Versante
della Brenva - (Est)
...« una magnificenza
cosi schiacciante... » (Freshfield, 1867).
Parete
maestosa di ghiacci e rocce che si stende dal Col
de la Brenva al Col
de Peutérey, sovrastata dalle vette del Monte
Bianco e del Monte
Bianco di Courmayeur e con ai suoi piedi il crepacciatissimo Ghiacciaio
della Brenva. Alta fino a 1400 m e larga ancora di più, è caratterizzata da
un prominente sperone che si abbassa al Col
Moore (lo Sperone
della Brenva) e al centro da almeno tre ripidi crestoni in parte
rocciosi ma discontinui, affiancati da enormi seracchi sospesi. Il lato
meridionale della parete è meno alto ma ancora più ripido, formato dal
repulsivo Grand
Pilier d'Angle.
Su
queste severe pareti sono state tracciate delle vie che sono fra le più belle e
impegnative delle Alpi.
Alto più di 1000 metri, incavato
verso l'interno, immenso, il Versante della Brenva del Monte Bianco è
forse il più "himalayano" di tutta la catena alpina. Ed è anche un
versante estremamente pericoloso. La calotta glaciale che costituisce
l'edificio sommitale del Monte
Bianco, affacciandosi sul Versante della Brenva si arriccia come una
fronte accigliata e corrugata e forma alcune cascate di seracchi che restano
paurosamente sospese in bilico sopra i canaloni di neve e di ghiaccio, che
servono appunto da scarico alle valanghe di neve generate dalle cadute di
blocchi di ghiaccio. Questi orridi e profondi canaloni sono separati da alcuni
speroni in rilievo, rocciosi e ghiacciati, che costituiscono l'unico punto
relativamente al sicuro dalle cadute di seracchi, ed è lungo questi speroni che
si sono svolte le vie di salita. Ma per raggiungere la base delle creste
sovente è necessario attraversare i numerosi canaloni esposti alle scariche: le
salite su questo versante richiedono un grande equilibrio nervoso ed una
provata esperienza, più che capacità tecnica vera e propria. L'esposizione ad
oriente fa sì che il sole sorga prestissimo a lambire i pendii superiori e a
riscaldare i seracchi, che così cominciano a rotolare verso il basso,
frantumandosi a causa del disgelo.
È necessario quindi percorrere queste
vie generalmente di notte e con temperature molto basse, onde evitare di essere
sorpresi dalle ore calde nell'attraversamento dei canaloni, che in tal caso
possono rivelarsi una trappola mortale. Comunque, le cadute dei seracchi non
dipendono unicamente dal disgelo, ma soprattutto dai movimenti ritmici del
ghiacciaio ed è quindi assai difficile poterle prevedere. Le salite sul Versante
della Brenva richiedono all'alpinista un attento studio della montagna e
delle condizioni meteorologiche e inoltre la certezza di poter forzare anche in
condizioni avverse, in quanto l'uscita da queste vie in caso di cattivo tempo è
solo verso l'alto. Sono dunque vie riservate ad alpinisti molto preparati e
dalla scorza dura, alpinisti che amano questo genere di imprese assai
rischiose, dove la lotta emerge fino a primeggiare e ad assumere un ruolo
prevalente sul piacere della salita e sul divertimento stesso. Eppure queste
pareti e questo genere di imprese hanno il loro fascino indiscutibile: la
scalata notturna lungo i canaloni ghiacciati, il profumo strano ed indefinibile
del ghiaccio, quella incredibile serenità e quell'assoluto fatalismo che si
instaura dopo il primo momento di angoscia (si arriva a pensare: «il seracco crolla solo se deve crollare, è
quindi stupido preoccuparsene» il momento magico dell'aurora che sorge
quando si esce dalla parete e si sfocia sui morbidi e sonnolenti pendii
sommitali. L'ambiente di questi versanti è unico nel suo genere ed è certamente
irripetibile. Tuttavia gli incidenti mortali sulla parete della Brenva
sono frequentissimi e ne testimoniano la reale pericolosità. E non si può certo
dire che gli incidenti siano sempre causati da imprudenza o da errata
valutazione delle condizioni, poiché in alcuni casi (come accadde appunto al
grande Arturo Ottoz)
nulla lasciava prevedere l’eventualità di una caduta di seracchi.
Il
nome della Brenva è legato a quello di un inglese Thomas
Graham Brown, l’ultimo grande
personaggio dell’alpinismo inglese che agisce sulle Alpi prima del secondo
confitto mondiale.
Fedele allo spirito dell’alpinismo classico, egli in pochi anni risolve
in modo straordinariamente elegante tutti i problemi della grande parete.
L’1 ed il 2 settembre 1927,
con Francis Sidney Smythe, supera lo sperone della Sentinella
Rossa, cosiddetto per una torre di rosso protogino che sorge all’inizio
della cresta. L’itinerario è diretto alla vetta del Monte Bianco,
elegantissimo, una delle più belle salite di misto della catena alpina.
Il
6 e 7 agosto 1928, ancora con Francis Sidney Smythe,
Thomas Graham Brown ritorna alla Brenva,
e sale esattamente al centro della parete, dopo aver attraversato un
pericolosissimo canalone costantemente battuto dalle scariche. La via segue un
netto sperone, detto della Major,
caratterizzato da una serie di affilatissime crestine di neve che poi vanno a
morire contro una balza di rosso granito, liscia e verticale, sormontata da un
muro di seracchi. E’ questo il passaggio chiave dell’intera salita, più
difficile di quella della Sentinella
Rossa, ma forse meno elegante dal punto del tracciato. Delle tre vie
aperte da Thomas Graham Brown sulla Brenva, questa è certamente la più seguita
dagli alpinisti.
Il
5 agosto 1933, Thomas Graham Brown completa il suo fantastico trittico, e con Alexander
Graven e Alfred Aufdenblatten
supera lo sperone posto più a sinistra, nel settore più selvaggio di tutta la
parete, dove una curiosa torre rocciosa a forma di pera (“la Poire”)
si incunea tra due gigantesche cascate di seracchi. La Pera
è l’unica porta di accesso alla parte superiore della parete, anzi un piccolo
Picciuolo di roccia permette proprio di innestarsi ai pendii di ghiaccio
superiori.
E’ questa
certamente la via più difficile e rischiosa del versante Brenva, in quanto per giungere alla base è necessario
attraversare tutti i canaloni che servono da scarico alle valanghe. Ma è anche
quella che offre l’ambiente più feroce e selvaggio, una salita che lascia
emozioni e ricordi incancellabili.
Dunque
Thomas Graham Brown con
la sua azione dimostra indiscutibilmente che oramai l’alpinismo senza guida,
anche sul ghiaccio e sul misto, non solo ha eguagliato i livelli raggiunti
dalle guide, ma anzi, li ha ampiamente superati.
1854 - 28 settembre. La via del Col de la Brenva venne probabilmente seguita dalle guide J.-M. Chabod detto Turin, Gratien Bareaux, J. M. Chabod detto Turisa, Alexis Clusaz, Alexandre Fenoillet, Jean-Marie Perrod e Alexis Proment spingendosi poi fino al Mur de la Côte in un tentativo al Monte Bianco, dalla Brenva per il versante Sudest. - Gruppo Mont Maudit - Massiccio del Monte Bianco.
1865 – 15 luglio. I britannici George Mathews, Adolphus Warburton Moore, Frank Walker, Horace Walker guidati da Jakob Anderegg e Melchior Anderegg salgono al Monte Bianco per lo Sperone della Brenva, superando senza ramponi, gradinando, pendenze vicine ai 60°. Moore fu l’ideatore e l’animatore dell’impresa, infatti oggi lo sperone porta il suo nome; la salita è uno degli itinerari più classici ed eleganti dell’intera catena alpina.
1927 – 1/2 settembre. Thomas Graham Brown e Francis Sidney Smythe salirono per la parete della Brenva
bivaccando ai piedi della Sentinella
Rossa, il grande roccione da cui la via prese il nome. Salendo poi da
questo versante alla vetta del Monte
Bianco. - Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1928
- 6/7 agosto. Thomas Graham Brown e Francis Sidney Smythe, aprono la Via
Major sulla parete della Brenva uscendo in vetta al Monte
Bianco di Courmayeur. - Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1929 - 6/7 settembre. Walter
Stösser si spinge con l'amico Ludwig Hall sulla via Brown-Smythe (Sentinella
Rossa), che raggiunge la
vetta del Monte
Bianco dal versante della Brenva realizzando la 2ª ascensione di quella via. - Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1930
- 31 luglio-1 agosto. T. Beeringer,
H. Huber e Gustl
Kröner, salirono alla vetta del Monte
Bianco per la parete complessa e pericolosa della Brenva
aggiudicandosi la 3ª ascensione della via della Sentinella
Rossa. - Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1932 - luglio. Hermann Bratschko, Emil Rupilius, Karl Rupilius e Karl Schreiner, partiti dai Bivacchi. della Fourche si raggiunge il Col Moore 3525 m. Dopo un primo pendio si attraversano a sinistra in lieve salita due canali, pendii di neve al margine inferiore delle rocce e un altro profondo canale, quindi si sale diritto su blocchi affioranti fino a un torrione monolitico di roccia rossastra: la Sentinella Rossa della Brenva, circa 3800 m. (ore 1.15 dal colle; alla sua base, sotto un lastrone, posto da bivacco al sicuro dalle scariche).
Salire a sinistra, scavalcando su
terreno misto la parte inferiore della Costola
Mummery e portandosi sul pendio nevoso del largo canale che in seguito
si dovrà attraversare (molto esposto alla caduta di ghiaccio). Salirlo presso
la costola, un po' al riparo, fino a un ripido salto roccioso. Da qui
attraversarlo verso sinistra per raggiungere a 4073 m. la crestina sotto uno
sperone di rocce rossastre detta Costola sinuosa. Scalare questa
costola prima sulla destra, poi presso la sua cresta; evitare a destra un
risalto di 40 m. e riprendere la cresta ghiacciata soprastante. Più a destra si
supera un tratto roccioso dirupato, l'escalier, e si raggiungono i pendii superiori di neve con affioramenti
rocciosi. Superarli, uscendo su un dosso nevoso a sinistra della barriera di
seracchi, circa 4570 m. Per i facili pendii terminali si sale alla cima del Monte
Bianco (ore 6; ore 8.30 dai bivacchi). - Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1933
- 26 luglio. Alexander
Graven e Alfred Aufdenblatten
(guida) con Thomas Graham Brown,
realizzano la 2ª
ascensione della Via
Major sulla parete
della Brenva con la 1ª traversata del Col Major e discesa per la parete Sud-Ovest (o Gustl Kroner con un compagno?).
- Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1933 – 5 agosto. Thomas Graham Brown, guidato da Alexander Graven e Alfred Aufdenblatten completa con la via della Poire (Pera) il suo “trittico” sulla Brenva.
Via dei primi salitori: Dal mezzo della Pera
si raggiunge su placche di buona roccia lo spigolo a destra, per continuare
nella parete Nord. Si sale per
placche e fessure molto difficili. Si traversa a destra, si sale un diedro
liscio, poi una fessura-camino di 10 m. e in seguito per rocce meno ripide si sale
in cima alla Pera. - Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1936 - 8 agosto. Robert Gréloz e André
Roch, partiti per ripetere la via della Sentinella
Rossa, a causa del pericolo di valanghe salirono invece per la Costola
Mummery che è uno sperone più sicuro della Brenva,
uscendo in linea diretta dai seracchi sommitali. Sopra, sempre diritto si
arriva in cima al Monte
Bianco (ore 8-10 dal Ghiacciaio della Brenva). - Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1937
- 24 luglio. Robert Gréloz e André Roch, realizzarono la 2ª ascensione del Monte
Bianco sulla parete della Brenva per la via della Poire (Pera).
Dai Bivacchi Ghiglione
e della Fourche si giunge al Col
Moore 3525 m. Si
attraversa prima orizzontalmente, poi anche abbassandosi sotto canali di
scarico e risalti rocciosi, quindi risalendo su pendii con blocchi di ghiaccio
fino a raggiungere dalla destra a circa 3650 m. le rocce inferiori del
contrafforte sotto la Pera.
Per queste rocce innevate (o per il pendio ghiacciato a destra) si sale alla
base della Pera,
circa 3900 m. (fin qui sempre molto pericoloso). Si arrampica su gradini e
brevi risalti, poi per 2 lunghezze in un canale-camino passando a destra di
pilastri affiancati. Si continua nel mezzo della Pera
su buona roccia (qui i primi salitori sono andati a destra), obliquando un po'
a sinistra. Si supera a destra per placche fessurate una gran placca con neve
visibile già dalla Fourche
della Brenva (III e IV), uscendo a un intaglio situato 30 m sotto la
cima del risalto: questi 30 m sono molto vicini al seracco di sinistra. Dopo
qualche metro a sinistra (fino a 5-6 m. dal seracco) si supera un breve muro
(IV) e verso destra (III e IV) si esce in cima alla Pera, 4196 m. Si prosegue su crestina e
neve, poi si scalano le rocce a sinistra dell'Aiguille de la Belle Etoile
(4354 m, salita nel 1933, 26 luglio dal
colletto a monte). Ancora per 100 m. su neve (possibilità di uscire a sinistra verso
la Cresta
di Peutérey) fino all'altezza dei seracchi a destra. Sopra
questi si prendono a destra facili pendii (salita lunga e faticosa) che portano
sulla cresta sommitale e quindi in vetta. - Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1937
- 24 luglio. Hermann Steuri
(guida) con Arthur Bauer, realizzano la 3ª ascensione della Via
Major sulla parete della Brenva
salendo sulla fascia nevosa si piega a sinistra e si scala un camino
verticale alto 20 m. (chiodi). Se questo è ghiacciato si può salire una placca
5 m. più a sinistra e il soprastante camino. - Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1937
- 6 agosto. André Roch
(guida) con Paul Hagenbach,
realizzano la 4ª ascensione della Via
Major sulla parete della Brenva
salendo sulla fascia nevosa che piega a sinistra e si scala un camino
verticale alto 20 m. (chiodi). Se questo è ghiacciato si può salire una placca
5 m. più a sinistra in una fessura, per piegare a destra nel camino. - Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1938
- 28 luglio. M. Burghartwieser,
H. Lobenhoffer, F. Punz e V. Surrer, realizzarono la 2ª ascensione salendo
da quel rilievo roccioso irregolare che fa da bordo sinistro (idrografico) al
tratto più largo del Gran canale centrale della Brenva che fu
chiamato la Costola
Mummery uscendo a sinistra della vetta del Monte
Bianco. - Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1938
- 2/3 settembre. Paolo
Gazzana Priaroggia e Gianpaolo Guidobono
Cavalchini, realizzano la 5ª
ascensione della Via
Major sulla parete della Brenva
salendo sulla fascia nevosa che piega a sinistra e si scala un camino
verticale alto 20 m. (chiodi). Se questo è ghiacciato si può salire una placca
5 m. più a sinistra in una fessura, per piegare a destra nel camino. - Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1944 - 15 agosto. Gaston Rébuffat e Lionel Terray (guida) con Maurice Herzog e Gérard Herzog salgono da Nordest, per il Ghiacciaio della Brenva raggiungendo il Col de Peutérey. Buona combinazione per la Cresta di Peutérey, con un percorso vario; ha il vantaggio del punto di partenza già elevato (Bivacco della Fourche) e comporta l’attraversamento del Ghiacciaio della Brenva. E’ però esposto alla caduta di ghiaccio sotto la parete della Brenva e di sassi durante la salita al colle. Difficoltà D+. - Contrafforti Italiani - Massiccio del Monte Bianco.
1947
- Jean Franco, Gaston Rébuffat
e compagni, salirono la Via
Major al Monte
Bianco per la parete della Brenva,
dalla fascia nevosa che piega a sinistra e si scala un camino verticale alto
20 m. (chiodi). Se questo è ghiacciato si può salire una placca 5 m. più a
sinistra in una fessura, per piegare a destra nel camino. Dalla sommità del
canale piegarono un po' sulla sinistra: 15 m, III+ e IV, praticando una Variante- e poi continuare sul fondo del
canalino superiore: con le rocce non innevate. - Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1949
- 31 luglio. Pierre Bonnant e Loulou Boulaz, realizzarono la 3ª ascensione del Monte
Bianco sulla parete della Brenva per la via della Poire (Pera).
- Bianco
- Versante della Brenva
- Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1950
- 29 giugno. M.
Coutin, Pierre
Julien e A. Richermoz, realizzarono la 4ª ascensione del Monte
Bianco sulla parete della Brenva per la via della Poire (Pera).
- Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1953
- 23 marzo. Toni Gobbi e Arturo Ottoz, salgono
sulla parete della Brenva per la Via
Major al Monte
Bianco. Superato lo zoccolo, si sale diritto fin sotto una rientranza
della parete, con diedro. Da una lama 5 m. a destra (III)si entra nel diedro, che
si sale (IV) superando anche uno strapiombo (V, chiodi), poi un camino porta a
sinistra della sommità del risalto. - Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1956
– 17 agosto. Alle ore 5 Arturo Ottoz fu
travolto da una valanga ai piedi della via
Major sulla parete della Brenva. - Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1957 – 1/2/3 agosto. Il Grand Pilier d’Angle è venuto alla ribalta nel mondo alpinistico, quando Walter Bonatti e Toni Gobbi superarono la parete Est-Nordest, un pilastro alto 900 metri affacciato sul bacino della Brenva. (via Bonatti-Gobbi)
Gli alpinisti che la scalarono per secondi necessitarono ancora di 17 ore e mezzo.
1959
- 13 settembre. Carlo
Mauri, realizza la 1ª
Solitaria salendo per la parete della
Brenva al Monte
Bianco per la via della Poire
(Pera).
- Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1961 - 9 marzo. Walter Bonatti
con Gigi
Panei, realizzano la Prima salita
invernale del Monte
Bianco per la via della “Sentinella
Rossa”, dal versante della Brenva. - Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1964
- Jean-Paul Paris,
G. Rubaud e Yannick Seigneur, salgono
la Via
Major al Monte
Bianco salendo per la parete della Brenva, dalla fascia nevosa che piega a
sinistra e si scala un camino verticale alto 20 m. (chiodi). Se questo è
ghiacciato si può salire una placca 5 m. più a sinistra in una fessura, per
piegare a destra nel camino. - Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1965
- 8/9 febbraio. Alessio Ollier
e Attilio Ollier con Franco Salluard, realizzano
la 1ª Invernale
salendo per la parete della
Brenva al Monte
Bianco per la via della Poire
(Pera).
- Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1966 - Romano Perego ripete con Luigi Bosisio (Bis) la Major sulla parete della Brenva, al Monte Bianco.
1971
- 3 settembre. Jean Afanassieff,
realizza la Prima salita solitaria del
Monte
Bianco per la via della “Sentinella
Rossa”, dal versante della Brenva. - Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1973 - 20 agosto. Jean Afanassieff realizza la 1° solitaria della parete Nord dell’Aiguille Blanche de Peutérey (via originale). Magnifica combinazione, che offre il modo più elegante per salire la Cresta di Peutérey volendo tenersi quasi sempre su neve-ghiaccio. A una bella salita sull’aperta parete Nord dell’Aiguille Blanche de Peutérey seguono l'affilata cresta sommitale, poi passaggi su misto presso il Col de Peutérey e infine l'aerea, grandiosa cresta finale. Via classica, con inizio dai Bivacco della Fourche e quindi con il vantaggio di un punto di partenza già elevato. Comporta tuttavia un tratto pericoloso per caduta di ghiaccio nella traversata sotto la parete della Brenva. Dislivello della salita circa 1600 m. Difficoltà D+/TD-. - Contrafforti Italiani - Massiccio del Monte Bianco.
1973 - 20 agosto. Bernard Poulin, in 1ª solitaria sale per il Col de Peutérey, dal versante Brenva (Nord-Est). Buona combinazione per la Cresta di Peutérey, con percorso vario; ha il vantaggio del punto di partenza già elevato (Bivacco della Fourche) e comporta l'attraversamento del Ghiacciaio della Brenva. È però esposto alla caduta di ghiaccio sotto la parete della Brenva e di sassi durante la salita al colle. Difficoltà D+. - Contrafforti Italiani – Massiccio del Monte Bianco.
1975
- febbraio. Mitsunori Shigi,
realizza la 1ª solitaria
invernale della Via
Major al
Monte
Bianco salendo per la parete della Brenva. - Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1976
- marzo. Mitsunori Shigi,
realizza la 1ª Solitaria
Invernale salendo per la parete della Brenva al Monte
Bianco per la via della Poire
(Pera).
- Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1977 - 29/31 maggio. Anselme Baud e Patrick Vallencant, scendono con gli sci dalla vetta dell’Aiguille Blanche de Peutérey, per la parete Nord (via di destra), dopo essere saliti per la stessa via al Monte Bianco di Courmayeur. Buona combinazione per la Cresta di Peutérey, con percorso vario; ha il vantaggio del punto di partenza già elevato (Bivacco della Fourche) e comporta l'attraversamento del Ghiacciaio della Brenva. È però esposto alla caduta di ghiaccio sotto la parete della Brenva e di sassi durante la salita al colle. Difficoltà D+. – Contrafforti Italiani - Massiccio del Monte Bianco.
1977
- 17 giugno. Jacky Bessat,
realizza la 1° discesa con sci dal Monte
Bianco per la via della “Sentinella
Rossa”, dal versante della Brenva (ma sulla cima si
fa portare con l’elicottero). - Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1978 - aprile. Toni Valeruz, viene deposto in cima del Monte Bianco da elicottero e scende con gli sci dal Gran canale centrale della Brenva che scende diritto dalla calotta del Monte Bianco, tra il crestone della Via Major e la via della Sentinella Rossa. Molto esposto alla caduta di seracchi, questo canale è il più lungo e repulsivo del massiccio: solo l'attraversamento alla sua base ha già provocato numerose vittime. - Bianco - Versante della Brenva - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1979
- 18/19 gennaio. Akiko Shigi
e il marito Mitsunori Shigi,
salirono per il Gran canale centrale della Brenva che scende
diritto dalla calotta del Monte
Bianco, tra il crestone della Via
Major e la via della Sentinella
Rossa. Molto esposto alla caduta di seracchi, questo canale è il più
lungo e repulsivo del massiccio: solo l'attraversamento alla sua base ha già
provocato numerose vittime. Dislivello 1300 m. Difficoltà TD, fino a 70°. Dal
roccione della Sentinella
Rossa, 3800 m. si entra a sinistra nel lungo canale e lo si sale
interamente. In alto, sotto i grandi seracchi che lo dominano, si esce a
destra, poi diritto in cima. - Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1979 - Gianni Comino e Giancarlo Grassi salgono due seraccate da cui i ghiacciatori si erano sempre tenuti a debita distanza: quella del Col Maudit e, soprattutto, quella di sinistra della Poire, in piena parete della Brenva.
1979 – notte tra il 10-11 agosto. Gianni Comino e Giancarlo Grassi salgono dal Seracco a sinistra della Poire (Pera). Ardua ascensione in ambiente eccezionalmente severo, pericolosissima per la caduta di ghiaccio. I salitori l’hanno effettuata con condizioni ambientali ben studiate. La via sale al margine sinistro dell’immane seracco sospeso tra la Pera e la cresta di Peutérey. Difficoltà TD+.
1979
- 12 settembre. Stefano
De Benedetti e Gianni Comino,
sono scesi con gli sci dal Monte
Bianco per la Via
Major dalla parete della Brenva. - Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1980 – 28 febbraio. Gianni Comino riparte per un progetto ancora più azzardato: lo spaventoso colatoio racchiuso tra gli speroni della Major e della Poire, sulla stessa Brenva. E’ una specie di roulette russa con le varie barriere sospese (esposte a levante) che sbarrano il camino e possono precipitare da un momento all’altro, anche nel pieno rigore dell’inverno. Ormai nei pressi dell’uscita, il solitario Gianni viene colpito da una scarica e precipita.
1983
- 11 febbraio. S. Deweze,
realizza la 1° solitaria invernale
del Monte
Bianco per la via della “Sentinella
Rossa”, dal versante della Brenva. - Bianco
- Versante della Brenva - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1984 - 19/20 agosto. Patrick Gabarrou e Carlo Stratta, salgono per la parete Sud-Ovest del Monte Bianco e tracciano la (via Mario Marone). Via diretta, molto pericolosa per la caduta di ghiaccio. Il superamento della fascia mediana di seracchi, con passaggi strapiombanti e molto atletici, costituisce il passaggio-chiave della salita. La via è dedicata a Mario Marone, che un mese prima rimase travolto da una caduta di seracchi sulla via della Pera - (Brenva). Dislivello 1100 m. dal ghiacciaio. Difficoltà ED-, a causa dei seracchi. - Bianco - Versante del Miage - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.