1989 - Roland Mittersteiner, con Kritzinger, percorre in completa arrampicata libera la via Specchio di Sarah. Dichiara difficoltà massime di 7c.
«Specchio di Sarah sarebbe stata possibile e bellissima senza spit, ma adesso è già fatta…Secondo me tutto quello che è stato fatto in Marmolada sino ad ora si poteva aprire senza spit: questo mi sembra anche un toglier spazio alla generazione futura, che magari non vorrà usarli, che vorrà porsi dei problemi. Ho un ricordo al riguardo… Volevo aprire una via a destra di Specchio di Sarah, su parete strapiombante. Sono partito e dopo tre metri ho visto che non si poteva mettere niente; non sapevo cosa fare, andare avanti o scendere? Ho visto più su un grande buco e ho pensato ci fosse la possibilità di mettere una protezione. Così ho proseguito e arrivato al buco, a cinque metri, mi sono accorto che non si poteva chiodare: scendere era difficile…Ho visto un altro buco più su. Di nuovo la stessa roba, quasi tutti i chiodi mi sono scappati giù: din, din…Se avessi avuto uno spit, l’avrei potuto mettere! Dopo un bel po’ sono riuscito a mettere un chiodo in un buco svasato, ci ho passato la corda e sono sceso in arrampicata. Alla base ho tirato la corda e mi è arrivato in mano il chiodo… Aprire una via così è un piccolo problema! Mi sono anche costruito un friend gigante per quel buco, ma non sono più tornato».
1990 – Molte “falesie” sorgono in Dolomiti, e non tutte con lo stesso stile. Un esempio: sul Gruppo del Sella, tra il Passo Sella ed il Passo Gardena, coesistono gruppi di arrampicatori che hanno approcci etici molto diversi tra loro nei confronti dell’arrampicata.
Alcuni fanno ascensioni di alta difficoltà con un uso limitato di mezzi, lasciando per così dire solo un segno dell’impresa compiuta; mentre altri sono più interessati a creare vie “classiche”, “popolari”, pur su difficoltà elevate.
Tra i primi bisogna ricordare Manfred Stuffer e Roland Mittersteiner, apritori di vie di 7b/7b+ con parco uso di chiodi e spit: «Avevamo una specie di gerarchia: prima si utilizzavano protezioni naturali (clessidre, friend, dadi…), poi, se necessario, si piantavano chiodi normali; se non si vedevano altre vie di scampo ci scappava anche qualche spit piantato a mano. L’unico che si rifiutava fermamente all’uso di spit era Roland Mittersteiner. Lui era disposto a fabbricarsi il friend numero 20 pur di non piantare un chiodo a pressione».
1991 - Roland Mittersteiner con il fidato Kritzinger, libera totalmente Andromeda in Marmolada, aperta da Maurizio Giordani nel (1987).
Le difficoltà in libera lievitano a 7c+: il passaggio chiave è 10 metri sopra l’ultimo ancoraggio e circa 3 metri sopra un traballante cliff-hanger.
Questo «è un tiro strano. Ho potuto mettere un paio di chiodi in un buco sulla destra e lanciarmi sulla placca a sinistra, dove non vedo come Maurizio Giordani sia potuto salire usando dei cliff, come ha detto, nella prima salita. E’ una placca compatta. Però a volte su questo terreno vai un metro a destra o uno a sinistra e cambia tutto…».
Al rientro dirà: «Quando siamo scesi in corda doppia per la via del Pesce, nei passaggi chiave di questo itinerario mi sono stupito per l’abbondanza degli appigli» (!).
1991 - Roland Mittersteiner si rivela uno dei massimi specialisti dell’arrampicata estrema, liberando in Marmolada la nuova via Fram di Igor Koller e superando con Osvald Celva difficoltà straordinarie di 7c (nono grado superiore).
D’altra parte, su questo genere di itinerari sempre più costretti che – con l’ausilio di alcuni spit e con logica discutibile – percorrono le poche strisce ancora sfruttabili della grande parete, il confine tra alpinismo e arrampicata è ogni giorno più labile.
1997 – Sul Gruppo del Sella, tra il Passo Sella ed il Passo Gardena, incombono le Mëisules, ultima la via di 8° grado è stata aperta con protezioni normali da Roland Mittersteiner. Un’isola superattrezzata a spit in mezzo alle Dolomiti». (da “Pareti”).