(Nérac 1923 – Crête des Bergers 1958)
Jean Couzy era un valente ingegnere aeronautico, laureatosi a pieni voti a soli diciannove anni all’Istituto militare “Ecole Polytechnique”.
Anche la sua carriera di alpinista fu un susseguirsi di brillanti successi, riportati dalle Alpi all’Himalaya.
Compì le sue prime scalate, alcune “solitarie”, nei Pirenei, a quindici anni.
A Fontainebleau incontrò Marcel Schatz, di qualche anno più anziano e maggiormente esperto di montagna. Con lui Jean Couzy fece i suoi primi passi nell’alpinismo veramente impegnativo.
Fu tra i più brillanti esponenti dell’alpinismo parigino del suo tempo e dedicò accurati studi alla corretta valutazione delle difficoltà, fino a definire le linee della cosiddetta scala francese.
Frequento le Dolomiti all’inizio della carriera e fu il primo esponente dell’alpinismo «occidentale» francese ad affrontare vie di sesto grado superiore ( fra esse la Cassin alla Nord della Cima Ovest di Lavaredo e la Soldà alla Marmolada).
Partecipò nel 1951 alla spedizione francese all’Annapurna e poi a quella del Makalu nel 1955.
In seguito costituì una fortissima cordata con René Desmaison (Bourdeilles 1930), con il quale realizzò importanti salite nel Monte Bianco e nel Delfinato.
Fu ancora nelle Dolomiti, dove ripeté la via Brandler-Hasse sulla parete Nord della Cima Grande di Lavaredo e fece tentativi per una via diretta sulla parete Nord della Cima Ovest: quella via che fu aperta nel 1959 da René Desmaison con Pierre Mazeaud e dedicata al nome di Couzy, dopo che questi era morto per una scarica di sassi nel massiccio del Dévoluy.
1950 - Marcel Schatz e Jean Couzy furono prescelti per far parte della spedizione francese nell’Himalaya che doveva tentare la conquista del primo “8000”: l’Annapurna.
Laggiù, dopo una serie di tentativi non sempre riusciti, compiuti dalle diverse squadre della spedizione, Jean Couzy e Marcel Schatz, accompagnati dal dottor Oudot, scoprono un massiccio sconosciuto e quanto mai tormentato, sulle creste dei Nilgiris, il passaggio che avrebbe reso possibile la conquista dell’Annapurna alcune settimane dopo.
1951 – 16/17 settembre. Jean Couzy, S. Feigelson e André Vialatte salgono per il Pilastro Sud-Sudovest della Punta Gugliermina realizzando la 3° ascensione della via Gervasutti-Boccalatte. - Contrafforti Italiani - Massiccio del Monte Bianco.
1952 - 14 al 15 luglio. Il parigino Salson conquistò con Jean Couzy, il pronunciato pilastro Nord della Cima Ovest della Droites in 14 ore di arrampicata. Aprendo una nuova via.
1953 - Serge Coupé e Jean Couzy, effettuano la 3° ascensione della via Gervasutti al Mont Blanc du Tacul. - Grandioso canalone di ghiaccio noto come Canalone Gervasutti, dall'inclinazione di 48°-50° e fino a 58° nella parte superiore, con possibili muri fra i seracchi dove il passaggio d'uscita può variare molto. In alto, dove è assai largo perché aperto a imbuto, il canalone è sovrastato da una fascia di seracchi e dall'enorme cornice sommitale. - Bella ascensione su neve-ghiaccio in ambiente grandioso, non molto ripetuta; tutto il percorso è però sempre esposto alla caduta di ghiaccio. Dislivello 800 m. Difficoltà D+/TD-. - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.
1953 – 15/16/17 luglio. Jean Couzy, Adrien Dagory, Guido Magnone e André Vialatte effettuano la 4° ascensione alla parete Est del Grand Capucin, via Bonatti/Ghigo. - Satelliti del Mont Blanc du Tacul - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.
1954 - Nell’autunno ripartì per l’Himalaya per conquistare il Makalù, una vetta di 8470 metri.
Le rigorose condizioni climatiche della stagione e la violenza dei venti impedirono alla spedizione di arrivare in vetta.
Jean Couzy, però, non aveva proprio voglia di tornare con le pive nel sacco e così, con Lionel Terray, nonostante un vento che raggiungeva i centocinquanta chilometri l’ora, diede l’assalto al Chomo-Lonzo, una vetta vicina al Makalù e che si innalza a 7796 metri.
La scalata era tanto ostica, in quell’ambiente contrario ad qualsiasi forma di vita, che Lionel Terray avrebbe preferito rinunciare, nonostante il leggendario coraggio cui era animato e la sua forza fisica, di cui tutti hanno sentito parlare.
Jean Couzy, invece, fiducioso nel suo entusiasmo, si lasciò trascinare da questo e, con Lionel, ottenne quella nuova vittoria, frutto di uno stile e di una volontà eccezionale.
1955 - All’inizio dell’anno, si ritrova sui dirupi del Saussois con René Desmaison.
Jean si stava allenando per la seconda spedizione al Makalù prevista per la primavera successiva.
Prima di partire propone a René Desmaison di tentare la parete Ovest dei Drus, al suo ritorno in luglio.
Quella parete allora era stata scalata solo tre volte.
1955 - 15 maggio. Jean Couzy, in compagnia di Lionel Terray vinse il Makalù.
1955 - A metà luglio a Chamonix si forma una cordata che con il tempo diventerà affiatatissima: Jean Couzy e René Desmaison.
In seguito, fino al 1955, Jean Couzy continuò a mietere allori sulle Alpi.
In cinque anni vinse le pareti più difficili del momento, su ghiaccio, sul granito e sul calcare.
Le imprese compiute da Couzy e Desmaison seguono la prima salita della parete Ovest del Dru e quindi, in un certo senso, si sono spinte sul piano tecnico e psicologico ancora più avanti.
Ambedue cittadini, Couzy e Desmaison si possono considerare tra i massimi esponenti dell’alpinismo del dopoguerra, al pari di un Bonatti, di un Buhl o di un Messner.
Caratteri assai diversi e personalità un po’ contrastanti non impedirono ai due di trovare un accordo quasi perfetto e di realizzare imprese di altissimo contenuto tecnico.
Desmaison ha la tempera del lottatore indomito, tenace, irriducibile, anche polemico, dotato di qualità fisiche assolutamente al di fuori del comune.
Couzy è invece assai freddo, analitico, calcolatore al massimo.
Desmaison è sempre stato l’uomo dell’azione pura e non si è mai perso in studi sui motivi dell’alpinismo ed in analisi sui suoi problemi.
Couzy è forse stato la mente più acuta che l’alpinismo abbia avuto, o almeno una delle più aperte.
Per lui l’alpinismo non fu mai solo azione, anche se come alpinista era perfetto e completo su ogni terreno.
Ciò che egli seppe dare all’alpinismo (non solo francese) è difficilmente calcolabile: famosi sono i suoi studi sulla valutazione delle difficoltà, studi che finalmente giunsero a far chiaro nella confusione creatasi tra le Alpi Orientali e le Alpi Occidentali, studi attraverso i quali si giunse alla formulazione di una scala che ancora oggi pare la più valida ed è universalmente accettata.
Per anni fu redattore della rivista Alpinisme, organo del GHM e seppe dare alla pubblicazione un tono e un respiro che non ha più raggiunto in seguito.
Studiò appositamente tre lingue (inglese, italiano, tedesco) per poter seguire con scrupolo la cronaca alpinistica internazionale e per poter essere aggiornato sulla letteratura alpinistica degli altri paesi e sui problemi che venivano discussi sulle altre pubblicazioni.
Fece anche studi sull’uso dell’ossigeno alle alte quote.
Si è detto che fu mente aperta. Ed è vero.
Sulla sua spinta l’alpinismo francese potrà portarsi a dei livelli di indiscussa supremazia, soprattutto nelle grandi spedizioni extraeuropee dirette alle catene asiatiche.
Ingegnere aeronautico, personalità brillante anche nella vita, Couzy forse è uno dei pochi che siano riusciti ad armonizzare l’alpinismo con il contesto vitale, senza per questo sacrificare o ridurre altri interessi estranei al mondo della montagna.
Anche la cordata Couzy-Desmaison inizia con la ripetizione dei grandi itinerari dell’anteguerra.
Ma poi è naturale che un uomo d’azione come Desmaison e un istinto analitico e creativo come Couzy giungessero a tracciare nuovi itinerari di notevolissima classe, dove l’arditezza e la logica essenziale del tracciato si univano all’eccezionale difficoltà tecnica dei singoli passaggi superati.
1956 - 26 febbraio. Jean Couzy e André Vialatte, realizzano la 1ª salita invernale dello Sperone della Brenva e raggiungendo la vetta Monte Bianco. - Bianco - Versante della Brenva - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.
1956 – 23/24/25 luglio. Jean Couzy e René Desmaison vincono l’affilato Spigolo Nord Nordovest dell’Aiguille Noire de Peutérey (non ancora ripetuto).
La cresta presenta due ripidi salti collegati da una spalla con neve. Si alza dalla Brèche Sud des Dames Anglaises alla vetta solo per350 m. ma oltre alle difficoltà tecniche anche la severità dell’ambiente e l’isolamento rendono la scalata molto seria. La via non risulta ripetuta . Esposta, molto dura specialmente in artificiale; usati 85 chiodi e 4 cunei; roccia in genere buona ma difficile da chiodare. Difficoltà ED. - Contrafforti Italiani – Massiccio del Monte Bianco.
1956 – Jean Couzy e René Desmaison aprono la parete Nord-Ovest del Pic d’Olan, il loro capolavoro, superata lungo un itinerario diretto che dai ripetitori di ieri e oggi è valutato come una delle scalate più ardue delle Alpi, decisamente superiore alla via dei francesi sulla parete Ovest dei Dru.
1957 – 3/4 agosto. Jean Couzy e René Desmaison, tracciano la diretta alla Punta Bich sulla parete Ovest dell’Aiguille Noire de Peutérey (non ancora ripetuta).
Già considerata come variante (centrale e superiore) della via Boccalatte. Nella parte centrale segue la linea di fessure a sinistra e parallele alla «fessura Boccalatte», mentre sopra le cenge affronta arditamente la parete superiore giallastra alta 200m. Roccia in genere buona. Dura scalata, soprattutto artificiale, che non risulta ripetuta. Usati 20 chiodi e cunei per la parte centrale, 50 per quella superiore. Difficoltà ED+, A3 e 2 passi di VI° grado. - Contrafforti Italiani – Massiccio del Monte Bianco.
1957 - Da ricordare anche la prima invernale della stessa via dei francesi sul Petit Dru, impresa notevolissima, probabilmente la prima grande realizzazione di quella portata nel Gruppo del Monte Bianco.
1958 – 5/6 agosto. Jean Couzy e René Desmaison superano lo Sperone Margherita sulla Nord delle Grandes Jorasses per la nervatura della Punta Margherita. - La parete Nord della Punta Margherita presenta in realtà due nervature, di cui la prima scende direttamente dalla Punta Ovest e la seconda da una spalla a Ovest della stessa Punta Ovest, fra questa e la Punta Young: l'itinerario sfrutta questa seconda e più occidentale nervatura. Altezza della salita circa 800 m, di cui la prima metà su ghiaccio e su misto, la seconda interamente su roccia, con difficoltà di 5° grado e uso di 35 chiodi. Poiché la metà inferiore è esposta alle cadute di pietre conviene attaccare prestissimo. - Gruppo delle Grandes Jorasses - Massiccio del Monte Bianco.
1958 - 2 novembre. Purtroppo la carriera di Jean Couzy fu tragicamente troncata da un incidente occorsogli sulla Crệte des Bergers, sulle Prealpi del Dévoluy, dove fu colpito da una scarica di sassi al capo. Proprio a seguito di questo incidente si cominciò ad introdurre l’uso del casco di protezione.
1959 – E’ l’anno della corsa alla direttissima sugli strapiombi della Parete Nord della Cima Ovest di Lavaredo.
I francesi René Desmaison e Pierre Mazeaud (seguiti da Pierre Kohlmann e Bernard Lagesse) tracciano la loro direttissima, dedicata a Jean Couzy. (via Jean Couzy).
Su questo itinerario il ricorso all’arrampicata artificiale è massiccio, anche se i chiodi a espansione sono usati in misura limitatissima, 30.
Dal punto di vista tecnico la via segna un balzo in avanti nella scala dell’arrampicata artificiale: si parla ormai di A3 per la via Jean Couzy, secondo alcuni, anche di A4.
Ma di Jean Couzy bisogna ancora ricordare l’esplorazione metodica dei gruppi calcarei delle Prealpi Francesi (unitamente al Marsigliese Livanos ed al Lionese Coupé), che poi si riveleranno come un esteso e formidabile campo d’attività per l’arrampicata su roccia.
Ancora da ricordare le molte campagne dolomitiche, dove si assicurò la ripetizione di tutti i grandi itinerari aperti prima della guerra, facendo luce sui vari gradi di difficoltà e ridimensionando alcuni giudizi troppo affrettati.