Sergio Dalla Longa era un grande appassionato di montagna ed un alpinista fortissimo e completo, con un'esperienza ed una capacità, acquisite in oltre 30 anni di alpinismo, che lo ponevano senz'altro ai livelli più alti in campo nazionale.
In montagna era molto bravo su tutti i terreni: si muoveva benissimo sulle grandi pareti di roccia e misto, ma amava molto anche l'arrampicata libera, le grandi vie d'artificiale, le cascate di ghiaccio e le alte montagne extra-europee. Con la moglie Rosa, altrettanto forte alpinista, e con altri compagni, aveva arrampicato un po' ovunque nel mondo, sulle falesie italiane ed europee, sulle lisce pareti della California, sulle remote cime, della Groenlandia, del Canada e del Sudamerica, nei deserti mediorientali e africani, in nord Europa, sui grandi monti dell'Himalaya, dove purtroppo ci ha lasciato a pochi metri dalla vetta del Dhaulagiri, e soprattutto sulle Alpi, dove aveva salito molte delle più lunghe ed impegnative vie delle Dolomiti e delle Alpi occidentali.
Proprio questo era senz'altro il terreno che più amava: le grandi pareti di misto delle Alpi, quelle dell'ingaggio totale, alcune delle quali aveva salito anche in inverno come, unico italiano, le tre grandi Nord dell'Eiger, delle Grandes Jorasses e del Cervino.
Sergio era anche un forte scialpinista e come tale aveva partecipato ad alcune fra le più difficili gare delle Alpi, prima fra tutte il Trofeo Mezzalama.
A differenza di molti alpinisti del giorno d'oggi, agiva sempre in silenzio, lontano da stampa e televisione, che poi però spesso lo cercavano, vista l'importanza delle imprese compiute. Spesso, di ritorno da grandi scalate, faceva proiezioni e serate, che grazie alla sua grande simpatia e alle sue ottime capacità comunicative, erano sempre molto belle e divertenti.
Come la moglie Rosa Morotti ed il caro fratello Marco Dalla Longa, mancato anch'egli sui monti dell'Himalaya poco più di un anno fa, Sergio da molti anni ormai era socio del Club Alpino Accademico Italiano, ai cui principi di alpinismo leale e disinteressato credeva molto, e a cui aveva dedicato molto impegno, dall'anno scorso anche come Vice Presidente del Gruppo Centrale. Sergio era ovviamente molto attivo e benvoluto anche nella comunità alpinistica di Bergamo e in quella del suo paese, Nembro, in Valle Seriana.
Mancheranno a tutti la sua amicizia ed il suo sorriso, e le sue parole sempre posate, chiare e decise.
La sua scomparsa lascia un grandissimo vuoto in Rosa e nella famiglia, cui si è tutti vicini in questo momento di grande dolore. Lascia un incolmabile vuoto nel mondo alpinistico bergamasco ed italiano e soprattutto in tutti coloro che l'hanno conosciuto.
A chi ha arrampicato con lui e a tutti i suoi amici rimane il ricordo di tanti momenti belli trascorsi insieme, ed il suo grande esempio sia di uomo che di alpinista, che dovremo sempre cercar di seguire.
1990 – 5/8 gennaio. Sergio Dalla Longa e Marco Dalla Longa realizzano la 1° invernale italiana della parete Nord dell’Eiger.
2007 - 29 aprile. La cima del Dhaulagiri è costata la vita a Sergio Dalla Longa (nella foto con la moglie Rosa Morotti). L'alpinista bergamasco, 49 anni, impegnato nella difficile spedizione sulla vetta himalayana (8.167 metri) con una pattuglia di bergamaschi (la moglie Rosa Morotti, Mario Merelli, Domenico Belingheri, Stefano Magri), un lecchese (Mario Panzeri) e una spagnola (Lina Quesada) è scivolato a poca distanza dalla cima, cadendo per pochi metri. Sergio Dalla Longa ha urtato la nuca sul ghiaccio ed è morto sul colpo.
La tragedia è avvenuta quando la spedizione bergamasca (erano partiti lo scorso 21 marzo dall'Italia), divisa in due gruppi, stava facendo una puntata verso la vetta, dopo giorni passati al campo in attesa di un miglioramento delle condizioni meteorologiche. Sergio Dalla Longa faceva parte di un primo gruppo, con la moglie Rosa Morotti e con Stefano Magri. A poca distanza dalla vetta lo scalatore è scivolato, forse perché un rampone ha ceduto, e nella caduta è morto. Sergio Dalla Longa è stato subito soccorso da un medico di un'altra spedizione, ma purtroppo non c'è stato niente da fare.