Marco Furlani, nato a Trento il 30-08-1956, inizia ad arrampicare giovanissimo nelle numerose palestre intorno a Povo, sobborgo di Trento. Un gravissimo incidente in palestra di roccia mentre si stava allenando non lo induce a smettere, e dopo un recupero a dire poco miracoloso ricomincia faticosamente la via dei monti. I suoi miti sono Cesare Maestri e Marino Stenico, da quest’ultimo apprende anche i rudimenti della tecnica. Con compagni diversi, comincia ad arrampicare prima in Paganella e poi nelle dolomiti, dapprima su vie facili poi via via sempre più difficili, come la via delle Guide al Crozzon di Brenta a 16 anni, vie Cassin e Comici alle Lavaredo a 17 anni, ha una visione romantica dell’alpinismo ed ancorata al concetto classico e che vive in totale libertà senza farsi condizionare da stress prestazionali, è questo forse il segreto di una così lunga continuità negli anni.
Nell'arco di 30 anni di attività ripete circa 2000 vie, conta un centinaio di prime ripetizioni, 10 prime ripetizioni nazionali, 20 prime grandi invernali, la disciplina che più lo affascina è l’esplorazione e l’apertura di vie nuove 50 circa sulle dolomiti, in valle del Sarca e monti Tatra Slovacchi.
Nel 1979 è uno dei primi Italiani che cogliendo i grandi cambiamenti che sconvolgeranno più tardi l’ambiente alpinistico, vola con altri tre compagni fra i quali Elio Piffer di Povo oltre oceano negli Stati Uniti nel parco di Yosemite (California), santuario del cambiamento, sperimentando quelle che saranno poi le nuove tendenze tecniche e filosofiche che tanto influiranno successivamente sull'alpinismo nel vecchio continente, tutto quello che riesce a recepire lo metterà in opera sulle nostre dolomiti e nella valle del Sarca.
È profondo conoscitore dell'alpinismo dell'Est europeo, molte le visite sui monti Tatra Cecoslovacchi e sulle torri di arenaria nel paradiso di Boemia dove compie diverse prime ripetizioni italiane, ha arrampicato con successo nei maggiori centri europei nel Verdon (Francia), diverse salite in Spagna ai Mallos de Riglos e Palma de Maiorca, ed alle Meteore in (Grecia).
Nel 1980 il C.A.I. lo nomina Accademico (il più giovane d'Italia), nel 1983 le altre due massime onorificenze europee: l'Accademico D'Austria ed il G.H.M.(Francese), nel 1987 consegue il brevetto di "Guida Alpina Maestro D'alpinismo" lavoro che attualmente per parte dell’anno svolge per vivere. Nel 1990 vince a Trieste la prima edizione del premio “Bruno Crepaz” premio indetto dalla famosissima sezione xxx ottobre, come migliore alpinista Italiano che in quell’anno si era distinto nell’apertura di vie nuove. Nel 1999 il G.I.S.M. (Gruppo Italiano scrittori di montagna) gli assegna il premio alpinistico Giovanni De Simoni con la seguente motivazione: “Per l’eccezionale attività alpinistica ed esplorativa”.
Ha tenuto conferenze in tutto il nord Italia dove gli è sempre stata riconosciuta una simpatia espositiva non comune, Nel 1995 pubblica un riuscito lavoro editoriale dal titolo: Arrampicate in Dolomiti, edizioni Cierre, pubblicazione molto ben curata che descrive 70 ascensioni poco conosciute nelle dolomiti rivelatasi un successo. Ha scritto diversi articoli per il Bollettino della S.A.T. ed attualmente sta lavorando ad un libro autobiografico, attenta indagine dove da osservatore prima e da protagonista poi è stato testimone importante dell’alpinismo Trentino.