Elio Orlandi è cresciuto alle pendici meridionali del Gruppo di Brenta, dove fin da adolescente si è formato ed avvicinato alla montagna aiutando il padre negli umili e duri lavori alpestri, verso il 1974 inizia con passione e predisposizione naturale la vera e propria pratica dell’alpinismo e dell’arrampicata. Dopo i primi anni di intensissima attività, nei quali ha l’opportunità di ripetere centinaia di vie in tutte le Dolomiti e sulle grandi classiche delle occidentali, inizia una sistematica apertura di vie nuove e sempre di estrema difficoltà, molte in solitaria e d’inverno. Impossibile compilare elenchi! È impressionante la sua attività!
Alpinista forte e generoso, da anni cerca di praticare un alpinismo essenziale, impegnato nel vivere a fondo l’avventura, limitando i clamori, fatto possibilmente con mezzi propri e spirito libero e senza condizionamenti di sorta: semplicemente scegliendo più una naturale, sana e riservata ricerca nelle nuove realizzazioni invece di cedere alle esasperazioni, alle mode, alle convenienze e/o facili tendenze. Negli anni ottanta è in Patagonia, dove rimane ammaliato da quei picchi: per la difficoltà, l’arditezza ma soprattutto per la loro bellezza. Dal‘1982, ogni anno è in quella terra lontana per aprire vie o ripeterne in prima assoluta sulle montagne "più difficili al mondo". 1986 Torre Centrale del Paine, "Magico Est" alla parete Est; 1987 Torre Egger, "Titanic"; 1989, "Otra Vez" alla parete Ovest; 1994 Cerro Torre, "Cristalli nel Vento" alla parete Ovest; 1998 Torre Nord del Paine, "Spirito Libero" allo sperone Nord; 2004 Fitz Roy "Linea di Eleganza" alla parete Nord-Est; tutte prime salite e in stile alpino. L’ultima grande via "Osa ma non troppo" sul Cerro Cota (Gruppo del Paine). Elio Orlandi è considerato uno dei maggiori alpinisti patagonici al mondo. E… continua a sognare!
Elio Orlandi è una vecchia volpe patagonica, frequenta quelle montagne da più di vent’anni e ha imparato a conoscerle e amarle anche attraverso la passione trasmessagli da Silvia Metzeltin e Gino Buscaini.
1987 – novembre. I trentini Maurizio Giarolli ed Elio Orlandi realizzano una notevole impresa salendo il Gran Pilastro Est della Torre Egger. Ne è risultata una via superba, battezzata Titanic 87, anche se l’obiettivo iniziale dei due alpinisti era l’ancor più ambizioso progetto di scavalcare il Cerro Standhardt, la Torre Egger e il Cerro Torre in successione.
1989 - Maurizio Giarolli ed Elio Orlandi con Ermanno Salvaterra, tentano il progetto ambizioso di realizzare la “trilogia patagonica”: Cerro Standhardt, la Torre Egger e il Cerro Torre in successione, ma molto probabilmente i tempi non sono ancora maturi.
Ermanno Salvaterra a sua volta vi si cimenterà nuovamente senza successo nel 1991 (traversata Cerro Standhardt–Punta Herron).
2002 - Elio Orlandi, con Fabio Leoni e Rolando Larcher tentano una nuova via sul Fitz Roy sul versante Nord-Est, ma il maltempo li aveva ricacciati indietro.
2003 - Elio Orlandi con Fabio Giacomelli ritorna sul versante Nord-Est del Fitz Roy per ritentare la via diretta “idealmente” già tracciata l’anno precedente, ma nuovamente il tempo pessimo non permette la realizzazione.
2004 – Fine gennaio. Elio Orlandi con Luca Fava e Horacio Codò in otto giorni i tre hanno tracciato una nuova via, la più diretta sul versante Nord-Est del Fitz Roy (il gigante patagonico).
Una via accattivante esteticamente, lunga e impegnativa (quasi 1500 metri di parete con difficoltà di
VI, 6c, A3 e M7), che ha richiesto fermezza e tenacia. L’hanno chiamata “Linea di eleganza” e l’hanno dedicata alla memoria di Gino Buscaini.
Unico cruccio è aver dovuto percorrere alcune delle ultime lunghezze in artificiale, per le incrostazioni di neve e ghiaccio delle fessure. Con questa realizzazione hanno dimostrato che in tutta autonomia, senza sponsor e senza marchi, né nazionali né commerciali, con il cuore assieme ai muscoli, si può fare un exploit, divertendosi. Per questo a marzo 2005 hanno ricevuto la nomination al “Piolet d’or” che premia le sei migliori realizzazioni alpinistiche del 2004.