(Canazei 1900–1976) Luigi Micheluzzi Guida Alpina, svolse gran parte della sua attività nella sua Val di Fassa, ma si concedeva anche puntate a Cortina e sulle Dolomiti della Val Gardena, ma anche nelle Pale di San Martino e in Brenta (realizzò con Piero Slocovich la prima ripetizione italiana della via Preuss al Campanile Basso, poco dopo lo sfortunato tentativo di Bianchi e Prati).
I suoi compagni di cordata lo ricordano come scalatore non elegante, ma assai coraggioso e dotato nell’arrampicata libera; le sue vie furono quindi aperte con un limitatissimo uso di mezzi artificiali. Partecipò da protagonista alla «battaglia del sesto grado», ma rimase piuttosto defilato dalla ribalta perché al di fuori dal gruppo di punta dei bellunesi.
La sua grande impresa è la via diretta sulla parete Sud della Marmolada di Penia (1929, con Roberto Perathoner e Demetrio Christomannos e con l’uso di sei chiodi).
La parete era stata tentata in precedenza da una cordata tedesca guidata da Walter Stösser, che tre anni dopo fece la prima ripetizione della via: a lungo nell’ambiente alpinistico tedesco si considerò quest’ultima come la prima ascensione, tanto sembrava impossibile che una guida locale avesse risolto quel difficilissimo problema.
Nella lunga polemica che ne nacque, Tita Piaz, che era stato testimone oculare dell’impresa di Luigi Micheluzzi, prese decisamente le difese della guida fassano, la cui grandezza fu definitivamente stabilita per onesta ammissione di Walter Stösser.
L’effettivo valore della via, comunque, fu riconosciuto solo nel dopoguerra: fu probabilmente il primo itinerario aperto da italiani che superava in difficoltà la mitica Solleder alla Civetta, prototipo del sesto grado.
Fra le vie di Luigi Micheluzzi è diventata classica quella sulla parete Sud del Piz Ciavazes (1935, con Ettore Castiglioni).
Luigi Micheluzzi continuò a lungo la sua attività di guida, ricercatissima, in tutto l’arco delle Dolomiti.
1928 - Luigi Micheluzzi con W. Rogers e P. Stockovich apre una bellissima via sulla parete Sud del Piz Ciavazes (Gruppo del Sella), poi chiamata via Piccola Micheluzzi.
1929 - Luigi Micheluzzi “eroe sconosciuto”, si sa con precisione che usò soltanto sei chiodi per aprire la sua via al pilastro Sud della Marmolada di Penia, compiuta con Roberto Perathoner e Demetrio Christomannos. 600 metri di parete, 30 ore, con un bivacco.
“Si trattava di una via di VI grado superiore e molti moderni scalatori come Walter Philipp, Herman Buhl, Don Whillas e Steve Read ne hanno poi riconosciuto l’enorme valore”. Al giorno d’oggi i chiodi sono più di cinquanta.
L’impresa di Luigi Micheluzzi del 1929 lungo il pilastro della Marmolada fu veramente un exploit d’eccezione, in quanto, a giudizio unanime di tutti i ripetitori, le difficoltà superate in arrampicata libera sono nettamente superiori a quelle di tutte le altre vie aperte in quel periodo. Il pilastro è alto circa 600 metri ed è di roccia compatta e molto levigata. Nella parte alta la via segue un gigantesco camino sbarrato da blocchi, che il più delle volte è intasato di ghiaccio ed ha costretto parecchie cordate al ritorno. La prima salita richiese trenta ore d’arrampicata ed un bivacco in parete, ma nonostante il livello decisamente superiore delle difficoltà superate, furono impiegati solo sei chiodi!.
Micheluzzi, schivo e modesto, non disse nulla della sua salita e nemmeno forse era conscio di aver superato difficoltà di questo genere.
In seguito Walter Stosser fece la prima ripetizione di questa via, credendo però di compiervi la prima salita, in quanto in parete non trovò alcun chiodo lasciato dagli italiani. Vi fu così una polemica, anche perché i ripetitori pareva veramente incredibile il numero di chiodi usati da Micheluzzi (oggi in parete vi sono una cinquantina di chiodi…)!, ma in seguito la verità venne a galla e Micheluzzi ebbe il giusto merito per questa superba realizzazione.
Il giudizio di Reinhold Messner è che la Micheluzzi vale quanto la via Soldà e la via Vinatzer aperte sulla stessa parete molti anni dopo e reputate come scalate di VI° superiore. Secondo altri i passaggi in arrampicata libera sarebbero ancora più difficili di quelli della Soldà, ma equivalenti a quelli della Vinatzer.
In quell’occasione, dunque, il livello fissato da Solleder era stato decisamente superato e si era compiuto un buon passo in avanti.
1935 - Luigi Micheluzzi fu autore con Ettore Castiglioni, di una bellissima via sulla parete Sud del Piz Ciavazes (Sella), poi chiamata via Micheluzzi, caratterizzata da una lunga traversata orizzontale in piena parete (90 metri di traversata!), in un settore compreso tra due barriere strapiombanti.