Georges Livanos da giovanissimo si afferma come uno dei più intraprendenti esploratori delle Calanques e delle pareti della Provenza, dove apre un’infinità di vie nuove.
Dopo aver completato la sua formazione alpinistica nel Delfinato e nel Massiccio del Monte Bianco, nel 1950, durante un soggiorno alle Lavaredo, scopre le Dolomiti, che diventano il suo terreno di gioco prediletto. Grazie alla tecnica collaudata sul calcare di casa, compie in vari gruppi dolomitici memorabili prime ascensioni, in cordata con il concittadino Robert Gabriel e, spesso con la moglie Geneviève (soprannominata Sonia). Con Robert Gabriel supera, nell’estate 1951, il dietro Nord-Ovest della Cima Su Alto, una via considerata per vari anni la più difficile delle Dolomiti. Altre prime notevoli sono lo Spigolo del Monte Cavallo (1953), la parete Nord-Ovest della Cima di Terranova (1954), la Torre Gilberti della Cima Tosa per via diretta (1962). Ha scritto un bellissimo libro autobiografico, tradotto in italiano con “Al di là della verticale”. Oltre a questo suo libro-capolavoro, ha pubblicato la biografia “Cassin, c’era una volta il sesto grado”.
1941 – In Francia, nelle Calanques, un diciassettenne di nome Georges Livanos sale 65 metri di repulsiva parete gialla con l’uso di 80 chiodi. E’ la più dura salita artificiale della zona, e segna una svolta nella concezione dell’arrampicata che vige nelle Calanques.
1951 - (Il Greco), entra prepotentemente nel panorama alpinistico dolomitico, portando una ventata di aria fresca, di novità, di buonumore, e di demitizzazione di un ambiente un tantino “in” portando infatti un pizzico di umorismo ed ironia là dove sembra dominare il masochismo. Con il suo carisma inizierà una colta satira su se stesso e sugli altri attraverso la sua carica di bravura e simpatica spacconeria.
Per lui la montagna è roccia e nient’altro. Detesta le fatiche bestiali, i bivacchi glaciali, le bufere, per lui arrampicare è gioia di vivere, scoperta, creazione. Non crede alla lotta cinica, all’amore pudico, all’imperativo eroico; cerca di vedere la montagna in modo oggettivo, e non soggettivo, la “spoglia” o meglio la “scrosta” da tutti i falsi miti. Rifiuta il rischio ad ogni costo, rifiuta il concetto di vittoria o supremazia. In quest’ottica le sue vie cercano sempre di essere in equilibrio tra la libera e l’uso dell’artificiale.
1951 - Georges Livanos (Il Greco), giunge in Dolomiti con alle spalle l’apertura di 400 vie nuove sulle Calanques (Francia) e con un atteggiamento scanzonato sale con Robert Gabriel il diedro che poi porterà il suo nome sulla Cima Su Alto sulla Civetta. Essi salgono in 3 giorni, usano 99 chiodi, 26 chiodi per le soste (la media torna alta: 1 chiodo ogni 3 metri), corde di nylon (americane), moschettoni “superleggeri” staffe con scalini metallici, ed infine gli immancabili cunei di legno.
“Il Greco” è ancora un artificialista coscienzioso. Sono i suoi successori che inizieranno ad esagerare nelle quantità e nell’uso dei chiodi “speciali”. A tal proposito è interessante quanto scrive Gian Piero Motti: “Il lavoro di chiodatura arriva a dei livelli decisamente artistici, richiedendo grandissimo intuito nello scoprire i buchi nascosti e le fessurette superficiali. Molti arrampicatori di questo periodo hanno veramente creato dei capolavori lungo le strapiombanti pareti dolomitiche: con i soli mezzi normali (chiodi e cunei di legno), senza mai forare la roccia, sono riusciti a passare dove moltissimi altri probabilmente (anche oggi) avrebbero dovuto bucare. In questo senso l’arrampicata artificiale ha tutta una sua dimensione altamente creativa, capace di dare grandi soddisfazioni all’arrampicatore impegnato nell’apertura di una nuova via”.
1951 – Molti alpinisti, tra cui Georges Livanos, usano per i loro bivacchi in parete un nuovo prodotto altamente tecnologico: il Duvet, indumento da alta quota in piuma d’oca, e sacchi da bivacco pure imbottiti di piuma d’oca. Entrambi consentono ai rocciatori di affrontare la montagna in pieno inverno in quanto sono caldi ed impermeabili.
1953 - Georges Livanos (Il Greco), con Robert Gabriel aprono un itinerario molto impegnativo sullo spigolo Ovest del Ciaval. La roccia è purtroppo friabile.
1954 –Georges Livanos (Il Greco), con Robert Gabriel e Armando Da Roit salgono la bella Cima di Terranova sul Civetta come prima realizzazione.
1961 – 26/27 luglio. Roger Lepage, Georges Livanos e Marc Vaucher aprono al Crozzon di Brenta nel Massiccio della Tosa per la parete Ovest la Via Diretta, usando 75 chiodi compresi i posti di sosta. Difficoltà: VI°-, con passi di A2. - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1962 – 1/2 agosto. Roger Lepage con Georges Livanos e Marc Vaucher conquistano nel Massiccio della Tosa la vetta della Torre Gilberti da Nord-Ovest (via Diretta). - Dolomiti di Brenta - Gruppo di Brenta.
1965 – 6/7 agosto. Roger Lepage, Georges Livanos e R. Romanetti salgono per la Parete Est al Crozzon di Brenta nel Massiccio della Tosa e aprirono un itinerario nuovo, la Via Livanos, con difficoltà di V°+. - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1965 - 12 agosto. Georges Livanos e Sonia Livanos praticarono una Variante salendo per lo spigolo del «Barbacan» della Cima Mandron dopo la prima lunghezza, dove la cengia si interrompe salirono verso destra una placca, aggirarono lo spigolo e arrampicarono sul versante Est per 4 lunghezze (IV e V), ritornando poi sullo spigolo dove, a una cengia, si ritrova la via originale. - Massiccio di Cima Brenta – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1965 - 26 agosto. Georges Livanos, Alain Rebreyend e Martial Robert tracciano una bella via, specialmente nella prima parte del Pilastro Nord-est alla Brenta Alta che chiameranno Via Livanos nel Gruppo di Brenta. Altezza circa 400 m; usati 45 chiodi soste comprese. Difficoltà: V+, passo VI - e A2. - Catena degli Sfulmini – Dolomiti di Brenta.
1966 - Pierlorenzo Acquistapace si sposa con Pinuccia nell’ottobre e in viaggio di nozze vanno in Francia. Alle Calanques, Pierlorenzo e Giorge Livanos compiono decine di arrampicate.
1971 - Enzo Cozzolino sale dove altri sono scesi. Questa sua attività lo costringe spesso a scontrarsi con gli autori dei precedenti tentativi. Cade in polemica, ad esempio, con Georges Livanos, perché non ammette che sulla Terza Sorella (Gruppo del Sorapis) non fosse in grado di continuare. Il Greco sostiene di essere tornato indietro, non perché non ce la faceva più, ma per un improvviso temporale. Sappiamo però che è nello stile di Georges Livanos non ammettere sconfitte, ammesso per la verità che in questo caso di sconfitta si possa parlare!
Comunque Enzo Cozzolino con solo cinque chiodi sale questi 600 metri di parete!