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QUOTA 8000

 

 

1984 - Agostino Da Polenza, fonda e fino al 1987 dirige "Quota 8000", il primo progetto integrato di alpinismo, cultura e comunicazione. La squadra di "Quota 8000" sale il Gasherbrum I e Gasherbrum II, e di nuovo il K2, dal versante Sud e il "mitico" Nanga Parbat (8125 m.).

 

1985 - Agostino Da Polenza, è di nuovo nel Karakorum, a capo della spedizione che vince i Gasherbrum I e Gasherbrum II.

E’ l’exploit di “Quota 8000”, un progetto sportivo collettivo al quale è legata anche la ricerca scientifica e la sperimentazione di nuovi materiali.

Il progetto sfuma due anni dopo, ma in Agostino Da Polenza rimangono la convinzione e lo stimolo per creare in Italia una società di sevizi, specializzata nella gestione o anche solo nel coordinamento logistico di spedizioni scientifiche, alpinistiche, esplorative.

La sua ormai consolidata esperienza alpinistica ed organizzativa, gli consentono di formulare ipotesi di vasto respiro.

 

1985 - 22 giugno L’atleta francese Eric Escoffier sale e scende il Gasherbrum I in 21 ore complessive dal campo base avanzato per la via Messner e realizza il suo Secondo 8000, ma approfitta delle corde fisse di “Quota 8000”. - KarakorumHimalaya.

 

1986 – E’ l’anno delle tragedie. Sul K2 – montagna solitaria, mitizzata e temuta fino al 1980 – si consuma all’insegna dell’affollamento la più spaventosa odissea del decennio. - Il 1986 entrò nella storia del K2. - Nell’estate ben 11 spedizioni tentano il K2 con innumerevoli exploit, infatti, a fronte di 27 tentativi di salita vi sono stati 13 tragiche morti, di cui 5 nel periodo tra il 6 agosto ed il 10 agosto.

Sull’ambitissimo Sperone Sud-ovest (la “Magic line”) di Reinhold Messner) operano contemporaneamente Renato Casarotto, l’équipe di “Quota 8000” e un gruppo americano; il (21 giugno) una valanga travolge e uccide due giovani alpinisti dell’Oregon: Alan Pennington e John Smolich. Due giorni più tardi (23 giugno) l’équipe franco-polacca composta da Liliane Barrard e Maurice Barrard, Michel Parmentier e Wanda Rutkiewicz tocca la cima dalla Via Normale del K2, e fu la prima donna ad arrivare in vetta seguita dalla francese Liliane Barrad, ma in discesa vennero sorpresi dalla bufera e Liliane Barrad e Maurice Barrad non fecero più ritorno. Il (16 luglio) Renato Casarotto precipita in un crepaccio vicino al campo base, ma ai primi di agosto le varie cordate riprendono la strada della vetta. Altri sette alpinisti la raggiungono, ma il tempo cambia di nuovo e Julie Tullis, Alan Rouse, Alfred Imitzer, Hannes Wieser e Dobroslawa Wolf-Miodiowicz muoiono di sfinimento.

Alla lunga lista vanno aggiunti i due fortissimi polacchi Tadeusz Piotrowski e Wojchiech Wroz, caduti al ritorno da due eccezionali exploit: Tadeusz Piotrowski ha aperto con Jerzy Kukuczka una complessa e interminabile via nuova sulla Parete Sud, in stile alpino, raggiungendo esausto la cima; Wojchiech Wroz ha finalmente risolto con Przemyslaw Piasecki e Peter Bozikiem il rebus dello Sperone Sud-ovest, ma è precipitato dopo la vetta.

Gli alpinisti di “Quota 8000”, infine, salgono e scendono in velocità lo Sperone degli Abruzzi, ma meglio di tutti fece lo specialista francese Benoit Chamoux che raggiunge la cima quasi di corsa, in giornata. Proprio lui che aveva già realizzato la solitaria al Broad Peak in 16 ore nella stessa stagione. - Non per stendere una sterile lista di nomi ma sembra doveroso ricordare quelle persone che nel nome del K2 hanno perso la vita: John Smolich, Alan Pennington, Maurice Barrard, Liliane Barrard, Tadeusz Piotrowski, Renato Casarotto, Wojchiech Wroz, Mohammed Ali, Julie Tullis, Alan Rouse, Hannes Wieser, Alfred Imitzer, Dobrosława Miodowicz-Wolf. - Karakorum - Himalaya.

 

1986 - 21 giugno. Il primo incidente di quell’anno funesto sul K2 con un bilancio di 13 tragiche morti, ha luogo quella la mattina alle 5,30. Una cordata statunitense, impegnata sulla “Magic Line”, viene investita da una valanga mentre sta salendo alla Sella Negrotto: i due componenti, Alan Pennington e John Smolich, vengono travolti in pieno. Il corpo di Alan Pennington viene ritrovato più tardi in giornata, e tumulato presso il Memorial Gilkey, mentre il corpo di John Smolich non viene ritrovato. La spedizione americana decide di conseguenza di abbandonare l'attività, mentre la spedizione di “Quota 8000” decide di concentrarsi sulla sola ascensione per la Via Normale. - Karakorum - Himalaya.

 

1986 - 16 luglio. Renato Casarotto il grande alpinista vicentino tenta di risolvere per la terza volta l’ambito problema himalaiano al K2: la “Magic Line”, lungo lo Sperone Sud-sud-ovest. Ma a soli 300 metri dalla vetta preferisce prudentemente rinunciare a causa di un cambiamento delle condizioni atmosferiche. In discesa, ormai al sicuro dalle maggiori difficoltà tecniche, per il cedimento di un ponte di neve cade in un crepaccio profondo 40 m, a soli 20 minuti dal campo base.

Riesce a dare l’allarme via radio e viene raggiunto dagli italiani del gruppo di “Quota 8000” che ne seguivano la discesa da lontano col binocolo e lo avevano visto scomparire nel crepaccio. È ancora vivo ma ferito gravemente. La notte trascorre febbrilmente, con l’equipe di soccorso che riesce a riportarlo in superficie. Renato Casarotto tenta qualche passo, ma quasi subito si accascia sul suo zaino, morendo poco dopo per le numerose emorragie interne, tra le braccia di Gianni Calcagno. È il 16 luglio 1986. Viene tumulato in un crepaccio, per restituirlo alla montagna. - Karakorum - Himalaya.