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Inseriamo il racconto di Gabriele Boccalatte tratto dal suo libro “Piccole
e Grandi ore Alpine”.
1934 - 16 agosto. -
Ore 5 partenza. Colletto di fronte alla parete ore 7,30. Col binoccolo di Giusto Gervasutti,
scrutiamo la parete, ma io dico che serve solo a ingrandire le difficoltà, e
perciò lo riponiamo. Rivero non sta bene e perciò rinunzia al tentativo.
Attraversiamo il ghiacciaio e attacchiamo il centro della parete per un
canalino. Mettiamo le pedule, lasciando gli scarponi in un ripiano.
Ore 9. Si sale per il canale centrale. Passaggi isolati di qualche
difficoltà. Placca liscia quasi senza appigli, dove devo togliermi le scarpette
di para per passare a piedi nudi (passaggio di 17 metri circa di percorso,
diff. 6° sup.), poi ancora un paio di passaggi divertenti. Sotto il tratto
superiore di parete, attraversiamo a sinistra, e raggiungiamo la cresta a 100
metri dalla vetta, sulla via solita. In vetta (arrivo ore 14) troviamo Emilio Romanini, Ugo Vallepiana e
altri. Tempo perfetto.
Sul Monte Bianco, molta neve. Alle 15,15, iniziamo il ritorno
per la stessa via. Brevi discese a corda doppia, con la stessa corda di
cordata. Alla base ore 19. Al Pavillon ore 21,30.