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Ragni di Lecco – (

 

 

Il Gruppo Ragni di Lecco, è un’associazione costituita nel secondo dopoguerra da reduci, partigiani, operai e semplici appassionati che stentavano a riconoscersi nel CAI, ingessato allora in un marcato elitarismo.

La loro era l’esternazione di una voglia di riscatto di giovani costretti alla monotona disciplina di fabbrica sin da ragazzi. Era la volontà di affrancamento dalle rigide divisioni di censo e di reddito, già pesanti in quell’inizio di secolo e poi aggravate dal fascismo. Era un’ansia di libertà, di ridere e di parlare ad alta voce, senza temere giudizi. Era il desiderio di risollevarsi dalla tragedia della guerra di cui tutti portavano i segni e le paure. Era anche l’eterna illusione dell’alpinista, quella di andare verso l’alto e lasciarsi alle spalle il mondo delle ristrette convenzioni borghesi. Misurarsi con la montagna significava per questi giovani emulare e magari superare i «vecchi» come Riccardo Cassin, friulano, un lecchese di adozione da quando nel 1925 era giunto sul lago in cerca di lavoro in officina. O come Mario Dell’Oro, il popolare «Boga» o altri grandi della generazione precedente.

Sulle guglie e sulle torri della Grignetta e della Grigna i Ragni di Lecco fanno a gara nell’aprire nuove vie e arditi itinerari.

Si racconta, per esempio, che la via che segna il passaggio nella categoria dei «bravi» sia la Cassin al Torrione Costanza. I giovani la ripetono e aprono nuove vie sul Nibbio, sul Fungo, sui Torrioni Magnaghi, sul Sigaro, sull’Ago Teresita, sulla Torre Cecilia, sulla Corna di Medale.

In seguito i Ragni si spingono fuori dai confini locali; diventano campioni dell’arrampicata sul granito e sulle fessure della Val Bregaglia, sul Badile e sul Cengalo. Vanno sul calcare delle Dolomiti, sul Catinaccio, sui Cadini di Misurina, in Marmolada, in Civetta e si confrontano con l’alpinismo trentino e bellunese. Vanno nelle Occidentali per ripetere le classiche vie del gruppo del Monte Bianco. Organizzano campeggi estivi in aree diverse delle Alpi, fondano il Soccorso Alpino, tengono regolari corsi di arrampicata per addestrare nuovi e più giovani scalatori.

Con il passare degli anni, i Ragni di Lecco diventano protagonisti di straordinarie imprese alpinistiche e conquistano fama e prestigio a livello mondiale.

Dalla scuola dei Ragni di Lecco escono alcuni dei più forti alpinisti degli anni Cinquanta e Sessanta come Luigi Castagna, Carlo Mauri, Dino Piazza, Gigi Alippi, Cesare Giudici e molti altri.

 

 

 


1949 – 10/11 luglio. Giungono alla base della parete Nord-est del Pizzo Badile Via Cassin, due giovani Ragni di Lecco, Luigi Castagna e Carlo MauriBigio”. Luigi ha 25 anni, Bigio 19, ma sono entrambi mossi dall’entusiasmo di ripercorrere le orme del grande maestro Riccardo Cassin. Ne nasce la prima ripetizione italiana in sole 19 ore.

 

1949 – 1 agosto. Sulla parete Nord-est del Pizzo Badile Via Cassin è la volta dei francesi R. Ferlet, Maurice Herzog, J. Poincenot e Guy Poulet che assieme ad altri due Ragni di Lecco, Giulio Bartesaghi e Armando Tizzoni, compiono la 4° salita.

 

1955 - Claudio Corti entra a far parte dei Ragni di Lecco.

 

1963 - Dalla parete Nord-est del Pizzo Badile via Cassin in invernale sono costretti a ritirarsi i Ragni di Lecco, Alessandro “Ninotta” Locatelli e Felice Anghileri.

 

1964 - Dalla Nord-est del Pizzo Badile via Cassin in invernale devono desistere anche gli altri fortissimi Ragni di Lecco, Casimiro “Miro” Ferrari, Aldino Anghileri e Pino Negri.

 

1964 - Un’altra solitaria alla Nord-est del Pizzo Badile via Cassin fu portata a termine dal giovanissimo Ragno di Lecco Aldo Anghileri, che impiegò lo stesso tempo di Hermann Buhl per superare gli 800 metri di dislivello che lo separavano dalla vetta.

 

1965 – 21/22 febbraio. Dopo aver compreso l’impossibilità di salire in invernale la Nord-est del Pizzo Badile via Cassin, i Ragni di Lecco, Casimiro “Miro” Ferrari, Aldino Anghileri e Pino Negri, si spostano alla base dello Spigolo Nord e riescono a compiere la prima invernale. Ormai si è fatta strada in tutti l’idea che l’unico modo di vincere La Nord-est può passare solo attraverso un sistematico assedio con l’uso del sistema himalayano delle corde fisse.

 

1968 – ottobre - Pierlorenzo Acquistapace entra a far parte dei Ragni di Lecco.

 

1970 - Da segnalare il tentativo della spedizione italiana dei “Ragni di Lecco” guidata da Carlo Mauri. sul versante occidentale del Cerro Torre. Fu ripreso il tentativo di Walter Bonatti e Carlo Mauri arrestatosi al Colle della Speranza, ma anche questa volta gli alpinisti non riuscirono a raggiungere la vetta. Fra i partecipanti figura anche Pierlorenzo Acquistapace (Canèla).

 

1973 – gennaio. In stile differente e con mezzi del tutto tradizionali è stata invece la prima salita del versante Ovest del CerroTorre realizzata dai “Ragni di Lecco” guidati da Casimiro Ferrari.

Il gruppo lecchese ha ripreso ancora il tentativo di Walter Bonatti e Carlo Mauri e dal Colle della Speranza si è alzato direttamente lungo la verticale e strapiombante parete Ovest, tutta incrostata di ghiaccio poroso, superando difficoltà di ordine veramente estremo. La spedizione dei Ragni ha dunque dimostrato che il Cerro Torre può essere salito in stile elegante, senza ricorrere a chiodi ad espansione. In questo senso l’impresa dei lecchesi è stata veramente magnifica ed è stata lodata da tutti gli ambienti alpinistici internazionali, che unanimemente ne hanno riconosciuto il grandissimo valore.

La via è stata ripetuta nel 1976 per la prima volta da John Bragg, Jay Wilson e Dave Carman.

 

1974 – gennaio. Casimiro Ferrari, Daniele Chiappa, Mario Corti e Pino Negri realizzano la grande salita al Cerro Torre per la parete Ovest. Il formidabile spirito di gruppo dei Ragni che anima i dodici alpinisti lecchesi della spedizione, riuscirà a portare questi quattro uomini sulla vetta del Torre. Della spedizione guidata da Casimiro Ferrari fece parte anche Pierlorenzo Acquistapace.

 

1987 - Riccardo Cassin, che già aveva ripetuto la sua via nel 1957, torna sulla parete Nord-est del Pizzo Badile accompagnato dai migliori fra i Ragni di Lecco e un gruppo di alpinisti valtellinesi per festeggiare il cinquantesimo della prima ascensione e ne compie la ripetizione alla tenera età di 78 anni. Ricordiamo che l’impresa su quell’itinerario ha difficoltà di VI° grado. E a brindare con lui arrivò anche Reinhold Messner.

 

1996 – 29 luglio. La spedizione italiana guidata da Agostino Da Polenza denominata “K2 Geoexpedition 96” composta da sette Ragni di Lecco: Carlo Besana, Giuseppe Lafranconi, Lorenzo Mazzoleni, Marco Negri, Mario Panzeri, Salvatore Panzeri, Antonio Taglialegne e quattro alpinisti esterni: Agostino Da Polenza, Carlo Ferrari, Giulio Maggioni, Gianpietro Verza e la Guida Ticinese Aldo Verzaroli che si occuperà anche delle riprese cinematografiche.

Ma raggiungeranno la vetta del K2 salendo per lo Sperone Abruzzi, la seconda vetta più alta della terra solo Mario Panzeri, suo fratello Salvatore Panzeri, Giulio Maggioni e Lorenzo Mazzoleni e con loro anche il giapponese Masafuni Tadaka reduce da un tentativo solitario alla vetta che incoraggiato dalla loro presenza ritenta nuovamente la cima.

I 5 alpinisti che insieme avevano raggiunto la cima si erano sgranati nel ritorno: il primo a rientrare era stato Giulio Maggioni, 33 anni, dopo di lui i fratelli Salvatore Panzeri e Mario Panzeri, 33 e 32 anni, e il giapponese Masafuni Tadaka. Lorenzo Mazzoleni, invece, era rimasto indietro. I suoi compagni di cordata l'hanno visto per l'ultima volta mentre si preparava ad affrontare uno dei passaggi più difficili del tracciato, probabilmente è caduto nella zona del «Collo di Bottiglia». E’ stato ritrovato morto il giorno successivo da Gianpiero Verza compagno di spedizione che aveva deciso di salire da solo in piena notte a cercare l’amico. Solo il giorno successivo, dopo ore di disperate ricerche, con Aldo Verzaroli individuò il suo corpo privo di vita sotto una zona di seracchi, nei pressi della Via Cesen, a 8.000 metri di quota su un nevaio lontano dalla pista seguita per la discesa. - Karakorum - Himalaya.