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Aiguille de Bionnassay – 4052 m.

(Gruppo Bionnassay-Gouter)

(Massiccio del Monte Bianco)

 

 

AIGUILLE DE BIONNASSAY 4052 m. Montagna magnifica in gran parte coperta di ghiaccio, che si alza tra il Col de Miage e il Col de Bionnassay. È formata dall'incontro di tre creste (Sud, Ovest, Est) che danno origine ad altrettante pareti. La Sud-Est è triangolare, di roccia e ghiaccio, soprastante il Ghiacciaio di Bionnassay (italiano); è limitata a sinistra dalla lunga cresta che sale dal Col de Miage e a destra dall'aerea ed elegantissima cresta nevosa orientale che scende a formare il Col de Bionnassay. La parete Nord è ghiacciata, imponente, ed è percorsa da difficili vie di notevole interesse tecnico, mentre la Sud-Ovest è di roccia pericolosa e non viene frequentata. Infine la possente cresta Ovest (Arete de Tricot), solitaria e appartata, che se seguita interamente permette di continuare fino alla cima del Monte Bianco con un percorso di lunghezza eccezionale. Il nome deriva dal villaggio di Bionnassay, situato nell'omonimo vallone ai piedi del ghiacciaio dello stesso nome.

 

Salendo al Dôme du Goûter lungo la via normale del Monte Bianco si delinea sulla destra, verso Sudovest, una cresta nevosa particolarmente stretta. Si tratta della cresta Est dell’Aiguille de Bionnassay. Verso di essa si dirigono tracce cancellate dal vento e sul filo di cresta affilato si possono talvolta individuare dei punti scuri che si muovono lentamente in avanti. E’ apparentemente vicina ma separata dalla sella del Col de Bionnassay, situata 400 metri più in basso del Dôme du Goûter, dalla quale la cresta Est si snoda verso l’alto per 700 metri. Viene percorsa solo occasionalmente nell’ambito di una traversata al Monte Bianco.

 

Una prima ascensione nel temporale

 

L’immagine più suggestiva dell’Aiguille de Bionnassay è presentata dal suo versante Nord visto dal Refuge de Tête Rousse: una parete scoscesa alta 1200 metri e incorniciata da ghiacciai pensili. Per i ghiacciatori esperti, la parete Nordovest originale (AD) più la conclusione diretta è, all’inizio dell’estate, una via normale naturale con un’inclinazione media di 40 gradi e isolati passaggi che raggiungono i 55 gradi.

Proprio qui ebbe luogo la prima scalata il 25 luglio 1865. Fu il progetto dell’intraprendente Florence Craufurd Grove che due anni prima, mentre faceva notare la grandiosità dei pendii settentrionali del Monte Bianco a «tre giovani signore e al loro stimatissimo padre», notò l’inclinato ghiacciaio che conduceva sull’Aiguille de Bionnassay. «Mi passò per la mente che una spedizione alpina … si poteva fare per scalare quella montagna inviolata e proseguire lungo l’affilata cresta fino ai bordi leggermente declinati del tondeggiante Dôme.».

Nel 1865, Florence Craufurd Grove tornò a Chamonix con il birraio londinese Edward Buxton e con Reginald John Somerled MacDonald, che come lui aveva fatto progetti sulla montagna.

«Misi al corrente del nostro piano le nostre due forti guide, Jean-Pierre Cachat, un eccellente ghiacciatore e Michel-Clement Payot … Non posso dire che avessero aderito calorosamente al nostro progetto … la guida di Chamonix è molto conservatrice. Si aggrappa a tariffe protezionistiche … contenta del suo status se la porta sulle orme logore di Jacques Balmat.». Tuttavia, il mattino seguente li videro impegnati a cercare una via sicura sulla parete, ma le evidenti difficoltà dovete al ghiaccio della parete superiore (la parete Nordovest) li scoraggiò: «Il ghiaccio in tutta la sua nudità bluastra veniva rastrellato da scrosci di sassi … non sono riuscito … a condividere la convinzione di Edward Buxton secondo cui le scariche di sassi mutano e animano fisicamente la piatta monotonia di un pendio ghiacciato». Quindi fecero rotta per la cresta Ovest, raggiungendola alla sella presso l’Aiguille de Tricot (3665 m.), e continuarono sulla cresta Ovest facendosi strada faticosamente nella neve rammollita dal sole del mattino. Man mano che si avvicinarono alla cima il tempo peggiorava e iniziò a nevicare, le loro piccozze emettevano «uno strano ronzio, un suono quasi musicale, eppure fastidioso all’udito, perché voleva dire che eravamo proprio nel cuore del temporale». A questo punto una discesa dalla cresta Est era fuori questione, ma sulla cima la cortina di neve si sollevò per alcuni minuti e «potremmo vedere la cresta straordinariamente sottile digradare in un enorme curva … uno stupendo pilastro dall’aspetto perfettamente semicircolare si librava nell’aria … la cosa più terrificante che abbia mai visto sulle Alpi, ma mi rendo perfettamente conto che una cresta vista dalla cima di una montagna vergine, da uomini semicongelati nel mezzo di un tremendo temporale, può fare un’impressione estremamente esagerata». Diffidando della via che avevano percorso in salita, discesero una serie di canaloni sulla parete Sudovest e dopo un bivacco gelido e pericoloso raggiunsero St. Gervais a mezzogiorno del giorno seguente. Qui, sollevati ed affamati, chiesero un pranzo nell’elegante Hotel termale.

Gli avvenimenti conseguenti a questa grande scalata furono interessanti.

 

A Chamonix, mentre aspettavano che il tempo migliorasse, incontrarono un giovane desolato, Peter Taugwalder Jr appena scampato dalla tragedia del Cervino e lo assunsero come portatore.

Anche Jean Baptiste Croz era appena tornato da Zermatt, era «emaciato e quasi impazzito per la morte del fratello.». Presto ebbe origine una feroce campagna diffamatoria nei confronti dei Taugwalder, e Jean-Pierre Cachat e Michel-Clement Payot si recarono dai loro clienti con «un’accusa odiosa» e si rifiutarono di scalare con il giovane portatore. Edward Buxton osservò: «Peter Taugwalder Jr. non c’interessa affatto, avremmo preferito lasciare lui e tenere le nostre guide, ma poiché non possiamo abbandonarlo in un momento simile, abbiamo dovuto pagarle e lasciarle andare». Alla fine Jean-Pierre Cachat tornò, assunsero Jakob Anderegg e formarono la comitiva che tentò la discesa della via che già nel 1864 Anthony Adams-Reilly aveva individuato la possibilità di traversare il Monte Bianco.

Avendo lasciato la cresta Ovest del Dôme du Goûter troppo presto, finirono nel bacino del Ghiaccio del Dôme estremamente crepacciato e pieno di seracchi e dovettero affrontare una discesa alquanto drammatica.

La cresta Ovest dal Col de Tricot fu scalata nel 1911 da Fräulein Eleonore Hasenclever e Fräulein Helène Wirthl con Max Helff, Günther von Saar e Richard Weitzenböch.

 

La parete Nordovest completa, con i pendii ghiacciati superiori che avevano fermato la comitiva di Florence Craufurd Grove, fu scalata per la prima volta nel 1926 dal milionario uomo d’affari Robert Wylie Lloyd con le sue guide Adolph Pollinger e Joseph Pollinger.

 

La via normale

 

La montagna fu scalata per la seconda volta nel 1885 quando il trio francese formato da Paul Vignon, Henri Devouassoud e Alexandre Balmat si avvicinarono dal Ghiacciaio del Miage meridionale e terminarono sulla parete Sudest.

La via normale che viene oggi percorsa fu aperta a meta luglio del 1888 da Andreas Juan e Kaspar Maurer, dell’Oberland bernese, guide di Georg Gruber.

«Affascinante scalata su cresta con terreno misto» viene definita sulle guide la via che si snoda per un chilometro e mezzo dal Col de Miage alternando neve a roccia. Si attraversa il versante Sudest su una cengia. Quando questa è innevata o ghiacciata, si può ripiegare sul roccioso fianco Sudovest. Tale decisione va comunque presa sul luogo. Un punto interrogativo rappresenta anche il ripido pendio sommitale poiché in presenza di ghiaccio vivo può essere difficilmente accessibile.

Talvolta la via normale costituisce l’attacco per una traversata dell’Aiguille de BionnassayDôme du GoûterMonte Bianco il cui tratto più arduo è rappresentato dalla discesa lungo la cresta Est dell’Aiguille de Bionnassay.

Gli scalatori hanno individuato la possibilità di traversare il Monte Bianco già dal 1864, quando il cartografo irlandese Anthony Adams-Reilly con John Birkbeck Sen., Michel Croz e altri, girò attorno all’Aiguille e raggiunse il Col de Bionnassay dal Col de Miage e quindi scalò il Dôme du Goûter.

La comitiva di Florence Craufurd Grove aveva certamente fatto progetti sulla cresta Est, quella di Paul Vignon ci provò ma la trovò troppo difficile. Finalmente fu superata (dopo un’ascensione della cresta Sud) da Miss Katharine Richardson con le sue guide abituali Emile Rey e Jean-Baptiste Bich. Superarono i circa 100 metri ghiacciati della cresta a cavalcioni, giunsero al Dôme du Goûter alle 13,30 e raggiunsero Chamonix cinque ore più tardi. Una sorprendente spedizione di oltre venti chilometri e 250 metri di ascensione dalla partenza ai piedi del Ghiacciaio del Miage meridionale, completata in sedici ore.

 

La parete Nordovest

 

Mentre la parete Nord, scalata per la prima volta da Bertrand Kempf e Claude Laurendeau dal 30 al 31 agosto 1953 si annovera fra le pareti più difficili del gruppo del Monte Bianco e non ha presentato ancora una dozzina di ripetizioni, quella Nordovest, che si può indicare come classica, gode di un’attenzione crescente; non deve tuttavia essere assolutamente sottovalutata, nonostante l’uso delle moderne attrezzature.

 

 

Richard Goedeke scrive «Il versante è costituito da un ripido ghiacciaio che presenta numerosi punti di sosta in prossimità dei crepacci i quali fanno apparire in parte meno accentuata l’esposizione; ma non per questo l’impresa si può ritenere meno impegnativa. Bisogna superate un dislivello di 1000 metri e se il ghiacciaio è indurito anche i punti con inclinazione relativamente modesta si presentano ostili; la neve fresca comporta invece notevoli difficoltà nel segnare la traccia e talvolta pericoli di slavine». I seracchi sono imprevedibili.

Da questi non si lasciò tuttavia intimorire lo svizzero francese Sylvain Saudan quando il 7 ottobre 1969 scese con gli sci lungo la parete Nordovest. Follia?  Gioco d’azzardo?  Sylvain Saudan assicurò che si stava preparando «con grande coscienziosità, riguardo al suo stato fisico e psichico». Inoltre egli studiò «scrupolosamente le condizioni atmosferiche, la temperatura e lo stato della neve». Nonostante ciò il fattore rischio non è eliminabile.

DISCESA

L'Aiguille de Bionnassay è una montagna che non ha vie facili. Per la discesa si hanno due possibilità, che comunque avvantaggiano chi deve scendere sul versante italiano in quanto i successivi percorsi sotto i colli sono più semplici di quelli sul lato francese.

l) - Per la cresta Sud. - Via su roccia e neve evidente, in genere poco utilizzata. Porta alla Cabane Durier 3358 m. al Col de Miage, da dove si scende a Sud-Est per il ghiacciaio sospeso uscendone in basso verso destra al Ghiacciaio del Miage.

2) - Per la cresta Est. - Cresta di neve-ghiaccio affilata, che scende al Col de Bionnassay 3892 m. e risale fino alle roccette del Piton des italiens 4003 m. Da qui per scendere in Italia si prende la cresta verso il Col des Aiguille Grises, sulla quale si trovano le tracce che si abbassano a Sud nel Ghiacciaio del Dôme e portano al Rifugio Gonella 3072 m.

Per scendere invece verso la Francia si risale per la cresta al Dôme du Goûter 4304 m, dove per la via normale si scende al Refuge du Goûter 3817 m.

 

 

 

 

1864 - 5 agosto. Il cartografo irlandese Anthony Adams-Reilly con John Birkbeck Sen. e le guide Michel Auguste Croz, Michel-Clément Payot e Marc Tairraz, individuarono la possibilità di traversare il Monte Bianco girando attorno all’Aiguille de Bionnassay e raggiunsero il Col de Bionnassay dal Col de Miage. Itinerario senza particolare interesse, esposto alla caduta di sassi nella traversata iniziale sotto la cresta Sud dell’Aiguille de Bionnassay. PD+. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

 

1865 - 25 - luglio. Edward-North Buxton, Florence Craufurd Grove e Reginald John Somerled MacDonald con Jean-Pierre Cachat e Michel-Clement Payot, fecero un tentativo per raggiungere la vetta dell’Aiguille de Bionnassay dalla parete Nord Ovest, ma li sorprese un temporale con lampi e tuoni e dovettero desistere. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

 

1865 - 26 luglio. I primi salitori della cima dell’Aiguille de Bionnassay: Edward-North Buxton, Florence Craufurd Grove e Reginald John Somerled MacDonald con Jean-Pierre Cachat e Michel-Clement Payot, come via di fuga nel temporale scesero per la parete Sud-Ovest. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

 

1865 - 28 luglio. Edward-North Buxton, Florence Craufurd Grove e Reginald John Somerled MacDonald con Jean-Pierre Cachat e Michel-Clement Payot, raggiunsero comunque la vetta dell’Aiguille de Bionnassay per la parete Nord-Nordovest e la cresta Ovest. Splendida via su ghiaccio, aperta da una cordata che non disponeva di ramponi nel corso di una prima ascensione assoluta. Supera la ripida parete ghiacciata con crepacci e seracchi che scende fra l’Aiguille de Tricot e la cima. Dislivello dal piede della parete 1050 m. Difficoltà D. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 14 It.34 d

 

1885 - 31 luglio. Il trio francese formato da Paul Vignon, Henri Devouassoud e Alexandre Balmat furono i secondi a mettere i piedi sulla vetta dell’Aiguille de Bionnassay salendo per la parete Sud-Est con un’ascensione di scarso interesse, 350 m. Probabilmente AD-. - Dall'alto Ghiacciaio di Bionnassay si supera la parete per scarpate rocciose e neve. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 14 It.34 i

 

1888 - 13 luglio. Georg Gruber con le guide Andreas Juan e Kaspar Maurer dell’Oberland bernese, salirono per la cresta Sud dell’Aiguille de Bionnassay, con un’affascinante scalata su cresta con terreno misto che si snoda per un chilometro e mezzo dal Col de Miage alternando neve a roccia, aggirando il risalto terminale. Questa via oggi è diventata la normale per raggiungere la vetta. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

 

1888 - 13 agosto. Miss Katharine Richardson con Emile Rey e Jean-Baptiste Bich, scesero per la cresta Est dell’Aiguille de Bionnassay con un percorso aereo, magnifico, su una sottilissima cresta di neve-ghiaccio fino al Dôme du Goûter. Dal Col de Bionnassay la cresta è lunga circa 700 m, con dislivello di 160 m. Difficoltà AD. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 14 It.34 h

 

1888 - 18 agosto. Miss Katharine Richardson con le sue guide abituali Emile Rey e Jean-Baptiste Bich, con un bel percorso di cresta, vario, su neve e su roccia e vetrato, realizzarono l’ascensione della cresta Sud dell’Aiguille de Bionnassay direttamente, superando i circa 100 metri ghiacciati della cresta a cavalcioni. Questa fu una sorprendente spedizione di oltre venti chilometri e 250 metri di ascensione dalla partenza ai piedi del Ghiacciaio del Miage meridionale, completata in sedici ore. Dislivello700 m, con sviluppo di circa1600 m. Difficoltà AD. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 16 It.34 a

 

1898 - 16 agosto. John Percy Farrar e Johann Kederbacher con Daniele Maquignaz, salgono dal Col de Miage per l’Aiguille de Bionnassay e il Col de Bionnassay fino in cima al Monte Bianco. Percorso magnifico su creste in gran parte nevose, sempre aeree e affilate, tra le più eleganti del Monte Bianco. Non ripido tranne la salita in parte rocciosa all'Aiguille de Bionnassay, ma impegnativo sulla traversata della sottile cresta del colle, specialmente se di ghiaccio. Dislivello 1600 m, sulla distanza di quasi 6 km. Difficoltà D-. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

 

1899 - 26 agosto. Giovanni Battista Gugliermina con Giuseppe Gugliermina e Natale Schiavi con Michele Motta effettuano la prima ascensione e traversata da Est a Ovest dell’aereo colle fra il Picco Luigi Amedeo e il Mont Brouillard che chiameranno Col Emile Rey (4027 m.) a ricordo della grande guida di Courmayeur, Emile (Emilio) Rey, caduta nel 1895 a soli 49 anni alla Gengiva del Dente del Gigante. Per 20 anni svolse un’attività alpinistica eccezionale, di alto livello tecnico e di esplorazione; fra le sue prime ascensioni assolute o vie nuove si annoverano: Aiguille Noire de Peutérey, Aiguille de Talèfre, Calotte de Rochefort, Aiguille Blanche de Peutérey, Charmoz (traversata), Dru (traversata), Monte Bianco (invernale), Aiguille de Bionnassay (Sud e Est), Castore (Nord), Grandes Jorasses (invernale), Ago di Sciora, Pizzo Badile (Est), Cima di Rosso (Nord), Dent d'Hérens (Ovest), Monte Bianco (Cresta de Peutérey). – Contrafforti Italiani - Massiccio del Monte Bianco.

 

1911 - 26/27 luglio. Fräulein Eleonore Hasenclever e Fräulein Helène Wirthl con Max Helff, Günther von Saar e Richard Weitzenböch, salirono alla vetta dell’Aiguille de Bionnassay per la cresta Ovest dal Col de Tricot. Ascensione logica e dalla linea estetica ma eccezionalmente lunga e in parte monotona, su roccia discreta o rotta. Dislivello dal colle 1900 m, con sviluppo di 4,5 km. Difficoltà AD. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 14 It.34 c

 

1926 - La parete Nordovest dell’Aiguille de Bionnassay completa, con i pendii ghiacciati superiori che avevano fermato la comitiva di Florence Craufurd Grove, fu scalata per la prima volta dal milionario uomo d’affari Robert Wylie Lloyd con le sue guide Adolph Pollinger e Joseph Pollinger. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 14 It.34 d

 

1926 - l3 agosto. Louis Delachat e Léon Orset (guida) con P. Langlois, salirono dal Glacier de Bionnassay per l'Aiguille de Bionnassay fino al Dôme du Goûter. Questa combinazione consiste nel superare dapprima la parete Nord-Nordovest dell'Aiguille de Bionnassay e percorrere in seguito le Creste di Bionnassay e delle Creste delle Bosses. Itinerario bellissimo, vario ed elegante, uno dei più classici del Monte Bianco, sempre su neve e ghiaccio; viene spesso seguito in quanto dispone di un comodo punto di partenza. Dislivello quasi 2000 m. Difficoltà D. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

 

1927 - 1 settembre. Armand Couttet e Roland Simond (guida) con Henry Bregeault e J. Naville, salirono dal Glacier de Bionnassay per l'Aiguille de Bionnassay fino in cima al Monte Bianco. Questa combinazione consiste nel superare dapprima la parete Nord-Nordovest dell'Aiguille de Bionnassay e percorrere in seguito le Creste di Bionnassay e delle Creste delle Bosses. Itinerario bellissimo, vario ed elegante, uno dei più classici del Monte Bianco, sempre su neve e ghiaccio; viene spesso seguito in quanto dispone di un comodo punto di partenza. Dislivello quasi 2000 m. Difficoltà D. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

 

1929 - 20 marzo. Armand Charlet e Roger Frison-Roche; H. Horlin, Erwin Schneider e H. Schröder, realizzano la 1° invernale dalla parete Nord Ovest dell’Aiguille de Bionnassay. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

 

1929 - 20/21 marzo. H. Horlin, Erwin Schneider e H. Schröder, realizzano la 1° invernale in traversata fino al Col du Midi. Percorso magnifico su creste in gran parte nevose, sempre aeree e affilate, tra le più eleganti del Monte Bianco. Non ripido tranne la salita in parte rocciosa all'Aiguille de Bionnassay, ma impegnativo sulla traversata della sottile cresta del colle, specialmente se di ghiaccio. Dislivello 1600 m, sulla distanza di quasi 6 km. Difficoltà D-. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

 

1947 - 27 luglio. C. Gay, Robert Gréloz e Francis Marullaz, salirono per la parete Sud-Ovest dell’Aiguille de Bionnassay più direttamente, con un itinerario di scarso interesse, su roccia mediocre, esposto alla caduta di sassi. 1200 m. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

 

1953 - 30/31 agosto. Bertrand Kempf e Claude Laurendeau realizzano la 1° ascensione della parete Nord dell’Aiguille de Bionnassay, (via centrale di destra), che si annovera fra le pareti più difficili del Gruppo del Monte Bianco e non ha presentato ancora una dozzina di ripetizioni. Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 14 It.34 e

 

1969 - 26/27 settembre. F. Astori, realizza la 1° solitaria della parete Nordovest dell’Aiguille de Bionnassay, che si può indicare come classica, gode di un’attenzione crescente; non deve tuttavia essere assolutamente sottovalutata, nonostante l’uso delle moderne attrezzature. - Dal Refuge de Tete Rousse 3167 m. si va per 150 m. verso l'Aiguille du Goûter, quindi si obliqua a destra per scendere su sentierino in un canale di sfasciumi che porta al Glacier de Bionnassay. Questo si scende e si attraversa sotto una zona di seracchi per portarsi oltre la base della grande fascia rocciosa che caratterizza tutta la parete, a circa 3000 m. Si attacca sulla destra per una lingua di ghiacciaio e si sale nella parete. Dopo 400 m. si aggira a destra un salto di seracchi (continuando in salita obliqua a destra si può uscire sulla cresta Ovest poco sopra l’Aiguille de Tricot e salire alla vetta; è il percorso dei primi salitori). Sopra i seracchi si attraversa per 200 m. a sinistra per aggirare i seracchi superiori, poi si sale diritto per il magnifico pendio terminale alla cima. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 14 It.34 d

 

1969 - 7 ottobre. Lo svizzero francese Sylvain Saudan scese con gli sci lungo la parete Nordovest dell’Aiguille de Bionnassay. Follia?  Gioco d’azzardo? Sylvain Saudan assicurò che si era preparando «con grande coscienziosità, riguardo al suo stato fisico e psichico». Inoltre egli studiò «scrupolosamente le condizioni atmosferiche, la temperatura e lo stato della neve». Nonostante ciò il fattore rischio non è eliminabile. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 14 It.34 d

 

1975 - luglio. Jean Afanassieff e Bernard Domenech, realizzano la 1° ascensione della parete Nord dell’Aiguille de Bionnassay, (via centrale diretta). La via attacca a sinistra dello sperone roccioso e sale per un lungo e stretto canale obliquo verso destra, che porta sotto la seraccata. Passando alla sinistra del seracco si sale per la parete diritto alla cima. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 14 It.34 f

 

1977 - 17 settembre. Michel Parmentier e Jean-Baptiste Vaudelle, realizzano la 1° ascensione della parete Nord dell’Aiguille de Bionnassay, (via centrale di sinistra). Via su ghiaccio con breve settore di misto nella parte centrale, in ambiente glaciale grandioso. Dislivello 1000 m. Difficoltà TD-, con passaggi di V°. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 14 It.34 g

 

1986 - 8 febbraio. B. Dolliguez, C. Jond e P. Thevenard, realizzano la 1° ascensione invernale della parete Nord dell’Aiguille de Bionnassay, (via centrale di destra), con un arduo itinerario esposto alla caduta di ghiaccio. La conformazione dei seracchi è piuttosto variabile. Dislivello della parete 1000 m. Difficoltà TD- sostenute, IV°, pendii a 50°. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

Foto 14 It.34 e

 

1992 - agosto. La cresta Les Droites ha fatto parte di una straordinaria scalata di sei giorni, che ha abbracciato diverse creste sommitali, compiuta da François Damilano.

Partendo dall’Arête des Grands Montets de l’Aiguille Verte, François Damilano traversò Les Droites, Les Courtes, le cime delle Aiguilles de Talèfre e le Aiguille de Lescaux fino alle Grandes Jorasses e alla Cresta di Rochefort. Dal Rifugio de la Fourche scalò il Monte Bianco, attraversò l’Aiguille de Bionnassay e terminò sui Dômes de Miage. - Massiccio del Monte Bianco - VEDI: TABELLA - “Velocità e Concatenamenti Sportivi”.