Il reverendo Arthur Guy Sandars Raynor, nato a Maldon il 20 settembre 1863 dal reverendo George Raynor of Hazeleigh, fu educato al St. John College di Combridge .
Ordinato sacerdote nel 1887, dal 1890 fino al 1921 insegnò a Westminster.
Sposò nel dicembre del 1890, Ada Livingstone, discendente da una famiglia di religiosi e missionari.
Morì il 2 giugno 1935.
Fu membro del CAI e dell’Alpine Club.
Arthur Guy Sandars Raynor praticò l’alpinismo esclusivamente nei gruppi dolomitici e quasi sempre assieme a John Swinnerton Phillimore.
L’annuario della SAT del 1890 riporta notizia delle ascensioni della Marmolada, della Tofana, della Vezzana, del Cimon della Pala, della Pala di S. Martino, della Civetta.
Ma si tratta solo di un assaggio.
La grande stagione ha inizio nel 1895, quando i due amici ritornano nelle Dolomiti con maggiore sicurezza e più alte ambizioni.
1895 - 24 agosto. Il monte Civetta (3220 m.), venne scalato la prima volta da John Swinnerton Phillimore e Arthur Guy Raynor con le guide Antonio Dinai e Giovanni Siorpaes, seguendo un itinerario che risente dell’affannosa ricerca dei passaggi.
Questa, che fu la prima via tracciata sull’immane parete Nord-Ovest, è nota come la Via degli inglesi.
1896 - 24 agosto. John Swinnerton Phillimore e Arthur Guy Raynor con le guide Luigi Rizzi, fassano, e Antonio Dimai, cortinese, compirono la prima traversata della Pala di S. Martino.
1896 - 28 agosto. John Swinnerton Phillimore e Arthur Guy Raynor con le guide Luigi Rizzi e Antonio Dimai, compirono la salita della parete Est del Catinaccio.
1896 - John Swinnerton Phillimore e Arthur Guy Raynor con le guide Luigi Rizzi, e Antonio Dimai, realizzarono la terza salita alla Torre Delago nel Vaiolet.
1897 - La relazione su queste imprese venne pubblicata nel sul Mittelungen del D.O.A.V. sotto il titolo Zwei neue Bergfahrten in den Dolomiten.
1898 – Gli inglesi John Swinnerton Phillimore e Arthur Guy Sandars Raynor con le guide Antonio Dimai e Zaccaria Pompanin aprono la prima via ( una delle più lunghe delle Dolomiti, oltre 1200 m. di dislivello) sullo sperone Sudest dell’Antelao.
L’estate successiva è la più ricca di successi. (1897)
Ingaggiato il solito Antonio Dimai il 6 Agosto i due inglesi salgono alla Cima della Tofana di Roces per la parete Sud-Ovest; il giorno successivo tracciano una nuova via sulla Tofana di Mezzo.
Si trasferiscono nella zona del Pelmo e il giorno 14 Agosto compiono la prima salita dal versante Nord, ancora indicata come Via degli inglesi.
Di questa impresa Arthur Guy Sandars Raynor e John Swinnerton Phillimore pubblicarono una relazione sulla Rivista del CAI del 1898: “Ascensione del Pelmo per la parete Nord verso la Forcella Forada”.
Lasciato Dimai che aveva altri impegni, i due si trasferirono a S. Martino di Castrozza dove, sotto la guida di Michele Bettega e Antonio Tavernaro, realizzarono una serie di notevoli imprese: il 22 Agosto alla Cima della Madonna per la parete Sud – una via che è tuttora valutata di II e IV; il 25 la traversata della Cima Pradidali da Sud-Est a Nord-Ovest; il giorno 26, con Michele Bettega e Zecchini, compiono la prima salita della Torre Dresda e il 27 la prima ascensione e traversata della Punta e Pala del Rifugio.
Anzi, furono proprio i primi salitori ad associare a queste due cime il nome del rifugio e della sezione del D.O.A.V. che lo stava costruendo in quei giorni.
Nell’estate del 1898 a Antonio Dimai si affianca Michele Innerkofler.
I quattro tracciano una via sulla parete Nord della Cima Una, scalano l’Antelao per la parete Sud (“una delle più lunghe e belle arrampicate delle Dolomiti” la definisce Antonio Berti ), e compiono la seconda salita da Nord del Sassolungo.
John Swinnerton Phillimore tenne una conferenza davanti ai soci dell’Alpine Club dal titolo significativo: “The Wrong Side of some Dolomites”.
L’estate del 1899 fu l’ultima che i due amici dedicarono all’alpinismo.
Iniziarono con lo spigolo Sud del Cristallo, tracciarono due vie sulla Sud del Pomagagnon, arrampicarono sulla Croda del Lago.
Sempre accompagnati da Antonio Dimai.
La Rivista Mensile pubblicò nel 1900 un resoconto di Phillimore: “Nuove ascensioni nelle Dolomiti d’Ampezzo”.
Alla fine di Agosto 1899 solo Phillimore tornò nelle Pale dove salì il Campanile di Castrozza, il Campanile di Roda e la Cima di Val di Roda, accompagnato da Michele Bettega.
L’alpinismo di Raynor e Phillimore si ispira ai modelli classici inglesi ma, nello stesso tempo, ne preannuncia la fine.
Tipici rappresentanti della upper class, appartenenti a importanti famiglie, ricevettero la loro educazione in esclusivi college, rigorosa sul piano culturale, morale e sportivo.
Raynor e Phillimore incarnano la figura del gentiluomo vittoriano anche nelle loro relazioni, estremamente contenute sul piano emotivo ed improntate ad una flemma squisitamente britannica, anche se non lesinano le espressioni di apprezzamento per le loro guide.
Tuttavia, diversamente dai numerosi altri gentiluomini inglesi che negli stessi anni frequentavano le Alpi, elessero a loro esclusivo terreno di gioco le Dolomiti
Con Raynor e Phillimore si fa strada l’idea che lo scopo dell’alpinismo non risiede unicamente nel raggiungimento di una vetta d’alta quota per la via più facile.
Anche una cima inferiore ai 3000m. è degna di essere raggiunta; e la stessa vetta ammette itinerari diversi distribuiti sui vari versanti.
Non solo, sono degni di essere percorsi anche itinerari che, per la loro difficoltà, appaiono illogici: si tratta dei Wrong Side offerti con tanta generosità dalle cime dolomitiche.
Negli scritti e nelle relazioni di Phillimore e Raynor si comincia ad intravedere un riflesso di ciò che Mummery andava proclamando apertis verbis nel suo “My Climbs in Alps and Caucasus” (1895).
1899 – 22 agosto. John Swinnerton Phillimore e Arthur Guy Raynor, guidati da Agostino Verzi e Antonio Dimai, tracciarono una via sulla parete Sud della Costa del Bartolo, la più evidente delle punte del Pomagagnon. La discesa avvenne per la «quinta cengia».