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Kathmandu, Jumik Bhote, 25 anni, - Nepal - non essendo
riuscito a superare l’esame di maturità, aveva cominciato a fare l’autista del family bus acquistando di quarta mano
dal fratello maggiore. Lo conduceva per le strade intasate di traffico della
capitale, guadagnando cinque rupie per ogni passeggero o turista nepalese che
dall’hotel aveva bisogno di percorrere le tangenziali di Kathmandu. Ma,
dopo un anno o due, il bus era così malridotto che il fratello era stato costretto
a venderlo. Quindi Jumik Bhote aveva firmato l’ingaggio come portatore
dei Sudcoreani per la stagione 2008 al K2.
Jumik
Bhote, un uomo alto e
imberbe, era stato promosso di recente al capo degli sherpa del team
sudcoreano: un grande riconoscimento, che tuttavia lo aveva subissato di
impegni. Quella primavera, col Flying
Jump, aveva scalato il Lhotse,
la quarta montagna più alta della terra, poi era tornato per pochi giorni a Kathmandu
prima di ripartire per il K2,
lasciando a casa da sola la moglie incinta, che da un giorno all’altro poteva
dare alla luce il loro primo figlio. Alla spedizione sul K2
partecipava anche suo fratello minore Chhiring
Bhote, che si trovava più in basso con il team B del Flying Jump: dovevano mettersi in
cammino dal Campo quattro nella notte fra il 1 e il 2 agosto.
Jumik
Bhote e Chhiring Bhote
avevano intrapreso l’attività di sherpa a Hatiya quando il loro fratello
maggiore si era messo a commerciare olio da cucina e cherosene e invece era
finito per fare il portatore di professione a Namche Bazaar, una città
nei pressi dell’Everest.
La
sua ragazza, Dawasangmu, ha dato alla luce un figlio 3 giorni prima che
lui morisse colpito da una valanga
dovuta al distacco di un seracco nel Collo
di bottiglia.