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Petit Dru – (3733 m.)

Settore dell’Aiguille Verte

Alpi Francesi

(Massiccio del Monte Bianco)

 

 

 

1878 - Fu nel corso di un tentativo solitario di Jean-Estéril Charlet-Straton, sul Petit Dru che fu sperimentata, per la prima volta nelle Alpi Occidentali, la tecnica della corda doppia. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.

 

1879 - 29 agosto. La prima ascensione del Petit Dru per la Via normale (Versante Sud e Cresta Sudovest) fu compiuta da Jean-Estéril Charlet-Straton, Prosper Payot e Frédéric Folliguet. La conquista del Petit Dru è stata uno dei grandi exploit della storia della Catena del Monte Bianco. Fu nel corso di un tentativo solitario di Jean-Estéril Charlet-Straton, nel 1878, che fu sperimentata, per la prima volta nelle Alpi Occidentali, la tecnica della corda doppia.

E’ una delle ascensioni classiche della catena del Monte Bianco. Bella e interessante salita su roccia rugosa molto solida, sicura, piuttosto faticosa. Oggi il Petit Dru offre più di dodici differenti itinerari di salita. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.

 

1887 - 31 agosto. Tre alpinisti riuscirono nella prima attraversata dal Grand Dru al Petit Dru, aiutati con delle lunghe corde tenute dall'alto, ricorrendo quindi ad aiuti esterni. Oggi la traversata de I Drus è una classica del Monte Bianco. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.

 

1901 - 23 agosto. La prima traversata reale senza aiuto esterno del Petit Dru al Grand Dru, fu realizzata da Emile Fontaine con Joseph Ravanel e Jean Ravanel Prima di allora era stata compiuta diverse volte ricorrendo ad aiuti esterni (dal 31 agosto 1887). Oggi la traversata de I Drus è una classica del Monte Bianco. Si tratta di una lunga e raccomandabile ascensione che presenta una bellissima arrampicata. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.

 

1913 - 4 settembre. Una cordata di alpinisti guidati da Camille Simond e Roberts Charlet-Straton tentarono di issare sulla cima del Petit Dru una statua della Madonna di Lourdes, del peso di 13 kg, completamente in alluminio e dell'altezza di un metro circa. A causa delle pessime condizioni meteorologiche dei Les Drus, furono costretti ad abbandonarla a quota 3000 m, negli anfratti di una roccia. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.

 

1919 - 18 settembre. Alfred Ravanel, Arthur Ravanel, Camille Ravanel, Giuseppe Ravanel e Jules-Félicien Ravanel insieme con il sacerdote del villaggio, abate Alexis Couttin riuscirono a portare sulla cima del Petit Dru la statua della Madonna di Lourdes, abbandonarla a quota 3000 m, negli anfratti di una roccia il 4 settembre del 1913 a causa delle pessime condizioni meteorologiche dei Les Drus,ed era la fine della Prima Guerra Mondiale. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.

 

1932 Quando il problema della Nord de Les Drus pareva veramente irrisolvibile, Robert Gréloz assieme a André Roch si calano in ricognizione lungo la Nord del Petit Dru valendosi di 260 m. di corde, pur sapendo di non avere alcuna possibilità di risalita, in caso di ritirata, a causa dei forti strapiombi e dei molti tetti. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.

Foto - 43 - It. 150

 

1935 - 31 luglio - 1 agosto. Pierre Allain e Raymond Leininger compirono la Prima ascensione della Parete Nord del Petit Dru aprendo la Via Allain-Leininger, considerata una delle sei classiche pareti Nord delle Alpi. Il Dru è una magnifica ascensione di 850 m. Nel tratto difficile esistono 2 passaggi: la Fessura Allain della via originale, e la Fessura Martinetti, meno difficile, scoperta durante la sesta ascensione. Attualmente la via è attrezzata, anche più del necessario. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.

 

1938 - 25 febbraio. Armand Charlet e Camille Devouassoux realizzano la Prima attraversata invernale delle Les Drus salendo dal Petit Dru proseguendo poi sino al Grand Dru con una lunga ascensione non certamente raccomandabile in inverno per quei tempi. Armand Charlet salì nella sua carriera 22 volte Aiguille du Dru. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.

 

1938 – 1° agosto. Fu Pierre Allain il primo a portare un serio tentativo allo Sperone della Walker alla Punta Walker delle Grandes Jorasses con Jean Leininger, il parigino riesce a scoprire la via di salita nel primo terzo della parete, dopo aver superato con l’aiuto dei chiodi una difficile fessura che ora porta il suo nome. Ma i due decisero di ritirarsi perché a loro la parete pareva in cattive condizioni. E fu qui che Pierre Allain peccò di presunzione e si lasciò sfuggire di mano il successo. Forte della scalata compiuta al Petit Dru, Pierre Allain sapeva di essere allora il migliore scalatore di Francia ed aveva pure capito durante il suo tentativo che al momento nessun altro al di fuori di lui (almeno in Francia) era in grado di superare simili difficoltà. Egli dorme quindi i suoi sonni tranquilli e può anche permettersi di attendere che le condizioni migliorino, in quanto considera lo sperone ormai un affare suo. Ma Pierre Allain non sa che proprio lo stesso giorno sta discendendo dal Colle del Gigante, diretto verso lo Sperone Walker, un uomo come Riccardo Cassin, affiancato da Ugo Tizzoni e Gino Esposito. La “macchina per arrampicare” di Lecco non conosce il Monte Bianco e nemmeno ha mai visto la Parete Nord delle Grandes Jorasses. Riccardo Cassin sa che lo Sperone della Walker è il più grande problema alpinistico del momento, ma la parete l’ha vista soltanto su una cartolina che alcuni amici gli hanno mostrato prima di partire. Riccardo Cassin non sa assolutamente nulla dei tentativi precedenti e tanto meno dove gli altri siano già saliti. Per lui quella parete non ha una storia particolare, è una parete di roccia e di ghiaccio come tante altre che lui ha già salito. Infatti, attacca la parete e sale direttamente, superando una fessura di estrema difficoltà, che in seguito non verrà quasi mai più ripetuta. Egli, infatti, non sa nulla del tracciato di Pierre Allain, certamente più facile, che si svolge invece più a sinistra. Ma Riccardo Cassin è l’uomo che non si arresta di fronte a nulla: arriva, studia la parete e sale fino in vetta senza esitazione alcuna. Per vincere lo sperone i tre lecchesi impiegarono tre giorni e due bivacchi, superando difficoltà di ordine decisamente superiore. Più volte Riccardo Cassin, forte del suo intuito leggendario, seppe trovare la giusta soluzione in settori di parete che si presentavano come estremamente problematici.

In questo stile assolutamente fantastico, con questa decisione ed anche con questa semplicità, senza inibizioni alcuna e senza timori inconsci a cui erano soggette le altre cordate, il gruppo lecchese guidato da Riccardo Cassin realizzò quella che fu definita come una delle più grandi imprese della storia dell’alpinismo. Ed è proprio questa estrema aderenza alla realtà, questa capacità di lottare in parete isolando il cervello, questo non considerare i giudizi altrui, che permise a Riccardo Cassin di passare vittorioso alla Nord della Lavaredo, al Badile e allo Sperone Walker. La via aperta presentava un concentrato di difficoltà di roccia e di misto da farne a quel tempo la più difficile salita della catena alpina. E tale rimarrà molto a lungo, praticamente fino agli anni Sessanta. Ma anche se la via Cassin è stata superata come difficoltà da altri itinerari, essa rimane pur sempre una salita eccezionale, dove l’alpinista si trova impegnato sotto tutti gli aspetti. In caso di cattivo tempo, la ritirata sovente è impossibile e non sono poche le cordate (anche di alpinisti fortissimi) che hanno dovuto combattere al limite delle loro forze e delle loro possibilità per uscire dalla parete.

Purtroppo oggi i molti chiodi presenti sulla via hanno addomesticato parecchio i tratti più duri. Ma chiunque percorra questa via non può che restare ammirato di ciò che i lecchesi seppero fare nel 1938 e soprattutto del modo in cui essi lo fecero. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.

 

1952 - 1/5 luglio. Quattro alpinisti parigini, Lucien Berardini, Adrien Dagory, Guido Magnone e Marcel Lainé, riuscirono a vincere la Parete Ovest del Petit Dru ma l’hanno dovuta tentare due volte: la prima erano riusciti a superare in pochi giorni i due terzi della parete, ma le incessanti difficoltà, la sete e il maltempo li avevano costretti a tornare indietro. Due settimane dopo (17 luglio 1952) essi sono nuovamente alla base de Les Drus. Durante il secondo tentativo raggiungeranno la vetta ma per non perdere tempo in quell’estate particolarmente tempestosa, avevano evitato di ripercorrere la prima parte della salita, già compiuta nel primo tentativo e passarono sulla parete Nord fino a un terrazzo fra la Nord e la Ovest, un po’ sopra la fine del diedro di novanta metri e separato da quest’ultimo da una trentina di metri. Allora avevano pensato e realizzato una traversata audace utilizzando chiodi a pressione (quindi bucando la roccia) su una placca assolutamente levigata. L’atto di bucare la roccia non era mai stato fatto prima da nessun arrampicatore, è quindi facile immaginare che la salita fu criticata assai duramente dagli ambienti alpinistici internazionali, e inoltre fu totalmente disapprovato il metodo di realizzazione (infatti, i quattro alpinisti, durante il loro secondo tentativo, ritornarono al punto precedentemente raggiunto passando da un’altra via sulla parete Nord per assicurarsi la ritirata in caso di maltempo) ed i mezzi impiegati. In realtà si trattava di un’impresa di valore eccezionale. Secondo alcuni è stata la più importante e significativa scalata di roccia aperta sulle Alpi nel dopoguerra, in quanto dette origine ad una nuova concezione dell’alpinismo. Giustamente Guido Magnone (alpinista e scultore francese) giunse ad affermare che «in ogni attività dell’uomo, chi cerca di creare qualcosa di nuovo che vada contro la tradizione vigente, deve aspettarsi una reazione di questo tipo».

Quei chiodi, rimasti nel granito, hanno poi permesso ad altre cordate di salvarsi dalla parete e sono stati d’importanza capitale nel salvataggio di due alpinisti tedeschi: Heinz Ramisch e Hermann Schriddel incrodati sul Il Drus nel 1966. Salvati poi da Gary Hemming e René Desmaison che scavalcarono tutta la complessa e farraginosa macchina dei soccorsi. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.

 

1952 – 17/19 luglio. Il grande problema di quegli anni sul Monte Bianco era costituito dalla parete Ovest del Petit Dru. Vi furono comunque tentativi: importante quello di Gilbert Vignes, che nel tratto inferiore della parete superò una durissima fessura in arrampicata libera, che ora appunto porta il suo nome. Ma il tentativo più serio ebbe luogo nei primi giorni di luglio (1/5) 1952, quando Lucien Berardini, Guido Magnone e Adrien Dagory riuscirono a vincere più di metà parete, superando lunghi tratti in esclusiva arrampicata artificiale, come il muro di 40 metri, il tetto del “Bloc coincé” e soprattutto il famoso “diedro di 90 metri”, forse il passaggio più impressionante e caratteristico di tutta la parete. L’uso dei chiodi e dei cunei si era rivelato assolutamente indispensabile, ma sopra il diedro di 90 metri, la stanchezza, la sete e una placca insuperabile li costrinsero alla ritirata. Proseguire sarebbe stato possibile solo con un’ampia pendolata a destra su una immensa lastra inclinata, ma in tal modo essi si sarebbero tagliati ogni possibilità di ritirata, rischiando seriamente di perire per sfinimento.

Due settimane dopo appunto il (17 luglio 1952) essi sono nuovamente alla base dei Les Dru, ma invece di ripercorrere la parte bassa della parete, per risparmiare tempo e fatica essi salgono la via Allain della parete Nord fino ad un terrazzino posto ad una quarantina di metri più in alto e a sinistra del punto massimo che essi avevano raggiunto sopra il diedro di 90 metri.

Con una traversata assai problematica, ricorrendo anche all’uso di alcuni chiodi ad espansione piantati in una placca assolutamente levigata, Guido Magnone, Lucien Berardini, Adrien Dagory e Marcel Laine riescono a portarsi al punto di fermata sopra il diedro.

Poi compiono la pendolata, lasciando in loco una corda fissa per poter avere una ritirata sicura verso la parete nord in caso di abbandono.

Dopo un bivacco abbastanza tranquillo, i quattro, guidati da un Lucien Berardini in splendida forma, raggiungono la vetta arrampicando sempre in libera e superando difficoltà un po’ inferiori a quelle che essi avevano previsto in quel tratto. La salita richiede l'uso di tecniche ad alta intensità di arrampicata. Pertanto, un nuovo episodio nella storia del Il Dru era iniziato. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.

 

 

1953 – 15/16/17/18 agosto. Walter Bonatti, e Carlo Mauri, compiono un primo tentativo sul Pilastro Sudovest del Petit Dru, ma dopo tre giorni di maltempo all’altezza del ramarro decidono di tornare indietro. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.

 

1955 - 25/26/27 luglio. Walter Bonatti, Carlo Mauri, Andrea Oggioni e Iosve Aiazzi nel Gruppo del Monte Bianco e precisamente sul Petit Dru effettuano un secondo tentativo allo Spigolo Sud Sudovest ma vengono ostacolati ancora dalla tormenta. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.

 

1955 - 17/22 agosto. Walter Bonatti con cinque bivacchi in parete, in sei giorni di durissima arrampicata al limite della tecnica e dell’audacia, scala per la prima volta, in Solitaria il Pilastro Sudovest del Petit Dru suscitando enorme entusiasmo ed incondizionata ammirazione. Questa ascensione è considerata come uno dei più grandi exploit della storia dell'alpinismo, oggi chiamato Pilastro Bonatti. La realizzazione della prima ascensione, in solitaria, ha costituito uno dei più straordinari exploit della storia dell’alpinismo. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.

 

1962 – 24/26 luglio. Gary Hemming e Royal Robbins aprono “La Diretta Americana” sulla parete Ovest del Petit Dru o meglio chiamato Il Dru. Questi americani hanno fatto una rapida – ma estremamente incisiva – apparizione, portando dalla lontana Yosemite una ventata di novità nel Gruppo del Bianco, forse al tempo non appieno compresa nel su valore. La Diretta Americana alla parete Ovest del Dru è oggi diventata una delle grandi (via Classica) della Catena del Monte Bianco. Oggi è ormai percorsa in libera, compreso il dietro di 90 m. della via originale, al di sopra del “Bloc coincé”, il masso incastrato. Tuttavia la maggior parte delle cordate si fermano al “Bloc coincé” e scendono in doppia. Fantastica ascensione di oltre 1000 m. (di cui 600 fino al “Bloc coincé”. Molto lunga e atletica, necessita di una eccellente condizione fisica; molte cordate si fermano al “Bloc coincé” a causa della fatica. L’ascensione non termina qui dato che l’uscita dall’itinerario originale (malgrado la corda fissa che facilita il passaggio del pendolo) resta molto impegnativa. ED-/ED. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.

 

Jerzy Kukuczka, Qualche anno dopo, il suo incontro col Monte Bianco e un’altra bella via nuova, questa volta sul Petit Dru.

 

198114 agosto. Jean Marc Boivin realizza il concatenamento con il fortissimo Patrick Bérhault salendo la parete Sud dell’Aiguille du Fou, via Americana, decolla dalla cima dell’Aiguille de Blaitière con il deltaplano bi-posto e nel pomeriggio, sempre con Patrick Bérhault, supera la Diretta americana al Petit Dru fino al Bloc Coincé, de Les Drus scende in corda doppia e riparte in volo prima di notte alla volta di Chamonix. (I due diventano amici e si ritrovano, l’inverno successivo, sul granito del Pilastro Rosso (via Bonatti-Oggioni) e del Pilastro Centrale del Brouillard (via di sinistra)). - Settore delle Aiguilles de Chamonix - Alpi Francesi - Massiccio del Monte Bianco.

 

1982 11 luglio. Marco Pedrini con Claudio Cameroni salgono interamente in libera il Pilastro Bonatti a Sudovest del Petit Dru. E’ una delle grandi classiche di alta difficoltà.(7a) - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.

 

1985 - Eric Escoffier con Daniel Lacroix concatenano la Diretta Americana al Petit Dru alle Aiguilles du Dru e lo Sperone Walker alle Grandes Jorasses. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.

 

1986 - 16 agosto. Marco Pedrini partì per una nuova, prestigiosa solitaria, la Diretta Americana al, Petit Dru o meglio Il Dru, la via di Gary Hemming e Royal Robbins del 24/26 luglio 1962. Non ci furono testimoni, ma probabilmente la salita riuscì. Successe tutto nella discesa, sempre senza testimoni: forse cedette un cordino o uscì il chiodo di ancoraggio della corda doppia. Avrebbe compiuto 28 anni a novembre. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.

 

1990Alain Ghersen ripete l’exploit dei concatenamenti in (66 ore) sale lo Sperone Walker alle Grandes Jorasses e procede sulla Diretta Americana al Petit Dru e Cresta Integrale di Peutérey al Monte Bianco. - Massiccio del Monte Bianco. - VEDI: TABELLA - “Velocità e Concatenamenti Sportivi”.

 

1993 – La britannica Alison Hargreaves sale da sola in 2 ore e 30 minuti il “Linceulsulla Nord della Punta Walker alle Grandes Jorasses, la parete Nord del Cervino in 5 ore e 30 minuti, la parete Nord-Est dell’Eiger, la Nord-Est al Pizzo Badile via Cassin in 2 ore e 30 minuti, la via Allain al Petit Dru la via Comici alla Cima Grande di Lavaredo, nella stessa estate impiegando in totale 23 ore e 30 minuti. - VEDI: TABELLA - “Velocità e Concatenamenti Sportivi”.

 

Quelli americani invece, avevano fatto una rapida – ma estremamente incisiva – apparizione, portando dalla lontana Yosemite una ventata di novità nel gruppo del Bianco, forse al tempo non appieno compresa nel su valore. Parliamo di Royal Robbins, che sul Petit Dru ha aperto la diretta americana con Gary Hemming nel 1962 e la direttissima americana con John Harlin nel 1965. Della prima salita alla Sud dell’Aiguille du Fou, di Tom Frost, Stewart Fulton, e ancora Harlin e Hemming, nel 1963 (nella foto).