Alan Paul Rouse è stato il primo alpinista britannico a
raggiungere la vetta della seconda montagna più alta del mondo, il K2,
ma morì durante la discesa.
1973 - 1 luglio. Alan Rouse e Mick Geddes, realizzarono la 2° ascensione dello sperone Est-Nordest della Pointe de l’Androsace (Pilastro Bertone) e poi proseguirono fino alla spalla Nordest da dove scesero al Col du Midi. Dislivello 500 m. Difficoltà ED, sostenute, con passo fino a VI° e A2. - Gruppo Mont Maudit - Massiccio del Monte Bianco.
1975 – estate. Viene
effettuata da parte di Rab Carrington
e Alan Rouse la 2° ascensione della parete Sudest per la via
Diretta alla Punta
Bich dell’Aiguille
Noire de Peutérey.
- Contrafforti
Italiani – Massiccio
del Monte Bianco.
1975 – luglio. Rab Carrington
e Alan Rouse riescono a tracciare una
variante di collegamento sulla Nordest
del Grand
Pilier d’Angle permettendo di collegare la Dufour-Fréhel
all’uscita della Cecchinel-Nominé, salendo da sotto il risalto di roccia
il nevaio verso sinistra. - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio
del Monte Bianco.
1975 – luglio. Rab Carrington
e Alan Rouse percorrono la (via Dufour-Fréhel) sulla parete Nord del Grand
Pilier d’Angle realizzando la 2° ascensione, uscendo dalla via
Cecchinel. - Gruppo
del Monte Bianco - Massiccio
del Monte Bianco.
1986 – 3/4 agosto. La cordata polacco-ceca Wojchiech Wroz, Przemyslaw Piasecki, Peter Bozikiem (spedizione Janusz Majer) – (il quale riesce a raggiungere un’altezza di 8200 m.) “Magic Line” realizzò la Prima Ascensione completa della Cresta Sud-Sudovest del K2 e la prima traversata della montagna senza ossigeno, - Diciottesima ascensione - ma Wojchiech Wroz durante la discesa dalla vetta probabilmente è scivolato alla fine della corda fissa sulle pendici dello Sperone Abruzzi ad un altitudine di 8100 m. Probabilmente a causa della mancanza di un nodo di sicurezza al fondo della corda, e scompare. I suoi due compagni di cordata, sotto shock, arrivano al campo verso le due del mattino. La spedizione era composta al completo da: Anna Czerwinka, Krystyna Palmowska, Dobroslawa Miodowicz-Wolf, Petr Bozik o Peter Bozikiem (slovacco), Krzyztof Lang, Przemyslaw Piasecki e Wojchiech Wroz. - Al campo vi sono undici persone: i tre austriaci e i due coreani rientrati nella tenda coreana, Kurt Diemberger e Julie Tullis nella loro tenda, Wojchiech Wroz nella sua tenda con Przemyslaw Piasecki e Peter Bozikiem, ospitati da Alan Rouse, che preferisce passare la notte in una nicchia nella neve. Wojchiech Wroz è stato la settima vittima della tragica stagione 1986 sul K2. - Karakorum - Himalaya.
1986 – 6/7 agosto – Kurt Diemberger e la sua compagna Julie Tullis, tornano per la terza spedizione, insieme, alla montagna dei loro sogni il K2. Partirono dal campo IV per raggiungere la vetta. Riuscirono a raggiungere la sommità, ma a un'ora già avanzata. Julie Tullis diventò così la prima donna britannica a raggiungere la vetta del K2. Poco dopo l'inizio della discesa Julie Tullis scivolò trascinando con sé Kurt Diemberger Fortunatamente riuscirono a fermarsi, ma dopo questo incidente preferirono non continuare a scendere al buio e bivaccarono in quota, in una buca nella neve ma furono costretti a trascorrere la notte in un bivacco ad oltre 8000 metri. Il giorno seguente Julie Tullis mostrava segni di congelamento al naso e alle dita delle mani, ed evidenziava problemi di vista: un comune sintomo di edema cerebrale. Riuscirono comunque a raggiungere il campo IV verso mezzogiorno, dove, però furono costretti a rifugiarsi in una tenda con altri cinque alpinisti fermi a causa dello scatenarsi di una tempesta che sarebbe durata per giorni. La tenda di Kurt Diemberger e Julie Tullis collassò a causa della neve e i due dovettero dividersi e trovare rifugio nelle tende dei compagni. Il bivacco forzato si rivelò fatale per Julie Tullis che morì nella notte tra il 6 e il 7 agosto 1986 e il suo corpo venne adagiato nella tenda precedentemente abbandonata. Dopo alcuni giorni, i superstiti tentarono la discesa, ma furono costretti a lasciare al campo IV il compagno Alan Rouse: l'alpinista britannico infatti non era in grado di muoversi da solo, ed i compagni erano a loro volta troppo deboli per poterlo aiutare. Dei cinque alpinisti partiti dal campo IV, solo Kurt Diemberger ed un altro alpinista, Willi Bauer, riuscirono ad arrivare al campo base, in pessime condizioni di salute e con numerosi congelamenti A causa dei congelamenti, Kurt Diemberger subì l'amputazione di alcune falangi della mano destra e dei piedi.
Dopo il suo ritorno, Kurt Diemberger venne criticato dalla stampa inglese per aver lasciato Alan Rouse al campo IV durante la discesa; il comportamento suo e dei suoi compagni fu però difeso dall'alpinista e documentarista Jim Curran, presente in luogo, come l'unico comportamento possibile in quella situazione. Il corpo di Julie Tullis non è mai stato ritrovato. Il suo nome è stato aggiunto al Memorial Gilkey ai piedi della montagna. Nel 2005, fu ritrovata sul ghiacciaio sottostante il K2 un'audiocassetta contenente un diario di Julie Tullis registrato nel 1982 - Karakorum - Himalaya.
1986 - 10 agosto la tempesta si placa sul K2, anche se la parete sottostante il campo continua ad essere avvolta dalle nubi. Gli alpinisti, stremati, decidono di tentare la discesa. L'alpinista britannico Alan Rouse è però ormai incosciente ed assolutamente non in grado di muoversi, ed i compagni sono costretti a lasciarlo indietro. L'alpinista morirà probabilmente nella giornata stessa. Anche gli austriaci Alfred Imitzer e Hannes Wieser sono molto stremati, e non vorrebbero lasciare la tenda, ma Willi Bauer riesce a smuoverli. Circa cento metri sotto il campo, però, i due crollano, incapaci ormai di muoversi oltre; Alfred Imitzer muore immediatamente, mentre Hannes Wieser, in preda al delirio, morirà probabilmente più tardi in giornata. Willi Bauer, Kurt Diemberger e la polacca Dobrosława Miodowicz-Wolf che si era aggregata agli austriaci riescono a proseguire la discesa, tra nuvole e raffiche di vento; raggiungono in giornata il campo 3, che è però devastato, e proseguono per il campo 2, con Willi Bauer in testa, seguito dalla Mrówka Wolf e da Kurt Diemberger. Sulle corde fisse tra i due campi, Kurt Diemberger supera la Dobrosława Miodowicz-Wolf, attardata dalla tecnica di discesa utilizzata, e raggiunge Willi Bauer al campo 2. I due attendono fino al mezzogiorno dell'11 agosto la Dobrosława Miodowicz-Wolf, che però non raggiungerà mai il campo. La salma di Mrówka Wolf viene ritrovata nel 1987 sulle corde fisse da una spedizione giapponese, in piedi ed appoggiata alla parete; le cause precise della morte non saranno mai chiarite. Willi Bauer decide di scendere il più velocemente possibile al campo base, per organizzare una squadra di soccorso alla ricerca della Dobrosława Miodowicz-Wolf; Kurt Diemberger scende invece più lentamente. Willi Bauer raggiunge il campo base nella giornata dell'11 agosto; la squadra di soccorso raggiunge Kurt Diemberger alla base della parete, verso la mezzanotte. La ricerca della Dobrosława Miodowicz-Wolf, come già detto in precedenza, sarà infruttuosa. I due alpinisti superstiti riportano comunque gravi congelamenti, e sono evacuati dal campo base in elicottero il 16 agosto. - Julie Tullis e quattro alpinisti persero la vita. Kurt Diemberger sopravisse alla tragedia sul K2, ma perse per sempre Julie Tullis, la sua compagna. - Diciannovesima ascensione - Il racconto della vicenda si trova nel libro “K2 – Il nodo infinito. Sogno e destino”. - Karakorum - Himalaya.