Il Parco nazionale di Yosemite è un'area naturale protetta che si trova tra le contee di Mariposa e Tuolumne nello Stato della California, sulla catena montuosa della Sierra Nevada.
Il parco è uno dei più frequentati degli Stati Uniti: è visitato ogni anno da più di 3,5 milioni di persone. Yosemite è un parco ricco di straordinarie bellezze naturali, costellato di altissime rupi, cascate spettacolari, alberi giganti e torrenti.
Al suo interno si sviluppa la Yosemite Valley.
Posta nella Sierra californiana, la Yosemite Valley è uno degli angoli più pittoreschi e suggestivi del Nordamerica. Caratterizzata da immense pareti di granito levigato dall’azione glaciale, ricca di cascate che precipitano per centinaia di metri lungo le balze rocciose, verdissima e ventosa, illuminata dal violento sole californiano che le dona una luce fantastica e cruda, questa valle è uno dei “paradisi” preferiti dagli arrampicatori di tutto il Nordamerica.
Da prima la valle destò gli interessi dei turisti, anche ché John Muir dedicò gran parte della sua esistenza alla lotta per la difesa delle bellezze naturali che la valle custodiva e che erano seriamente minacciate dalle speculazioni più varie.
Tutti gli alpinisti d’America considerano John Muir come una specie di padre spirituale e tengono in grandissima considerazione il pensiero di quest’uomo di fine Ottocento.
L’alpinismo, invece, nella Yosemite Valley è un fatto piuttosto recente. La struttura granitica delle pareti del Yosemite richiede all’alpinista una perfetta conoscenza delle tecniche di progressione artificiale. La roccia levigatissima e compatta il più delle volte risulta incisa da esili fessure che possono essere salite solo con l’impiego di molti chiodi. L’alpinismo in questa valle è un fatto a sé.
A differenza delle Alpi o di altre catene montuose del globo, dove i fattori ambientali giocano un ruolo primario, in Yosemite praticamente non esistono problemi dati dalla quota, dalle basse temperature e dal cattivo tempo. Le angosce di questo genere sono pressoché assenti dall’animo dell’alpinista che opera in Yosemite e ciò gli permette di esaltare enormemente il fattore tecnico ed estetico dell’arrampicata. Anche la dimensione tempo perde molto del suo valore, in quanto generalmente queste imprese vengono affrontate con abbondanti scorte di acqua e di cibo.
Il problema maggiore resta comunque quello della sete.
In queste condizioni estremamente favorevoli, arrampicare diviene un momento senza spazio e senza tempo, una sorta di splendido gioco con la roccia.
La lunga permanenza in parete porta ad un distacco pressoché totale della vita abitudinaria e concede di entrare in armonia con gli elementi più semplici e puri della natura circostante.
Anche se alcune salite furono compiute prima del secondo conflitto mondiale, è soltanto dopo la guerra che si cominceranno ad affrontare le grandi pareti della valle.
Il protagonista assoluto di questa prima fase importantissima fu John Salathé, magnifico arrampicatore, colui che aprì il cammino a tutte le realizzazioni future.
Salathé fu anche ideatore di nuovi modelli di chiodi, ma soprattutto è importante perché fu il primo ad affrontare le muraglie granitiche del Sentinel Rock, del Half Dome e della Lost Arrow, una stupefacente torre monolitica alta alcune centinaia di metri.
Dopo Salathé vengono alla ribalta uomini come Allen Steck (suo compagno in numerose ascensioni) e Marck Powell.
Ma il periodo d’oro del Yosemite inizia quando due personalità contrastanti iniziano la loro attività nella valle: Royal Robbins e Warren Harding.
Robbins, che è considerato uno dei migliori alpinisti del mondo, è sempre stato un difensore del purismo.
Harding, personalità vulcanica, anarchico insofferente di ogni limitazione, invece ha fatto ampio uso di mezzi artificiali e di chiodi ad espansione.
Attorno a questi due personaggi, si è radunato un folto gruppo di arrampicatori estremamente dotati fisicamente ed intellettualmente.
La prima salita del Capitan lungo la via del Nose (naso) realizzata nel 1958 da un gruppo guidato da Warren Harding aprì la via ad una lunga serie di realizzazioni spettacolari, dove la tecnica assumeva un ruolo predominante. Le salite venivano compiute a balzi successivi, lasciando le corde fisse in parete per le risalite. Il numero dei chiodi era ingente. Ma poi si fece strada a poco a poco una nuova tendenza, che cercava di percorrere le stesse vie in tecnica alpina ed in un sol tratto.
In questa fase, accanto a Harding e Robbins, troviamo Chuch Pratt, Yvon Chouinard, considerato come il “profeta” dell’alpinismo californiano, Ed Cooper, Jim Baldwin, Steve Roper, Layton Kor, Tom Frost, T. M. Herbert, Don Lauria, Denis Hennek, arrampicatori raffinatissimi, autori delle prime ascensioni delle grandi vie del Capitan e dell’Half Dome.
Ora che ormai poco resta da fare, a meno di ricorrere ad un fortissimo uso di chiodi ad espansione, l’ultima generazione sta aprendo un nuovo corso, cercando di ripetere in arrampicata semi-libera le grandi vie aperte in artificiale precedentemente.
Nel 1988 l’americano Todd Skinner riuscirà a salire in completa arrampicata libera la leggendaria via Salathé al Capitan. Nel 1993 l’americana Lynn Hill (una donna!) supererà per prima nello stesso stile la storica via del Nose. -]
Si parla così di “super-libera” e gli alpinisti europei che hanno arrampicato in Yosemite hanno testimoniato il fantastico livello tecnico raggiunto dagli arrampicatori locali, ottenuto a prezzo di un duro allenamento atletico e di una preparazione mentale che si serve delle discipline orientali di meditazione. A poco a poco si cerca di ridurre l’uso dei chiodi, giudicato responsabile di rovinare alla lunga le fessure, servendosi unicamente dei “nuts”, (nazz) i famosi blocchetti d’alluminio da incastrare ad arte nelle fessure.
Anche l’arrampicata solitaria trova modo di esprimersi in realizzazioni audacissime e stupefacenti.
E’ il momento di Jim Bridwell, di Henry Barber , di Galen Rowell, di Steve Sutton, di Hugh Burton e soprattutto di Charlie Porter e Jim Dunn, autori di straordinarie salite solitarie sulle pareti del Yosemite.
Oggi molti giovani europei guardano al Yosemite come ad una meta da raggiungere,un esempio da imitare. Certo, la proposta di “vita in parete” che giunge dalla California è dolce e allettante. Ma non bisogna dimenticare che le Alpi non sono il Yosemite e che la severità ambientale della catena alpina non permette alle alte quote l’applicazione di questa filosofia.
1982 – autunno. Marco Pedrini con Marco Pretti si recano nel regno delle Big Wall a Yosemite in (California) e salgono la parete Ovest del El Capitan per la via West Face in libera.
1982 – autunno. Marco Pedrini con Marco Pretti sempre nel regno delle Big Wall a Yosemite in (California) e salgono la parete Sud-Est del El Capitan sul mitico The Nose.