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Pierre Kohlmann – (    -1961)

 

 

1959 – E’ l’anno della corsa alla direttissima sugli strapiombi della Parete Nord della Cima Ovest.

Mentre gli svizzeri Albin Schelbert e Hugo Weber, in rocambolesca gara con gli Scoiattoli di Cortina, superano gli strapiombi centrali lungo un itinerario comune solo nella prima metà, i francesi René Desmaison e Pierre Mazeaud (seguiti da Pierre Kohlmann e Bernard Lagesse) tracciano la loro direttissima, dedicata a Jean Couzy.

Su entrambi gli itinerari il ricorso all’arrampicata artificiale è massiccio, anche se i chiodi a espansione sono usati in misura limitatissima (5 sulla via degli Scoiattoli, 30 su quella dei Francesi).

Dal punto di vista tecnico le vie

Segnano un balzo in avanti nella scala dell’arrampicata artificiale: si parla ormai di A3 e, per la via Jean Couzy, secondo alcuni, anche di A4.

 

1961 - La Nord-est del Pizzo Badile via Cassin in invernale viene tentata da Pierre Kohlmann, Pierre Mazeaud, Habib e La Fouine riescono a portarsi in cima al Diedro Rébuffat. Ricorda Mazeaud: “L’indomani passiamo il tempo a organizzarci in quell’oceano bianco. Faccio solo un tentativo e torno giù, demoralizzato. Il Diedro Rébuffat è ricoperto di ghiaccio

 

1961 - 10/16 luglio. Durante un tentativo di prima ascensione al Pilone Centrale del Frêney, si consumò una delle più drammatiche tragedie alpine. Dopo due bivacchi per il maltempo ai piedi della Chandelle, le cordate di tre italiani e quattro francesi iniziarono insieme la ritirata, con altri due bivacchi nella bufera. Sul Ghiacciaio di Frêney morirono per sfinimento Antoine Vieille, Robert Guillaume e Andrea Oggioni e sul ghiacciaio di Châtelet si spense Pierre Kohlman. Si salvarono Walter Bonatti che guidò la ritirata, Roberto Gallieni e Pierre Mazeaud. - Contrafforti ItalianiMassiccio del Monte Bianco.

 

196127/29 agosto. Chris Bonington con Don Whillans, Jan Clough ed il polacco Jan Duglosz, vincono in prima ascensione il difficile Pilone Centrale di Frêney, (via classica), dove si era svolta la tragica ritirata in cui perirono Andrea Oggioni, Antoine Vieille, Robert Guillaume e Pierre Kohlmann. Durante l’ultimo tratto di scalata Christian Bonington e Don Whillans vinsero un paio di lunghezze di corda veramente difficili e complesse, rese ancora più delicate dal fatto che essi si trovavano sprovvisti di cunei e dovettero sopperire a questa mancanza con alcuni sassi incastrati nelle fessure! (Tecnica comunque assai cara agli alpinisti di scuola britannica).

Essi precedono di poco un folto gruppo di altri alpinisti: René Desmaison, Pierre Julien, Yves Pollet-Villard e l’italiano Ignazio Piussi, che per superare l’ultimo tratto di scalata si serviranno di una corda fissa lasciata appositamente dagli inglesi. TD+, 500 m. - Contrafforti ItalianiMassiccio del Monte Bianco.