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Martino Baretti – (

 

 

Certamente per il torinese Martino Baretti il movente scientifico giocò un ruolo importante nel suo avvicinarsi all’alpinismo. Era infatti, professore di geologia, ma di fronte al numero stupefacente delle ascensioni effettuate, ci si chiede se la passione per l’alpinismo non venne a superare l’amore per la scienza. «Non si può muovere un passo in Val di Susa o nella propaggini del Gran Paradiso, senza imbattersi nel nome di Martino Baretti.» Era generalmente il suo alpinismo di corto respiro o di portata locale. Forse non aveva larga disponibilità di mezzi o di tempo, e perciò era diventato un artista a sfruttare, per l’appunto, il dubbio vantaggio di vivere sul posto. Per la sua conoscenza delle vallate minori, per il fiuto verso le punte importanti, per la fertilità inventiva nel ricavare dal terreno stesso i suggerimenti alle sue prossime imprese, era davvero un piccolo Coolidge italiano; e al grande Coolidge riuscì infatti a “soffiare” più d’una “prima” che deve avere non poco scottato quell’onnipotente scorridore delle nostre montagne».

Il numero delle sue prime ascensioni nelle valli piemontesi è ingente: tra i successi più prestigiosi va ricordata la difficile ed ambita prima salita dell’Uia di Bessanese in Val di Lanzo e della Pierre Menue in Val di Susa. Anche se il suo raggio d’azione, come si è detto, è in gran parte limitato ai monti torinesi, tuttavia non mancarono anche ascensioni degne di nota nel Gruppo del Bianco.

Va detto comunque, che attorno a questi primi esponenti dell’alpinismo italiano, si andò formando soprattutto nelle Valli di Lanzo, un forte gruppo di guide locali (i Castagneri, i Ferro Famil, i Ricchiardi) che in alcuni casi (vedi Antonio Castagneri, il famoso “Tuni da Tuni” di Balme) faranno gola anche agli inglesi per la loro bravura, che li condusse ad aprire nuovi itinerari anche su gruppi “fuori casa”, come il Monte Bianco o il Gran Paradiso, quando non il Delfinato o le Aiguilles d’Arves.

 

1878 - 8 agosto. Martino Baretti con Jean-Joseph Maquignaz, Augusto Sibille e Vittorio Sibille, realizzano la 1° ascensione dell’Aiguille de Trélatête Centrale. - Gruppo Glaciers-Trélatête - Massiccio del Monte Bianco.

 

1878 - 8 agosto. Martino Baretti con Jean-Joseph Maquignaz, Augusto Sibille e Vittorio Sibille, realizzano la 1° ascensione dell’Aiguille de Trélatête Centrale salendo per la cresta Sud-Ovest, con un percorso vario e interessante, in gran parte su ghiacciai. Difficoltà PD+ / AD-. - Gruppo Glaciers-Trélatête - Massiccio del Monte Bianco.

 

1878 – 4 settembre. Martino Baretti con Jean-Joseph Maquignaz, Seraphin Henry e Auguste Sibille realizzano la 2° ascensione dell’Aiguille Noire de Peutérey della parete Sudest (Couloir Rey). - La via nella parte inferiore percorre il grande canale (Couloir Rey) che fiancheggia a distanza la Cresta Est, ma che è esposto alla caduta di pietre. Dopo l’apertura della via lungo la più sicura Cresta Est è perciò stata quasi del tutto abbandonata. AD-. - Contrafforti Italiani - Massiccio del Monte Bianco.

 

1880 - 7 luglio. Martino Baretti con Seraphin Henry, Jean-Joseph Maquignaz e Auguste Sibille, salirono per la cresta Sud (già via normale) dell’Aiguille des Glaciers. L'itinerario compie un giro sui nevai del versante francese ed è perciò più lungo ma più facile e sicuro della via da Sud dei primi salitori della montagna. Dislivello1600m. Difficoltà PD, passaggi di II e III grado. - Gruppo Glaciers-Trélatête - Massiccio del Monte Bianco.

 

1880 - 15 luglio. Martino Baretti con Seraphin Henry, Jean-Joseph Maquignaz e Auguste Sibille, salendo per la cresta Nord raggiunsero la cima della Tête Carrée realizzando la Prima ascensione di questa montagna, su ghiacciaio facile, quindi cresta di roccia e neve molto panoramica. Difficoltà PD. - Gruppo Glaciers-Trélatête - Massiccio del Monte Bianco.

 

1880 - 28 luglio. Martino Baretti e Jean-Joseph Maquignaz (pare) abbiano realizzato la prima scalata del Mont Brouillard per la Cresta Sud. Karl Blodig riteneva che la cordata avesse raggiunto solo la Punta Baretti che oggi porta il suo nome. – Contrafforti ItalianiMassiccio del Monte Bianco.

 

1907 - 17 luglio. Karl Blodig con Laurent Croux completò la traversata del Mont Brouillard provenendo da Sud, dal Col du Brouillard per il versante Ovest e verificò per la Punta Baretti che per il Mont Brouillard non c’è bisogno di mezz’ora, come disse Martino Baretti, bensì del doppio. Ascensione su ghiaccio e roccia, esposta alla caduta di sassi. Dislivello dal ghiacciaio 750 m. AD. - Contrafforti ItalianiMassiccio del Monte Bianco.