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Jndrich Šustr – (

 

 

1981 – La via Attraverso Il Pesce (Weg durch den Fisch) della parete Sud della Marmolada è l’evento dell’anno: i due cecoslovacchi Igor Koller e Jndrich Šustr (diciassettenne) passano dove Heinz Mariacher aveva tentato salire le immani placche tra la via dell’Ideale e la Conforto ed era sceso per non far uso di mezzi artificiali.

I cecoslovacchi hanno una tradizione culturale diversa e non hanno di questi problemi. Passano con l’uso di 25 chiodi intermedi, 15 chiodi di progressione artificiale, 40 chiodi di sosta, e con l’uso di nuts, friends, sky-hooks e cliff-hangers. Pur con l’uso di tutta questa tecnologia, dimostrando che non è necessario ricorrere sempre al perforatore, la via rimane estremamente severa. I 900 metri di parete sono un susseguirsi di passaggi di 6b, tiri continui sul 6b-, passaggi in artificiale di A0 e A1 su ancorette. In quanto aperta con l’uso dei mezzi artificiali, la via subisce il giudizio negativo dei puristi, e viene per il momento archiviata. «Ormai tutti lo chiamano “Pesce” per quella caratteristica nicchia, in centro alla placca, dalla forma rassomigliante a una balena: passaggio obbligato e anche unico cenno di cedimento in un impressionante piatto oceano grigio. (…) Questo tracciato sarebbe probabilmente percorribile in esclusiva arrampicata libera, su difficoltà naturalmente superiori all’8° grado, ma la scarsissima presenza di chiodi in parete impedisce per il momento ogni tentativo in questo senso, almeno da parte di un capocordata». (Maurizio Giordani).

 

Solo qualche giorno prima Maurizio Giordani (3 Agosto 1990) aveva stupito il mondo alpinistico risolvendo uno degli ultimi grandi problemi dolomitici: la prima solitaria sulla Via Attraverso il Pesce sulla Sud della Marmolada.

E’ un capolavoro di tecnica e di audacia, con difficoltà che vanno dal sesto all’ottavo grado, tratti superati quasi tutti in libera in dieci ore di arrampicata.

La storia di questa via risale all’estate del 1981, quando i cecoslovacchi Igor Koller e Jndrich Sustr attaccano la zona più inaccessibile della parete Sud della Marmolada e in tre giorni di sforzi riescono a concludere la salita superando, a metà parete, una grande placca di trecento metri. Un vero salto nel futuro ottenuto con mezzi ridottissimi: un mazzo di chiodi da levare e ripiantare, alcuni friend e stopper, due piccoli ganci metallici. E comunque senza l’uso dei chiodi a pressione, i famosi spit che su un calcare compatissimo e avaro di appigli avrebbero fatto piuttosto comodo.

Caratteristiche di questa via sono l’irrinunciabile, difficilissima arrampicata libera obbligatoria, lontane, irrisorie protezioni, psicopassaggi su gancetti al limite della tenuta (dove la protezione cioè è più che altro psicologica), e infine una grande nicchia a forma di balena che rompe la continuità della placca: unico luogo dove poter bivaccare.

Passeranno tre anni (1984) prima che si riesca nella prima e seconda ripetizione realizzate non senza difficoltà e rocamboleschi tentativi da Wolfgang Gullich, poi da Manolo e da Heinz Mariacher. L’itinerario verrà definito “allucinante”.

 

Non lontano, nell’Agosto 1981, arriva la leggendaria Weg durch den Fisch (la via attraverso il Pesce), che supera una curiosa e compattissimo concavità a forma, appunto, di pesce. Heinz Mariacher, ha già provato a salire le immani placche tra la via dell’Ideale e la Conforto, ma sono i cecoslovacchi Igor Koller e Jndrich Sustr a risolvere il problema in tre giorni.

La via, dalle protezioni spaventosamente aleatorie, con artificiale obbligatorio su gancetti appoggiati alle gocce del calcare, sarà ripetuta soltanto nel 1984 da Heinz Mariacher, Manolo, Luisa Iovane e Bruno Pederiva.

Scriverà Heinz Mariacher su Alp: “…c’è un passaggio in libera eccezionalmente difficile (VII+) con un chiodo molto cattivo come unica sicurezza lontano sette metri, tanto che viene da pensare che Jndrich Sustr, di appena diciassette anni, non fosse del tutto a posto quando è passato per primo”.