1927 - 14 agosto. Il torrione inferiore a forma di pala dentellata dei Gendarmi Inferiori della Cresta Nord del Mont Mallet è stato salito per la prima volta da Raymond Barbier e Guy Labour. - Gruppo Géant-Rochefort - Massiccio del Monte Bianco.
1927 - 14 agosto. Raymond Barbier, M. Bernard, Pierre Chevalier e Guy Labour, dal Bivacco Chevalier scesero sul Glacier du Mont Mallet e rimontandolo verso Sud fino all'altezza della Pointe Auguste Cupelin superarono la complessa crepaccia terminale e salirono obliquamente verso destra (Nord-ovest) su rocce rotte fino all'intaglio che separa la Pointe Auguste Cupelin dal Gendarme Bifido. Salirono la cresta di quest'ultimo fino a metà percorso fra l’intaglio e la vetta, quindi traversarono a destra (versante Est) verso una duplice fessura, già visibile dall'intaglio suddetto. Salirono la fessura di destra e il successivo camino e raggiunsero la forcella fra le due punte terminali. La punta meridionale si raggiunge direttamente. Per salire la settentrionale, la contornarono dapprima sulla destra, quindi superarono una fessura e un grosso masso poco stabile sulla vetta del Gendarme Bifido a Nord della Pointe Cupelin. - Gruppo Géant-Rochefort - Massiccio del Monte Bianco.
1934 - 1° settembre. Raymond Barbier e Camille Fontaine furono i primi salitori del Capucin du Tacul da cui stralciamo la seguente nota sull’originalissima salita: «Il Père Eternel ha trovato un concorrente ancora più assurdo nel Capucin du Tacul, il monolito grottesco che orna la cresta frastagliata dell'Aiguille du Tacul. Ha una forma unica nel suo genere: 50 m. di altezza, strapiombante nel suo centro, la base strozzata, più sottile del corpo, dà al monolito la forma di un'aringa. È l'espressione più decisa della impossibilità di scalata: eppure la tenacia di due alpinisti, Camille Fontaine e Raymond Barbier ha avuto ragione anche di questa vergine guglia: e il metodo adottato per la scalata è di una ingegnosità meravigliosa, assolutamente nuovo ed originale. Camille Fontaine è uno specialista del genere: ha al suo attivo parecchie conquiste artificiali di guglie famose. Per il Capucin du Tacul egli ha studiato un nuovo sistema, reso possibile dalle condizioni speciali della cresta su cui si erge il monolito e dalla recisa riluttanza a ricorrere al lancio di funi mediante balestre o simili. I primi tentativi risalgono all'anno 1932; l'esperimento decisivo fu iniziato l’8 agosto 1934 e la vittoria arrise 1° settembre. Ventitré giorni di lavoro che purtroppo si conclusero con una tragedia: Raymond Barbier, scendendo dalla vetta, precipitava per motivi ignoti, sfracellandosi ai piedi del monolito conquistato. La salita richiese l'impiego di 1400 metri di corda.
La (Guida Vallot) cosi descrive il menzionato nuovo sistema: «Bisogna dapprima circondare il Capucin du Tacul con una V di filo che passa dall'uno all'altro lato del Capucin du Tacul stesso.» Ogni ramo di questa V misura 500 metri. La punta della V è fissata 150 metri a valle del Capucin du Tacul; gli estremi di ogni ramo sono fissati circa 300 metri a monte del Capucin du Tacul. Sistemare un terzo filo perpendicolarmente alla V e fissare uno del suoi estremi un poco a monte c all'altezza del Capucin du Tacul. Tendere la V in modo da portare il terzo filo sul Capucin du Tacul, dietro un intaglio situato sul versante Nord-est 8 metri sotto la cima, mentre tale terzo filo scende poi sulla parete Sud. Sostituire il terzo filo, successivamente, con uno spago, un cordino, una prima corda. Fissare questa corda a ciascuno dei suoi estremi: uno sulla cresta a monte e all'altezza del Capucin du Tacul, l'altro al piede Sud del Capucin du Tacul. Salire lungo la corda con il metodo dei nodi Prusik (42 metri) fino all'intaglio, vicino al quale si trova un terrazzo. Fissare una seconda corda che scende nella parete Sud, al chiodo piantato nell'intaglio. Con l'aiuto del compagno rimasto sulla cresta a monte del Capucin du Tacul, circondare più in alto il Capucin du Tacul con la prima corda, dopo avervi legato una terza corda. Con questa terza corda, salire per 2,30 m. lungo la cresta Nord-est. Innalzarsi sulla prima corda e salire in seguito a sinistra della cresta con due chiodi, e poi a destra con altri due chiodi. Lanciare una quarta corda su un intaglio a l metro dalla cima e arrampicarsi per essa. - Gruppo Géant-Rochefort - Massiccio del Monte Bianco.