1875 - 4 settembre. H. A. Beachcroft con Charles Comyns Tucker, Francois Dévouassoud e Giovanni Batista Della Santa salgono il Sass Maor (2812 m.).
1922 – Nasce Gabriele Franceschini. Guida alpina, è l’alpinista che certo meglio conosce il Gruppo delle Pale di San Martino, sul quale ha scritto ben cinque guide alpinistiche ed escursionistiche; in queste montagne aprì una ventina di vie nuove. Realizzò la prima solitaria della via Solleder-Kummer al Sass Maor: fu, dopo Emilio Comici, il primo alpinista a ripetere da solo un itinerario considerato di sesto grado.
Sensibile e colto, fu per anni la guida prediletta di Dino Buzzati (che parla di lui in molti articoli e lettere) e di Leopoldo di Brabante. Raccontò le sue esperienze in due libri: Nel silenzio dei monti (1953) e Vita breve di roccia (1986).
1926 - Fu Emil Solleder a portare le massime difficoltà nel gruppo delle Pale, sulla grande parete Est del Sass Maór. Gli era compagno Franz Kummer; i due tedeschi impiegarono otto ore per superare la parete. Affrontarono la parte bassa, liscia e ritenuta in scalabile, e per un camino obliquo giunsero sotto gli enormi strapiombi della parte alta, solcata da un dietro fessurato. Il capolavoro di Emil Solleder fu trovare l’accesso al diedro evitando gli strapiombi, con due traversate e una fessura strapiombante.
1948 - Gabriele Franceschini compì la prima solitaria della via Solleder-Kummer sulla parete Est del Sass Maor.
Cesare Maestri ha fatto anche del 6° in discesa senza usare alcun mezzo artificiale, sul Crozzon di Brenta e sul Sass Maor.
1964 – Samuele Scalet e Gian Carlo Biasin vincono la muraglia di 1000 metri della parete Sud-Est del Sass Maor. (Pale di San Martino). Usano 200 chiodi, fra cui alcuni ad espansione, per completare la salita che vede i protagonisti perennemente nel vuoto, e che termina con una liscia placca finale. Gian Carlo Biasin muore poi scendendo dalla vetta, per la via normale, inciampando su di un mugo!.
1980 - Maurizio Zanolla “Manolo” libera la via della parete Sud-Est del Sass Maor (Pale di San Martino), di Scalet-Biasin valutando la placca finale di 7b. Questa via si è trasformata in uno dei simboli dell’alpinismo moderno. Manolo la superò in completa arrampicata libera, usando i chiodi esistenti soltanto per assicurazione. Manolo parlò, per la placca finale, di difficoltà al limite del nono grado.
1980 - Maurizio Zanolla “Manolo” con Piero Valmassoi disegna nei 1200 metri di sviluppo della parete Nord Ovest del Sass Maor la via Supermatita. In 13 ore supera difficoltà di 6b-/6b usando 7 chiodi e qualche excentrics.
«Per Manolo fu la chiave di
accesso alla leggenda».
1982 – Paolo Leoni e Graziano Maffei aprono e dedicano una via a Bruno Crepaz sullo spigolo Nord-Est del Sass Maor (6a/A2).
1983 – Lorenzo Massarotto con Leopoldo Roman sale la parete Nord Est del Sass Maor. I due usano 4 chiodi su difficoltà superiori al 5c.
1993 - Maurizio
Zanolla “Manolo” cerca e trova la “profanazione” sulla parete Sud
Est del Sass Maor, nelle Pale di San Martino. Egli si cala
dall’alto in più riprese e, con il trapano, traccia una via sportiva a sinistra
della via Biasin, più o meno come si fa in falesia. La ripetizione dal
basso di questa nuova via, la via Nureyev, effettuata in
arrampicata libera, incontra difficoltà massime valutate di 8a.
Ma intanto divampano le polemiche. Si grida
allo scandalo, e forse si chiude un’altra epoca per le Dolomiti.
Lo spit o chiodo a pressione, così
osteggiato, o comunque fieramente (o falsamente) tenuto sotto controllo anche
dagli arrampicatori d’avanguardia, a piccoli passi si insinua inevitabilmente
in ogni nuova realizzazione.