Francesco Ravelli, anche se poco conosciuto proprio per la sua modestia proverbiale, è certamente una delle figure più simpatiche dell’alpinismo italiano.
Non ha certo mai avuto la durezza eroica dei tedeschi, ma quando era ora di lottare non si è mai tirato indietro e la pelle l’ha sempre portata a casa, tanto che quasi ottantenne si permetteva ancora i girovagare per il Monte Rosa e il Cervino.
Il suo spirito ricorda quello di un Mummery, infatti, ne possiede la stessa ironia e lo stesso garbo sottile nello sdrammatizzare ogni situazione, ma in più vi è in lui una freschezza e un entusiasmo che vanno ben al di là di ogni limite rappresentato dal tempo e dagli anni.
“Ravelli va in montagna con la freschezza di sensibilità poetica d’un Guido Rey e con la lucida strategia alpina d’un Duca degli Abruzzi.”.
L’insieme delle sue grandi ascensioni denota un piano preciso d’applicazione d’un certo livello tecnico, raggiunto dell’alpinista, al settore delle Alpi Occidentali: tutte le imprese che cadono sotto quel livello tecnico sono individuate con sicurezza, affrontate e condotte a termine.
Nello stesso tempo sono innumerevoli le piccole vie nuove, per così dire marginali, da lui raccolte in ogni angolo delle Occidentali, forse con particolare abbondanza nel versante meridionale del Gran Paradiso: perché Ravelli è l’uomo che non disdegna affatto di vagabondare in piccole valli dimenticate del Canadese, magari pochi giorni dopo aver aperto grandi itinerari sul Monte Bianco, e la passeggiata turistica solitaria in un bel paesaggio alpino non ha per lui minor pregio che la grande impresa al limite delle forze.
Limite che, sia detto per inciso, non si sa se Ravelli abbia mai voluto toccare, tanto è la sicurezza che caratterizza la sua lunga carriera alpina.
Ravelli inizia dunque sui monti della sua Valsesia, poi si unisce ai Gugliermina, ai quali sa portare un soffio rinnovatore che li sprona verso imprese di assoluto valore sul versante meridionale del Monte Bianco.
Ed è proprio con i Gugliermina che per un soffio viene mancato il successo sulla lunga e difficile Cresta dell’Innominata, dopo averne esplorato la parte più complessa ed impegnativa.
Ravelli pratica l’alpinismo senza guida, infatti, i suoi notevoli mezzi tecnici e morali gli permettono di superare qualsiasi ostacolo, ma realizza anche molte ascensioni con la grande guida cormayorina Adolphe Rey, non tanto per il bisogno reale, ma certamente per un rapporto di amicizia e simpatia.
Suo compagno preferito di ascensione è il biellese Guido Alberto Rivetti: molti successi sono “infatti” siglati dai nomi Ravelli-Rivetti-Rey-Chenoz.
Ravelli non si accontenta certo di ripetere i grandi itinerari di chi lo ha preceduto, ma ama il “nuovo” e riesce a scoprire ciò che ancora non è stato intuito e scoperto.
Le sue attenzioni sono rivolte soprattutto al versante meridionale delle Grandes Jorasses, caratterizzato da lunghe creste turrite e selvagge, e dalla formidabile parete Sud del Monte Bianco.
Più che le scalate spettacolari e brevi, egli ama la grande salita che isola dal mondo, il grande ambiente occidentale.
Eppure egli è alpinista completo in ogni senso, capace di aprire anche difficili itinerari di arrampicata pura oppure percorsi di solo ghiaccio.
Va ricordata la prima salita del ripidissimo Canalone Nordest del Mont Blanc du Tacul, oggi chiamato Couloir Gervasutti, ma che più giustamente bisognerebbe forse chiamare “Canalone Ravelli” (1° settembre 1929, con Piero Ghiglione e Piero Filippi).
Ma ciò è veramente nulla di fronte alla mole di ascensioni realizzate su tutto l’arco alpino accidentale: prime ascensioni assolute, prime ripetizioni, prime italiane e prime senza guida.
E vi è un altro particolare da segnalare: Ravelli rappresenta nell’alpinismo occidentale qualcosa di nuovo e innovativo.
In un’epoca in cui l’alpinismo piemontese è appannaggio di un certo ceto sociale ben definito, Ravelli giunge a spezzare questa egemonia. Egli non è un aristocratico e quindi riesce ad aprire la spirale verso altri ceti sociali ai quali l’alpinismo giungerà più innanzi. Ma, sia chiaro, in Ravelli non vi è alcuna pretesa di rivalsa, non esiste alcun aspetto rabbioso, anzi, Ravelli in montagna si accompagna a chiunque: guide, nobili valligiani. Ed è per questo che fino alla sua morte avvenuta all’età di cento anni, amava discutere serenamente con i giovanissimi dei loro problemi e seguiva appassionatamente i fatti dell’alpinismo odierno, riconoscendo ai giovani i loro giusti meriti e non cadendo mai nella trappola di chi, non avendo accettato il tempo e la vecchiaia, continua a ripetere: “Ma ai miei tempi”.
1911 – agosto. Francesco Ravelli attaccò la cresta di Zmutt con, Aldo Bonacossa, Giuseppe Gugliermina, Giovanni Battista Gugliermina, e Ernesto Martiny.
1913 - 22 luglio. Giovanni Batista Gugliermina, Giuseppe Lampugnani, Francesco Ravelli e Alberto Zanutti, tracciarono una Variante per raggiungere l’Aiguille Blanche de Peutérey fin sotto la Punta Gugliermina. - Contrafforti Italiani - Massiccio del Monte Bianco.
1913 - 22 luglio. La 1° ascensione della Brèche Nord des Dames Anglaises da Nordest venne effettuata da Giovanni Batista Gugliermina, Giuseppe Lampugnani, Francesco Ravelli e Alberto Zanutti. - Contrafforti Italiani - Massiccio del Monte Bianco.
1914 - 23 agosto. Giovanni Batista Gugliermina, Giuseppe Lampugnani e Francesco Ravelli, tracciarono un’altra Variante per raggiungere l’Aiguille Blanche de Peutérey fin oltre la Punta Gugliermina. Dalla Brèche Nord des Dames Anglaises si supera il ripido risalto soprastante, scalandolo direttamente per difficili placche e fessure sul versante Brenva ma assai vicino allo spigolo. Dalla sommità del risalto si segue la Cresta Sudest dell’Aiguille Blanche de Peutérey per breve che sale dal Freney e poi si porta nel versante Est, aggirando sulla destra dei piccoli risalti e giungendo ai piedi della Punta Gugliermina. Si attraversa il canalino che scende tra questa e l'Epée e dopo una ventina di metri ancora a destra si sale diritto a prendere la Cresta Sudest, lungo la quale prima dell'intaglio si trova la via Preuss. - Contrafforti Italiani - Massiccio del Monte Bianco.
1914 - 23 agosto. Giovanni Batista Gugliermina, Giuseppe Gugliermina e Francesco Ravelli conquistano la 1° ascensione della Brèche Nord des Dames Anglaises da Sudovest. - Contrafforti Italiani - Massiccio del Monte Bianco.
1914 - 24 agosto. Giovanni Batista Gugliermina e Francesco Ravelli realizzano la 1° ascensione della Punta Gugliermina seguendo la via all'Aiguille Blanche de Peutérey per la Cresta Est. Da una spalletta della cresta si scende all'intaglio a Nordovest dell'Epée, si aggira questa a Est e si arriva al piede della punta. Scalano prima le difficili placche della parete Nord, poi arrivarono in cima per la Cresta Est. Oggi questa via è la normale. - Contrafforti Italiani - Massiccio del Monte Bianco.
1921 - 26 luglio. Giovanni Battista Gugliermina e Giuseppe Gugliermina, Gustavo De Petro e Francesco Ravelli, salirono per il canale Sud-Est del Col Maudit, aprendo la (via Ravelli). Con questa via veniva scoperto un nuovo accesso alla vetta del Monte Bianco in partenza dal Colle del Gigante, senza dover passare dal Col du Midi. Itinerario su terreno misto esposto alla caduta di ghiaccio dal grande seracco. Dislivello 350 m. Difficoltà AD. - Gruppo Mont Maudit - Massiccio del Monte Bianco.
1921 - 26 luglio. Giovanni Battista Gugliermina e Giuseppe Gugliermina con Gustavo De Petro e Francesco Ravelli, salgono per la Crestina Sud-Ovest del Mont Blanc du Tacul dopo la salita da Est al Col Maudit 4035 m, prendendo la roccia nei pressi del seracco e salendo alla cresta, che si segue su rocce innevate e porta sulla Cima Ovest del Mont Blanc du Tacul. - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.
1921 – 31 luglio–1 agosto. Giovanni Battista Gugliermina, Giuseppe Gugliermina, Francesco Ravelli e Lucien Proment compiono la seconda ascensione della Cresta dell’Innominata al Monte Bianco. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1921 - 1/2 agosto. Giovanni Battista Gugliermina, Giuseppe Gugliermina, Francesco Ravelli e Lucien Proment compiono la seconda ascensione della Cresta dell’Innominata al Monte Bianco e tracciano la variante Ravelli che invece di traversare a sinistra il largo canale sui 4250 m, si sale ancora su misto lungo il suo bordo, riprendendo a seguire la cresta sopra il secondo risalto. Il canale si attraversa quasi alla sua estremità superiore dove è molto largo, quindi si sale su rocce rotte e una rampa nevosa obliqua a sinistra che porta sullo sperone dove passa la via classica. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1922 - 20 agosto. Evaristo Croux (guida) con Francesco Ravelli e Guido Alberto Rivetti, salirono per il versante Nordest dell'anticima Sud della Punta Innominata raggiungendo la vetta. Scalata di 350 m. Probabilmente AD. - Contrafforti Italiani – Massiccio del Monte Bianco.
1923 - 23/24 luglio. Francesco Ravelli e Guido Alberto Rivetti con Evaristo Croux, salirono le Grandes Jorasses per il Contrafforte di Pra Sec e il Versante di Tronchey. Il complesso Contrafforte di Pra Sec (che divide in basso il ramo orientale del Ghiacciaio delle Grandes Jorasses dal Ghiacciaio di Pra Sec) in alto è poco evidenziato e costituisce l'estremo bordo orientale delle roccette finali dell'itinerario normale che battezzarono molto opportunamente «Aiguilles de Pra Sec», IGM reca due quote - 3549-3438 - che corrispondono rispettivamente alla settentrionale ed alla meridionale: ma non quota la centrale, pur evidenziandone il disegno. Queste tre Aiguilles de Pra Sec sono ben visibili da Entrèves, e diventano particolarmente evidenti quando un po’ di nebbia sulla retrostante parete, o un favorevole contrasto di sole ed ombra le distacca nettamente dalle retrostanti due torri superiori della Cresta di Tronchey (seconda e terza), contro le quali restano altrimenti schiacciate, ad eccezione dell’estrema vetta dell’Aiguille Meridionale, che si profila sul cielo. La cordata di Francesco Ravelli scalò soltanto l’Aiguille Meridionale, girando l’Aiguille Centrale e l’Aiguille Settentrionale sul versante Ovest e riprendendo il filo nel tratto compreso fra la forcella a monte e la vetta dell’Aiguille Settentrionale (che non raggiunsero, perché continuarono subito verso la forcella). - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.
1927 - 11 luglio. Piero Ghiglione, Alberto Rand Herron, Ottorino Mezzalama, Francesco Ravelli, E. Scalvedi, dalla parete Ovest raggiunsero la vetta dell’Aiguille de la Brenva seguendo la via normale fin sotto il grande gendarme appuntito, da dove si raggiunge la cresta Sud-Ovest. La seguirono per un poco e a un breve risalto, scesero a Ovest. Risalirono lungo un canale fin dove termina nella parete. Raggiunto a sinistra un altro canale, lo risalirono fin dove si esaurisce sotto due pareti contrapposte. Proseguirono per la parete di destra superando tre gradini (IV) che portano a un camino liscio. Aggirarono lo spigolo a destra utilizzando due massi sporgenti ed uscirono sulla cresta terminale. Dislivello 400 m. Difficoltà AD, 3 passaggi di IV. - Gruppo della Tour Ronde - Massiccio del Monte Bianco.
1927 – 10 agosto. Gustavo Gaja con Francesco Ravelli, Guido Alberto Rivetti, Sergio Matteoda e le guide Adolphe Rey e Alfonso Chenoz, contribuiscono alla conquista della Cresta des Hirondelles alle Grandes Jorasses. La cresta all’epoca era il “grande problema” del Monte Bianco e sappiamo che nomi famosi si erano arrestati di fronte all’intaglio a “V”: Albert Frederick Mummery, Josef Knubel, Geoffrey Winthrop Young e il Duca degli Abruzzi.
Quella fessura di trenta metri fu certamente il capolavoro del piccolo (di statura) e grande Adolphe Rey, che vi salì aiutandosi solo con tre chiodi e destando l’incredulità di molti alpinisti del tempo, i quali erano stati battuti dalle difficoltà. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.
1927 - 31 luglio. Francesco Ravelli troviamo la salita della splendida Cresta Nord dell’Aiguille de Leschaux.? Vedi data
1929 - 1 settembre. Piero Filippi, Piero Ghiglione e Francesco Ravelli, salirono per la costola del Canalone Nord-Est del Mont Blanc du Tacul e superarono i 2/3 superiori della costola (durante un tentativo di salita, dal quale discesero un tratto e deviarono a causa del ghiaccio e del maltempo). Lunga costola rocciosa che forma rilievo fra il Couloir Jager e il Canalone Gervasutti, ma che più giustamente bisognerebbe forse chiamarlo “Canalone Ravelli”. Ascensione su rocce rotte e a blocchi, relativamente sicura ma di scarso interesse. 650 m. D-. - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.
1933 - 19 agosto. Attilio Chenoz, Gustavo Gaia, Francesco Ravelli e Guido Alberto Rivetti, salirono la parete Nordest dell’Aiguille de Trélatête Settentrionale con una bella ascensione di neve e misto su terreno vario. Dislivello dal Ghiacciaio del Miage 1400 m. Difficoltà D-, passo di IV. - Gruppo Glaciers-Trélatête - Massiccio del Monte Bianco.
1935 - 15/16 luglio. Francesco Ravelli con Mario De Benedetti, salgono la difficile e complessa via sul versante Sudest dell’Aiguille de Rochefort. Itinerario lungo, non semplice, a tratti difficile. Arrampicata in alcuni punti delicata a causa del ghiaccio o della roccia cattiva, pericolosa per la caduta di sassi. Bivaccarono sul contrafforte che divide il Ghiacciaio di Rochefort «nonostante sia un pò lontano» perché il progettato più vicino bivacco su uno spiazzo della Cresta Ovest del Mont de Rochefort avrebbe richiesto «un paio di passaggi di non so che grado.». Altezza della parete: 900 m. circa. La salita non risulta ripetuta. - Gruppo Géant-Rochefort - Massiccio del Monte Bianco.
1942 - 31 agosto-1 settembre. Francesco Ravelli e Adolfo Vecchietti, realizzano il Percorso Integrale della Cresta Sud-Sudest. Salirono all’Aiguille Rouge de Rochefort e proseguirono fino al Mont de Rochefort, scendendo poi alla forcella a Nord del Mont de Rochefort, e continuarono fino alla vetta dell’Aiguille de Rochefort. - Gruppo Géant-Rochefort - Massiccio del Monte Bianco.
1964 - 12/13 settembre. Ottavio Bastrenta e Corradino Rabbi, salirono integralmente per il Contrafforte di Pra Sec per le Grandes Jorasses - In questa occasione non seguirono fedelmente la via originaria tracciata dalla cordata Francesco Ravelli e Guido Alberto Rivetti con Evaristo Croux, nel 1923, ma spinti da idee integralisti che possono scaturire durante le lunghe serate d'inverno dalla mente fantasiosa di un solitario notaio (quale è appunto anche questa volta il mio compagno di corda), seguimmo collegandoli ben tre itinerari, e precisamente quello di T. Bourdillon, A. K. Rawlinson, R. M. Viney del 14/15 luglio 1954 sino alla Aiguilles de Pra Sec; di qui per un breve tratto l'itinerario di Francesco Ravelli del 23/24 luglio 1923 ed infine quello di Hans Pfann e F. J. Gassner del 12 agosto 1909, fino a sboccare sulla spalla nevosa dove si incontra la via normale alla Punta Walker. Ne risultò un percorso interessante e di una lunghezza notevole (circa 1200 m. di dislivello), nella cui prima parte si incontrano numerosi ed ardui passaggi su ottima roccia. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.