Michele Sepp Innerkofler: di Sesto in Pusteria.
Capostipite di una famiglia di celebri guide, egli annovera, nelle Dolomiti Orientali, molte importantissime salite.
1874 – 28 settembre. Le guide e fratelli Michel Innerkofler e Johann Innerkofler salgono la Croda dei Toni (3094 m.). Purtroppo, pur essendo una salita di sole guide, non può essere presa a riferimento per un nuovo rapporto del professionista con la montagna perché si tratta di una salita su commissione. L’ordinante è un importante cliente, il barone ungherese Roland von Eötvos, che con le stesse guide la salirà tre anni dopo.
1874 – Le guide Michel Innerkofler e Luigi Orsolina con Anna Ploner a settembre effettuano la prima ripetizione della Cima Grande di Lavaredo lungo il versante Sud e Anna Ploner si aggiudica in tal modo anche la prima femminile
Michele Innerkofler, guida a Carbonin, fu il vero protagonista dell’esplorazione del gruppo del Cristallo: fra il 1875 e il 1888 percorse i canaloni settentrionali e salì quasi tutte le vette secondarie del gruppo, spesso guidando Wenzel Eckerth, un ingegnere boemo che scrisse la prima guida del Monte Cristallo.
1876 - Conquistò tra l’altro la parete Nord del Cristallo e la Cima Ovest di Lavaredo.
1877 – Il barone ungherese Roland von Eötvos con le guide Michel Innerkofler e Johann Innerkofler salgono la Croda dei Toni.
1878 – 20 luglio. Una delle prime cime del gruppo del Popera ad essere salite fu la Croda Rossa di Sesto (2965 m.), ad opera del barone Roland von Eötvos con la sua fidata guida Michel Innerkofler.
1878 - Michel Innerkofler inizia la sua serie di prime su ordinazione del barone Roland von Eötvos trovando da solo la via di la salita della “Elferkofel” Cima Undici (3092), di II con un passaggio di IV grado.
1879 – Michel Innerkofler condusse in vetta alla Cima Undici (3092) il barone Roland von Eötvos.
1878 – In solitaria Michel Innerkofler decide di salire una vergine vetta nella catena del Sassolungo, invano tentata da altri, per dedicarla al suo grande maestro Paul Grohmann. Portatosi al Passo Sella chiede ad una guida locale l’ubicazione della stessa, ma il collega, forse geloso, gli indica una cima vicina. Michel Innerkofler vi sale, ma si accorge che la più alta, quella che voleva raggiungere, gli si erge di fronte.
Il giorno dopo Michel Innerkofler intraprende da solo quella che sarà la conquista della Punta Grohmann.
Dai posteri sarà dedicata a lui la Torre precedentemente scalata. (Torre Innerkofler).
1879 - Emil Zsigmondy scruta il roccioso contrafforte della Piccola di Lavaredo, per individuare una possibile via d’accesso alla cima. La guida Michel Innerkofler scrolla la testa ed alle insistenze del giovane obietta: “Se tu avessi le ali!”. Ma un “problema” si sa, è una sfida aperta.
1881 – Il 25 luglio Michel Innerkofler e il cugino Hans Innerkofler detto “ometto camoscio” riescono a toccare la vetta della Cima Piccola di Lavaredo dopo aver avuto ragione della verticale parete Sud-Ovest con un percorso che presenta difficoltà abbastanza continue di III grado e passaggi di IV inferiore.
«Più cattiva della Cima Piccola nessun’altra cima può essere, quella è il demonio!» commenterà Michel Innerkofler. L’ascensione è compiuta per puro spirito di conquista da due guide, senza clienti. La salita dei cugini Innerkofler inaugura ufficialmente l’epoca del terzo grado nelle Dolomiti, ovvero delle scalate tecnicamente impegnative. Questa via oggi è l’attuale via normale della Piccola di Lavaredo, già d’allora da molti tentata ed aperta dal grande Michel Innerkofler. Questa salita gli attribuisce il merito di aver dato principio ad un periodo nuovo del nostro alpinismo, il periodo dell’alpinismo per l’arte, oltre che per natura, secondo la definizione di Orazio De Falkner.
1881 – Alla fine di agosto Michel Innerkofler e il cugino Hans Innerkofler con il viennese Demeter Diamantidi e la sua guida Luigi Cesaletti salgono nella stessa giornata tutte e tre le cime principali di Lavaredo, Piccola, Grande e Ovest. E’ il primo dei numerosi “concatenamenti” che la storia alpinistica delle Tre Cime proporrà.
Demeter Diamantidi, raggiunta la vetta della Piccola di Lavaredo, tira fuori dallo zaino un barattolo di vernice rossa con cui scrive su un lastrone i nomi dei salitori, e vi deposita anche una bottiglia con dentro il suo biglietto da visita.
1884 - Una sera a Carbonin, il barone ungherese Roland von Eötvos propone alla sua guida Michel Innerkofler di tentare la salita alla Croda da Lago, castello di rocce arduo ed inviolato. “Michel già da tempo accarezzava l’idea dell’impresa”. Non frappone indugio, riempie il sacco e va tutto solo prima dell’alba alla volta della Croda, per vederla, per conoscerla, per farsela amica. Nessuno sa della sua partenza; lo si crede ritornato a Sesto in famiglia. Il barone Roland von Eötvos cela il segreto e attende ansioso.
Giunto a Fiames, Michel Innerkofler attraversa il Boite e si interna nel bosco. Non vuole essere visto. Punta su Pecol e di lì direttamente alla base della Croda. Si accosta al lago verso mezzogiorno. L’uomo audace e la montagna ribelle si guardano. Egli è solo con lei.
(…) Ogni ruga della montagna, ogni anfratto non sfugge a quell’occhi di lince. La sera scende al ladro e si prepara al bivacco. Lo riscalda la febbre della ricerca. Dorme alcune ore. Apre gli occhi e intorno è un chiarore d’argento. La luna illumina la Croda facendo risaltare dalle ombre ogni sporgenza. Si leva e risale sullo zoccolo. Vaga qua e là in quel pallido mondo di pietra. Nel fianco sinistro della cima si addossa una torre e forma con quella un diedro immane. Là egli spera trovare il passaggio.
L’alba lo vede attaccato alla roccia. Sale, scende, attraversa, penetra in una crepa, esce su una lastra.
Non sappiamo quanto egli si sia aggirato su quella muraglia. Forse tutto solo raggiunse la cima e mantenne geloso il segreto per serbare la vittoria al barone Roland von Eötvos.
Scese a Carbonin. Il barone fissandolo negli occhi intuì che la chiave del problema era stata scoperta. Ora non rimaneva che forzare sicuri la parete. (Severino Casara)
Il giorno dopo lasciarono l’albergo e si incamminano verso la conquista.
1884 – Pochi giorni dopo, inebriati dalla vittoria della salita alla Croda da Lago, Michel Innerkofler e il barone Roland von Eötvos ritornano sulla Croda da Lago e risalgono per la stessa via fino alla forcella che divide la Croda dalla Torre staccata. Deviano a sinistra per raggiungere la cima della vicina torre. Il barone Roland von Eötvos esultante di gioia vuole battezzare la nuova cima col nome del grande compagno e la chiama: Campanile Innerkofler.
1887 - 6 settembre. Michel e Johann Innerkofler con J. Reichl e M. Simon aprono l’attuale via normale (piuttosto impegnativa) della Croda dei Toni (3094 m.).
1888 – 20 ottobre. Michel Innerkofler trovò la morte cadendo in un crepaccio sul ghiacciaio del Cristallo.