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(Cortina 1925) Guida dal 1950 e membro del gruppo alpinistico degli Scoiattoli.
Nel 1954 fece parte della spedizione italiana al K2 e, con Achille Compagnoni, raggiunse la vetta.
Fra le molte vie nuove in Dolomiti alcune sono diventate classiche: Via degli Scoiattoli a Cima Scotoni (con Luigi Ghedina e Guido Lorenzi, 1952), Spigolo degli Scoiattoli alla Cima Ovest di Lavaredo (con Lorenzo Lorenzi, Albino Michielli “Strobel” e Giuseppe Ghedina, 1959), Punta Giovannina delle Tofane, parete Sudovest (con Albino Michielli “Strobel” e Claudio Zardini, 1960).
1948 – Gli Scoiattoli di Cortina; Lino Lacedelli, Luigi Ghedina e Bruno Menardi salirono il Castello delle Nevére (Moiazza) parete Ovest, m. 900, come 1° ripetizione, senza bivacco valutandola V+.
1951 – 18/19 agosto. Luigi Ghedina e Lino Lacedelli compiono la 2° ascensione alla stupenda parete Est del Grand Capucin, via Bonatti/Ghigo. - Satelliti del Mont Blanc du Tacul - Gruppo Mont Blanc du Tacul - Massiccio del Monte Bianco.
1952 - Gli Scoiattoli di Cortina; Lino Lacedelli, Luigi Ghedina e Guido Lorenzi, vincono la difficilissima e compatta parete Sudovest della Cima Scotoni nel Gruppo di Fanis, che per molto tempo sarà giudicata come la più difficile scalata delle Dolomiti.
I ripetitori di oggi hanno un po’ ridimensionato questo giudizio, comunque l’impresa va valutata al tempo della prima salita e soprattutto “come” essa fu compiuta.
Più volte i tre arrampicatori cortinesi, per superare tratti assai problematici con il materiale che era a loro disposizione, dovettero ricorrere ad acrobazie inconsuete ed un po’ allucinanti, come una piramide umana a tre fatta su staffe!.
La Scotoni, comunque, segnava una netta supremazia dell’arrampicata libera su quella artificiale: ma questo fu scoperto dopo.
Per i primi salitori, invece, le massime difficoltà superate erano state di ordine artificiale….!.
1954 - Lino Lacedelli raggiunse la cima del K2 nella spedizione italiana.
Prima ascensione: Achille Compagnoni e Lino Lacedelli (spedizione Desio), 31 luglio 1954 per la cresta Sud-est.
I diretti protagonisti dell’impresa:
Erich Abram, Ugo Angelino, Walter Bonatti, Achille Compagnoni, Cirillo Floreanini, Pino Gallotti, Lino Lacedelli, Guido Pagani, (medico) Ubaldo Rey, Gino Soldà, Sergio Viotto e in fine ma non ultimo Mario Puchoz morto per edema polmonare il 21 giugno al secondo campo (quota 6095).
1959 – E’ l’anno della corsa alla direttissima sugli strapiombi della Parete Nord della Cima Ovest di Lavaredo.
Mentre gli svizzeri Albin Schelbert e Hugo Weber, in rocambolesca gara con gli Scoiattoli di Cortina, superano gli strapiombi centrali lungo un itinerario comune solo nella prima metà, i francesi René Desmaison e Pierre Mazeaud (seguiti da Pierre Kohlmann e Bernard Lagesse) tracciano la loro direttissima, dedicata a Jean Couzy.
Su entrambi gli itinerari il ricorso all’arrampicata artificiale è massiccio, anche se i chiodi a espansione sono usati in misura limitatissima (5 sulla via degli Scoiattoli, 30 su quella dei Francesi).
Dal punto di vista tecnico le vie
Segnano un balzo in avanti nella scala dell’arrampicata artificiale: si parla ormai di A3 e, per la via Jean Couzy, secondo alcuni, anche di A4.
1959 – Gli Scoiattoli di Cortina; Lorenzo Lorenzi, Albino Michielli “Strobel”, Gualtiero Ghedina e Lino Lacedelli superano lo Spigolo Nord-ovest della Cima Ovest di Lavaredo, divenuto famoso come Spigolo degli Scoiattoli.
1960 – Gli Scoiattoli di Cortina; Albino Michielli “Strobel”, Lino Lacedelli e Claudio Zardini, con 385 chiodi infissi in 350 metri di parete, realizzano un itinerario sulla Punta Giovannina (Tofane). Il numero dei chiodi e cunei impiegati per aprire una “prima” oramai supera abbondantemente il numero di metri della parete.