1911 - 18 agosto. E. Pühn con Adolphe Rey e Ferdinand Melica, realizzano la 3ª ascensione della Cresta del Brouillard dal versante Ovest del Col Emile Rey raggiungendo la vetta del Mont Brouillard e poi la cima del Monte Bianco. È stata per alcuni decenni la via classica della Cresta del Brouillard ma ora è quasi abbandonata, in quanto si preferisce raggiungere il Col Emile Rey al Rifugio Monzino e dai Bivacchi Eccles. Si svolge in luoghi appartati e solitari; qualche pericolo di caduta sassi nel canalone del colle e fin quasi sul Picco Luigi Amedeo. Il Ghiacciaio del Monte Bianco che si deve attraversare può essere molto crepacciato. Dislivello dal rifugio circa 1500 m. Difficoltà D, su ghiacciaio, roccia (III) e misto. - Contrafforti Italiani – Massiccio del Monte Bianco.
1913 - 1 settembre. Luigi De Riseis con Adolphe Rey e Adolphe Derriand tracciarono una variante per raggiungere la vetta della Punta Innominata evitando il passo di IV°+ della via Preuss. Attacca circa 50 m. più a destra, sotto la parete verticale dell'anticima Sud e per rocce facili, con percorso a Z, arrivando all'intaglio oltre i tre rilievi. - Contrafforti Italiani – Massiccio del Monte Bianco.
1914 - Una cordata guidata da Adolfo Rey, salì la vetta massima (4° superiore) del Dente del Gigante tracciando una variante alta per la Cresta Nord. Dalla comoda cengia orizzontale che porta ai due colatoi scendenti dall'intaglio tra le due sommità si innalzarono direttamente presso la Cresta Nord fino alla vetta. - Gruppo Géant-Rochefort - Massiccio del Monte Bianco.
1914 - 19 agosto. Luigi De Riseis, E. G. Oliver e Emanuela Spinola con Adolphe Rey, Henry Rey e un portatore, scesero dalla vetta della Tour Ronde per il versante Sud, che è la via diretta su misto e neve, esposta all'inizio alla caduta di sassi; che può essere conveniente per chi volesse scendere direttamente a Courmayeur. PD+. - Gruppo della Tour Ronde - Massiccio del Monte Bianco.
1914 - 24 agosto. Luigi De Riseis con Adolphe Rey e Henry Rey, salirono da Sud alla Cresta Est del Mont Blanc du Tacul. Itinerario su terreno misto, esposto alla caduta di sassi nel canale. Mancano particolari e la localizzazione del percorso non è certa (l'orrido canale Sud-Ovest, probabile via d'ascensione, è segnato sul fondo da una stretta gola ghiacciata). Probabilmente AD. - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.
1914 – 25 agosto. La prima ascensione del Petit Capucin venne effettuata per la Cresta Ovest da Luigi De Riseis con Adolphe Rey e Henri Rey. - Satelliti del Mont Blanc du Tacul - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.
1919 – 19/20 agosto. Viene realizzata la prima ascensione della Cresta dell’Innominata al Monte Bianco ad opera di S. L. Courtauld, E. G. Oliver con Adolf Aufdenblatten, Adolphe Rey e Henry Rey. Ormai l’epoca d’oro delle guide sta tramontando sotto l’incalzare dei cittadini e questi sono forse gli ultimi sprazzi: poi, salvo rare eccezioni (leggi Arturo Ottoz), l’alpinismo cittadino avrà definitivamente il sopravvento. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1923 – 21 luglio. Adolphe Rey e Henry Rey con Enrico Augusto compiono la prima ascensione alla Punta Bich dell’Aiguille Noire de Peutérey per la cresta terminale Est. – Contrafforti Italiani - Massiccio del Monte Bianco.
1924 - 24 luglio. I due fratelli Adolphe Rey e Henry Rey conquistano il Grand Capucin da Ovest, per la Brèche du Grand Capucin, con Enrico Augusto e Louis Lanier (Prima ascensione assoluta).
Per realizzare quest’impresa l’ingegno montanaro si scatena nel vero senso della parola: il piccolo Adolphe Rey più volte si innalza su una pertica sorretta in precaria posizione dai compagni (era un tronco che serviva da steccato in un prato…! E che essi avevano portato fin lassù), poi addirittura perfora la roccia con degli aghi da mina per superare una placca assolutamente levigata. - Satelliti del Mont Blanc du Tacul - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.
I critici inglesi, che sovente risentono un po’ troppo della loro tradizione rigorosa e purista, hanno sempre criticato in modo durissimo questa salita, accusando i salitori di abuso di mezzi artificiali e via dicendo.
In questo caso son proprio loro a mancare di “humour”, in quanto non riescono ad isolare l’episodio ed i sistemi impiegati (che infatti non ebbero alcun seguito) e non sanno sorridere di un’impresa che costituisce un fatto a sé. Ma la loro cecità moralista impedisce loro di scorgere il lato simpatico di quest’impresa, dove l’astuzia e l’ingegno montanaro cercano di aver ragione di ostacoli insormontabili in arrampicata libera. D’altronde nessuno si sognerebbe oggi di superare dei passaggi con una pertica!. E poi anche se così fosse, non si riesce bene a capire in virtù di quale comandamento ciò deve essere proibito. Vi è però da dire che la pertica più volte fece la sua apparizione sul Bianco e soprattutto tra le guide di Courmayeur: così nei tentativi alla cresta Sud dell’Aiguille Noire de Peutérey, oppure per vincere il Père Eternel, un sottile ago di granito che si alza a fianco dell’Aiguille de la Breva. Ma non si riesce a capire lo “scandalo” in tutto ciò:
In fin dei conti l’immagine di Adolphe Rey che si inerpica sulla pertica che traballa paurosamente, perché sorretta dai compagni ancorati ai chiodi in posizione precaria, più che scandalosa è un po’ comica e fa quasi tenerezza, ricordando le scene di certe comiche del muto dove il protagonista appeso all’asta della bandiera rischia ogni volta di precipitare, salvandosi poi in extremis aggrappandosi al cornicione del palazzo…!.
Comunque il piccolo Adolphe Rey come arrampicatore su roccia aveva certo le carte in regola ed era uno dei migliori del suo tempo.
1927 – 4 agosto. Adolphe Rey e Alfonso Chenoz in una ricognizione alla Cresta des Hirondelles alle Grandes Jorasses avevano però già trovato e superato diverse difficoltà come la fessura che poi sarà chiamata “Fessura Rey”. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.
1927 – 10 agosto. Gustavo Gaja con Francesco Ravelli, Guido Alberto Rivetti, Sergio Matteoda e le guide Adolphe Rey e Alfonso Chenoz, contribuiscono alla conquista della Cresta des Hirondelles alle Grandes Jorasses. La cresta all’epoca era il “grande problema” del Monte Bianco e sappiamo che nomi famosi si erano arrestati di fronte all’intaglio a “V”: Albert Frederick Mummery, Josef Knubel, Geoffrey Winthrop Young e il Duca degli Abruzzi.
Quella fessura di trenta metri fu certamente il capolavoro del piccolo (di statura) e grande Adolphe Rey, che vi salì aiutandosi solo con tre chiodi e destando l’incredulità di molti alpinisti del tempo, i quali erano stati battuti dalle difficoltà. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.
1928 - 7 agosto. Adolphe Rey e Alphonse Chenoz (guida) con Guido Alberto Rivetti realizzarono la 2° ascensione della Brèche Sud de Dames Anglaises per il Canale del Freney da Sudovest. Il canale è alto 300 m e spesso a estate inoltrata è quasi spoglio di neve. Caduta di sassi. AD. - Contrafforti Italiani - Massiccio del Monte Bianco.
1928 – 8 agosto. Adolphe Rey e Alfonso Chenoz con Guido Alberto Rivetti vinsero la parete Nord dell’Aiguille Noire de Peutérey, una via che attende ancora oggi i primi ripetitori.
La via aggira a sinistra il risalto inferiore della Cresta Nord-Nordovest e supera poi nel mezzo la parete terminale Nord. Scalata in ambiente severo, spesso in cattive condizioni a causa del vetrato e in parte su rocce mobili. Non è stata ripetuta. Dislivello dalla Brèche Sud des Dames Anglaises 350 m. con sviluppo di 450 m. Difficoltà D+. - Contrafforti Italiani - Massiccio del Monte Bianco.
1928 - 11 agosto. Guido Alberto Rivetti con Adolphe Rey e Alphonse Chenoz (guida), furono i primi a raggiungere la vetta della Calotte de Rochefort salendo dal Ghiacciaio di Plampincieux per il versante Sud e la Cresta Est. - Salita laboriosa, dura e interessante, su roccia quasi sempre buona con appigli saldi e passaggi di 4° e 5° grado. Sale per il primo costolone della parete Sud alla prima torre (partendo dal Col des Grandes Jorasses) della Cresta Est, e di qui continua fino in vetta. - Gruppo Géant-Rochefort - Massiccio del Monte Bianco.
1937 - 4 agosto. Jean Leininger, Raimond Leininger e Pierre Madeuf salirono alla Calotte de Rochefort dal Col des Grandes Jorasses seguendo la Cresta Est (dopo che il tratto decisivo, fra la prima torre e la vetta, era però già stato salito da Guido Alberto Rivetti con Adolphe Rey e Alphonse Chenoz (guida), 11 agosto 1928. Mentre il tratto iniziale era già stato salito da A. Brofferio in un suo tentativo del 1904.) La cresta presenta il suo passaggio chiave in corrispondenza della risalita del terzo torrione partendo da Nord: il quale ostenta uno strapiombo di quindici metri precisi che Mario Santi e Vittorio Sigismondi scesero a corda doppia «senza appoggio alcuno alla roccia.». Fin qui era giunto A. Brofferio nel suo menzionato tentativo, persuadendosi «che l'impresa fosse fattibile, ma in senso inverso, a causa di un gendarme strapiombante e impossibile a girarsi per l'impraticabilità dei suoi fianchi.». Di qui salirono per la prima volta i primi salitori Guido Alberto Rivetti con Adolphe Rey e Alphonse Chenoz (guida), per un itinerario diverso da quelli successivamente praticato. - Gruppo Géant-Rochefort - Massiccio del Monte Bianco.
1948 - 24 marzo. Toni Gobbi e François Thomasset, realizzano la Prima invernale salendo la Cresta des Hirondelles alle Grandes Jorasses. - La cresta è ormai stata ripetuta diecine e diecine di volte; ai primi tre indispensabili chiodi di Adolphe Rey e Alfonso Chenoz se ne sono aggiunti altri, alle loro scarpe ferrate si sono sostituite le “vibram”, alla gran placca trasversale si sono sostituite tre varianti, col conseguente inevitabile «declassamento» della salita, che la Guida Vallot valuta di 4° con un passaggio di 5°, mentre Michele Rivero parlava nel 1935 il 26 luglio, tenendo naturalmente conto della valutazione di Giusto Gervasutti, di due passaggi di 6° (fessura Rey e grande placca trasversale). - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.