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Giancarlo Grassi – (1946 - 1991) - CAAI

 

 

La sua carriera alpinistica si condensa in una serie impressionante di cifre: più di 800 vie aperte sulle strutture rocciose di fondovalle, più di 300 in alta montagna, 50 solo nel gruppo del Monte Bianco.

Ha finito per perdere anche il conto delle cascate ghiacciate risalite con tecnica ardita e sopraffina: più di 800, probabilmente.

Giancarlo Grassi, nato a Condove (Torino), scomparso a 44 anni nel 1991 per un incidente sui monti Sibillini, amava ricordare che proprio in Val di Susa e nelle Valli di Lanzo era nata la sua passione per la montagna.

Gli anni ’70 lo vedono in prima fila fra i principali protagonisti del “Nuovo Mattino”, un gruppo di alpinisti che seguono il “verbo” espresso dall’arrampicata californiana.

E’ così che la Valle dell’Orco diventa una piccola California dove fioriscono le vie tracciate da Grassi e dai suoi compagni.

E’ ancora l’anno 1970 che vede aprirsi il secondo importante capitolo della carriera alpinistica di Grassi: coincide con lo sviluppo in Italia della “piolet traction”, ovvero la nuova tecnica di salita su ghiaccio, già sviluppata in Francia ed in Scozia.

E’ un nuovo mondo, un universo infinito di roccia e di ghiaccio fatto di canali e goulottes incassati tra le pareti quello che Grassi viene scoprendo, e questa nuova tecnica consente di superarli in tempi ridottissimi.

Sarà il mondo di Giancarlo Grassi, quello che gli consentirà di esprimere il meglio di sé, di dimostrare il suo coraggio e la sua preparazione: un mondo del quale, insieme con pochi altri, diventerà signore assoluto.

 

La salita dell’Hypercouloir delle Jorasses e dei Seracchi dell’Aiguille Verte, con Gianni Comino, sono le pietre miliari della sua nuova strada.

 

Poi è la volta della parete Sud delle Jorasses: 1400 metri in piolet-traction, di estrema difficoltà (ED), in 10 ore di arrampicata continua.

 

La spettacolare “Visa per la Siberia” sull’Aiguille de Rochefort.

 

La “Durango” al colle delle Grandes Jorasses.

 

Con Gianni Comino e Renato Casarotto, Giancarlo Grassi può essere considerato uno dei “padri” dell’alpinismo moderno, un alpinismo del quale lui si sentiva fiero perché era in sintonia con le leggi della natura.

Per queste salite”, amava dire, “non basta la tecnica, ci vogliono anche esperienza ed intelligenza”.

Diceva ancora: “penso che queste salite saranno la sfida degli anni che devono venire”.

La lunga strada di ghiaccio di Giancarlo Grassi si è conclusa il 1 aprile 1991 scendendo lungo la parete Nord del Monte Bove, un ambiente appenninico certamente (ma solo in apparenza) più rilassante degli imponenti scenari alpini ai quali era abituato.

Un ambiente che sapeva così mutevole, di minuto in minuto, costruito a goccia a goccia.

Un ambiente che, in un solo istante, può frantumarsi sotto un incauto colpo di piccozza…

 

Giancarlo Grassi si arrampicava con la passione del ragazzo stupito, assetato di conoscenza. Non era capace di programmare scaltramente le proprie mosse, tanto meno di monetizzare la sua incredibile attività. Resta un naif un po’ inguaiato nella morsa del professionismo.

 

A differenza di molti altri famosi alpinisti, Grassi amava scrivere di sé e delle proprie imprese, superando quella barriera di riservatezza che è spesso peculiare di chi conosce l’intimità delle grandi pareti.

Scriveva per il Notiziario del Club alpino italiano articoli spesso vergati fittamente a stampatello, tranne la firma, con quei due pallini sospesi sulle “i” del suo nome.

I periodi erano torniti con raffinatezza, le immagini si rincorrevano come le note su un ideale spartito.

Il nero mantello di una nera figura, forato appena dal fascio della pila frontale, si riappropriava di tutto l’alone severo dell’ignoto”, raccontava.

E sembrava proprio di vederlo armeggiare nel cuore della notte risalendo lungo gli abissi del Monte Bianco, nelle ore in cui il gelo impedisce alla montagna di scaricare macigni, seracchi e cornici assassine.

E a che cosa alludesse parlando di una nera figura, si sapeva benissimo: ma eravamo sicuri che lui riuscisse davvero a trafiggere la nera signora con il fascio di luce della sua “frontale”, impedendole di toccarlo.

Ha teorizzato il piacere di scalare strutture di ghiaccio in libri di grande accuratezza, ultimo dei quali “Ghiaccio dell’Ovest”, dove aveva compilato mappe meticolose e affascinanti di ogni cascata. Con Lodovico Marchisio aveva anche scritto “90 scalate su guglie e monoliti”.

E per questa sua intensa e alacre opera pubblicistica figurava tra i soci del Gruppo italiano scrittori di montagna.

 

 


197118/19 dicembre. Gian Carlo Grassi, Ugo Manera, Gian Piero Motti, Miller Rava, effettuano la 3° ascensione della (via Perego, classica) sul versante Est del Mont Blanc du Tacul del Pilastro a Tre Punte. Arrampicata elegante, sostenuta, in libera e con tratti di artificiale, su roccia magnifica ma con qualche blocco mobile. Via poco attrezzata, utili chiodi vari; l'attacco è esposto alla caduta di sassi, crepaccia difficile. Dislivello 400 m. Difficoltà TD: 60 m. poco impegnativi, 270 m di V e V+, l0 m. VI°, 55 m. A1 e A2. - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.

 

1977 - 19 luglio. Gianni Comino, Gian Carlo Grassi, Franco Piana e A. Zimaglia, realizzano la 1° ascensione del Pilier Sans Nom che emerge nel complesso versante Est, raggiungendo poi la vetta del  Mont Blanc du Tacul. - Il Pilier Sans Nom è il pilastro di mezzo (oltre al Pilastro a Tre Punte in basso e al Pilier du Diable in alto) dei tre che formano la sponda Nord del Couloir du Diable. Bella ascensione varia e interessante, con arrampicata interamente in libera su roccia magnifica, in ambiente ricco di contrasti. Salito di rado, ambiente severo. Utili dadi e friend. Dislivello 800 m, dei quali 400 di percorso nuovo. Difficoltà TD. - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.

 

1977 – 11 settembre. Gian Carlo Grassi realizza la 1° solitaria salendo dal canalone Est e la cresta Sud del Mont Maudit dal Versante della Brenva.  Disli­vello 700 m, con sviluppo di 900 m. Difficoltà AD+. - Gruppo Mont Maudit - Massiccio del Monte Bianco.

 

1978 - Gianni Comino, Giancarlo Grassi e Renato Casarotto, inventano una via improbabile sulla parete Nord dell’Aiguille Verte.

 

1978 - 21 luglio. Renato Casarotto, Gianni Comino e Gian Carlo Grassi, dalla Brenva per il canale Nordest raggiunsero la Brèche Sud de Dames Anglaises. I primi salitori partirono dal Rifugio-Bivacco Ghiglione e scesero sul bordo del ghiacciaio della Brenva fin sotto il ghiacciaio sospeso alla base del canale. Sopra la crepaccia (dove appare una lastronata di roccia che con poca neve può essere insuperabile si sale il ghiacciaio sospeso e si entra nel canale. Lo si supera interamente (cadute di sassi dall'Aiguille Noire). Una decina di metri prima di un diedro-camino finale si piega a destra su una rampa per 2 lunghezze (misto) e per un canalino di 40 m. (IV°, IV°+, friabile) si esce a un intaglio presso la Brèche Sud de Dames Anglaises. - Contrafforti Italiani - Massiccio del Monte Bianco.

 

1978 – 20 agosto. Gianni Comino e Giancarlo Grassi salgono l’Hypercouloir della Sud delle Grandes Jorasses, dove superano tratti di cascata verticali o addirittura strapiombanti. E’ la dimostrazione che hanno idee chiare e audacia da vendere, perché salgono in pieno mezzogiorno sul terreno che è sempre stato storico appannaggio dei rocciatori, contando sulla notte, sulla velocità e sulle ali degli innovatori. E’ un’altra grande impresa in piolet-traction.

 

1978 - 26-27 agosto.  Renato Casarotto con Gian Carlo Grassi e Giovanni Groaz salirono per il Diedro e il pilastro Est della spalla Sudovest del Mount Maudit dal Versante della Brenva aprendo la via Casarotto, con un’arrampicata molto bella interamente in libera, su roccia magnifica. Utilizzati 25 chiodi. Dislivello 700 m. Difficoltà ED, dal IV° + al VI° sostenuto. - Gruppo Mont Maudit - Massiccio del Monte Bianco.

 

1979 - Gianni Comino e Giancarlo Grassi salgono due seraccate da cui i ghiacciatori si erano sempre tenuti a debita distanza: quella del Col Maudit e, soprattutto, quella di sinistra della Poire, in piena parete della Brenva.

 

1979 - 21 giugno.  Gianni Comino, Gian Carlo Grassi e Giuseppe Miotti, per il canale Nordest salirono la Pointe de l’Androsace, dal Cirque Maudit attaccarono nella direttrice del canale che sul pendio piega a destra, superando la fascia di rocce si prosegue prima diritto, poi a sinistra verso un canalino secondario (misto, goulotte a 70°). Dopo 30 m. di misto nel canalino, si sale per 100 m. e si percorre il canale incassato e sinuoso (tratti a 60°). Con altri 50 m. si supera una goulotte (65°) e un canalino (brevi muri, 65°) e si raggiunge il tratto di cresta nevosa dello sperone. Scendendo poi per il canale Sud. Salita di circa 350 m. Difficoltà TD-. - Gruppo Mont Maudit - Massiccio del Monte Bianco.

 

1979 - 4 luglio. Alla sera Gianni Comino e Gian Carlo Grassi, salirono direttamente per il canale e il seracco Sud-Est del Col Maudit, con un percorso particolarmente pericoloso e difficile. Dislivello dal ghiacciaio 350 m. dei quali circa 100 m. di seracco. Difficoltà TD + . - Gruppo Mont Maudit - Massiccio del Monte Bianco.

 

1979 - notte tra 10/11 agosto. Gianni Comino e Gian Carlo Grassi, salgono al Monte Bianco dal seracco a sinistra della Pera con un ardua ascensione in ambiente eccezionalmente severo, pericolosissima per la caduta di ghiaccio. Ma loro l'hanno effettuata con condizioni ambientali ben studiate. Sale al margine sinistro dell'immane seracco sospeso tra la Pera e la Cresta di Peutérey. Difficoltà TD +. - Si segue la via giapponese nel canale incassato fra la parete Nord del Grand Pilier d'Angle e la Pera e per questo canale (55°) fino alla radice del seracco. Si costeggia verso sinistra la base del seracco su pendii ghiacciati (55°). Si supera il ripido canalino che ne limita il fianco sinistro (circa 120 m.) e a destra si monta sopra il seracco. Per questi pendii, come per la via della Pera, si sale in cima. - Bianco - Versante della Brenva - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

 

1979 - 2 settembre. Gianni Comino e Gian Carlo Grassi salgono per il canale fra il Primo pilastro e il Gendarme del Col Maudit, da cui i ghiacciatori si erano sempre tenuti a debita distanza. - La parte superiore del canale accoglie una bella goulotte ghiacciata, ma è esposta al primo sole e alla caduta di sassi. Dislivello 350 m. D+. Superata la crepaccia sotto l'enorme seracco, si piega verso sinistra per salire il ripido canale fra due speroni rocciosi. Dopo 70 m. con brevi risalti e 50 m. su misto si giunge al nevaio centrale, per il quale si sale a prendere la goulotte sul fondo del canale. Questa è stretta per i primi 40 m. (70°), più ripida nei 30 m. successivi (fino a 80°). La gola prosegue molto stretta: dopo un salto di 3 m. vertica­le si piega a sinistra nella conca nevosa fra le due sommità e la cornice del colle. - Gruppo Mont Maudit - Massiccio del Monte Bianco.

 

1980 - 1 agosto. Marco Bernardi, Gian Carlo Grassi e Franco Salino per lo Spigolo Est salgono la vetta della Punta Welzenbach, creando una bella via che segue l'elegante spigolo che sovrasta la conca del Combalet. Arrampicata libera prevalentemente esterna su roccia solida e compatta, molto ruvida; usati 12 chiodi. Dislivello 500 m: Difficoltà ED- sostenute, con passaggi di VI° e VI°+. - Contrafforti Italiani - Massiccio del Monte Bianco.

 

1980 - 2/3 settembre. Marco Bernardi, Gian Carlo Grassi e Renzo Luzi, tracciano un arduo itinerario che forza l'uscita diretta dal Canalone di Frêney, superando direttamente la Cascata del Freney. (Supercouloir del Frêney) La cascata più alta d’Europa, alta circa 80 m, si trova alla quota di circa 4500 m. Data l'esposizione a Est le condizioni del ghiaccio di colata sono molto variabili, quasi sempre cattive. Forti pericoli oggettivi. Difficoltà: ED per i primi salitori, TD-/TD per i ripetitori. - I primi salitori con una prima lunghezza hanno superato il bordo sinistro e quindi il centro della cascata (80°, 90°) sostando a destra contro le rocce. Con la seconda lunghezza si sono portati sulla sinistra (80°) e con la terza (90°) di nuovo sulle rocce a destra. Si rimonta diritto il pendio dell'imbuto superiore (55°) per uscire sulla cresta (cornice) a circa. 4680 m. (12 ore fino in vetta, delle quali 5 per la cascata). - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

 

1982 - 23 luglio. Gian Carlo Grassi e Isidoro Meneghin sulla parete Sudovest della Punta Gugliermina tracciano la via Grassi-Meneghin che ha in comune con la Gervasutti-Boccalatte la prima e l'ultima parte, in pratica supera la parete (circa. 300 m.) compresa fra il Pilastro Sudovest e lo spigolo monolitico più a sinistra. Dislivello 650 m. Difficoltà TD+, fino a VI°-. - Contrafforti Italiani - Massiccio del Monte Bianco.

 

1983 - 11marzo. Gian Carlo Grassi, Mario Marone e Carlo Stratta, raggiunsero la vetta del Petit Mont Blanc salendo dal versante Est-Nordest, che è il largo canale roccioso che precede il canalone Nord-Est, ed è stato salito in condizioni particolari, incontrando a metà una colata di ghiaccio. Dislivello1000m. Difficoltà D. - Gruppo Glaciers-Trélatête - Massiccio del Monte Bianco.

 

1983 - 29 luglio. Gian Carlo Grassi e Jean-Noel Roche, salgono al Picco Luigi Amedeo da Ovest, per il Pilastro Rosso. Nel largo versante Ovest del Picco Luigi Amedeo spicca al centro un netto pilone delimitato da stretti canali, che per 3/4 è di ottimo granito rossastro e nella parte superiore è invece di roccia nerastra e rotta. Scalata molto bella, ambiente severo. Dislivello, dal ghiacciaio all'uscita in cresta: 650 m, di cui 350 per il pilone. Difficoltà TD-, con passo di V-. - Bianco - Versante del Miage - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

 

1984 - 21/22 aprile. Gian Carlo Grassi e Enrico Tessera, salgono al Picco Luigi Amedeo per la gola Ovest e tracciano la (Fantacouloir) in una delle gole ghiacciate più belle e più nascoste del Monte Bianco. Limita a sinistra (Nord) il Pilastro Rosso. Le colate di ghiaccio si possono formare in primavera e fino all'inizio dell'estate, altrimenti il canale è roccioso. Forte pericolo di caduta sassi, anche in condizioni di freddo intenso. Le soste nella prima parte del canale sono sempre attrezzate sul lato sinistro. Dislivello 650 m. Difficoltà TD+, fino a 90°. DISCESA. - Attrezzata nel canale, con 17 calate a corda doppia. - Bianco - Versante del Miage - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

 

1984 - 5 luglio. A. Faré, Gian Carlo Grassi e C. Longhi, salgono per la goulotte a sinistra del Terzo pilastro del Col Maudit per il versante Est aprendo la via Filo di Arianna. Ascensione che richiede condizioni favorevoli e la presenza di ghiaccio. TD secondo i primi salitori.

Dalla crepaccia si supera il pendio che con 5 lunghezze da 50 m. (50°-55°) che porta sotto la goulotte, stretta e tortuosa. La si sale inte­ramente (quasi 100 m, 65°-70°). In ultimo si supera il diedro di 30 m. roccioso ma dal fondo di ghiaccio stretto fino a 10-20 cm. (80°-90°, difficoltà sostenute). Oltre la cornice si esce sui pendii del colle. - Gruppo Mont Maudit - Massiccio del Monte Bianco.

 

1984 - 19 agosto. Gian Carlo Grassi e Isidoro Meneghin, salirono per lo Spigolo Est del Terzo pilastro del Col Maudit, realizzando una via molto bella, con arrampicata varia su spigolo, paretine e fessure. Roccia buona, di colore grigio; utilizzati circa 30 dadi e friend. Discesa per la stes­sa via. Dislivello 350 m. Difficoltà TD+, sostenute, 1 passo di VI+. - Gruppo Mont Maudit - Massiccio del Monte Bianco.

 

1985 - 5 febbraio. Gian Carlo Grassi e Carlo Stratta, salgono al Col Maudit per la goulotte fra il  Secondo e Primo pilastro tracciando la via Lacrima degli angeli. - Nella metà inferiore la via è su terreno vario e tocca altre vie, nella metà superiore supera una goulotte-diedro molto incassata, con qualche risalto ver­ticale. Necessita condizioni favorevoli e la presenza di ghiaccio; nella gola tutte le soste sono attrezzate. Dislivello 350 m. Difficoltà TD/TD +. - Gruppo Mont Maudit - Massiccio del Monte Bianco.

 

1985 - 2 maggio. Gian Carlo Grassi e Piero Marchisio, salgono la parete Est della spalla Sudovest del Mount Maudit dal Versante della Brenva dall’evidente goulotte Est stretta e linearmente diritta situata nella parete rocciosa a metà fra il Gran Diedro Casarotto e la cresta Sudest (Domenech). Dislivello della goulotte 180 m, 700 fin sulla spalla. Difficoltà TD (nella goulotte 70° - 90°). - Gruppo Mont Maudit - Massiccio del Monte Bianco.

 

1985 – giugno. Giancarlo Grassi con Renzo Luzi e Mauro Rossi, riesce a salire interamente in Piolet-traction la grandiosa parete Sud delle Grandes Jorasses, ancora dove batte il sole, portando alle estreme conseguenze la concezione futuristica che aveva lanciato con Gianni Comino sull’Hypercouloir, sette anni prima.

 

1985Di notte fra 10/11 luglio. Gian Carlo Grassi, François Marsigny, Piero Marchisio e Mauro Rossi salgono per la gola Sudest della spalla Nordest dal Versante della Brenva, aprendo la (via Rencontre au sommet) sul Mont Maudit. Salita su ghiaccio e misto. La gola-canale ha andamento quasi rettilineo e costeggia a destra lo Sperone Sudest della via Kagami, con la quale ha in comune la gola-camino d'uscita. Normalmente esposta alla caduta di sassi, richiede condizioni particolari (i primi salitori: di notte). Dislivello 650 m. Difficoltà TD. - Gruppo Mont Maudit - Massiccio del Monte Bianco.

 

1985 – 19 settembre. Giancarlo Grassi e Carlo Stratta salgono per il Seracco a Nord del Petit Capucin. - Satelliti del Mont Blanc du Tacul - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.

 

1985 - 25 settembre. Gian Carlo Grassi e Isidoro Meneghin, aprono la via Conflitto finale che sale in diedri e fessure sulla destra dello spigolo della parete Est del Pilier Rouge. Via molto bella su roccia ottima; corde da 50 m. Hanno utilizzato 35 protezioni (chiodi e dadi). Dislivello 200 m. Difficoltà ED, fino a VI°+ e 3 passaggi di VII°-. - Satelliti del Mont Blanc du Tacul - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.

 

1986 - l0 luglio. Roberto Fava e Gian Carlo Grassi, raggiunsero la vetta del Mount Maudit dal Versante della Brenva salendo da Sudest alla spalla Sudovest. (Canale del Bicentenario). La via all'inizio supera lo stretto canale che limita a sinistra la cresta Sudest, già sul versante del Col de la Brenva e in seguito il pendio presso la cresta stessa. Richiede condizioni di innevamento molto favorevoli. Dislivello 750 m. Difficoltà TD. - Gruppo Mont Maudit - Massiccio del Monte Bianco.

 

1986 - 28/29 luglio. Gian Carlo Grassi, Isidoro Meneghin e Mario Rossi, salirono per la parete Sud del Pilastro di Destra del Brouillard e tracciarono la (via Etica bisbetica) che si protrae fino alla sommità del pilastro. Nella linea generale questa via segue l'itinerario (Baranek-Hudek). Arrampicata stupenda, a incastro, interamente in libera, una delle più belle del settore; roccia ottima. Discesa lungo la stessa via. Dislivello del pilastro 350 m. Difficoltà ED-. fino a VI+. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.

 

1986 - 13 ottobre. Gian Carlo Grassi, Nello Margaria e Angelo Siri, raggiungono la vetta del  Mount Maudit dal Versante della Brenva, salendo da Est alla spalla Sudovest, aprendo la via Overcouloir. Questa via supera lo zoccolo roccioso per una bella goulotte ghiacciata ed esce sul pendio nevoso centrale; in alto segue le goulotte già percorse da Country-couloir. 700 m, TD. - Gruppo Mont Maudit - Massiccio del Monte Bianco.

 

1987 – 25 giugno. Giancarlo Grassi e Valeria Rudatis, vincono il Petit Capucin da Nordest dalla Brèche du Pic Adolphe realizzando la via Goulotte Valeria. - Satelliti del Mont Blanc du Tacul - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.

 

1987 – 28 giugno. Giancarlo Grassi e P. Borra, vincono dal ghiacciaio, il Petit Capucin da Nordest dalla Brèche du Pic Adolphe concretizzando la 2° ascensione della via Goulotte Valeria. - Satelliti del Mont Blanc du Tacul - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.

 

1987 - 23 luglio. Gian Carlo Grassi e Sergio Rossi; B. Boekaert, H. Leduc e M. Van Espen, salgono per il versante orientale da Est, per il Couloir du Diable per 100 m. e dopo la prima strozzatura raggiunsero a destra il canale tra il Pilastro a Tre Punte e il Pilier Sans Nom. Costeggiando i suoi fianchi aprono la (Goulotte Labirinto di Minosse). Via su ghiaccio ricercata in una parete rocciosa, che segue canale e goulotte alla base e alla sinistra del Pilier Sans Nom, dalla quale si può passare a destra nel canale a lato della Torre Rossa e per la via Boccalatte in cima al Mont Blanc du Tacul. E’ perciò effettuabile solo con condizioni favorevoli. Dislivello 800 m, dei quali circa. 250 per le goulotte. Difficoltà TD. - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.

 

1988 - 28 luglio. Gian Carlo Grassi e Sandro Rossi, su la parete Est del Pilier Rouge tracciano la via Il Pifferaio di spits, che si sviluppa nei diedri e fessure al centro della stretta parete Est. Le prime due lunghezze sono in comune con la (via Conflitto finale); le ultime tre in fessura, bellissime, erano già state percorse in precedenza. Eccezionale il diedro iniziale di 50 m, molto bello, di VII°-, con 15 protezioni, da mettere. Dislivello 200 m. Difficoltà ED, passaggi fino a VII°-. - Satelliti del Mont Blanc du Tacul - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.

 

1988 - 25 settembre. Elio Bonfanti e Gian Carlo Grassi, affrontano dal versante orientale del Mont Blanc du Tacul la Goulotte Nord-Est che è la prima a destra della Goulotte Lafaille e presenta duri tratti a 90° su ghiaccio sottile e terreno misto; il più esile filo ghiacciato del settore Diable e tracciano la via Una follia per Umberto Maria. - Protezioni sui bordi di buon granito; corde da 50 m. Dalla crepaccia all'uscita 250 m. Difficoltà TD-. - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.

 

1988 - 30 ottobre. Gian Carlo Grassi, Sergio Rossi e Angelo Siri, grazie a condizioni eccezionalmente favorevoli salgono per il canale-goulotte della parete Est della Punta Baretti. Nel canale, per tutta l'estate 1992 sono precipitate frane di roccia dalla cresta sommitale. 500 m. TD. - Contrafforti ItalianiMassiccio del Monte Bianco.

 

1989 - 6 maggio. Elio Bonfanti e Gian Carlo Grassi, salirono per il canale Est del Tour de la Brenva e ridiscesi per la stessa via. Dislivello 250 m. Difficoltà AD+ con una lunghezza a 70°. È stato superato con condizioni di innevamento particolari lo stretto canale orientale che esce all’intaglio fra Tour de la Brenva e Rocce della Brenva. - Gruppo della Tour Ronde - Massiccio del Monte Bianco.

 

1989 – 25 ottobre. François Damilano e Giancarlo Grassi dalla Seraccata del ghiacciaio sospeso del Petit Capucin salgono da Nordest. - Satelliti del Mont Blanc du Tacul - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.

 

1989 - 27 ottobre. Gian Carlo Grassi e Sergio Rossi, sulla parete Est del Mount Maudit dal Versante della Brenva superano una goulotte obliqua situata nella parete rocciosa tra la via Casarotto e la goulotte Est. - La bella goulotte che chiameranno (Nata di pietra) è lunga circa 120 m. e richiede la presenza di ghiaccio. TD-. - Gruppo Mont Maudit - Massiccio del Monte Bianco.

 

1990 - 2 aprile. Fulvio Conta, Gian Carlo Grassi e Sergio Rossi, salgono la Calotte de la Brenva da Nord-Est, per il seracco con una via su ghiaccio molto pericolosa. Dislivello dal ghiacciaio 200 m. TD. - Ben a destra della via di salita al Rifugio-Bivacco Ghiglione, il grande seracco è stato superato nella sua parte centrale, con risalti verticali e strapiombanti. - Gruppo della Tour Ronde - Massiccio del Monte Bianco.

 

1991 - 1 aprile. La lunga strada di ghiaccio di Giancarlo Grassi si è conclusa scendendo lungo la parete Nord del Monte Bove, un ambiente appenninico certamente (ma solo in apparenza) più rilassante degli imponenti scenari alpini ai quali era abituato. Un ambiente che sapeva così mutevole, di minuto in minuto, costruito a goccia a goccia. Un ambiente che, in un solo istante, può frantumarsi sotto un incauto colpo di piccozza…Anche lui scompare troppo presto, per il crollo di una cornice di neve sui Monti Sibillini. Non aveva ancora compiuto i 45 anni.