Aiguille du Jardin - 4035 m.
L'Aiguille
du Jardin è sicuramente tra i quattromila più difficili e meno frequentati
delle Alpi. E’ fondamentalmente un satellite dell'Aiguille
Verte,
sul quale sono stati tracciati itinerari molto interessanti, come la Grande
Rocheuse, anche se appare decisamente più indipendente di quest'ultima.
L'itinerario di salita lungo il versante Sud-est
e la parte alta della Cresta Est è
difficile e complicato, a tratti su roccia che richiede attenzione; anche il
non breve avvicinamento lungo la parte alta del Glacier de Talèfre può
presentare qualche insidia. Lungo questa via, pochissimo frequentata, la
wilderness è garantita. Oltre ad un meteo stabile, per evitare problemi legati
alla presenza di neve e ghiaccio è consigliabile attendere che la montagna sia
perfettamente asciutta. Qui, oltre ad un buon acclimatamento, sono necessarie
capacità alpinistiche superiori a quelle richieste dalla stragrande maggioranza
degli altri quattromila. Necessari dadi, friends, cordini e fettucce.
Fra
le migliaia di alpinisti che in estate da Montenvers
salgono per la Mer
de Glace e il Glacier de Leschaux al Refuge
du Couvercle, percorrendo infine una breve via ferrata, solo una
dozzina intendono raggiungere l’Aiguille
du Jardin. Questo isolato outsider è considerato, dopo l’Aiguille
Blanche du Peutérey, il più difficile «Quattromila» delle Alpi.
Coloro che
sostano al rifugio solo per una giornata sono gitanti che desiderano godersi la
magnifica visuale sulle Grandes
Jorasses. Un po’ più in basso la sezione Parigi-Chamonix del CAF ha
costruito nel 1952 un centro alberghiero ben attrezzato ed egregiamente
gestito.
L’Aiguille du Jardin è uno dei
«Quattromila» più giovani.
La
cima veniva, infatti, considerata parte integrante del massiccio dell’Aiguille
Verte, un’anticima come la Grande
Rocheuse.
Questa
impressione è accentuata se la si guarda dal lato dell’Argentière, cioè
da Nordest.
Se
invece si procede da Sud sul Glacier
de Talèfre in direzione della vetta si può notare come questo si innalzi
distintamente dalla dorsale, tuttavia non a forma di guglia, bensì con un’ampia
sagoma.
Carl
Diener nella sua Guida
al Monte Bianco, nel 1914, dichiarò la vetta un «Quattromila»
indipendente. Questo accadde appena un decennio dopo la prima scalata da Sud lungo la Cresta Nordest effettuata da Emile Fontaine con le guide Jean Ravanel e Lèon Tournier il 1° agosto 1904.
Sulla
Cresta Nordovest si innalza un altro
rilievo degno di nota: la Pointe
Eveline, 4026 m., esattamente 37 metri al di sopra del Col
Armand Charlet che la separa dalla Grande
Rocheuse. Questa forcella fu raggiunta nel 1927, per un canalone che
sale dal Glacier de Talèfre, da Josef Knubel (guida) e
dall’ingegnere di Manchester Eustace Thomas
(che scalò tutti i Quattromila, comprese molte cime secondarie, nell’arco di
soli sei anni). Il canalone con una pendenza massima di 53 gradi, comportò una
salita difficile valutata AD+ quando si trova in eccezionali condizioni
favorevoli.
Un’altra
possibilità è offerta dalla traversata dell’Aiguille du Jardin – Grande
Rocheuse: 10-12 ore dal Refuge
du Couvercle, terreno misto con difficoltà di IV grado. Se
s’include l’Aiguille
Verte è meglio iniziare da essa e lasciare la Via Normale sull’Aiguille
du Jardin (principalmente rocciosa) per la discesa.
Il
versante Nord dell’Aiguille
du Jardin non fu
oggetto d’attenzione fino al 1932,
quando, il 22 luglio, Paul Dillemann,
Armand Charlet
e Jules Simond dal
ghiacciaio dell’Argentière salirono al Col
Armand Charlet.
Il
27 luglio del 1932 (solamente cinque
giorni dopo la prima ascensione del versante Nord dell’Aiguille du Jardin dal ghiacciaio dell’Argentière,
per merito di Armand
Charlet, Paul Dillemann
e Jules Simond Karl Blodig
completò questa ascensione da solo in salita ed in discesa.
La
parete Sud assunse una certa
importanza nei circoli dei rocciatori più abili negli anni sessanta, quando
furono aperte due vie su roccia (Pilastro
Sud e Pilastro Centrale)
estremamente difficili.
Inoltre il 5 novembre 1969
l’aspirante guida Georges Nominé
aprì da solo in 5 ore e mezzo un itinerario sul Pilastro Nordest.
Sull’Aiguille du Jardin non esistono,
di fatto, vie facili. Vi sono due vie normali: la Cresta Est che presenta punti con difficoltà di IV grado, e il
couloir al Col
Armand Charlet (Cresta Nordovest)
con un pendio ghiacciato che raggiunge un’inclinazione di 55 gradi.
Se
le condizioni della roccia sono buone è preferibile il percorso della Cresta Est. Questo consente l’accesso al
couloir che scende dal Col
de l’Aiguille Verte che viene lasciato a sinistra dopo tre lunghezze di
corda attraverso un canalone. Alla fine di questo si incontra il primo punto
critico, un camino friabile (IV grado).
Anche
nel tratto successivo l’arrampicata presenta difficoltà di III e IV grado.
Lungo la cresta stessa vi sono alcuni punti esposti e la roccia si alterna alla
neve.
Per
poter percorrere il couloir di ghiaccio (450 m.) che sale al Col
Armand Charlet è necessario che il manto nevoso sia saldo. In alcune
stagioni è quindi impossibile attraversarlo.
Il
periodo migliore è in luglio. Comunque solo per quanto riguarda il couloir.
Tutt’al più si può anche procedere lungo le rocce marginali sulla destra (verso
Est). Il canalone richiede circa 3
ore e mezzo.
Al
di sopra del Col
Armand Charlet la Pointe
Eveline (così chiamata in onore di Eveline Charmichael, che
la scalò con le sue guide, Georges Charlet
e Anatole Bozon, nel 1926)
viene aggirata a sinistra sul lato dell’Argentière (scalata della Pointe
Eveline: IV grado, tre quarti d’ora), lungo una stretta cresta nevosa.
Ad Est della Pointe
Eveline si procede su un’ulteriore cresta nevosa e su roccia fino alla
vetta.
Quando
Karl Blodig
il 27 luglio 1932 alle 6,25 aggirò la
crepacciata terminale del canalone ghiacciato che si alza ripido verso il Col
Armand Charlet, era a tre settimane dal suo settantatreesimo
compleanno. Un’età alla quale di solito solo pochissimi si aggirano per le
montagne e tanto meno percorrono da soli un canalone ghiacciato inclinato fino
a 54 gradi.
Nel
1911 egli aveva concluso la sua collezione di Quattromila ma qualche
anno dopo aveva appreso che l’Aiguille
du Jardin e la Grande
Rocheuse erano in realtà dei «Quattromila» indipendenti. Per completare
la sua lista mancavano quindi queste vette.
«Dopo
il superamento della crepacciata terminale» scrive Karl Blodig nel suo
racconto (Zeitschrift des Deutschen und
Österreichischen
Alpenverein, 1932), «l’inclinazione della gola nevosa aumentò improvvisamente. Lasciai la
mia piccozza sulla crepaccia terminale e presi in mano la mia scure da
ghiaccio. Ero già salito e sceso un’altra volta con facili zig-zag, tracciando
così curve abbastanza piatte. Alla fine preferii salire di lato direttamente, girandomi
ora a destra, ora a sinistra.».
Allora
non si conosceva ancora l’uso dei ramponi a dodici punte, senza i quali oggi
non viene fatta più alcuna ascensione su ghiaccio. E malgrado ciò proprio gli
anni trenta sono considerati l’epoca d’oro delle pareti ghiacciate.
Dopo
un lavoro sul ghiaccio di nove ore Karl Blodig si
riposò seduto sul suo sacco da bivacco sul Col
Armand Charlet.
Era
piuttosto stanco. Lentamente salì sulla Grande
Rocheuse lungo la Cresta Est.
Qui incontro nebbia. Ritorno al Col
Armand Charlet e bivaccò alle 19,30.
Il giorno seguente superò la Cresta Nordest dell’Aiguille du Jardin in salita e in discesa e alle 8 era nuovamente sul Col Armand Charlet. Si accinse poi ad una sbalorditiva discesa sul ghiacciaio dell’Argentière. L’escursione venne così conclusa. Purtroppo questa sensazionale impresa alpinistica non venne adeguatamente apprezzata. Karl Blodig, con gli ultimi due, poteva vantare l’ascensione di 66 «Quattromila». «Sono diventato modesto e senza pretese, perché so come spesso un destino benevolo, un atteggiamento amichevole della montagna mi abbia restituitola vita.».
Karl Blodig visse altri ventiquattro anni e
continuò a esercitare la professione di oculista a Bregenz fino all’età
di novant’anni. Fu membro onorario del Club alpino austro-tedesco e dei
britannici Alpine Club
e
Climbers’ Club.
Geoffrey Winthrop Young aggiunse il seguente tributo al necrologio sull’Alpine Club: «Karl Blodig è stato un pioniere dell’alpinismo molto intraprendente, con un carattere e un punto di vista autorevole … un uomo colto e socievole che merita la fama quasi leggendaria che la sua lunga vita gli ha procurato.».
1904 - 1° agosto. Emile Fontaine con le guide Jean Ravanel e Lèon Tournier furono i primi salitori dell’Aiguille du Jardin da Sud lungo la Cresta Nordest (Via Normale). Non è utilizzata che percorrendo la Cresta del Jardin all’Aiguille Verte, o per scendere dall’Aiguille du Jardin. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.
1926 - 8 settembre. Il pilastro Sud della Grande Rocheuse nel Gruppo del Monte Bianco venne scalato interamente da Georges Charlet e Anatole Bozon che guidavano la signora Charmichael e sua figlia Eveline Charmichael. Al di sopra del Col Armand Charlet la Pointe Eveline (4026 m.) - (così chiamata in suo onore) viene aggirata a sinistra sul lato dell’Argentière. (Scalata della Pointe Eveline: IV grado, tre quarti d’ora), lungo una stretta cresta nevosa. Ad Est della Pointe Eveline si procede su un’ulteriore cresta nevosa e su roccia fino alla vetta dell’Aiguille du Jardin. L’odierna via normale è una combinazione dei due percorsi, ma in condizioni favorevoli si può anche seguire il Couloir Whymper fino alla fine e scalare la montagna per la Cresta Ovest. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.
1927 - 27 luglio. Sulla Cresta Nordovest dell’Aiguille du Jardin si innalza un altro rilievo degno di nota: la Pointe Eveline, 4026 m., esattamente 37 metri al di sopra del Col Armand Charlet che la separa dalla Grande Rocheuse. Questa forcella fu raggiunta per un canalone che sale dal Glacier de Talèfre, da Josef Knubel e dall’ingegnere di Manchester Eustace Thomas (che scalò tutti i Quattromila, comprese molte cime secondarie, nell’arco di soli sei anni). Il canalone con una pendenza massima di 53 gradi, comportò una salita difficile valutata AD+ quando si trova in eccezionali condizioni favorevoli. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.
1932 - 22 luglio. Il versante Nord dell’Aiguille du Jardin non fu oggetto d’attenzione fino a quando Paul Dillemann, Armand Charlet e Jules Simond dal ghiacciaio dell’Argentière salirono al Col Armand Charlet. E’ oggi una delle salite più amate dalla conca d’Argentière - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.
1932 - 22 luglio. Il versante d’Argentiere (Nordest) dell’ dell’Aiguille du Jardin su salito da Paul Dillemann, Armand Charlet e Jules Simond ed è una grande via di ghiaccio. E’ stata ripetuta il 27 luglio 1932 da Karl Blodig, solo, all’età di 74 anni, che è poi sceso il giorno dopo per la stessa via. Il colatoio ha subito un’evoluzione dal tempo delle prime salite: oggi presenta un forte bombardamento nella prima parte. La pendenza è molto forte: circa 56° nella parte utilizzata del colatoio principale (inclinazione media di questo colatoio dalla crepaccia terminale alla cima 54°), e 51° per il colatoio propriamente detto del Col Armand Charlet. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.
1932 - 27 luglio. Solamente cinque giorni dopo la prima ascensione del versante Nord dell’Aiguille du Jardin dal ghiacciaio dell’Argentière, per merito di Armand Charlet, Paul Dillemann e Jules Simond; Karl Blodig all’età di 73 anni, fece le ascensioni in solitaria in salita ed in discesa della Grande Rocheuse e dell’Aiguille du Jardin – numero sessantacinque e sessantasei del suo elenco personale di “Quattromila”. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.
1969 - 5 novembre. L’aspirante guida Georges Nominé aprì da solo in 5 ore e mezzo un itinerario sul pilastro Nordest dell’Aiguille du Jardin. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.
1971 - 4 settembre. Anselme Baud e Dominique Mollaret salirono in vetta dell’Aiguille du Jardin per il versante Nord-Est con un’arrampicata atletica, molto bella nella parte superiore, sullo Sperone Nordest. - Settore dell’Aiguille Verte - Alpi Francesi - Alpi Graie - Massiccio del Monte Bianco.
Foto - 33
- It. 126