Prima di unirsi al gruppo dei bellunesi, con cui realizzerà imprese quasi leggendarie, Domenico Rudatis approfondì la sua conoscenza del Civetta con il trentino Renzo Videsott – futuro direttore del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
1926 – 11 agosto. C. Tasin e Renzo Videsott per la parete Sud-sud-ovest (via Videsott) della Cima Margherita seguono una fessura obliqua caratteristica che porta nel centro della parete, e da qui salirono diritti alla vetta. Classica arrampicata esposta, elegante e divertente, tra le più frequentate del gruppo del Massiccio della Tosa. Roccia ottima. Punti di sosta comodi. Dislivello circa 280 m; lasciati 8 chiodi in parete, compresi quelli di sosta. Difficoltà: III+ e passaggi di IV. - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1926 – 11 agosto. C. Tasin e Renzo Videsott dalla vetta della Cima Margherita scesero verso Est, forse più semplice e più sbrigativa, ma con un passaggio alquanto difficile. - Massiccio della Tosa - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1926 - 19 agosto. I primi salitori della Punta Mezzena furono Giorgio Graffer, Luigi Miori, N. Prati e Pino Prati, L. Seiser e Renzo Videsott che salirono questa piccola e caratteristica cima senza nome, che si eleva poco sopra al Sentiero della Sega Alta, immediatamente ad Est della Punta Iolanda. I salitori intitolarono la Punta alla memoria dell'alpinista trentino Carlo Mezzena, perito nel Massiccio del Monte Bianco nel 1926. – Massiccio di Cima Brenta – Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1927 - 24 luglio. Giorgio Graffer e Renzo Videsott compiono la 1° ascensione al Dito dell’Ideale nel Massiccio della Tosa, Parete Ovest con una breve e interessante arrampicata assai esposta di IV°. - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1927 – 24 luglio. Giorgio Graffer con Renzo Videsott (capocordata) salgono il Campanile Alto: Parete Sud – V° grado. - Catena degli Sfulmini - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1927 - 30 luglio. Giorgio Graffer e Renzo Videsott aprirono una loro via al Campanile Alto per la Parete Sud (via Graffer-Videsott). Questa via supera interamente il versante Sud del Campanile Alto, attaccando alla base delle rocce nella Val Brenta. Il basamento venne scalato per mezzo di uno stretto e profondo camino verticale, alto quasi 200 m, che separa il Campanile Alto dal Torrione Comici; la parete vera e propria venne poi scalata nel mezzo, incrociando quindi la via Paulcke. Arrampicata di notevole interesse, lunga e molto impegnativa, specialmente nella prima parte. Altezza circa 500 m. fino in cima. Difficoltà V° grado. - Catena degli Sfulmini - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1928 – Renzo Videsott e Domenico Rudatis conquistarono il Pan di Zucchero, con una scalata nei limiti del quinto grado.
1929 – Renzo Videsott e Domenico Rudatis effettuarono la terza ripetizione dell’itinerario (Dibona) sulla parete Ovest del Croz dell’Altissimo, nel Sottogruppo Gaiarda e Altissimo. - Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.
1929 - Renzo Videsott salì la Torre di Babele, ancora con Domenico Rudatis e Leo Rittlet.
1929 - Renzo Videsott con Domenico Rudatis e il trentino Giorgio Graffer compiono la salita al Civetta lungo l’intera cresta Nord, una magnifica arrampicata che fu realizzata con l’apporto importantissimo di Giorgio Graffer, uno dei migliori arrampicatori che agirono nella Dolomiti intorno agli anni Trenta.
1929 - Domenico Rudatis cercava un’impresa pari alla Solleder al Civetta e la trovò salendo il fantastico Spigolo della Busazza, posto sull’altro versante del Civetta: alto 1200 metri, di roccia levigata e compatta, costituiva veramente un problema all’altezza delle salite realizzate dai tedeschi sulle Dolomiti.
Dopo un tentativo di Domenico Rudatis e Renzo Videsott, la salita fu compiuta insieme al forte alpinista tedesco Leo Rittler, che già aveva ripetuto per la prima volta la Solleder, aprendo una variante diretta assai difficile e rischiosa. Lo stesso Leo Rittler giudicò alcuni passaggi più difficili della fessura iniziale della Solleder e ritenne le due vie pressoché equivalenti. Ma Rudatis affermò sempre che nell’insieme la Solleder vantava una certa superiorità, dettata anche dai fattori ambientali. E’ superfluo dire che anche in quest’impresa l’uso dei chiodi fu limitatissima, però quei pochi chiodi (cinque in tutto), permisero di superare passaggi(come il tetto iniziale) superabili in libera arrampicata. In ogni caso si era eguagliato Emil Solleder, ma non lo si era ancora superato.
Oggi lo Spigolo Ovest della Busazza e una delle più classiche vie delle Dolomiti.
1929 - 5 agosto. Silvio Agostini e Renzo Videsott effettuano da Sud la traversata delle tre Torri Prati, Bianchi e Nardelli nel complesso assai interessante e divertente. Difficoltà: IV°. Dal Rifugio Brentei si percorre il «Sentiero dei Brentei» per circa 20 minuti, fino ad oltrepassare la cengia scavata nella roccia. Si sale il ripido ghiaione, poi si superano salti di buona roccia (150 m, III°) salendo in direzione dell'esile Bimbo di Monaco. Si lascia questo sulla sinistra e si attraversa a destra, sotto le pareti Sud delle torri spiccatamente rosse e gialle, e per gradoni si entra verso destra alla base di un grande diedro. Si supera il diedro, si percorrono pochi metri a sinistra per una stretta cornice e da questa, prima di raggiungere lo spigolo, si monta sulla cornice superiore. Si gira lo spigolo e si sale direttamente per la parete, incisa da una fessura, poi si prosegue in linea quasi diritta fino all'intaglio tra la Torre Prati (a sinistra) e la Torre Bianchi (a destra). Si attraversa a sinistra e, raggiunto un camino, lo si sale sul lato destro, fin sotto uno strapiombo. Si attraversa a sinistra sullo spigolo molto aereo, lo si risale e, traversando infine a sinistra una placca levigata, si tocca la vetta della Torre Prati. Si scende con calata a corda nell'intaglio tra la Torre Prati e la Torre Bianchi e per la parete Nord si raggiunge in breve la vetta della Torre Bianchi. Da questa, scendendo per la cresta al prossimo intaglio, si raggiunge la Torre Nardelli. - Catena degli Sfulmini - Gruppo di Brenta - Dolomiti di Brenta.