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Barre des Ecrins – (4101 m.)

Settore Alpi Occidentali

Alpi del Delfinato

(Massiccio des Ecrins)

 

 

La Barre des Écrins (4101 metri) è la vetta più alta del Massiccio degli Écrins.

Fa parte delle Alpi del Delfinato. E’ il quattromila alpino più occidentale e più meridionale ed è l’unico interamente in territorio francese tra i dipartimenti dell’Isère e delle Alte Alpi, in località Pelvoux.

A Sudest di Grenoble, in linea d’aria circa 50 chilometri da Briançon, si trova il Parco Nazionale degli Ecrins, creato nel 1973.

Siamo nel Delfinato, il nome comunemente assegnato a tutte le Alpi Francesi tra il Monte Bianco e la Provenza. Un’ampia componente di questo territorio d’alta montagna, contrassegnato da scarsità di vegetazione e ricchezza di ghiacciai, è il “Massiccio degli Écrins”, la cui vetta principale è la Barre des Ecrins.

 

La montagna fu conquistata per la prima volta il 25 giugno 1864 da una valida comitiva, che comprendeva due fra i più noti alpinisti inglesi, Edward Whymper e Adolphus Warburton Moore con, Horace Walker e le altrettanto famose due guide Michel August Croz di Chamonix e Christian Almer di Grindelwald. Essi scalarono la Cresta Nordovest in salita, la via più breve per raggiungere la cima, e la Cresta Ovest in discesa.

Dalla sua dentellata cresta di granito rosso-bruno si innalza un’altra vetta che supera i 4000 metri, il Pic Lory (4086 m.).

Il Dôme de Neige (4015 m.), tagliato dalla Brèche Lory, 3974 m, rappresenta la «cima invernale» della montagna, un vero e proprio duomo di neve, un «Quattromila» a sé stante, ma che gli scialpinisti affrontano insieme alla Barre des Ecrins.

Naturalmente come meta finale dell’escursione con gli sci si può prescegliere la cima principale (si lasciano gli sci all’inizio della cresta occidentale), da cui si domina l’intero gruppo: a Sudest il Monviso, nelle Alpi Cozie, e in lontananza il Monte Bianco e il Gran Paradiso.

Inoltre lo sforzo della salita viene compensato ampiamente con la discesa di 2000 metri di dislivello lungo l’ondulato versante Ovest e sul Glacier Blanc.

In estate sul Dôme de Neige si incontrano una schiera di persone per la quale la via normale, cioè la Cresta Ovest della Barre des Ecrins, è troppo difficile. Costoro si crogiolano al sole, alcuni in costume, e osservano gli alpinisti che salgono lungo la Cresta Ovest.

 

Questa non è tuttavia l’unica via possibile, si può raggiungere la cima anche con salita diretta. In tal caso si seguono le orme di William August Brevoort Coolidge, Christian Almer, Ulrich Almer e Christian Gertsch, i quali alla terza scalata, il 4 luglio 1870, dal margine superiore del ghiacciaio salirono per via diretta fino alla sommità.

La prima tappa per una traversata, viene offerta dalla Cresta Nordest a partire dalla Brèche des Ecrins; si scende poi la Cresta Ovest. Questo percorso è tuttavia più impegnativo, II – III grado, di quello che più del 90 per cento degli scalatori solitamente intraprende.

 

La via Normale

 

Le ascensioni di cui sopra si effettuano tutte a partire dal Refuge des Ecrins, un alloggio finito di costruire nel 1969 in una posizione panoramica sul Glacier Blanc, e quindi o da Nordovest o da Nord. In agosto è quasi impossibile trovare posto. Gli alpinisti si accampano nel labirinto di massi che circonda il rifugio. Da quando da Ailefroide si può raggiungere il Rifugio Cézanne con l’automobile, il numero degli escursionisti è aumentato considerevolmente.

Lo snodarsi del percorso della via normale in direzione della Barre des Ecrins si può vedere dal rifugio. A causa del rischio di crollo di seracchi nella parte occidentale del versante Nord, è necessario curvare a sinistra e a destra, poi si procede lungo il plateau del ghiacciaio – ai piedi del tratto finale – attraverso la Brèche Lory, prima della quale si sale a sinistra fino alla Cresta Ovest. La crepacciata terminale rappresenta per molti un ostacolo insuperabile e nessuno porta con sé una scala, come fece Edward Whymper per affrontare il baratro.

Lungo la cresta, dopo circa due lunghezze di corda, lo stretto risalto roccioso si inclina sensibilmente. Superato il Pic Lory non vi sono più ostacoli di rilievo.

Il sentiero estivo coincide in gran parte con quello invernale, anche il tratto in cui si sale al rifugio. Gli sci devono essere portati fino ai primi ripidi gradini dopo il Rifugio Cézanne.

Nel punto in cui si traversa per salire al rifugio, possono verificarsi valanghe nel pomeriggio. Per l’escursione è opportuno l’uso di coltelli laterali soprattutto in alcuni ripidi tratti del fianco Nord.

 

Approcci da La Bérarde

 

Ad Ovest della Barre des Ecrins, da La Bérarde attraverso la Val des Etancons, il Vallon de la Bonne Pierre e il ghiacciaio omonimo, il percorso non si prospetta agevole. Per giungere fino al Col des Ecrins, 3367 m, occorrono 5 ore. Il Couloir alla sella è assicurato con fune metallica, per 40 metri, presenta tuttavia nell’ultimo tratto un’ardua arrampicata di appena una lunghezza di corda. Dal Col des Ecrins sono necessarie ancora almeno due ore per raggiungere la vetta.

La Bérarde è anche una località valliva da cui si sale al Refuge Temple-Ecrins, 2410 m, punto d’appoggio per la parete sud di roccia friabile e soggetta a caduta di sassi (difficoltà di III grado e terreno misto) Di essa scrive Richard Goedeke nel suo libro Augenblicke-oben: «Dopo la morena e il ghiaccio ha inizio l’arrampicata lungo la roccia battuta dal vento e che offre degli appigli che vanno accuratamente selezionati. Segue poi il firn o il ghiaccio e, a seconda del percorso scelto e delle condizioni, anche terreno misto». Egli la consiglia definendola «una grandiosa traversata della montagna».

Per accedere all’estremo Pilastro Sud, è favorevole la posizione del Rifugio Cézanne, circa un’ora più vicino al punto di inizio della scalata. La sua prima scalata fu effettuata il 15 agosto 1944 da uno dei più conosciuti alpinisti francesi del dopoguerra, Jean Franco, accompagnato da sua moglie Jeanne.