ALPI

 

 

Le Alpi (dal plurale latino Alpes, che può significare "pietra", "collina", "montagna", "bianco") é la catena montuosa più importante d'Europa. Si chiamano in francese Alpes, in occitano Aups/Alps, in tedesco Alpen, in romancio Alps, in sloveno Alpe. - Sesto Pompeo Festo nel suo Primo Libro attesta che il nome deriva da ALBUS (bianco) che i Sabini pronunciavano Alpus e indicava il colore sempre bianco della catena innevata anche nella stagione estiva.

Per convenzione le Alpi iniziano a Ovest del Colle di Cadibona e terminano a Ovest della città di Vienna, coprendo una distanza di circa 1300 km a forma di arco tra l'Italia Settentrionale, la Francia Sud-Orientale, la Svizzera, il Liechtenstein, l'Austria, il Sud della Germania, la Slovenia e l'Ungheria Occidentale Tra Verona e Monaco di Baviera raggiungono la larghezza massima.

La cima più alta è costituita dal Monte Bianco che con i suoi 4810 m è considerato anche il tetto d'Europa; seguono il Monte Rosa (4634 m), il Dom (4545 m), il Weisshorn (4505 m) e il Cervino (4476 m). Altre vette importanti sono il Gran Paradiso (4061 m), il Bernina (4049 m), l'Ortles (3902 m) ed il Monviso (3842 m).

Le Alpi sono abitate da circa 16 milioni di persone.

Non esiste una suddivisione del sistema alpino universalmente accettata da tutti. Vengono di seguito riportate le principali suddivisioni.

Le 26 sezioni della Partizione delle Alpi

A seguito del IX Congresso Geografico Italiano, svoltosi nel 1924, vennero ufficializzate nel 1926 le suddivisioni del sistema alpino sulla base del documento "Nomi e limiti delle grandi parti del Sistema Alpino". La ripartizione principale individua tre grandi parti: Alpi Occidentali, Alpi Centrali e Alpi Orientali, suddivise a loro volta in 26 sezioni e 112 gruppi.

Le Alpi Occidentali vanno dal Colle di Cadibona al Col Ferret; le Alpi Centrali dal Col Ferret al Passo del Brennero; le Alpi Orientali dal Passo del Brennero alla città di Fiume. Queste tre grandi parti sono suddivise ulteriormente in:

Alpi Occidentali: Alpi Marittime, Alpi Liguri, Alpi Cozie, Alpi Graie, Alpi di Provenza, Prealpi di Provenza, Alpi del Delfinato, Prealpi del Delfinato, Prealpi di Savoia.

Alpi Centrali: Alpi Pennine, Alpi Lepontine, Alpi Retiche, Alpi Bernesi, Alpi Glaronesi, Prealpi Svizzere, Alpi Bavaresi, Prealpi Lombarde.

Alpi Orientali: Alpi Noriche, Dolomiti, Alpi Carniche, Alpi Giulie, Caravanche, Alpi Salisburghesi, Alpi Austriache, Prealpi di Stiria, Prealpi Venete, Carso.

 

Nel 2005 è stata presentata ufficialmente la classificazione SOIUSA, acronimo di Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino, allo scopo di uniformare le denominazioni utilizzate negli Stati dell'area alpina. Questa classificazione prevede 2 grandi parti (Alpi Occidentali e Alpi Orientali) anziché le tre tradizionali italiane, in accordo con le classificazioni in uso oltralpe, ed un’ulteriore suddivisione in 5 settori, 36 sezioni e 132 sottosezioni. Le Alpi Occidentali sono suddivise in:

Alpi Sud-Occidentali: Alpi Liguri; Alpi Marittime e Prealpi di Nizza; Alpi di Provenza e Prealpi di Provenza; Alpi Cozie; Alpi del Delfinato; Prealpi del Delfinato.

 

Alpi Nord-Occidentali: Alpi Graie; Prealpi di Savoia; Alpi Pennine; Alpi Lepontine; Prealpi Luganesi; Alpi Bernesi; Alpi Glaronesi; Prealpi Svizzere.

 

Le Alpi Orientali sono suddivise in:

Alpi Centro-Orientali: Alpi Retiche Occidentali; Alpi Retiche Orientali; Alpi dei Tauri Occidentali; Alpi dei Tauri Orientali; Alpi di Stiria e Alpi di Carinzia; Prealpi di Stiria.

 

Alpi Nord-Orientali: Alpi Calcaree Nordtirolesi; Alpi Bavaresi; Alpi Scistose Tirolesi; Alpi Settentrionali Salisburghesi; Alpi del Salzkammergut e dell'Alta Austria; Alpi Settentrionali di Stiria; Alpi della Bassa Austria.

 

Alpi Sud-Orientali: Alpi Retiche Meridionali; Alpi e Prealpi Bergamasche; Prealpi Bresciane e Gardesane; Dolomiti; Prealpi Venete; Alpi Carniche e della Gail; Alpi Giulie e Prealpi Giulie; Alpi di Carinzia e Alpi di Slovenia; Prealpi Slovene.

 

Esistono anche le tradizionali classificazioni nazionali, che considerano soltanto la parte del sistema alpino ricadente sul territorio nazionale:

Le Alpi Italiane, classificazione del Club Alpino Italiano e del Touring Club Italiano.

Le Alpi Francesi, classificazione del Club Alpino Francese.

Le Alpi Svizzere, classificazione del Club Alpino Svizzero.

Le Alpi Austriache e Alpi Tedesche, secondo il Geographische Raumgliederug Österreich

Le Alpi Slovene, secondo la Naravnogeografska regionalizacija Slovenije

Esiste infine una classificazione delle Alpi Orientali secondo i Deutscher und Österreichischer Alpenverein, i club alpini austro-tedeschi detta Alpenvereinseinteilung der Ostalpen (AVE).

Le Alpi fanno parte delle catene alpine peritetidee, formatesi durante il Mesozoico e il Cenozoico e sono la catena montuosa più giovane d'Europa. Esse si estendono dal Maghreb al Medio Oriente. Una parte di queste catene montuose (le catene perimediterranee) è dovuta all'apertura e alla successiva richiusura dei bacini oceanici del Paratetide. L'esistenza di questa orogenesi è legata alla convergenza delle placche africana e europea e all'interposizione di blocchi o di microplacche.

Le Alpi propriamente dette si estendono su un migliaio di chilometri, tra Ginevra e Vienna, con una larghezza compresa tra 100 e 400 chilometri.

Si possono suddividere secondo criteri geografici, geologici e topologici, in tre parti distinte: le Alpi Occidentali, che formano un arco tra il Mar Mediterraneo ed il Vallese, le Alpi Centrali, tra il Vallese ed i Grigioni (Svizzera orientale), e le Alpi Orientali e Alpi Meridionali, che si inseriscono nel bacino Pannonico a Ovest dei Carpazi.

L'arco delle Alpi Occidentali è classicamente suddiviso in due parti, separate dall'accavallamento pennico crostale: la zona esterna e le zone interne. Tale accavallamento maggiore unisce unità paleogeografiche distinte, con storie tettoniche e metamorfiche diverse: globalmente, le unità della zona esterna corrispondono alle parti vicine al margine europeo, che sono state poco accorciate e metamorfizzate durante la storia della catena alpina, mentre le unità interne corrispondono alle parti più distanti e su fondale oceanico, che hanno subito un metamorfismo e un accorciamento più forti. Le deformazioni nelle Alpi (osservabili grazie ai movimenti tellurici e alla geodesia) sono attualmente piuttosto deboli. Tuttavia sono osservabili in Svizzera tassi di sollevamento dell'ordine di 1 mm/anno; dei dati comparabili non sono disponibili in Francia o in Italia, ma è probabile che le velocità verticali siano simili. L'origine di un tale sollevamento resta oggi vastamente dibattuta, tuttavia l'accorciamento nelle Alpi Occidentali è pressoché nullo.

La storia del popolamento delle Alpi iniziò con la fine dell'ultima glaciazione (circa 15.000 anni fa), quando lo scioglimento dei ghiacci iniziò a rendere abitabili vaste zone vergini.

Nella tarda preistoria i laghi prealpini ospitavano villaggi palafitticoli. Il testimone più famoso di quest'epoca è l'Uomo di Similaun.

Nell'età del ferro le Alpi erano popolate dai Liguri (nelle Alpi Occidentali e Alpi Centro Occidentali), dai Reti e Camuni (Alpi Retiche), dai Veneti ed Illiri (le Alpi Orientali), dai Celti delle culture di Hallstatt e La Tènè (il versante settentrionale.) Intorno alla metà del primo millennio i Celti irruppero a Sud delle Alpi ed invasero buona parte del versante meridionale ed occidentale, prima abitati da Liguri.

A tali quattro gruppi etnici appartenevano i popoli, politicamente organizzati in piccoli stati o confederazioni tribali, esistenti all'arrivo dei Cartaginesi e dei Romani. Durante la Seconda guerra punica i Liguri si allearono con i Cartaginesi, mentre i Galli si allearono preferibilmente con i Romani. L'episodio più famoso della guerra fu la traversata delle Alpi attraverso il Moncenisio da parte dell'esercito di Annibale con gli elefanti. Alla fine della Seconda guerra punica l'Italia settentrionale divenne la provincia romana della Gallia Cisalpina. Tuttavia le Alpi rimanevano in buona parte autonome.

Una quarantina di popoli delle Alpi Occidentali furono combattuti e vinti dai Romani nel 15 a.C. E a commemorare la vittoria fu costruito il Trofeo di Augusto, che ancora oggi si può vedere a La Turbie: rappresenta, per i francesi, la porta d'ingresso alla catena alpina. Alcuni popoli mantennero una certa autonomia sotto l'impero romano e non furono inglobati in alcuna delle provincie, bensì mantennero un’amministrazione particolare: si tratta dei regni di Cozio e dei Graii. A ricordo di tale trattamento privilegiato rimangono gli archi di Augusto eretti nelle rispettive capitali, Susa ed Aosta.

Da quanto descritto si capisce che nell'antichità le Alpi Occidentali erano le Alpi per antonomasia, attraversate da Annibale e da Giulio Cesare. Anche il nome "Alpes", che è utilizzato nel senso moderno per la prima volta in latino, è preso in prestito da una lingua parlata nelle Alpi Occidentali, probabilmente ligure, in cui significava semplicemente "montagne".

Durante il Medioevo le Alpi furono una delle aree dell'Europa Occidentale meno toccate dal Feudalesimo, in quanto il territorio non produceva abbastanza, oltre a quanto necessario alla famiglia del contadino o del pastore, per permettere di dare una parte del raccolto al feudatario. In effetti, i territori alpini non erano di alcun interesse economico per gli stati della pianura, ma erano strategici su di un piano militare.

Cosicché ci furono due tendenze, spesso riscontrabili nello stesso territorio: Da un lato parecchi territori alpini godevano di una sostanziale autonomia interna pur appartenendo ad uno stato confinante, che aveva diritto di tenervi guarnigione. Dall'altro lato molti di essi erano organizzati come comuni rustici, piccole repubbliche di montanari, o di piccoli nobili locali.

Il caso estremo di queste due tendenze è la Confederazione, pienamente indipendente, dei cantoni svizzeri. Tuttavia godevano di autonomia all'interno dei rispettivi stati anche gli écartons delle Alpi francesi, le comunità delle valli valdostane, i tre "terzi" della Valtellina, nonché le contee di Bormio e Chiavenna, le Magnifiche Comunità di Fiemme e Fassa, le regole cadorine.

Tutte queste autonomie locali cessarono con l'occupazione napoleonica dei vari stati e l'Ottocento vide l'affermarsi delle amministrazioni centralizzate in tutti gli stati alpini, forse esclusa la Svizzera.

A partire dalla seconda guerra mondiale questa tendenza si è invertita e, sia pure per motivi questa volta linguistici, territori come la Valle d'Aosta, e le provincie di Bolzano e Trento hanno riottenuto un'autonomia che ricorda per certi versi quella di cui avevano goduto i territori alpini prima di Napoleone.

Le più grandi città dell'arco alpino sono Grenoble (Francia) con 156659 abitanti, Innsbruck (Austria) con 118.000, Trento (Italia) con 115.000 e Bolzano (Italia) con 103000. I francesi chiamano Grenoble "Capitale delle Alpi" (Capitale des Alpes), gli austriaci chiamano Innsbruck "Capitale delle Alpi" (die Haupstadt der Alpen), mentre in Italia talvolta viene chiamata Torino "Capitale delle Alpi", nonostante sia una città di pianura.

Nel 2001, la popolazione totale delle Alpi era di circa 12295000.

Di questi la maggior parte sono francofoni, germanofoni ed italofoni. Significativa è anche la comunità slovena. Tuttavia, a causa dell'isolamento dovuto alla conformazione orografica, le Alpi hanno permesso più di altre aree la sopravvivenza di minoranze linguistiche. Ad esempio le valli Maira e Varaita sono rimaste per secoli gli unici territori in cui fosse consentito l'uso della lingua provenzale, che invece il governo francese ha bandito dall'uso ufficiale e religioso. Analogamente è successo per il franco-provenzale in Val d'Aosta. Le lingue retoromanze o ladine (friulano, romancio e ladino dolomitico), poi, sono parlate solo (eccetto il friulano) nelle Alpi. Come solo nelle Alpi sono parlati alcuni dialetti tedeschi meridionali, come il Walser ed il Cimbro. Nelle vallate alpine meridionali sono parlate (di più che nella pianura padana) le Lingue Gallo-Italiche, cioè il Ligure, il Piemontese, il Lombardo e il Veneto, nonostante siano lingue bandite dall'uso ufficiale. Quanto alla religione, le Alpi sono prevalentemente cattoliche. Sono protestanti i cantoni svizzeri, escluso il Ticino, che è a maggioranza cattolica. Ma anche a questo riguardo bisogna dire che le Alpi, grazie alla configurazione del territorio, sono state per secoli il rifugio di una minoranza, la comunità valdese, che era sorta a Lione, ma ne era dovuta fuggire a causa delle persecuzioni.

 

1935 - 31 luglio - 1 agosto. Pierre Allain e Raymond Leininger compirono la Prima ascensione della Parete Nord del Petit Dru aprendo la Via Allain-Leininger, considerata una delle sei classiche pareti Nord delle Alpi. Il Dru è una magnifica ascensione di 850 m. Nel tratto difficile esistono 2 passaggi: la Fessura Allain della via originale, e la Fessura Martinetti, meno difficile, scoperta durante la sesta ascensione. Attualmente la via è attrezzata, anche più del necessario. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.

 

1952 - 1/5 luglio. Quattro alpinisti parigini, Lucien Berardini, Adrien Dagory, Guido Magnone e Marcel Lainé, riuscirono a vincere la Parete Ovest del Petit Dru ma l’hanno dovuta tentare due volte: la prima erano riusciti a superare in pochi giorni i due terzi della parete, ma le incessanti difficoltà, la sete e il maltempo li avevano costretti a tornare indietro. Due settimane dopo (17 luglio 1952) essi sono nuovamente alla base de Les Drus. Durante il secondo tentativo raggiungeranno la vetta ma per non perdere tempo in quell’estate particolarmente tempestosa, avevano evitato di ripercorrere la prima parte della salita, già compiuta nel primo tentativo e passarono sulla parete Nord fino a un terrazzo fra la Nord e la Ovest, un po’ sopra la fine del diedro di novanta metri e separato da quest’ultimo da una trentina di metri. Allora avevano pensato e realizzato una traversata audace utilizzando chiodi a pressione (quindi bucando la roccia) su una placca assolutamente levigata. L’atto di bucare la roccia non era mai stato fatto prima da nessun arrampicatore, è quindi facile immaginare che la salita fu criticata assai duramente dagli ambienti alpinistici internazionali, e inoltre fu totalmente disapprovato il metodo di realizzazione (infatti, i quattro alpinisti, durante il loro secondo tentativo, ritornarono al punto precedentemente raggiunto passando da un’altra via sulla parete Nord per assicurarsi la ritirata in caso di maltempo) ed i mezzi impiegati. In realtà si trattava di un’impresa di valore eccezionale. Secondo alcuni è stata la più importante e significativa scalata di roccia aperta sulle Alpi nel dopoguerra, in quanto dette origine ad una nuova concezione dell’alpinismo. Giustamente Guido Magnone (alpinista e scultore francese) giunse ad affermare che «in ogni attività dell’uomo, chi cerca di creare qualcosa di nuovo che vada contro la tradizione vigente, deve aspettarsi una reazione di questo tipo».

Quei chiodi, rimasti nel granito, hanno poi permesso ad altre cordate di salvarsi dalla parete e sono stati d’importanza capitale nel salvataggio di due alpinisti tedeschi: Heinz Ramisch e Hermann Schriddel incrodati sul Il Drus nel 1966. Salvati poi da Gary Hemming e René Desmaison che scavalcarono tutta la complessa e farraginosa macchina dei soccorsi. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.

 

1971 – La signorina Simone Badier sale con Thierry Leroy tutta la via da capo-cordata sulla parete Sud dell’Aiguille du Fou via Americana. Oggi il mito è ridimensionato dal numero di chiodi in posto, ma se superata totalmente in libera resta una delle vie più difficili delle Alpi. Il grande strapiombo iniziale è 7b/c. - Settore delle Aiguilles de Chamonix - Alpi Francesi - Massiccio del Monte Bianco.

 

198712/13 marzo. Inizia il duello fra Christophe Profit e Eric Escoffier che si inseguono sulle stesse pareti in pieno inverno, in una lotta per raggiungere l'amata trilogia delle Tre pareti Nord delle Alpi, seguendo il rituale di una nuova sfida. La spunta Christophe Profit, che in 42 ore liquida lo Sperone Croz alle Grandes Jorasses, l’Eiger e il Cervino. Eric Escoffier, leggermente in ritardo, non riesce a completare il trittico. E’ importante dire che Eric Escoffier, che non ha mai scalato l'Eiger, si perde nel buio per trovare il famoso passaggio "Hinterstoisser" deve andare fino a Kleine Scheidegg e ri-iniziare la salita il giorno dopo, mentre, Christophe Profit è già in cima allo Sperone Croz alle Grandes Jorasses dove con il suo aliante dal peso di soli 2,4 chili gli permette di volare a Courmayeur.