torna al menù

 

Cima Grande di Lavaredo – 2999 m.

 

1869 – 21 agosto. Il viennese Paul Grohmann, già primo salitore di molte delle più importanti vette delle Dolomiti, raggiunge per primo anche quella della Cima Grande di Lavaredo (2999 m.), lungo il versante Sud assieme alle guide di Sesto Franz Innerkofler e Peter Salcher.

Impiegano quattro ore da Casera Rinbianco, tempo eccezionale se si considera che l’itinerario è tutto da scoprire e che le difficoltà, per l’epoca, sono tutt’altro che lievi (II° grado con passaggi di III° grado). E’ la salita che dà l’avvio alla storia alpinistica delle Tre Cime di Lavaredo.

In cima i tre si stringono calorosamente la mano nella gioia del successo e nell’euforia. Altro segno di cambiamento dei tempi, tra guide e clienti spesso nascerà una forte amicizia, basata sul grande rispetto reciproco e sulla comune esperienza del pericolo. Qualità che legano obbligatoriamente tutte le cordate.

 

1874 – Le guide Michel Innerkofler e Luigi Orsolina con Anna Ploner a settembre effettuano la prima ripetizione della Cima Grande di Lavaredo lungo il versante Sud e Anna Ploner si aggiudica in tal modo anche la prima femminile

 

1881 – Alla fine di agosto Michel Innerkofler e il cugino Hans Innerkofler con il viennese Demeter Diamantidi e la sua guida Luigi Cesaletti salgono nella stessa giornata tutte e tre le cime principali di Lavaredo, Piccola, Grande e Ovest. E’ il primo dei numerosi “concatenamenti” che la storia alpinistica delle Tre Cime proporrà.

Demeter Diamantidi, raggiunta la vetta della Piccola di Lavaredo, tira fuori dallo zaino un barattolo di vernice rossa con cui scrive su un lastrone i nomi dei salitori, e vi deposita anche una bottiglia con dentro il suo biglietto da visita.

 

1909 – Il 16 agosto, la guida ampezzana Angelo Dibona ed Emil Stübler salgono l’elegante spigolo Nord-est della Cima Grande di Lavaredo, oggi ripetutissimo.

Queste salite indicano che oramai si cominciano a prendere in considerazione le strapiombanti muraglie settentrionali. Ma i tempi non sono ancora maturi.

 

1913 - Hans Dülfer apre una nuova via sulla parete Ovest della Cima Grande di Lavaredo con Walter von Bernuth.

 

1931 - A merito dei due altoatesini Hans Steger e Paula Wiesinger va anche ascritto un tentativo di salita lungo la formidabile parete Nord della Cima Grande di Lavaredo, vinta in seguito da Comici e dai fratelli Dimai con largo impiego di chiodi.

Steger e la Wiesinger non erano certo preparati né psicologicamente né tecnicamente ad un’impresa del genere, non tanto per mancanza di capacità ma soprattutto perché i tempi ancora non erano maturi.

La parete Nord della Grande segnerà un netto passo verso l’artificiale e sarà propria l’impresa che spianerà la strada ad una lunghissima serie di arrampicate di questo genere. Non stupisce tuttavia che sia stato proprio Hans Steger a concepire per primo l’idea della salita; egli infatti era strenuo difensore dei mezzi artificiali ed anche durante le sue ripetizioni delle vie di Preuss o di altre vie, sovente ricorse all’impiego dei chiodi dove i primi salitori erano passati in libera assoluta.

 

1933 – Cade il tabù della parete Nord della Cima Grande di Lavaredo.

Il 13 e 14 agosto, la cordata dei fratelli Giuseppe e Angelo Dimai (i primi due si alternano al comando) con Emilio Comici, riesce finalmente a tracciare la prima via lungo la parete.

Le difficoltà vengono valutate di VI grado (con diversi passaggi in artificiale). L’impresa desta stupore per la paurosa verticalità della parete.

 

1933 – 11 e 12 settembre i fratelli Peter e Paul Aschenbrenner, compiono la prima ripetizione della parete Nord della Cima Grande di Lavaredo.

Le successive dieci ripetizioni saranno tutte opera di cordate tedesche e tra queste anche la prima senza bivacco, ad opera di Arthr Herlin e Josef Reischmann.

 

1934 - Raffaele Carlesso con Giovanni Battista Vinatzer effettuano la prima ripetizione italiana della via Comici-Dimai alla Cima Grande di Lavaredo.

 

1937 – In uno di quei giorni “grandi” in cui gli alpinisti sogliono riscattarsi da amare delusioni esistenziali, Emilio Comici scala da solo, in tre ore e tre quarti, la “sua via” sulla Nord della Grande di Lavaredo, realizzando un exploit che lascerà ammirati e sconcertati gli ambienti alpinistici. Come se già non fossero bastate le imprese della Grande e dello Spigolo Giallo, quest’ultima scalata solitaria lo porta ancor più alla ribalta del mondo anche non alpinistico e si crea una fama di “Comici uomo-mosca”.

 

1938Fritz Kasparek in invernale sale la Nord della Cima Grande di Lavaredo.

 

1942 Piero Mazzorana concatena in circa 9 ore le vie Preuss alla Cima Piccolissima di Lavaredo, la Dulfer-Piaz alla Punta di Frida alle Tre Cime di Lavaredo , La Helversen alla Piccola di Lavaredo, lo Spigolo Dibona alla Cima Grande di Lavaredo, e la via Comune con variante Dulfer alla Cima Ovest, per concludere con Croda degli Alpini e Croda del Rifugio.

 

1953 – Il 27 febbraio, Walter Bonatti e Carlo Mauri, ripetono la seconda invernale della via Comici-Dimai alla Cima Grande di Lavaredo.

 

1956 – Gli “Scoiattoli” Claudio Zardini, Claudio Bellodis, Beniamino Franceschi e Albino Michieli ripetono la via Comici alla parete Nord della Grande di Lavaredo e la “ripuliscono”, togliendo in tutto ben 110 chiodi (Comici ne aveva usati 90 in apertura!). Tuttavia, già un anno dopo, la via è nuovamente “superchiodata”.

 

1958 – Una volta scalate tutte le pareti Nord, è ora la corsa alla “direttissima” a tenere banco.

In luglio, con cinque giorni di arrampicata, bivaccando in parete con un cordino di collegamento alla base per i rifornimenti, i tedeschi Dietrich Hasse, Lothar Brandler, Jorg Lehne e Sigi Low tracciano la via diretta nel mezzo della parete Nord della Cima Grande di Lavaredo. Usano 180 chiodi normali e 15 a espansione, oltre a vari cunei di legno. La scalata, che pure presenta numerosi tratti di dura arrampicata libera, desta forte scalpore. Non esistono più pareti impossibili, commenteranno alcuni. Dal punto di vista strettamente tecnico, la salita di Hasse e compagni segna l’esordio, nelle Dolomiti, quella che molti anni dopo sarà perfezionata come tecnica big wall.

 

1959Cesare Maestri e Bepi Holzer, in tre giorni effettuano la prima ripetizione della via diretta nel mezzo della parete Nord della Cima Grande di Lavaredo, dei tedeschi Dietrich Hasse e compagni.

 

1959 – Intanto riprende la corsa alle ripetizioni solitarie

Karl Flunger si aggiudica l’ambita prima solitaria della Hasse-Brandler alla Cima Grande di Lavaredo.

 

1961 – Dal 13 al 17 febbraio, i sassoni Peter Siegert, Rolf Jager, Werner Bittner e Reiner Kauschke compiono la prima invernale della via Hasse-Brandler alla Cima Grande di Lavaredo

 

1961 – In estate Erich Abram e Sepp Schrott riescono a portare a termine la prima salita del grande diedro a destra della via Comici-Dimai alla Nord della Cima Grande di Lavaredo, già salita per circa metà, cinque anni prima, da Morandi e Leone che poi, a causa di un incidente, avevano dovuto ripiegare sulla via Stosser.

 

1961 - 24 agosto - Il belga Claude Barbier (caduto nel maggio 1977 durante una esercitazione di palestra nelle Ardenne), è certamente uno degli scalatori solitari più audaci e preparati che mai siano esistiti.

Di lui si ricorda soprattutto un’impresa che ha del fantastico e dell’incredibile: nel 1961, in un solo giorno, egli superò da solo, una dietro l’altra  Le vie Cassin sulla Ovest di Lavaredo, Comici alla Grande, Preuss sulla Piccolissima, Dulfer sulla Punta di Frida e Innerkofler sulla Cima Piccola.

 

1963 – In gennaio, con ben diciassette giorni di permanenza in parete, Peter Siegert, Reiner Kauschhke e Gert Uhner (componenti di un gruppo autodenominatosi Kolibris)tracciano sulla Nord della Cima Grande di Lavaredo una via “a goccia cadente”, più diretta della Hasse-Brandler.

Usano numerosissimi chiodi, sia normali sia ad espansione, salendo quasi costantemente in artificiale. Le polemiche non si fanno attendere. La via dei Kolibris segna l’apice del periodo delle direttissime in artificiale.

 

1963 – A marzo Cesare Maestri e Claudio Baldessari compiono la prima ripetizione della via dei Kolibris sulla Nord della Cima Grande di Lavaredo una via “a goccia cadente”.

 

1965Royal Robbins entra in contatto con l’alpinismo europeo, o forse è più corretto dire che l’ambiente dolomitico entra in contato con la nuova filosofia americana il cui principale esponente è Royal Robbins.

Durante il suo soggiorno italiano egli sale la Nord della Cima Grande e altre pareti. Nel tentativo di aprire una nuova via sulla Cima Ovest di Lavaredo, assieme a Yvon Chouinard, martella via quarantacinque chiodi a pressione, lasciati da altri alpinisti in precedenti tentativi, e da lui ritenuti inutili. Ripiega però sotto un enorme tetto strapiombante proprio perché non vuole piantare a sua volta i chiodi a pressione. Chiodi che si dimostrano necessari per poter continuare la salita.

La fidanzata Liz si unisce all’amato Robbins per effettuare la salita di una classica; lo Spigolo Giallo di Comici, alla Piccola di Lavaredo, che Royal salirà poi “di corsa” con Yvon Chouinard.

 

1968 - Ivano Dibona cadde sullo spigolo Nordest della Cima Grande di Lavaredo, mentre ripeteva l’itinerario aperto dal nonno Angelo Dibona. Al suo nome è dedicato un sentiero alpinistico nel gruppo del Cristallo.

 

1977 – Sulla parete Nord della Cima Grande di Lavaredo, Miguel Angel Gallego, Mariano Lozano, Juan Carrillo e Antonio Gomez, dopo un mese di “lavoro” e cinque bivacchi in parete, tracciano la Diretta spagnola, a sinistra della via Hasse-Brandler. La salita, assai pubblicizzata dalla stampa, è perlopiù artificiale e a tutt’oggi non risulta ripetuta, anche perché è stata parzialmente schiodata dagli apritori.

 

1977 – Il francese Jean Claude Droyer, con Yves Tugaye, ripete la via Comici alla Cima Grande di Lavaredo in libera, utilizzando i numerosi chiodi in loco solo per assicurazione e valutando i passaggi più difficili 6b.

 

1987 – In febbraio, con un bivacco in parete, Franco Perlotto e Sean Petersen compiono la prima salita invernale della via Camillotto Pellissier alla Nord della Cima Grande di Lavaredo.

 

1987 – In agosto, dopo aver riattrezzato a spit alcune soste, Kurt Albert assieme a Gerold Sprachmann percorre in libera anche la via Hasse-Brandler alla Cima Grande di Lavaredo (7a).

Le imprese di Kurt Albert riportano di colpo alla ribalta l’arrampicata estrema sulle Tre Cime di Lavaredo.

 

1988Thomas Bubendorfer concatena le vie Cassin alla Cima Ovest di Lavaredo, Comici alla Cima Grande di Lavaredo Helversen alla Cima Piccola di Lavaredo, per poi trasferirsi con l’elicottero a concludere la sua impresa superpubblicizzata sulla Marmolada e sul Sass Pordoi.

 

1988 – I fratelli Miroslav e Michal Coubal che, dopo alcune prime assolute di alto livello(fino al 7c) sulle torri d’arenaria di casa loro, partono alla ricerca di nuovi orizzonti sulle Dolomiti. Qui realizzano una grande prima ascensione: la via La Rosa Alpina, sulla parete Nord della Cima Grande di Lavaredo, superando passaggi di 7b+ in rotpuntk!.

 

1989 – Ma a scuotere l’ambiente è soprattutto l’impresa dei fratelli cecoslovacchi, Miroslav e Michal Coubal.

L’anno prima avevano percorso un nuovo itinerario di estrema difficoltà sulla Nord della Cima Grande di Lavaredo (Alpenrose), giungendo fino a metà parete e uscendo poi lungo la via Comici. Ritornati sulla parete nell’agosto ’89, portano a termine la via in maniera autonoma e la dedicano a Claude Barbier, e la chiamano appunto Via in Ricordo di Claude Barbier. Le difficoltà sono estreme (max 7b+) e, novità importante, vengono liberate dagli stessi apritori. La roccia è a tratti friabile e vengono usati solo pochissimi spit di tipo artigianale…

 

1990 –Ed ancora, sulla Nord della Cima Grande di Lavaredo nuovamente Francek Knez e Martin Hrastnik, aprono Moce misli (Vigore della mente), a sinistra dello storico itinerario di Comici. (con tratti di 20 metri superati senza possibilità di protezione!). Le difficoltà sono IX - della scala UIAA, sembrano rappresentare il massimo realizzabile con stile tradizionale, senza forare la roccia.

 

1990 –La cordata Manrico Dell’Agnola e Alcide Prati, specializzati nelle ripetizioni in velocità, concatena in otto ore le tre grandi classiche: Cassin alla Cima Ovest di Lavaredo, Comici alla Cima Grande di Lavaredo e Spigolo Giallo alla Cima Piccola di Lavaredo.

 

1990 – Il cecoslovacco Milan Packo, percorre quasi totalmente in libera (a eccezione di un tiro, che verrà liberato in seguito da Christoph Hainz ) la via dei Kolibris alla Cima Grande di Lavaredo, valutandola 7c.

 

1991 – La prima ripetizione sulla Nord della Cima Grande di Lavaredo della via In Ricordo di Claude Barbier è opera degli altoatesini Christoph Hainz e Valentin Pardeller. I due hanno salito la via con un bivacco e Christoph Hainz ha superato tutti i tiri a vista tranne uno che era bagnato. Il secondo giorno, due tiri sotto la cengia, i due alpinisti sono stati sorpresi da un violentissimo temporale; sono tuttavia riusciti a uscire dalla parete e sono scesi lungo la Normale con pioggia e grandine.

 

1993 – La britannica Alison Hargreaves sale da sola in 2 ore e 30 minuti il “Linceulsulla Nord della Punta Walker alle Grandes Jorasses, la parete Nord del Cervino in 5 ore e 30 minuti, la parete Nord-Est dell’Eiger, la Nord-Est al Pizzo Badile via Cassin in 2 ore e 30 minuti, la via Allain al Petit Dru la via Comici alla Cima Grande di Lavaredo, nella stessa estate impiegando in totale 23 ore e 30 minuti. - VEDI: TABELLA - “Velocità e Concatenamenti Sportivi”.

 

1994 – Franco Perlotto torna in inverno sulla via Camillotto Pellissier alla Nord della Cima Grande di Lavaredo, per la prima solitaria invernale.

 

1994 – La Nord della Cima Grande di Lavaredo, sulla via Camillotto Pellissier, in estate viene percorsa in solitaria da Maurizio Marsigli (al secolo Gatto: arrampica a ottimi livelli nonostante un grave handicap fisico).

 

1995 – In due giorni, Frank Jourdan concatena, in solitaria autoassicurata, le vie: Spigolo Giallo alla Cima Piccola di Lavaredo, Hasse-Brandler alla Cima Grande di Lavaredo, Spigolo Dibona alla Cima Ovest di Lavaredo in discesa e Comici alla Cima Grande di Lavaredo, Cassin e Demuth alla Cima Ovest di Lavaredo, tirando al massimo la libera. L’impresa di Claude Barbier, però, resterà probabilmente unica.

 

1996 – Christoph Hainz traccia e poi libera das Phantom der Zinne. Il tiro più difficile è in comune con la via dei Kolibris ed è valutato 7c+.Sulla Nord della Cima Grande di Lavaredo

 

1997 – Christoph Hainz percorre in prima solitaria invernale la via dei Kolibris sulla Nord della Cima Grande di Lavaredo.

 

1998 – Il triestino Mauro “Bubu” Bole ripete a vista Alpenrose alla Nord della Cima Grande di Lavaredo, senza la parte alta (max 7b+). “Bubu” è uno specialista delle Lavaredo, avendo già percorso a vista lo Spigolo degli Scoiattoli alla Cima Ovest di Lavaredo, la via Kolibris alla Nord della Cima Grande di Lavaredo e Perle ai porci (Muro Giallo) alla Cima Piccola di Lavaredo.

 

1999 – La prima invernale sulla Nord della Cima Grande di Lavaredo della via In Ricordo di Claude Barbier è ancora opera degli altoatesini Christoph Hainz e Kurt Astner già suo compagno in diverse prime salite. I due hanno salito la via in alternato e con due bivacchi. Christoph Hainz racconta di aver trovato su uno dei tiri chiave della via (L7) «una brutta sorpresa: uno spit senza piastrina. Qualcuno aveva messo lo spit dove prima non c’era, rovinando così uno dei tratti chiave. Ero veramente arrabbiato; mi è sembrato veramente irrispettoso nei confronti di chi è salito prima e senza spit».

 

1999 – La fuoriclasse francese Catherine Destivelle a giugno ripete il solitaria la via Hasse-Brandler-Lehne-Löw alla Cima Grande di Lavaredo (prima solitaria femminile).

Realizzazione non priva di difficoltà, e di sapore antico. Partita di venerdì, raggiunge verso le 21,30 di sabato la cengia sommitale, bivaccando una notte tra cielo e terra, e percorrendo in pratica 1500 metri di parete, in quanto dopo ogni avanzamento ridiscende per togliere le protezioni inserite durante la salita e torna nuovamente su con l’ausilio della corda. Usa quindi la tecnica di autoassicurazione su difficoltà di 6c/A2/A3. Durante l’ascensione una scarica di sassi le trancia di netto la corda, ed è costretta a riannodarla, aggiungendo un’ulteriore difficoltà alla manovra di risalita con i jumars. Una bella avventura per questa fuoriclasse francese!.

 

1999 - Manfred Stuffer, uno tra i migliori arrampicatori sportivi, si dedica all’alpinismo solitario portando a termine, sempre senza autoassicurazione, vie di notevole impegno e difficoltà.

A coronamento di questa grande mole di attività giunge al concatenamento in velocità di due impegnative vie della Marmolada e delle Tre Cime di Lavaredo. Festeggia a modo suo il 130° anniversario della prima conquista della Grande di Lavaredo ed il 30° anniversario della prima ascensione della via Messner in Marmolada.

Manfred Stuffer parte alle 5,15 dal rifugio Falier ai piedi della parete Sud della Marmolada e sale senza autoassicurazione la via Vinatzer-Messner (800 metri con difficoltà sino al 7°-) in 3 ore e 30. Quindi scende dal ghiacciaio con l’uso di una slitta, e poi con la sua montain bike raggiunge il rifugio Auronzo, dopo aver risalito i passi Fedaia, Giau e Tre Croci. Un percorso di 75 Km. e 2650 metri di dislivello in salita (il tutto in 4 ore e 30). Non gli resta perciò che portarsi sotto alla parete Nord della Grande di Lavaredo e salire la “classica” via Comici (500 metri sino al 7° grado) in ore 1,30). Arriva in vetta alle 18,40 e finisce la memorabile giornata con la discesa della via Normale.