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Henry Cordier – (

 

 

1876 - 20 luglio. Henri Cordier con Jakob Anderegg e Kaspar Maurer, compiono la 1° ascensione del Grand Flambeau da Sud- Est, con una salita su neve e rocce mobili, sgradevole e pericolosa. - Gruppo della Tour Ronde - Massiccio del Monte Bianco.

 

1876 - 31 luglio. Henry Cordier, Thomas Middlemore, Oakley Maund con Jakob Anderegg, Johann Jaun e Andreas Maurer salgono l’Aiguille Verte per il “couloir” di destra, certamente il più ripido e difficile, che in seguito verrà poi detto appunto il Couloir Cordier.

A proposito di questa salita, Lucien Devies sulla (Guida Vallot) commenta: “La prima ascensione di questo itinerario è una grande data della storia dell’alpinismo, in quanto segnò un passo avanti per l’audacia della sua concezione e il livello delle difficoltà superate. Furono la guida dell’Oberland Johann Jaun e l’alpinista inglese Thomas Middlemore ad avere per primi la convinzione che l’Aiguille Verte potesse essere salita dal versante di Argentière.

Johann Jaun ne fece il suo progetto più importante fin dal 1873 ed effettuò un primo tentativo con Thomas Middlemore. La famiglia Middlemore era in relazione con la famiglia Cordier.

Thomas Middlemore, alpinista d’avanguardia e di un’audacia assai criticata a quell’epoca, venticinquenne al momento dell’impresa, fu per Henry Cordier, molto più giovane di lui (aveva solo 20 anni al momento della salita e morì l’anno seguente discendendo da Placet), colui che lo iniziò all’alpinismo di scoperta… Questo itinerario ha un tracciato meno elegante di quello del Couloir Couturier, ma è più ampio ed è più interessante tecnicamente… L’inclinazione è fortissima: 56° dalla crepacciata terminale fino alla costola rocciosa. Pericoli molto seri: cadute di seracchi provenienti dal ghiacciaio sospeso, cadute di sassi provenienti dalle sponde del canale”.

 

1876 - 7 agosto, Thomas Middlemore e John Oakley Maund, guidati da Henry Cordier di Chamonix e da Johann Jaun e Andreas Maurer di Grindelwald, scalarono Les Droites (4000 m.) per il pilastro Est fino alla cima principale, la terza ascensione importante in una settimana (avevano già scalato l’Aiguille Verte e le Courtes). L’ascensione fu senza imprevisti, ma durante la discesa si verificò un incidente che Oakley Maund ha così descritto in un articolo sul vol. VIII dell’Alpine Journal: «…udimmo un boato proveniente dall’alto, guardammo su e vedemmo due enormi macigni che con grandi balzi precipitavano dritti su di noi. Attraversammo il canalone più velocemente possibile perché se solo ci avesse sfiorato saremmo stati spazzati via all’istante.

Henry Cordier scivolò e cadde trascinando giù Middlemore. Io mi ancorai e mi appiattii sulla parete, e così fece Andreas Maurer che era quasi di fronte a me. Ci fu una raffica di vento seguita da una scarica di neve, e i macigni erano vicini! Un masso che doveva pesare una tonnellata batté proprio nel punto in cui Cordier era scivolato e passò sopra di lui, poco lontano dalla sua testa. Mi guardai attorno e vidi Jaun sulla schiena con gambe e braccia divaricate, mentre il suo cappello stava volando giù per il canalone. Pensai che fosse morto … ma un attimo dopo … si guardò attorno e, tirandosi su, gridò a Maurer: Schnell zu den Felsen!”. Non occorre dire che non impiegammo molto tempo a mettere in pratica il suo consiglio».

 

1876 - 12 agosto. Henry Cordier, francese, e Thomas Middlemore, inglese, accompagnati dalle guide svizzere Johann Jaun e Caspar Maurer, salirono sul Piz Bianco dalla Fuorcla Prievlusa, scalando la cresta Nord o Biancograt (“Crast Alva”) come la chiamano in Engadina; tuttavia dal Piz Bianco non proseguirono verso la vetta principale della montagna. La breccia del Bernina che avrebbero dovuto attraversare incluse loro un timore tale che rinunciarono ed effettuarono la discesa lungo il Biancograt.