(Gruppo
delle Grandes Jorasses)
La Cresta
di Tronchey si innalza per circa 760 m. dalla forcella fra la Punta
Walker e l'Aiguille
de Tronchey: Brèche
de Tronchey. Presenta, fra detta brèche ed i 4000 m, tre robuste torri:
la prima potrebbe essere meglio definita come un gendarme, siccome sopraelevata
anche verso monte, mentre la seconda e la terza, benché decisamente più
turriformi per la verticalità dei loro fianchi, rientrano piuttosto nella
categoria dei «ressauts.». Gendarme inferiore e ressauts superiori assumono
però la denominazione di torri, o torrioni, fin da quando la cresta compare
ufficialmente nella letteratura alpina.
Magnifica
arrampicata in un ambiente grandioso e in luoghi assai poco frequentati. Le
difficoltà sono concentrate nelle 3 torri che caratterizzano la cresta,
principalmente nella terza torre se si utilizza la Variante Terray. Altezza di 950 m. dal Rifugio-Bivacco Jacchia.
Note storiche
La cresta è stata frequentata sin dall’inizio da personaggi famosi, protagonisti della fase epica dell’alpinismo tra le due guerre.
I primi tentativi risalgono al 1928
e buona parte di essi vedono impegnato Eliseo Croux, forte guida di Courmayeur,
con clienti. Il problema della Cresta di Tronchey viene risolto
dal Eliseo
Croux
nel 1935.
Il 19/20 agosto 1936. Ninì Pietrasanta, Gabriele Boccalatte,
Alfonso Castelli e Renzo Ronco bivaccano a monte
della prima torre ma vengono respinti dal mal tempo Quattro giorni dopo, il 22/23
agosto 1936, viene effettuata la prima salita
per la Cresta di Tronchey dallo stesso Eliseo Croux con Tita Gilberti.
La 1a ripetizione con variante alta,
e di Jean Gourdain con Lionel Terray nel
1949, ben 13 anni dopo. Poche
comunque le ripetizioni tra le quali ricordiamo quella di Cesare Gex prima del 1963 e quella di Corradino Rabbi
con Ottavio Bastrenta e Roberto
Amari il 28 luglio 1963.
1923 - 23/24 luglio. Francesco Ravelli e Guido Alberto Rivetti con Evaristo Croux, salirono le Grandes Jorasses per il Contrafforte di Pra Sec e il Versante di Tronchey. Il complesso Contrafforte di Pra Sec (che divide in basso il ramo orientale del Ghiacciaio delle Grandes Jorasses dal Ghiacciaio di Pra Sec) in alto è poco evidenziato e costituisce l'estremo bordo orientale delle roccette finali dell'itinerario normale che battezzarono molto opportunamente «Aiguilles de Pra Sec», IGM reca due quote - 3549-3438 - che corrispondono rispettivamente alla settentrionale ed alla meridionale: ma non quota la centrale, pur evidenziandone il disegno. Queste tre Aiguilles de Pra Sec sono ben visibili da Entrèves, e diventano particolarmente evidenti quando un po’ di nebbia sulla retrostante parete, o un favorevole contrasto di sole ed ombra le distacca nettamente dalle retrostanti due torri superiori della Cresta di Tronchey (seconda e terza), contro le quali restano altrimenti schiacciate, ad eccezione dell’estrema vetta dell’Aiguille Meridionale, che si profila sul cielo. La cordata di Francesco Ravelli scalò soltanto l’Aiguille Meridionale, girando l’Aiguille Centrale e l’Aiguille Settentrionale sul versante Ovest e riprendendo il filo nel tratto compreso fra la forcella a monte e la vetta dell’Aiguille Settentrionale (che non raggiunsero, perché continuarono subito verso la forcella). - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.
1928 - 22/23 luglio. Rand Herron con le guide Evaristo Croux e Eliseo Croux miravano alla Cresta di Tronchey alle Grandes Jorasses che raggiunsero ma dal Versante di Tronchey per la supposta impraticabilità del camino fra la seconda e la terza torre. La via seguita dalla cordata di Rand Herron è certamente molto difficile, perché Evaristo Croux dovette impegnarsi a fondo e piantare parecchi chiodi. Non ci risulta che la salita sia stata ripetuta ne pensiamo che debba esserlo, data la maggiore attrazione e la maggior sicurezza della vicina Aiguille de Tronchey. Resta ancora da fare la prima ascensione completa della parete. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.
1935 - estate. Eliseo Croux ritorna all’attacco della Cresta di Tronchey alle Grandes Jorasses con Titta Gilberti, e per quanto costretto alla ritirata dal maltempo, risolve sostanzialmente il problema della cresta, perché raggiunge la sommità della Terza Torre dell’Aiguille de Tronchey. «Dal colletto (fra la seconda e la terza torre) si attacca il terzo torrione spostandosi un po’ verso sinistra, fino a guadagnare un camino non troppo largo che permette di raggiungere una zona di placche, distinguibili per il loro colore rossiccio. Superate le placche, ci si può dirigere verso una verticale spaccatura, strapiombante in alto, nella quale si entra con la spalla e che sbocca su un largo pianerottolo inclinato, a pochi metri dalla vetta del terzo torrione. Questa via, seguita da noi l’anno precedente, non era possibile quest’anno, a causa delle cattive condizioni della montagna; infatti, e spaccature e le placche inclinate erano coperte da uno spesso strato di ghiaccio.». - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.
1936 - 19/20 agosto. Ninì Pietrasanta, Gabriele Boccalatte, Alfonso Castelli e Renzo Ronco raggiungono lo spallone dell'Aiguille de l'Evêque fra detta Aiguille de Tronchey ed il Bivacco Jachia, ed esservi fermati dalle 10 alle 10.30, proseguirono «per il filo di cresta. Alle 11.30 siamo alla pertica portata nel 1928 da Rand Herron e dalle sue guide.». Una crestina di neve conduce sulla vetta della Cresta di Tronchey, magnifico belvedere sul bacino di Fréboudze e sull'incombente Cresta delle Grandes Jorasses: vista di qui, sembra formidabile, con i suoi tre salti lisci e verticali. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.
1936 - 22/23 agosto. Titta Gilberti e la guida Eliseo Croux realizzano la prima salita completa
della splendida Cresta di Tronchey delle Grandes
Jorasses. «Bellissima e grandiosa salita, forse superiore per
difficoltà complessiva alla vicina Cresta
des Hirondelles, quasi del tutto esente da pericoli obiettivi.».
Questa scalata viene ripetuta raramente, ma offre bei passaggi su roccia solida che raggiungono il massimo sulla cruciale terza torre, una splendida posizione ad alta quota tra le vertiginose pareti Sud ed Est. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.
1942 – 16/17 agosto. Giusto Gervasutti ripete la Parete Est delle Grandes Jorasses (tre ripetizioni in quarant’anni!) dove si avvalse, delle straordinarie capacità fisiche e tecniche di Giuseppe Gagliardone.
(Riportiamo il loro racconto della salita): Domenica 16 agosto 1942 partenza dal Bivacco di Fréboudze alle 3 alle 6.30 siamo sul colle… Alle 8 attacchiamo, alle 11 siamo al terrazzo del grande diedro. Più oltre, i chiodi rimasti infissi ci favoriscono notevolmente. Alle 13 siamo al terrazzino del bivacco, alle 14.30 sotto la torre, al punto estremo raggiunto sette giorni fa… Sopra la torre la roccia si inclina per tre lunghezze di corda, ma poi si drizza nuovamente formando una larga fascia strapiombante che attraversa la parete in tutta la sua larghezza. E’ l'ultimo ostacolo, quello che da sotto faceva più paura…: superato questo durissimo muro, dobbiamo ancora affrontare altre forti difficoltà ed un penoso bivacco prima di uscire sui più agevoli pendii sommitali…. Continuiamo per una cengia di rocce rotte fino a raggiungere la contropendenza fra la Cresta di Tronchey e la Cresta des Hirondelles. Raggiungiamo la vetta alle 11 del 17 agosto. La meritata conquista. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.
1949 - 31 luglio-1° agosto. Jean Gourdain con Lionel Terray effettua la Prima ripetizione con Variante alta della Cresta di Tronchey alle Grandes Jorasses. - L'itinerario di Lionel Terray per il superamento dell’ultima torre, descritto dalla Guida Vallot come principale, dovrebbe essere considerato come variante all'itinerario base dei primi salitori, se non altro perché: a) non è logico superare con grandi difficoltà un breve tratto della cresta (la torre in questione), quando poche decine di metri più in là esiste un passaggio più agevole; b) non v'è ragione di superare le torri sottostanti lungo le pareti laterali, dove la via è più facile, per poi affrontare l’ultimo tratto della terza torre (sono poi due tiri di corda) dove esso è più difficile (Lionel Terray conosceva l'itinerario dei primi salitori? Non sarà stata, la sua, una variante involontaria?) - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.
1962 - Cesare Gex con il cliente Ingeniere Gavazzi raggiungono la Cresta di Tronchey alle Grandes Jorasses seguendo l'itinerario dei primi salitori dove l'ascensione è del tutto omogenea per quanto riguarda le difficoltà. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.
1963 - 28 luglio. Corradino Rabbi con Ottavio Bastrenta e Roberto Amari salirono la Cresta di Tronchey alle Grandes Jorasses seguendo l'itinerario dei primi salitori dove l'ascensione è del tutto omogenea per quanto riguarda le difficoltà. Il tratto compreso fra il canale da attraversare e la traversata di 40 m è il più difficile della salita (Variante Terray a parte). Sono circa 3-4 tiri di corda. L'itinerario dei primi salitori, nel tratto compreso fra la 1° e la 2° forcella segue in sostanza una cengia in saliscendi. La via è evidentissima, non essendovi altra possibilità da questo lato. (Vedi Schizzo 22/1) - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.
1973 – Nicolas Jaeger in solitaria sale le Grandes Jorasses, Cresta di Tronchey e traversata fino al Dente del Gigante. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.