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Pierre Allain – (1904-2000)

 

 

Pierre Allain autore di “Alpinisme e competition” e di “L’art de l’alpinisme”, opere che già dicono a chiare lettere le caratteristiche del suo alpinismo.

Se una cordata francese supera per la prima volta il limite del sesto lo si deve proprio a lui che si fa le ossa prima nella palestra di roccia parigina di Fontainebleu, poi in Dolomiti, acquisendone le nuove tecniche d’arrampicata.

Assieme a Raymond Leininger traccia una via di sesto grado sul Grand Pic de la Meije nel Definato, che serve loro come allenamento per risolvere il problema della Nord del Petit Dru (31 luglio-l agosto 1935) superando brillantemente il passaggio chiave di difficoltà di VI+ (“fessure Allain”). Ma il suo campo di gioco preferito rimangono le Aiguilles de Chamonix dove firma tutta una serie di nuove linee (Spigolo Est del Cocodrile, 1937). Pure lui entra in competizione sulle Grandes Jorasses, precedendo Riccardo Cassin di appena due giorni e salendo lo Sperone Nord della Punta Walker fino a raggiungere una zona di rocce ghiacciate che gli vietano a lui e al compagno Jean Leininger il proseguimento. Comunque nel secondo dopoguerra (1946) sarà lui con R. Ferlet, J. Poincenot e Guy Poulet, giovani allievi della palestra di Fontainebleau, ad effettuarne la terza ripetizione e la seconda francese. (A proposito di Fontainebleau lo sdegnoso Armand Charlet ironizzava dicendo che quei sassi al massimo potevano servire per stagnare le pentole bucate!). E’ di Pierre Allain la sperimentazione e la produzione di capi e materiali tecnici per l'arrampicata: moschettoni leggeri, giacche di piumino, scarpette moderne. A mo’di conclusione: Gian Piero Motti nella sua “Storia dell’Alpinismo” lo definisce “il Dülfer francese”.

 

 

1933Pierre Allain, sullo spigolo Sud-Ovest dell’Aiguille du Fou concretizza la sua prima salita importante.

 

1935 - 23/24 luglio. Pierre Allain, Raymond Leininger e J. Charignon effettuano la Prima ripetizione in salita della Cresta des Hirondelles alle Grandes Jorasses nella loro prima traversata delle Grandes Jorasses da Est a Ovest (Col des Grandes Jorasses-Col des Hirondelles). - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.

 

1935 - 24/25 luglio. La prima traversata delle Grandes Jorasses da Est a Ovest (Col des Grandes Jorasses-Col des Hirondelles) è di Pierre Allain, Raymond Leininger e J. Charignon. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.

 

1935 - 25 luglio. Pierre Allain, Raymond Leininger e J. Charignon traversata delle Grandes Jorasses da Est a Ovest (Col des Grandes Jorasses-Col des Hirondelles) praticarono delle varianti nella discesa della Punta Margherita e della Punta Young. Dalla Punta Margherita, con due corde doppie di 20 m. su grandi placche (un chiodo lasciato, la seconda corda doppia è pendolare, corda di 60 m. utile) raggiungere una forcelletta. Girare sul Nord un ripido muro. Seguire il filo di cresta fino alla Punta Young. Continuare a seguirlo fino al punto in cui si abbassa bruscamente sul Col des Grandes Jorasses. Con tre corde doppie di 20 m. raggiungere il canale che non bisogna prendere in salita: questo canale porta alle nevi del colle. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.

 

1938 – 1° agosto. Fu Pierre Allain il primo a portare un serio tentativo allo Sperone della Walker alla Punta Walker delle Grandes Jorasses con Jean Leininger, il parigino riesce a scoprire la via di salita nel primo terzo della parete, dopo aver superato con l’aiuto dei chiodi una difficile fessura che ora porta il suo nome. Ma i due decisero di ritirarsi perché a loro la parete pareva in cattive condizioni. E fu qui che Pierre Allain peccò di presunzione e si lasciò sfuggire di mano il successo. Forte della scalata compiuta al Petit Dru, Pierre Allain sapeva di essere allora il migliore scalatore di Francia ed aveva pure capito durante il suo tentativo che al momento nessun altro al di fuori di lui (almeno in Francia) era in grado di superare simili difficoltà. Egli dorme quindi i suoi sonni tranquilli e può anche permettersi di attendere che le condizioni migliorino, in quanto considera lo sperone ormai un affare suo. Ma Pierre Allain non sa che proprio lo stesso giorno sta discendendo dal Colle del Gigante, diretto verso lo Sperone Walker, un uomo come Riccardo Cassin, affiancato da Ugo Tizzoni e Gino Esposito. La “macchina per arrampicare” di Lecco non conosce il Monte Bianco e nemmeno ha mai visto la Parete Nord delle Grandes Jorasses. Riccardo Cassin sa che lo Sperone della Walker è il più grande problema alpinistico del momento, ma la parete l’ha vista soltanto su una cartolina che alcuni amici gli hanno mostrato prima di partire. Riccardo Cassin non sa assolutamente nulla dei tentativi precedenti e tanto meno dove gli altri siano già saliti. Per lui quella parete non ha una storia particolare, è una parete di roccia e di ghiaccio come tante altre che lui ha già salito. Infatti, attacca la parete e sale direttamente, superando una fessura di estrema difficoltà, che in seguito non verrà quasi mai più ripetuta. Egli infatti non sa nulla del tracciato di Pierre Allain, certamente più facile, che si svolge invece più a sinistra. Ma Riccardo Cassin è l’uomo che non si arresta di fronte a nulla: arriva, studia la parete e sale fino in vetta senza esitazione alcuna. Per vincere lo sperone i tre lecchesi impiegarono tre giorni e due bivacchi, superando difficoltà di ordine decisamente superiore. Più volte Riccardo Cassin, forte del suo intuito leggendario, seppe trovare la giusta soluzione in settori di parete che si presentavano come estremamente problematici.

In questo stile assolutamente fantastico, con questa decisione ed anche con questa semplicità, senza inibizioni alcuna e senza timori inconsci a cui erano soggette le altre cordate, il gruppo lecchese guidato da Riccardo Cassin realizzò quella che fu definita come una delle più grandi imprese della storia dell’alpinismo. Ed è proprio questa estrema aderenza alla realtà, questa capacità di lottare in parete isolando il cervello, questo non considerare i giudizi altrui, che permise a Riccardo Cassin di passare vittorioso alla Nord della Lavaredo, al Badile e allo Sperone Walker. La via aperta presentava un concentrato di difficoltà di roccia e di misto da farne a quel tempo la più difficile salita della catena alpina. E tale rimarrà molto a lungo, praticamente fino agli anni Sessanta. Ma anche se la via Cassin è stata superata come difficoltà da altri itinerari, essa rimane pur sempre una salita eccezionale, dove l’alpinista si trova impegnato sotto tutti gli aspetti. In caso di cattivo tempo, la ritirata sovente è impossibile e non sono poche le cordate (anche di alpinisti fortissimi) che hanno dovuto combattere al limite delle loro forze e delle loro possibilità per uscire dalla parete.

Purtroppo oggi i molti chiodi presenti sulla via hanno addomesticato parecchio i tratti più duri. Ma chiunque percorra questa via non può che restare ammirato di ciò che i lecchesi seppero fare nel 1938 e soprattutto del modo in cui essi lo fecero. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.

 

1946 - 4/5 agosto. Pierre Allain, R. Ferlet, J. Poincenot, Guy Poulet, portarono a compimento la seconda ripetizione dello strapiombante Sperone Nord della Punta Walker nelle Grandes Jorasses - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.