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Lorenzo Mazzoleni - (1966 – 1996) - CAAI

 

 

Incominciò ad andare in montagna nel 1976 frequentando i corsi di Alpinismo Giovanile del CAI Lecco.

Un paio d’anni nel corso di base poi, con i più grandi del corso alpinistico, le prime ascensioni un po’ più impegnative, sulle montagne lecchesi ed in Val Masino.

Sempre con l’Alpinismo Giovanile nel 1980 il suo primo “4000”, il Gran Paradiso, e l’incontro con le Dolomiti durante le “settimane verdi” a Santa Fosca di Cadore.

Poi i responsabili di Alpinismo Giovanile si resero conto che era pronto per cose più importanti e più difficili e Lorenzo cominciò ad arrampicare con i “Ragni”.

Con i “Ragni” i suoi progressi furono sensazionali: vie sempre più importanti e difficili su roccia e su ghiaccio lo portarono ad indossare il maglione rosso dei Ragni a 18 anni, età di solito richiesta per potersi iscrivere al corso di roccia dei mitici scalatori lecchesi.

E l’anno successivo, nel 1986 , Lorenzo non ancora ventenne partecipa alla sua prima spedizione extraeuropea.

Il Gruppo Ragni, in occasione del 40° di fondazione, organizza una spedizione in Patagonia con tre diversi obiettivi, tutti centrati.

Lorenzo è inserito nella squadra che effettua la prima ascensione assoluta della punta Ovest del Monte Sarmiento in Terra del Fuoco.

Su quella cima si concretizza in Lui la certezza che la sua vita sarà dedicata alla montagna e comincia a sognare i colossi himalayani.

Si prepara salendo a ripetizione le più belle vie di roccia, di ghiaccio e di misto delle Dolomiti, del Monte Bianco e del gruppo del Disgrazia.

Nel 1988 il suo sogno comincia ad avverarsi con il suo primo “8000”, il Cho Oyu salito con un’altra spedizione dei Ragni.

Alla fine del 1989, a soli 23 anni, viene ammesso tra gli Accademici del CAI e nei mesi successivi , i primi del ’90, onora questa nomina con tre prime invernali di assoluto rilievo.

Nell’ordine la “direttissima” della Cima della Busazza, la “direttissima” della parete Sud-ovest del Croz dell’Altissimo e lo spigolo Videsott della Cima della Busazza.

Quegli stessi anni lo vedono anche in Himalaya con due tentativi all’Everest (1989 e 1990, quest’ultimo fallito per un soffio) e uno, nel 1991, all’inviolata parete del Ovest del Makalu.

Il 1992 si apre con la prima invernale (e seconda ripetizione assoluta) della via del Pilone Centrale alla Cima Su Alto in Civetta e culmina con la vetta dell’Everest, raggiunta con la spedizione “EV. K2. CNR” organizzata dal CNR nell’ambito del progetto di rimisurazione delle due più alte cime del mondo.

Questo successo fa nascere in Lui due progetti: salire i “seven top”, cioè la vetta più alta di ogni continente (sette con l’Antartide e considerando distinte le due Americhe), e partecipare, ma questo è un sogno più che un progetto, alla seconda fase del programma “EV. K2. CNR”, cioè salire sul K2.

In attesa del sogno si dedica ai top salendo, in invernale nel 1993 l’Aconcagua, la cima più alta dell’America del Sud, e nel 1995 il Mc Kinley in Alaska, il tetto dell’America Settentrionale.

E l’anno successivo, 1996, a 29 anni, il K2, ancora con il CNR per la seconda parte del progetto di rimisurazione e con la spedizione ufficiale dei Ragni per il 50° di fondazione.

Il sogno dei sogni si avvera, ma Lorenzo potrà esternare la sua gioia solo sulla vetta, dove ripeterà tre volte: “E’ meraviglioso!”.

Poi il sogno meraviglioso si è impadronito di Lui e Lorenzo, forse senza nemmeno accorgersene, si è trovato a riposare fra le nevi del suo K2.

La montagna sognata – ha scritto Mario Rigoni Sternla più grande e la più bella di tutte le montagne ti ha voluto per sé. Resterai lì, per sempre, giovane per sempre, finché durerà questo nostro pianeta”.