Emilio Romanini dirigente alla Pirelli. Va ricordato per la sua modestia, perché è stata indubbiamente la sua eccessiva modestia a far sì che la sua ammissione all’Accademico fosse ritardata fino al 1956, mentre sarebbe dovuta avvenire molti anni prima.
Dopo la sua ammissione all’Accademico, Emilio Romanini deve essere soprattutto ricordato per la sua enorme attività scialpinistica, che si estese dalle Valli d'Aosta (M. Bianco, M. Rosa) al Vallese, all'Oberland Bernese, all'Engadina, all'Ortles, al Cevedale e alle Alpi Orientali. Si possono citare almeno trecento sue salite sci-alpinistiche in queste zone. Emilio Romanini fosse era in definitiva la continuazione della tradizione dei grandi maestri dell'Alpinismo come Aldo Bonacossa e Ugo Vallepiana.
1928 - Emilio Romanini compie la traversata delle Grandes Murailles.
1930 – Emilio Romanini sale la via Kuffner al Mont Maudit.
1932 - Emilio Romanini raggiunge la cresta Nord-ovest dell'Aiguille de Leschaux.
1934 - Emilio Romanini compie l’ascensione della parete Est del Grépon con Giusto Gervasutti, con il superamento della famosa fessura Knubel.
1936 - Emilio Romanini sale la Cresta di Peutérey al Monte Bianco.
1938 - Emilio Romanini compie un’ascensione per la parete Est della Punta Dufour.
1944 - Prima salita del Piz d’Argient realizzata per la cresta Sud-est con Carlo Negri, Cin Corti e Oscar Braendli.
1949 - Due cordate tutte di accademici milanesi guidate da Carlo Negri con Emilio Romanini, Pino Gallotti e Fritz Gansser realizzano la “prima” italiana della via Stosser allo spigolo Sud-Sudest del Bietschhorn.
1951 – giugno. Emilio Romanini sale con gli sci il Gran Combin.