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Duca degli Abruzzi - (Luigi Amedeo di Savoia) - (1873-1933) - CAAI

 

Luigi Amedeo di Savoia, (Duca degli Abruzzi).

Che a prescindere da ogni sua discendenza titolata, era un uomo veramente posseduto dal “demone” dell’avventura e dal fascino dell’ignoto. Lo dimostra non solo la sua attività alpinistica di primissimo piano, che ben presto lo portò a sconfinare sui monti lontani dell’Asia, dell’Africa e dell’America, ma anche i suoi numerosi viaggi di esplorazione, tra i quali spicca la spedizione all’Artide, dove egli dopo quarantun giorni di marcia toccò la più alta latitudine fino allora raggiunta.

Possiamo dire che fu il vero precursore dell’alpinismo extraeuropeo.

Tra i più illustri esploratori italiani, appartiene alla tradizione dei ricchi alpinisti.

 

 

Anche il nipote del Re d’Italia Vittorio Emanuele II non resistette alla tentazione del Cervino.

 

1894 - Il 17 agosto scalò la cresta di Zmutt con Albert Fredrick Mummery e Joseph Pollinger Jr.

 

1894 - Il 27 agosto, con, John Norman Collie, Albert Fredrick Mummery e Joseph Pollinger Jr. fu sulla cresta di Zmutt.

 

1897 - Nell’estate, fu in Alaska dove realizza la prima ascensione del monte Sant’Elia col fido Francesco Gonella e con Umberto Cagni, Vittorio Sella e Filippo Di Filippi ovviamente sempre accompagnati da guide.

 

1898 – 22 agosto. Il Duca degli Abruzzi - (Luigi Amedeo di Savoia) compie la prima ascensione delle Punta Margherita e Punta Elena con Joseph Petigax, Laurent Croux, César Ollier e Félix Ollier (le cime portano il nome della duchessa degli Abruzzi e di quella d’Aosta). Questa ascensione venne fatta da Sud. Partirono da Courmayeur all’una di notte. Giunsero alla sommità del Rocher du Reposoir lasciando a destra l’usuale via di salita alle Grandes Jorasses e, volgendo a sinistra, attaccano per rocce pessime la spalla di monte fra il ghiacciaio che scende a Sud-ovest della Punta Whymper e il canalone roccioso che termina alla Punta (4066 m.). Alle 10,15 sono sulla cresta di frontiera e alle 13 sulla vetta agognata, da cui il Principe impose il nome di Punta Margherita, in omaggio a Sua Maestà la Regina. Nel ritorno toccano una cima sulla cresta, e questa riceve il battesimo di Punta Helène, in onore di Sua Altezza Regina, la Duchessa Elena d’Aosta. In ore 1,15 la comitiva è al termine della cresta di confine….alle 17,45 è di ritorno alla Capanna delle Jorasses e alle 21,30 a Courmayeur. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.

 

 

1899 - Tentò di raggiungere il Polo Nord dove perse due dita per un incidente, oltre che diversi compagni di spedizione, morti in un’impresa disastrosa.

 

1901 - 7 agosto. Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi, con Laurent Croux e Ciprien Savoye realizzarono la 1°ascensione dal ghiacciaio della Brenva della Punta Jolanda (Dames Anglaises) di cui loro stessi battezzarono con questo nome, in onore della principessa Jolanda di Savoia. Raggiunsero la vetta con lancio di corda finale. La scalata, di interesse storico, normalmente richiede un bivacco. Difficoltà D, un passo di IV°+.Contrafforti ItalianiMassiccio del Monte Bianco.

 

1906 - Ancora, in Kenya sul Ruwenzori.

 

1909 – E’ in Karakorum, dove porta un decisivo tentativo al K 2, uno degli ottomila più belli e difficili, salendo per un buon tratto lungo lo sperone che poi sarà scelto dalla spedizione italiana molti anni più tardi durante la sua salita vittoriosa. Non bisogna dimenticare che stabilì un record di altezza, giungendo fino a 7500 metri sui fianchi del Chogolisa, una delle più affascinanti cime del Karakorum.

Fu un’impresa storica, se si pensa che il record di altezza sarebbe stato battuto solo in occasione della spedizione che nel 1922 giunse a più di 8000 metri sui fianchi dell’Everest.

 

1911 – 14 agosto. La prima ascensione certa delle Grandes Jorasses alla Punta Croz è a merito di Geoffrey Winthrop Young e Humphrey Owen Jones con Josef Knubel, nella loro ascensione dal Col des Grandes Jorasses per la Cresta Ovest. Dopo che la cresta era però già stata separatamente percorsa: fino alla Punta Young dalla cordata Valentie Ryan con Franz Lochmatter e Joseph Lochmatter; in senso inverso. - Dal Duca degli Abruzzi fino alla Punta Margherita. In sostanza, restava «da fare» soltanto il tratto Punta Young - Punta Margherita: ma ciò non toglie affatto il merito della prima ascensione alla cordata Humphrey Owen Jones-Geoffrey Winthrop Young-Joseph Knubel, perché il problema consisteva appunto nel superare quel tratto: «fu Joseph Knubel, mi pare, che trovò la fessura chiave». Egli apparve dietro di noi sul torrione e, con un’impressionante solennità - non era forse quello il punto in cui avevano abbandonato l’incomparabile Franz Lochmatter? - ci fece segno di ritornare un po’ verso Ovest. Mentre Humphrey Owen Jones scendeva direttamente sul Reposoir non appena attraversata la Punta Elena, Geoffrey Winthrop Young e Joseph Knubel, che già avevano compiuto «en passant» la prima ascensione della Cima Ovest della Punta Margherita, continuavano per cresta fin presso la Punta Whymper.

La fortuna era dalla loro parte quando Humphrey Owen Jones cadde e trascinò Josef Knubel in un canale ghiacciato sotto il colle ma, come ha raccontato Geoffrey Winthrop Young, il nostro leader sembrò più rinvigorito che altro dal suo tuffo a capofitto”. Nel progetto di Geoffrey Winthrop Young era prevista anche la Cresta des Hirondelles che il trio (più Laurent Croux) aveva disceso tre giorni prima, avendo giudicato la salita troppo difficile. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.

 

1927 – 10 agosto. Gustavo Gaja con Francesco Ravelli, Guido Alberto Rivetti, Sergio Matteoda e le guide Adolphe Rey e Alfonso Chenoz, contribuiscono alla conquista della Cresta des Hirondelles alle Grandes Jorasses. La cresta all’epoca era il “grande problema” del Monte Bianco e sappiamo che nomi famosi si erano arrestati di fronte all’intaglio a “V”: Albert Frederick Mummery, Josef Knubel, Geoffrey Winthrop Young e il Duca degli Abruzzi.

Quella fessura di trenta metri fu certamente il capolavoro del piccolo (di statura) e grande Adolphe Rey, che vi salì aiutandosi solo con tre chiodi e destando l’incredulità di molti alpinisti del tempo, i quali erano stati battuti dalle difficoltà. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.

 

1928-29 - E in esplorazione sul fiume Uebi Shebeli (Etiopia e Somalia.).