1858 - 10/11 agosto. A metter piede per primo sulla vetta dell'Eiger fu, com'era consuetudine in quel periodo, un alpinista d'oltremanica, l'irlandese Charles Barrington.
Alla sua prima visita nelle Alpi, quindi ancora relativamente sconosciuto, Sir Charles Barrington scelse l'Oberland come « terreno di gioco.». Raggiunse l'abitato di Grindelwald e assoldò le due migliori guide del paese, Christian Almer e Peter Bohren, che negli anni successivi si distinsero per le loro imprese alpinistiche in tutto l'arco alpino. Insieme si spinsero oltre il Grindelwald Gletscher, traversarono sotto lo Schreckhorn e il Lauteraarhorn fino allo Strahleggletscher e al Grimselpass; di là scesero lungo la valle del Rodano e salirono fino all'hotel Eggishorn («hotel» erano chiamati anche i rifugi in alta quota) sopra l'abitato di Fiesch; dal rifugio rimontarono l'interminabile Aletschgletscher e raggiunsero la vetta della Jungfrau (4158 m), già allora il quattromila più salito dell'intero arco alpino.
Charles Barrington non era tuttavia soddisfatto; voleva in cuor suo un'autentica impresa prima di tornare in Irlanda. Scendendo dallo Jungfraujoch alla Kleine Scheidegg aveva osservato a lungo la parete Ovest dell'Eiger. Christian Almer era al suo fianco e gli aveva parlato delle sue scalate dell'anno precedente con un eminente alpinista viennese, il dottor Siegmund Porges; con quest'ultimo, Christian Almer aveva compiuto la prima salita del Mönch, lungo la Cresta Est; avevano anche tentato l'Eiger per la parete Ovest, ma erano stati respinti dalla ripida fascia di rocce che ne sbarra la parte mediana; fu naturale, per Charles Barrington, proporre alle due guide il suo nuovo obiettivo, la vetta dell'Eiger per il fianco occidentale.
Si accordarono per il tentativo, anche se Charles Barrington fu pesantemente apostrofato dai familiari di Christian Almer e Peter Bohren per aver convinto le due guide a intraprendere la rischiosa ascensione.
Il 10 agosto salirono all'hotel di Wengern Alp (1873 m), dove passarono la notte; l'11 agosto, alle tre e trenta del mattino, lasciarono il rifugio: portavano con sé un drappo colorato da issare sulla cima a mo' di bandiera per dimostrare l'avvenuta conquista della vetta. Allora si usava così. Al primo chiarore dell'alba, erano ai margini della morena, sotto il pendio di neve che sta alla base del versante Ovest.
L'irlandese sfoderò inaspettato fiuto alpinistico quando scelse di attaccare la ripida fascia di rocce sulla sinistra anziché piegare sul couloir di destra dove erano naufragati i due precedenti tentativi. Christian Almer e Peter Bohren lo guardarono salire dubbiosi ed esitanti; Charles Barrington dovette insistere e precederli per ben due volte fino a calar loro la corda per invitarli a salire.
Le due guide, scuotendo il capo, si risolsero a seguire l'imprudente sir Charles Barrington; riuniti nuovamente pensarono bene di segnare la via con del gesso e piccoli ometti di pietra.
I tre sfiorarono lo Spigolo Ovest, i primi uomini ad affacciarsi sul baratro della Nordwand. Raggiunsero la cresta affilata della vetta a mezzogiorno, vi restarono dieci minuti, disponendo il drappo a sventolare, legato a un alpenstock. Nel ritorno evitarono i salti di roccia superati in salita e scesero lungo un ripido cou1oir dove una valanga li mancò per un soffio.
Ai visitatori increduli che affollavano il Wengern Alp, Charles Barrington porse il suo cannocchiale.
Sulla vetta il drappo garriva al vento e lui venne acclamato vincitore. Entusiasmato dal successo, l'audace irlandese avrebbe volentieri tentato anche l'inviolato Matterhorn, il Cervino - come scrisse in una lettera al fratello - ma era a corto di denaro e fu costretto a tornare a casa, dove riprese a occuparsi dei suoi cavalli da corsa. Nelle Alpi svizzere sarebbe invece giunto il fratello Richard Barrington, che a sua volta salì l'Eiger, per la parete Ovest, nel 1876. A guidarlo in vetta era ancora Peter Bohren, il «lupo dei ghiacciai» della prima ascensione.