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Marc-Theodore Bourrit – (

 

 

1770 - La storia alpinistica del Monte Bianco cominciò per merito di due ginevrini: Horace Benedict de Saussure (1740-1799) uomo d’intelligenza superiore e di vasta cultura, professore di filosofia naturale all’Accademia di Ginevra, studioso di teologia, fisica e botanica e Marc Theodore Bourrit, pittore, disegnatore e giornalista.

Fu per l’impulso di questi due uomini, specialmente di Horace Benedict de Saussure, letteralmente ammaliato dalla grande montagna, se la conquista del Monte Bianco poté essere effettuata.

Durante uno dei suoi molti viaggi nella regione alpina Horace Benedict de Saussure giunse a Chamonix nel 1770 ed iniziò uno studio accurato del Monte Bianco col preciso scopo di salirlo offrendo un premio in denaro a quei montanari che avessero scoperto una via d’accesso alla vetta.

Dovevano però passare ben quindici anni prima che qualcuno compisse un serio tentativo. - Massiccio del Monte Bianco.

 

1776 - Buona parte del merito della conquista della vetta del Monte Bianco va indubbiamente a Marc Theodore Bourrit che, giunto per la prima volta a Chamonix verso il 1776, fece di tutto per promuovere l’ascensione, per raccogliere i fondi e per convincere i valligiani all’azione. Marc Theodore Bourrit non desiderava certo guadagnare il lauto premio promesso da Horace Benedict de Saussure, tutt’altro, egli era animato da genuina passione e voleva che la vetta fosse raggiunta per suo merito solo per assicurarsi la gloria e la paternità dell’impresa. Diede in un primo tempo la sua collaborazione a Horace Benedict de Saussure; ma in seguito, per screzi sorti con quest’ultimo, ne divenne vivace competitore. - Massiccio del Monte Bianco.

 

178417 settembre. Vede un nuovo tentativo per la conquista della vetta del Monte Bianco da parte di Marc-Theodore Bourrit che, con alcuni montanari e G. B. Lombard, detto «Jorasse», risale il Ghiacciaio di Bionnassay. Giunto sotto il Dôme de Goûter, Marc-Theodore Bourrit, stremato, desiste ma fa proseguire le sue guide. A tarda sera queste ritornano. I risultati dell’ascensione sono notevoli: viene raggiunta una sella tra il Dôme de Goûter e la cresta che porta alla vetta del Monte Bianco a circa 4400 m. di quota; Marc-Theodore Bourrit esulta e pubblica una dettagliata relazione. Per la prima volta si dà la notizia certa che il Monte Bianco non è inaccessibile.

Horace Benedict de Saussure leggendo il racconto di Marc-Theodore Bourrit si sente rimescolare il sangue… ma oramai l’autunno è alle porte e la stagione è troppa inoltrata per affrontare l’impresa. Il ginevrino predispone meticolosamente una spedizione per l’anno successivo inviando a Chamonix i materiali che ritiene necessari. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

 

1785 – 13 settembre. Horace Benedict de Saussure affronta il Monte Bianco con una grandiosa spedizione di 16 uomini. Porta con sé barometri, termometri, coperte, vettovaglie e persino legna da ardere. Al gruppo si aggrega anche Marc-Theodore Bourrit e tutti insieme raggiungono la Pierre Ronde, sul versante di Bionnassay, dove bivaccano. Il mattino dopo la pesante carovana riparte e in cinque ore viene raggiunto il pendio sotto l’Aiguille du Gôuter; ma anche questa volta il caldo e le pessime condizioni della neve inducono al ritorno.

In questa spedizione, per la prima volta sul Monte Bianco, fu impiegata la corda d’assicurazione che divenne d’uso comune nelle successive ascensioni. Il metodo di Horace Benedict de Saussure, secondo il quale solo il cliente è legato mentre le guide tengono i capi liberi della corda, era ancora in uso a Chamonix nel 1860. - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

 

1786 - 8 agosto. Jacques Balmat e Michel-Gabriel Paccard, furono i primi salitori del Monte Bianco; salirono dal Grand Plateau per l'Ancien Passage Supérieur e la cresta Nord-Nordest (via Paccard). - Bacino dei Bossons - Gruppo del Monte Bianco - Gruppo Bionnassay-Gouter - Massiccio del Monte Bianco.

La storia della conquista:

Nell’estate del 1786 il dottore Michel-Gabriel Paccard si accorda con Jacques Balmat e il 7 agosto i due partono da Chamonix.

Prima tappa la Montagne de la Côte (2500 m.), dove bivaccano. L’8 agosto alle prime luci gli alpinisti affrontano il ghiacciaio, superano i Grands Mulets e vincendo difficoltà sempre maggiori, raggiungono il Petit Plateau (3900 m.). Qui Michel-Gabriel Paccard prende decisamente il comando della cordata e attraversano il Grand Plateau, affronta i vergini pendii sotto i Rochers Rouges Superiori.

L’ora è oramai avanzata ma non v’è neanche da pensare a un bivacco a tale altitudine. Jacques Balmat tentenna e propone il ritorno. Michel-Gabriel Paccard insiste con fermezza e, seguito dalla guida, risale i lunghi pendii resi faticosi dalla neve crostosa che cede sotto i passi. Giungono sulla calotta terminale… ancora pochi passi affannosi e toccano la vetta! Sono le ore 18 dell’8 agosto 1786.

A Chamonix l’ascensione è stata seguita con trepidazione, tutti i cannocchiali sono rivolti ai due puntini che risalgono l’ultima cresta. Appena la notizia della vittoria è data, scoppia incontenibile l’entusiasmo sottolineato dalle campane del priorato che suonano a distesa.

I vincitori intanto piantano il barometro nella neve della vetta e Michel-Gabriel Paccard compie alcuni esperimenti scientifici.

Alle sette di sera i due lasciano la cima e scendono rapidamente fino al Petit Plateau. Al chiaro di luna proseguono, aiutati dal freddo che rassoda la neve, e verso mezzanotte si addormentarono sfiniti sulle rocce della Montagne de la Côte.

La mattina dopo Jacques Balmat dovrà aiutare Michel-Gabriel Paccard a scendere il sentiero verso la valle perché il dottore è febbricitante e gravemente colpito dall’oftalmia della neve.

Per l’invidia di Marc Theodore Bourrit, che tentò in ogni modo di togliere la gloria della vittoria a Michel-Gabriel Paccard, la storia dell’ascensione fu traviata. Tutto il merito dell’impresa fu dato a Jacques Balmat, che naturalmente non chiese di meglio lasciando intendere chiaramente che senza il suo aiuto Michel-Gabriel Paccard non avrebbe mai raggiunto la vetta.

Purtroppo Jacques Balmat e Marc Theodore Bourrit ebbero buon gioco e le accorate difese di Michel-Gabriel Paccard caddero nell’oblio.

Qualche anno dopo la salita, quando ormai Michel-Gabriel Paccard era morto, Jacques Balmat raccontò ancora la sua inesatta versione al famoso romanziere Alessandro Dumas che in un suo libro rese nota la storia in tutto il mondo. Solo recentemente accurati studi condotti da Thomas Graham Brown hanno ridato a Michel-Gabriel Paccard il pieno merito della grande impresa.

 

1790 - Marc Theodore Bourrit non riuscì mai a salire il Monte Bianco. La montagna lo respinse sempre, inesorabilmente, nonostante ogni tentativo compiuto dall’estroso, lunatico e ambizioso disegnatore che, comunque, deve essere considerato come il primo giornalista dell’alpinismo. - Massiccio del Monte Bianco.

 

1795 - Marc Theodore Bourrit fa costruire al Montenvers il “Tempio della natura” adiacente all’enorme ghiacciaio della Mer de Glace. - Gruppo del Monte Bianco - Massiccio del Monte Bianco.