* Inseriamo il racconto di Gabriele Boccalatte tratto dal suo libro “Piccole e Grandi ore Alpine”.

 

1935 - 16 luglio. - Partiamo verso le 7. In un’ora e mezzo siamo al colletto fra il Pic Adolphe e il Petit Capucin. Giusto Gervasutti va a vedere il passaggio, per traversare sulla parete Nord-Ovest. Con una corda doppia, una salita per una fessurina e traversata alla Dülfer, si riesce a raggiungere un blocco staccato, da cui, salendo direttamente per rocce un pò friabili, si tocca, dopo 60 m, la cresta terminale. Ci leghiamo tutti insieme. Io sto ultimo. Fa freddo. Giusto Gervasutti ha impiegato circa due ore a fare l’elegantissimo passaggio della traversata. Poi ci dividiamo in due cordate e saliamo in punta. Crestina terminale aerea, a lama di coltello. Ci fermiamo in vetta dall’una alle 3 del pomeriggio a goderci il sole; vista spettacolosa sul Grand Capucin.

Scendiamo dal versante Sud con tre corde doppie, una in parete e due nel profondo camino strapiombante, di cui la prima di ben 43 m. Alle 18, siamo in fondo. Alle 19,45 al Rifugio Torino. Poco dopo, arrivano Francesco Ravelli con Mario De Benedetti dalla prima salita della parete Sud dell’Aiguille de Rochefort.