Giampietro
Verza nasce a Rovigo, fin
da giovane coltiva una grande passione per la montagna, la sua professione
iniziale è stata quella di progettista elettronico.
Nel 1982
lascia i laboratori per la montagna, nel 1987
termina i corsi e viene nominato guida alpina, si dedica quindi intensamente a
questa attività nell'arco alpino ed in Himalaya.
Nel 1988
è sulla Parete Sud dell'Annapurna
con Benoit Chamoux.
Nel 1989 in vetta al Pumori 7150 m in stile alpino in due
giorni realizzando il record di salita rapida in 7 ore da quota 5700 alla cima.
Dal 1990
partecipa al progetto EV-K2-CNR per le ricerche scientifiche in alta quota,
divenendo il responsabile tecnico del Laboratorio Piramide grazie
all'esperienza nei vari settori dell'elettronica. Nel 1992 sale l'Everest
nel corso della spedizione alpinistico-scientifica che ne determinò la nuova
quota esatta con tecnologie laser e GPS.
Nel 1994
partecipa alla prima edizione del progetto EAST (Extreme Altitude Survival
Test) con studi di fisiologia sino a 6500 m. Nel 1996 è con i Ragni di Lecco
al K2
per la nuova misura della quota, nel generoso quanto vano tentativo di ricerca
e soccorso di Lorenzo
Mazzoleni sale fino a quota 8200 da solo e di notte. Nel 1997 si occupa della programmazione e
dei sistemi di videoconferenza via satellite per il progetto EAST 97 dove i
test di fisiologia vengono svolti a 7500 m. Effettuate con successo le prove,
tenta la salita al Lhotse
dove dovrà rinunciare ad 8400 m per la stanchezza provocata dall'impegno
logistico. Nel 1998 dalla Piramide
assiste via radio Thomas
Humar nella sua incredibile discesa dalla parete Nord-Ovest del Nuptse
dopo la perdita del compagno Janes Jaeglich,
e coordina la squadra di soccorso che riesce a trarre in salvo lo sloveno.
Nel 2001
effettua la misura dell'altezza dell'Aconcagua,
portando sulla cima della montagna le strumentazioni ottiche e GPS nell'ambito
del progetto Tower.
E' un esperto conoscitore dell'ambiente Himalayano
avendo all'attivo oltre alle spedizioni accennate oltre una ventina di missioni
scientifiche in Nepal
ed avendo operato più di 1500 giorni a quote oltre i 5000 m. La sua conoscenza
di problematiche relative al soccorso in alta quota lo vede particolarmente
impegnato in un progetto per una rete di soccorso himalayano in collaborazione
internazionale tra EV-K2-CNR, la Fondazione
Benoit Chamoux,
l'Himalayan Trust e l'Himalayan Rescue Association. Grazie alla sua
esperienza di ambienti estremi in alta quota e di applicazioni tecnologiche dedicate
alle più difficili condizioni operative Giampietro
Verza sta portando a termine una serie di programmi di formazione sulla
gestione del Laboratorio Piramide, sulle tecnologie fotovoltaiche, e sulla
gestione dei sistemi di acquisizione dati ambientali. Nell'ambito dei supporti
tecnologici di Ev-K2-CNR volti alla soluzione delle problematiche
della sicurezza in montagna, si occupa di studio e formazione sui sistemi di
navigazione satellitari per applicazioni di
soccorso alpino ed in supporto alle attività professionali delle guide alpine.
1996
– 29 luglio. La spedizione italiana guidata da Agostino
Da Polenza denominata “K2 Geoexpedition 96” composta da sette Ragni
di Lecco: Carlo
Besana, Giuseppe
Lafranconi, Lorenzo
Mazzoleni, Marco
Negri, Mario
Panzeri, Salvatore
Panzeri, Antonio
Taglialegne e quattro alpinisti esterni: Agostino
Da Polenza, Carlo
Ferrari, Giulio
Maggioni, Gianpietro Verza e la Guida Ticinese Aldo
Verzaroli che si occuperà anche delle riprese cinematografiche.
Ma raggiungeranno la vetta del K2 salendo per lo Sperone Abruzzi, la seconda vetta più alta della terra solo Mario
Panzeri, suo fratello Salvatore
Panzeri, Giulio
Maggioni e Lorenzo
Mazzoleni e con loro anche il giapponese Masafuni
Tadaka reduce da un tentativo solitario alla vetta che incoraggiato
dalla loro presenza ritenta nuovamente la cima.
I 5 alpinisti che insieme avevano raggiunto la cima si erano sgranati nel ritorno: il primo a rientrare era stato Giulio Maggioni, 33 anni, dopo di lui i fratelli Salvatore Panzeri e Mario Panzeri, 33 e 32 anni, e il giapponese Masafuni Tadaka. Lorenzo Mazzoleni, invece, era rimasto indietro. I suoi compagni di cordata l'hanno visto per l'ultima volta mentre si preparava ad affrontare uno dei passaggi più difficili del tracciato, probabilmente è caduto nella zona del «Collo di Bottiglia». E’ stato ritrovato morto il giorno successivo da Gianpiero Verza compagno di spedizione che aveva deciso di salire da solo in piena notte a cercare l’amico. Solo il giorno successivo, dopo ore di disperate ricerche, con Aldo Verzaroli individuò il suo corpo privo di vita sotto una zona di seracchi, nei pressi della Via Cesen, a 8.000 metri di quota su un nevaio lontano dalla pista seguita per la discesa. - Karakorum - Himalaya.
2004 – luglio. Nell’anno del cinquantenario della prima salita italiana al K2. Nives Meroi con il marito Romano Benet tornarono al versante Nord con la Spedizione celebrativa K2 1954-2004. Ma fu un anno troppo carico di neve, e un tempo infernale che non permise di superare i 7000 metri impedendo il raggiungimento della vetta e mise a dura prova, anche dal punto di vista psicologico, il gruppone di alpinisti accampati ai piedi della parete. - Diamo per dovere di cronaca la lista dei partecipanti: Fabio Agostinis, Claudio Bastrentaz, Tarcisio Bellò, Romano Benet, Daniele Bernasconi, Mario Alessandro Busca, Agostini Cittadini, Michele Comi, Michele Compagnoni, Paolo Comune, Marco Confortola, Paolo Confortola, Giuliano De Marchi, Agostino Da Polenza, Kurt Diemberger, Soro Dorotei, Massimo Farina, Marco Forcatura, Maurizio Gallo, Ugo Giacomelli, Leandro Giannangeli, Gianpaolo Gioia, Adriano Greco, Adam Holzknecht, Enrico Lazzeri, Giulio Maggioni, Mario Merelli, Nives Meroi, Paolo Minisini, Sergio Minoggio, Silvio (Gnaro) Mondinelli, Hubert Moroder, Walter Nones, Leonardo Pagani, Daniele Palazzina, Mario Panzeri, Nadia Tiraboschi, Karl Unterkircher, Gian Pietro Verza, Luca Vuerich, Stefano Zavka. - Karakorum - Himalaya.