1874 – Le guide e fratelli Michel Innerkofler e Johann Innerkofler salgono la Croda dei Toni (3094 m.). Purtroppo, pur essendo una salita di sole guide, non puň essere presa a riferimento per un nuovo rapporto del professionista con la montagna perché si tratta di una salita su commissione. L’ordinante č un importante cliente, il barone ungherese Roland von Eötvos, che con le stesse guide la salirŕ tre anni dopo.
1877 – Il barone ungherese Roland von Eötvos con le guide Michel Innerkofler e Johann Innerkofler salgono la Croda dei Toni.
1878 – 20 luglio. Una delle prime cime del gruppo del Popera ad essere salite fu la Croda Rossa di Sesto (2965 m.), ad opera del barone Roland von Eötvos con la sua fidata guida Michel Innerkofler.
1878 - Michel Innerkofler inizia la sua serie di prime su ordinazione del barone Roland von Eötvos trovando da solo la via di la salita della “Elferkofel” Cima Undici (3092), di II con un passaggio di IV grado.
1879 – Michel Innerkofler condusse in vetta alla Cima Undici (3092) il barone Roland von Eötvos.
1884 - Una sera a Carbonin, il barone ungherese Roland von Eötvos propone alla sua guida Michel Innerkofler di tentare la salita alla Croda da Lago, castello di rocce arduo ed inviolato. “Michel giŕ da tempo accarezzava l’idea dell’impresa”. Non frappone indugio, riempie il sacco e va tutto solo prima dell’alba alla volta della Croda, per vederla, per conoscerla, per farsela amica. Nessuno sa della sua partenza; lo si crede ritornato a Sesto in famiglia. Il barone Roland von Eötvos cela il segreto e attende ansioso.
Giunto a Fiames, Michel Innerkofler attraversa il Boite e si interna nel bosco. Non vuole essere visto. Punta su Pecol e di lě direttamente alla base della Croda. Si accosta al lago verso mezzogiorno. L’uomo audace e la montagna ribelle si guardano. Egli č solo con lei.
(…) Ogni ruga della montagna, ogni anfratto non sfugge a quell’occhi di lince. La sera scende al ladro e si prepara al bivacco. Lo riscalda la febbre della ricerca. Dorme alcune ore. Apre gli occhi e intorno č un chiarore d’argento. La luna illumina la Croda facendo risaltare dalle ombre ogni sporgenza. Si leva e risale sullo zoccolo. Vaga qua e lŕ in quel pallido mondo di pietra. Nel fianco sinistro della cima si addossa una torre e forma con quella un diedro immane. Lŕ egli spera trovare il passaggio.
L’alba lo vede attaccato alla roccia. Sale, scende, attraversa, penetra in una crepa, esce su una lastra.
Non sappiamo quanto egli si sia aggirato su quella muraglia. Forse tutto solo raggiunse la cima e mantenne geloso il segreto per serbare la vittoria al barone Roland von Eötvos.
Scese a Carbonin. Il barone fissandolo negli occhi intuě che la chiave del problema era stata scoperta. Ora non rimaneva che forzare sicuri la parete. (Severino Casara)
Il giorno dopo lasciarono l’albergo e si incamminano verso la conquista.
1884 – Pochi giorni dopo, inebriati dalla vittoria della salita alla Croda da Lago, Michel Innerkofler e il barone Roland von Eötvos ritornano sulla Croda da Lago e risalgono per la stessa via fino alla forcella che divide la Croda dalla Torre staccata. Deviano a sinistra per raggiungere la cima della vicina torre. Il barone Roland von Eötvos esultante di gioia vuole battezzare la nuova cima col nome del grande compagno e la chiama: Campanile Innerkofler.