la Via Preuss
e la Via delle Guide. Arrampicata elegante con difficoltà sostenute, su
roccia ottima. Altezza 800 m. Difficoltà: III° e IV° con lunghi tratti di V° e
1 di V°+.·- Massiccio della
Tosa - Gruppo di Brenta
– Dolomiti
di Brenta.
1972
– 21/24 dicembre. Andrea Andreotti
e Heinz Steinkotter
salgono per il Pilastro Nord-est – (Via dei Francesi) al Crozzon
di Brenta, nel Massiccio della
Tosa, e si aggiudicano la 1° salita invernale. - Gruppo di Brenta
– Dolomiti
di Brenta.
1973
- luglio. Sereno Barbacetto
compie la 1° solitaria del Pilastro Nord-est – (Via dei
Francesi) al Crozzon di Brenta, nel Massiccio della
Tosa. - Gruppo di Brenta
– Dolomiti
di Brenta.
1973
- 25 agosto. Franco Gadotti
e R. Nesler si aggiudicano la
1° ripetizione della via (Andreotti-Dorigatti-Steinkotter) sulla Parete
Nord-est del Crozzon di Brenta. - Massiccio
della Tosa - Gruppo di Brenta – Dolomiti
di Brenta.
1975
– agosto. Marcello Andreolli e Jacques Casiraghi tracciano
una Variante sulla parete Ovest del Crozzon di Brenta
nel Massiccio
della Tosa, deviando a sinistra della colata d'acqua della Via
Armani-Giuliano. - Gruppo
di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1986 – Nuovo esaltante concatenamento, l’autore è Ermanno Salvaterra: Partito dal Rifugio Brentei, sale la via Delle Guide al Crozzon di Brenta, lo Spigolo Fabbro alla Brenta Bassa, la via Fehrmann e la via Preuss al Campanile Basso, concludendo con la Cresta Ovest al Campanile Alto e ritorno al rifugio, in tutto in 9 ore e 30 minuti. – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.