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Marco Confortola – (1971 -     )

 

Marco Confortola (Valfurva, 22 maggio 1971).

Nel 1993 diventa Guida Alpina Internazionale e nel 1995 maestro di sci. È membro del CNSAS (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico).

Nel maggio 2008 partecipa alla spedizione Share Everest 2008 durante la quale, insieme a Silvio Mondinelli e Michele Enzio, colloca sul Colle Sud dell'Everest a 8000 m. la stazione meteorologica più alta della Terra.

Nel luglio successivo parte per l'ascesa del K2, insieme al connazionale Roberto Manni. Il 1º agosto successivo raggiunse la vetta ma, a causa del crollo di un seracco sul Collo di bottiglia, è costretto a bivaccare una notte in una buca a 8300 m con Gerard McDonnell. In quelle ore moriranno undici alpinisti, tra i quali lo stesso irlandese. L'alpinista italiano è nelle settimane successive al centro di una polemica sulla ricostruzione degli eventi, per aver iniziato il ritorno al campo IV senza attendere Gerard McDonnell, impegnato nell'aiuto di alcuni alpinisti in difficoltà a cui lui stesso aveva partecipato, e aver raccontato una poi confutata ricostruzione degli eventi. Marco Confortola riesce, grazie all'aiuto di altri alpinisti sopraggiunti per salvarlo, a raggiungere il campo IV e poi il campo base, dove quasi tutti gli altri moriranno. Ricoverato per i congelamenti riportati, viene sottoposto all'amputazione di tutte le dita dei piedi.

Marco Confortola ha pubblicato Giorni di Ghiaccio. Agosto 2008. La tragedia del K2, Milano, Baldini Castoldi Dalai editore, 2009. - E Ricominciare, Dalai editore, 2011.

 

Carriera Alpinistica:

1990 - Diventa Aspirante Guida Alpina, la più giovane d'Italia per 5 anni.

1993 - Diventa Guida Alpina Internazionale, la più giovane d'Europa per 4 anni.

1994 – Entra a far parte come istruttore del Corpo Nazionale di Soccorso Alpino

1995 - Diventa Maestro di sci, disciplina Alpina.

1995 – Lavora come tecnico di elisoccorso 118 di base a Caiolo (Sondrio)

1990 al 2003 Ricopre la carica come vice capo stazione di S. Caterina Valfurva

2001 - Parete Nord Pizzo Tresero: discesa con gli sci.

2002 - Concatenamento 5 pareti Nord: Pizzo Tresero, Pedranzini, Dosegu, San Matteo, Cadini.

2003 - Parete Nord San Matteo: discesa con gli sci

2003 - Parete Nord Ortles: prima ripetizione della discesa con gli sci.

2004 - Everest (8848m) versante Nord - Primo valtellinese in vetta, in compagnia di Tarcisio Bellò usando l'ossigeno negli ultimi 500 m.

2005 - Concatenamento 4 pareti Nord: Ortles, Gran Zebrù, Piccolo Zebrù, Pizzo Tresero.

2005 - Shisha Pangma (cima centrale 8017 m.)

2006 - Shisha Pangma (cima principale 8027 m.) - Raggiunta la vetta il 9 maggio con Silvio Mondinelli, Michele Enzio e Cristian Gobbi.

2006 - Annapurna (8091m) versante Nord - Raggiunta la vetta il 12 ottobre con Marco Camandona.

2007 - Cho Oyu (8201m) - Raggiunta la vetta il 5 maggio con una salita veloce campo base cima-campo base 26 ore in compagnia di Silvio Mondinelli.

2007 - Broad Peak (8047m) - Raggiunta la vetta il 12 luglio insieme ad un nutrito gruppo di alpinisti tra cui Silvio Mondinelli, Angelo Giovanetti, Simone La Terra, Gerlinde Kaltenbrunner, Edurne Pasaban, Ivan Vallejo.

2008 - K2 (8611m.) - Raggiunge la vetta il 1 agosto.

2010 - Ritorna in Himalaya per salire il Lhotse (8.516 m.) dove però a causa del freddo ai piedi (tutte le dita gli furono amputate nel 2008 in seguito alla tragica spedizione al K2) deve rinunciare a quota 7.991 m.

2012 - Dopo l'insuccesso del Dhalaugiri ad aprile, conquista il suo settimo ottomila, il Manaslu (8.167 m.), con lo sherpa Pasang.

2013 - Ad inizio aprile ritorna per la terza volta sul Lhotse (8.516 m.), dopo oltre un mese di permanenza al campo base per il doveroso acclimatamento in data 21 maggio raggiunge la cima alle ore 9.00 del mattino.

 

 

 


2004 – luglio. Nell’anno del cinquantenario della prima salita italiana al K2. Nives Meroi con il marito Romano Benet tornarono al versante Nord con la Spedizione celebrativa K2 1954-2004. Ma fu un anno troppo carico di neve, e un tempo infernale che non permise di superare i 7000 metri impedendo il raggiungimento della vetta e mise a dura prova, anche dal punto di vista psicologico, il gruppone di alpinisti accampati ai piedi della parete. - Diamo per dovere di cronaca la lista dei partecipanti: Fabio Agostinis, Claudio Bastrentaz, Tarcisio Bellò, Romano Benet, Daniele Bernasconi, Mario Alessandro Busca, Agostini Cittadini, Michele Comi, Michele Compagnoni, Paolo Comune, Marco Confortola, Paolo Confortola, Giuliano De Marchi, Agostino Da Polenza, Kurt Diemberger, Soro Dorotei, Massimo Farina, Marco Forcatura, Maurizio Gallo, Ugo Giacomelli, Leandro Giannangeli, Gianpaolo Gioia, Adriano Greco, Adam Holzknecht, Enrico Lazzeri, Giulio Maggioni, Mario Merelli, Nives Meroi, Paolo Minisini, Sergio Minoggio, Silvio (Gnaro) Mondinelli, Hubert Moroder, Walter Nones, Leonardo Pagani, Daniele Palazzina, Mario Panzeri, Nadia Tiraboschi, Karl Unterkircher, Gian Pietro Verza, Luca Vuerich, Stefano Zavka. - Karakorum - Himalaya.

 

 

 

Tra il 1° e il 2 agosto 2008, sulla parete sud del K2, si è consumata una delle più grandi tragedie della storia dell’alpinismo. Una serie di fatalità e il crollo di un seracco all’altezza del Collo di bottiglia, il canalone di roccia e ghiaccio che porta alla vetta, hanno dato il via a una imprevedibile catena di eventi che ha causato la morte di undici alpinisti. Sulla «montagna degli italiani» c’era anche Marco Confortola che, dopo aver conquistato la cima, da «cacciatore di ottomila» è diventato preda del gigante himalayano e impotente spettatore dell’atroce destino dei suoi compagni di scalata. Quella che doveva essere un’impresa sportiva si è trasformata in una lotta per la sopravvivenza nella «zona della morte» che lo ha costretto a misurarsi con i suoi limiti fisici e mentali. Giorni di ghiaccio è la cronaca di quelle terribili ore di paura, disperazione, dolore, fatica; ma è anche la testimonianza della forza, del coraggio, della generosità di alcuni protagonisti di quella drammatica vicenda. Un racconto vibrante in cui la passione per il mondo verticale lascia inevitabilmente spazio alla consapevolezza del prezzo altissimo imposto dalla sua esplorazione.