1881 – Il 25 luglio Michel Innerkofler e il cugino Hans Innerkofler detto “ometto camoscio” riescono a toccare la vetta della Cima Piccola di Lavaredo dopo aver avuto ragione della verticale parete Sud-Ovest con un percorso che presenta difficoltà abbastanza continue di III grado e passaggi di IV inferiore.
«Più cattiva della Cima Piccola nessun’altra cima può essere, quella è il demonio!» commenterà Michel Innerkofler. L’ascensione è compiuta per puro spirito di conquista da due guide, senza clienti. La salita dei cugini Innerkofler inaugura ufficialmente l’epoca del terzo grado nelle Dolomiti, ovvero delle scalate tecnicamente impegnative. Questa via oggi è l’attuale via normale della Piccola di Lavaredo, già d’allora da molti tentata ed aperta dal grande Michel Innerkofler. Questa salita gli attribuisce il merito di aver dato principio ad un periodo nuovo del nostro alpinismo, il periodo dell’alpinismo per l’arte, oltre che per natura, secondo la definizione di Orazio De Falkner.
1881 – Alla fine di agosto Michel Innerkofler e il cugino Hans Innerkofler con il viennese Demeter Diamantidi e la sua guida Luigi Cesaletti salgono nella stessa giornata tutte e tre le cime principali di Lavaredo, Piccola, Grande e Ovest. E’ il primo dei numerosi “concatenamenti” che la storia alpinistica delle Tre Cime proporrà.
Demeter Diamantidi, raggiunta la vetta della Piccola di Lavaredo, tira fuori dallo zaino un barattolo di vernice rossa con cui scrive su un lastrone i nomi dei salitori, e vi deposita anche una bottiglia con dentro il suo biglietto da visita.