1910 – 16 agosto. Angelo Dibona con la guida Luigi Rizzi, Guido Mayer e Max Mayer salgono per primi la parete Sud-Ovest del Croz dell’Altissimo. - Sottogruppo della Gaiarda e dell’Altissimo. Un'impresa che fece epoca per le difficoltà che arrivavano al V° grado superiore. - Gruppo di Brenta – Dolomiti di Brenta.
1911 - Angelo Dibona superò con “alcuni chiodi”, con i fratelli Guido e Max Mayer e la guida Luigi Rizzi la parete Nord della Lalid, 900 metri, roccia calcarea, ancora oggi V° grado.
Dunque Angelo Dibona è sinonimo di arrampicata libera. Ed egli è una delle prime e pochissime guide ad assumere (come anche Tita Piaz) iniziativa personale, realizzando imprese per proprio conto, anche se in quasi tutte le sue ascensioni fu fedele guida dei fratelli Guido e Max Mayer, con i quali tuttavia aveva rapporti più di amicizia che di “lavoro”.
Il quarto uomo del gruppo è la guida Luigi Rizzi della Val di Fassa, anch’egli arrampicatore di rara bravura.
1913 - Angelo Dibona e Guido e Max Mayer tentarono senza successo la Cresta Sud dell’Aiguille Noire, salirono fino alla parete della 2° torre (Bifida) da dove scesero per maltempo.
1930 - 26/27 agosto I tentativi di salita per la Cresta Sud dell’Aiguille Noire de Peutérey furono avvincenti e ricchi di storia, la salita riuscì finalmente a due giovani alpinisti di Monaco Karl Brendel e Hermann Schaller.
I tentativi iniziarono con l’ascensione del Pic Gamba di Paul Preuss con il Conte Ugo di Vallepiana nel 1913, e sempre nel 1913 la cordata Angelo Dibona, Guido Mayer e Max Mayer salirono fino alla parete della 2° Torre (Punta Bifida) da dove scesero per maltempo; E. Allwein e Willy Welzenbach nel 1925 salirono fin sulla 3° Torre (Punta Welzenbach). Poi si spinsero più in alto le guide di Courmayeur: Laurent Grivel, Arturo Ottoz e Osvaldo Ottoz, i primi due anni anche con Albino Pennard (nel 1928, 1929 e 1930) fino all’ultimo risalto della Punta Brendel; essi scesero anche dalla vetta esplorando fino alla 5° Torre (Punta Ottoz). Nel 1930, senza tentativi, la salita riuscì a Karl Brendel e Hermann Schaller. - Contrafforti Italiani - Massiccio del Monte Bianco.